Carcinoma mammario metastatico
Presento il caso di mia madre anni 77: operata 20 anni fà x carcinoma mammario primario con mastectomia parziale e una kemioterapia. Malattia ripresentatasi dopo 5 anni, alla stessa mammella. Terapia: mastectomia totale e radioterapia. Lo scorsco anno, a seguito periodo di stress, compare un grosso nodulo infettato di pus a livello mammella sana. Terapia: pomata di cui non ricordo il nome. Il nodulo scompare ma ne compare uno fastidioso nel retrospalla. Segue medesima terapia. Anche il secondo nodulo scompare. A distanza di circa un mese compare escrescenza sottocutanea a livello cuoio capelluto. Finalmente c'è un'asportazione chirurgica cui segue referto istologico: carcinoma metastatico di origine mammaria. Inizia terapia con ARIMIDEX ma niente kemio nè radioterapia. Ci viene infatti garantito che è stato preso in tempo e non vi è rischio di ulteriori metastasi. Visite oncologiche previste ogni anno. Risultato: all'ultima visita nodulo sospetto nel sottocute della mammella operata. Asportato dopo un mese di aspettativa. Medesimo responso istologico. Affiora infine un ulteriore nodulo sospetto a mammella sana. Domande: possibile che, nonostante per così dire sollecitata, mia madre non necessiti di kemioterapia? - di fatto non è epatopatica e non soffre patologie sistema digerente - Non era forse da operare il primo originario nodulo purulento alla mammella sana e quello poi alla spalla? Possibile che un tumore si "sciolga nel sangue" con una pomata cortisonica? Possibile la presenza di cellule cancerogene in noduli apparentemente non sospetti? Perchè allora non fare subito le analisi del sangue? In realtà gli esami del sangue sono stati effettuati dopo la prima asportazione chiaramente maligna (al sottocute cuoio capelluto) e da lì, nonostante la terapia, non sono mai variati. Risultato: mia madre è sotto ARIDIMEX da 10 mesi, di kemio ancora non se ne parla, i noduli ancora continuano a formarsi. Per fortuna, sino ad ora superficialmente, in modo tale da poter essere individuati anche da noi parenti e quindi asportati chirurgicamente in modo completo nè risultano, a referto, metastasi. In pratica, da un anno a questa parte, siamo sempre andati tempestivamente dal medico ma la terapia è stata chirurgica solo a partire da aprile 2010 e con questo unico farmaco antitumorale di tipo ormonale. Non è forse necessario un ulteriore ausilio farmacologico? Per fortuna l'oncologo ha chiesto di rivedere mia madre non più tra un anno ma tra un mese visto l'esito dell'ultimo intervento. In pratica dei medici ci fidiamo ma abbiamo paura non dicano tutto. Anche se difficile formulare consigli/indicazioni terapeutiche via internet possibile avere qualche informazione generale anche su base casistica simile? Grazie.
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sarebbe importante conoscere lo stato recettoriale del nodulo per vedere se corrisponde alla malattia precedente o se le cellule sono "virate"; per esmepio in caso di HER2 positività potrebbe, se le condizioni lo permettessero, eseguire in aggiunta un anticorpo monoclonale. Nei precednti casi è scomparsa l'infiammazione legata alla nascita della neoplasia non le cellule neoplastiche.
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
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Utente
Ringrazio intanto per la risposta. Mi interesserebbe ancora sapere, essendo ovviamente io ignorante in materia, come interagire con l'oncologo, anche per non offenderne la professionalità, onde poter far effettuare a mia madre le analisi specifiche che immagino necessarie per valutare la presenza di tali cellule "virate", come vengono definite tali indagini presuppongo di tipo istologico? Si segnala infine che il referto parla sono di carcinoma mammario metastatico non infiltrativo. Mi interesserebbe infine sapere se per caso non sarebbe opportuno un tradizionale ciclo kemioterapico per "bloccare" il male che ormai si è ripresentato per ben tre volte nell'arco di nemmeno un anno. Grazie ancora. Buon lavoro.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.6k visite dal 16/08/2010.
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