Carcinoma duttale con diffusione interstiziale
Gent.mi Professori Vi scrivo per un consulto in merito alla seguente situazione patologica.
Iniziata con microcalcificazioni nel QIE mammella dx, ora, all'età di 49 anni, dall’esame istologico risulta essere un carcinoma duttale scarsamente differenziato a diffusione interstiziale con estesa embolizzazione neoplastica (CD carcinoma infiammatorio) anche nei linfatici dermici. (SBR Grado 3, ER-ICA e Pgr-ICA negativo, c-erb B2 10%positivo, p-53 90% pos, bcl2 neg). L’esame citologico del prolungamento ascellare mammella destra rivela un materiale molto ematico nel cui contesto si repertano numerose cellule atipiche isolate, epiteliali, CHERAL1 positive.
La PET evidenzia accumulo di tracciante in sede mammaria destra, ma sono inoltre rilevabili plurime focalità di captazione nell’intero parenchima epatico, coesistenti disomogeneità di accumulo linfonodale a livello ascellare bilateralmente e incidentalmente si segnalano plurimi reperti di patologico accumulo di tracciante che interessano diffusamente l’apparato scheletrico.
Ha iniziato da circa un mese la terapia con Caelyx 25 MG/M2 1-15 (ciclo da ripetersi ogni 15 giorni per 12 cicli, dose totale 41 mg, via endovenosa).
La visita con un secondo oncologo ha suggerito di affiancare un secondo chemioterapico, quale cisplatino, di tenere monitorati i markers tumorali e di sottoporsi ad un’eventuale biopsia epatica.
Esami a parte, sicuramente da affrontare, la mia domanda riguarda la chemioterapia infatti mi chiedo se sia più corretto iniziare da subito una terapia aggressiva in previsione di una guarigione più rapida o se invece non conviene perché fisicamente troppo debilitante e, vista la diffusione della malattia, preferire invece di tenere più che altro sotto controllo l’evoluzione della malattia. O invece Caelyx in tempi più lunghi può determinare comunque la regressione neoplastica? o si rischierebbe di stabilizzare la situazione?
Vi pongo queste domande perché vorrei essere in grado di consigliarla nel migliore dei modi senza rischiare di far passare altro tempo prezioso..
Vi ringrazio per l’attenzione e per la disponibilità e colgo l’occasione per complimentarvi con Voi per il servizio che offrite..anche on-line!
Cordiali saluti
Iniziata con microcalcificazioni nel QIE mammella dx, ora, all'età di 49 anni, dall’esame istologico risulta essere un carcinoma duttale scarsamente differenziato a diffusione interstiziale con estesa embolizzazione neoplastica (CD carcinoma infiammatorio) anche nei linfatici dermici. (SBR Grado 3, ER-ICA e Pgr-ICA negativo, c-erb B2 10%positivo, p-53 90% pos, bcl2 neg). L’esame citologico del prolungamento ascellare mammella destra rivela un materiale molto ematico nel cui contesto si repertano numerose cellule atipiche isolate, epiteliali, CHERAL1 positive.
La PET evidenzia accumulo di tracciante in sede mammaria destra, ma sono inoltre rilevabili plurime focalità di captazione nell’intero parenchima epatico, coesistenti disomogeneità di accumulo linfonodale a livello ascellare bilateralmente e incidentalmente si segnalano plurimi reperti di patologico accumulo di tracciante che interessano diffusamente l’apparato scheletrico.
Ha iniziato da circa un mese la terapia con Caelyx 25 MG/M2 1-15 (ciclo da ripetersi ogni 15 giorni per 12 cicli, dose totale 41 mg, via endovenosa).
La visita con un secondo oncologo ha suggerito di affiancare un secondo chemioterapico, quale cisplatino, di tenere monitorati i markers tumorali e di sottoporsi ad un’eventuale biopsia epatica.
Esami a parte, sicuramente da affrontare, la mia domanda riguarda la chemioterapia infatti mi chiedo se sia più corretto iniziare da subito una terapia aggressiva in previsione di una guarigione più rapida o se invece non conviene perché fisicamente troppo debilitante e, vista la diffusione della malattia, preferire invece di tenere più che altro sotto controllo l’evoluzione della malattia. O invece Caelyx in tempi più lunghi può determinare comunque la regressione neoplastica? o si rischierebbe di stabilizzare la situazione?
Vi pongo queste domande perché vorrei essere in grado di consigliarla nel migliore dei modi senza rischiare di far passare altro tempo prezioso..
Vi ringrazio per l’attenzione e per la disponibilità e colgo l’occasione per complimentarvi con Voi per il servizio che offrite..anche on-line!
