Compatibile col carcinoma intramucosale
Buongiorno,
a mia madre (64 anni) è stato diagnosticato (tramite TAC e biopsia)un carcinoma gastrico localizzato all' antro dello stomaco con metastasi multiple al fegato (dimensione max 37 mm.).Riporto di seguito gli esami effettuati:
-TAC:
Le immagini assiali multiple dell’ addome, effettuate con e senza il mezzo di contrasto rivelano:
Ispessimento parietale dell’antro dello stomaco, indicativo di carcinoma;
Metastasi multiple al fegato, con diametro massimo di 37 mm.
Zone paraortiche libere;
Piccolo mioma calcificato nell’ utero;
Non sono visibili altre lesioni nell’ addome e nella cavità pelvica.
Diagnosi:
-Carcinoma gastrico.
-Metastasi del fegato
-ESAME MICROSCOPICO:
Le sezioni rivelano frammenti di mucosa gastrica, alcuni dei quali includono mucose muscolari.
In parte è rilevabile una metaplasia intestinale di tipo completo. Struttura epiteliale e cellule atipiche sono state notate in foci, con estensioni alla mucosa muscolare.
Riscontrate infiltrazioni nella lamina propria di cellule infiammatorie di tipo prevalentemente mononucleare. Non è rilevabile nessuna colonizzazione da H. Pilori.
Biopsia della mucosa gastrica:
Mucosa gastrica con struttura intramuscolare e cellulare atipica, compatibile col carcinoma intramucosale.
Ha già concluso un 1° ciclo di chemioterapia, ed ha ripreso ad alimentarsi quasi normalmente (prima non riusciva a farlo).Le feci sono ritornate più chiare. I medici interpellati giudicano questi come fatti positivi, ma non mi illudono sulla reale gravità della situazione. I pareri sono discordanti: c'è chi propende per continuare la sola chemio e chi invece pensa sia utile un intervento chirurgico di resezione, magari dopo il 2°-3° ciclo. A chi devo credere?
Quante speranze ci sono di sopravvivenza? La chemio rimarrà sempre efficace? E' possibile che la metastasi epatica possa regredire o scomparire?
Mia madre non sà della sua situazione, crede di essere trattata per un'ulcera gastrica e per me diventa ogni giorno sempre più difficile.
Confido in una vostra cortese risposta.
Cordiali saluti.
a mia madre (64 anni) è stato diagnosticato (tramite TAC e biopsia)un carcinoma gastrico localizzato all' antro dello stomaco con metastasi multiple al fegato (dimensione max 37 mm.).Riporto di seguito gli esami effettuati:
-TAC:
Le immagini assiali multiple dell’ addome, effettuate con e senza il mezzo di contrasto rivelano:
Ispessimento parietale dell’antro dello stomaco, indicativo di carcinoma;
Metastasi multiple al fegato, con diametro massimo di 37 mm.
Zone paraortiche libere;
Piccolo mioma calcificato nell’ utero;
Non sono visibili altre lesioni nell’ addome e nella cavità pelvica.
Diagnosi:
-Carcinoma gastrico.
-Metastasi del fegato
-ESAME MICROSCOPICO:
Le sezioni rivelano frammenti di mucosa gastrica, alcuni dei quali includono mucose muscolari.
In parte è rilevabile una metaplasia intestinale di tipo completo. Struttura epiteliale e cellule atipiche sono state notate in foci, con estensioni alla mucosa muscolare.
Riscontrate infiltrazioni nella lamina propria di cellule infiammatorie di tipo prevalentemente mononucleare. Non è rilevabile nessuna colonizzazione da H. Pilori.
Biopsia della mucosa gastrica:
Mucosa gastrica con struttura intramuscolare e cellulare atipica, compatibile col carcinoma intramucosale.
Ha già concluso un 1° ciclo di chemioterapia, ed ha ripreso ad alimentarsi quasi normalmente (prima non riusciva a farlo).Le feci sono ritornate più chiare. I medici interpellati giudicano questi come fatti positivi, ma non mi illudono sulla reale gravità della situazione. I pareri sono discordanti: c'è chi propende per continuare la sola chemio e chi invece pensa sia utile un intervento chirurgico di resezione, magari dopo il 2°-3° ciclo. A chi devo credere?
Quante speranze ci sono di sopravvivenza? La chemio rimarrà sempre efficace? E' possibile che la metastasi epatica possa regredire o scomparire?
Mia madre non sà della sua situazione, crede di essere trattata per un'ulcera gastrica e per me diventa ogni giorno sempre più difficile.
Confido in una vostra cortese risposta.
Cordiali saluti.
[#1]
Gentile Utente,
il trattamento in chemioterapia è senza dubbio una scelta idonea. Purtroppo non possiamo dire per quanto sarà efficace data la serietà della patologia e la resistenza delle cellule che è uno scoglio che prima o poi si presenterà. Se la terapia medica ottenesse dei brillanti risultati in termini di