Cordiali saluti
[#1]
Gentile utente,
Anche se ci ha descritto quasi tutti i parametri per inquadrare la malattia ci può indicare se l'esame istologico è stato ottenuto tramite una biopsia chirurgica ? Se sì, quale è stata l'estensione dell'intervento ?
Anche se ci ha descritto quasi tutti i parametri per inquadrare la malattia ci può indicare se l'esame istologico è stato ottenuto tramite una biopsia chirurgica ? Se sì, quale è stata l'estensione dell'intervento ?
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#2]
Utente
Gent.mo Dr Catania,
ringraziandoLa innanzitutto per la tempestività, Le riporto il testo del referto della biopsia:
esame istologico: QIE mammella dx
Descrizione macro: losanga di cute di cm 3,3x1,7x0,5 con sottosatante tessuto fibroadiposo spesso cm 1,5. La superficie appare liscia ed al taglio si evidenzia area emorragica al confine dermo-epidermico + frammento grigio giallastro di cm 0,7x0,7x0,3 e frammenti di tessuto adiposo in aggregato di cm 1,5 di asse maggiore
QIE mammella dx: A1: frammento di cm 0,8x0,7x0,3 1/1. A2 -- A3 : cute e sottocute 2/2. A4: lobuli adiposi IT 1/1
N.prel:4 N.vetr:5 N.bloc:4
ST
Sperando di essere stata esauriente rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti e ringrazio di nuovo per la disponibilità
Grazie e i più cordiali saluti
ringraziandoLa innanzitutto per la tempestività, Le riporto il testo del referto della biopsia:
esame istologico: QIE mammella dx
Descrizione macro: losanga di cute di cm 3,3x1,7x0,5 con sottosatante tessuto fibroadiposo spesso cm 1,5. La superficie appare liscia ed al taglio si evidenzia area emorragica al confine dermo-epidermico + frammento grigio giallastro di cm 0,7x0,7x0,3 e frammenti di tessuto adiposo in aggregato di cm 1,5 di asse maggiore
QIE mammella dx: A1: frammento di cm 0,8x0,7x0,3 1/1. A2 -- A3 : cute e sottocute 2/2. A4: lobuli adiposi IT 1/1
N.prel:4 N.vetr:5 N.bloc:4
ST
Sperando di essere stata esauriente rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti e ringrazio di nuovo per la disponibilità
Grazie e i più cordiali saluti
[#3]
Lei stessa ha fatto il punto della situazione ("data l'estensione della malattia")e quindi si sarà resa conto che l'intento principale della terapia è quello di stabilizzare una malattia che se controllata determina un miglioramento della qualità della vita molto più che se non fosse tenuta a freno.E' chiaro che bisogna rapportare le possibilità teoriche di cura alle condizioni generali del paziente.Si affidi con fiducia agli oncologi curanti che sicuramente avranno già valutato il reale beneficio ottenibile con la cura proposta, rispetto al costo in termini di tossicità.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
[#4]
Utente
…l’assenza di ulteriori commenti mi fa capire che il Suo è un parere unanime…
Ma la terapia con cisplatino è davvero così debilitante e il rapporto costo/beneficio così alto?
Escludendo a priori questo secondo iter terapeutico mi sembra in parte di dover accettare la non possibilità di una guarigione completa ancor prima di iniziare..sembrava molto positivo il secondo oncologo e inoltre, essendo il Caelyx così blando mi spaventa la possibilità dello sviluppo di una farmaco resistenza che costringerebbe ad aumentare la dose/tossicità, ritrovandosi comunque ad una tossicità elevata ma ad uno stadio della malattia più avanzato visto che mi pare di capire che al meglio questa terapia stabilizzerebbe la situazione..o la sottovaluto?!...credo di avere le idee un po’ confuse!..anche se non c'è niente più certo dell'incerto..mi è sembrato così negativo nella Sua risposta..
Grazie di nuovo
Buona giornata
Ma la terapia con cisplatino è davvero così debilitante e il rapporto costo/beneficio così alto?
Escludendo a priori questo secondo iter terapeutico mi sembra in parte di dover accettare la non possibilità di una guarigione completa ancor prima di iniziare..sembrava molto positivo il secondo oncologo e inoltre, essendo il Caelyx così blando mi spaventa la possibilità dello sviluppo di una farmaco resistenza che costringerebbe ad aumentare la dose/tossicità, ritrovandosi comunque ad una tossicità elevata ma ad uno stadio della malattia più avanzato visto che mi pare di capire che al meglio questa terapia stabilizzerebbe la situazione..o la sottovaluto?!...credo di avere le idee un po’ confuse!..anche se non c'è niente più certo dell'incerto..mi è sembrato così negativo nella Sua risposta..
Grazie di nuovo
Buona giornata
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.9k visite dal 19/05/2007.
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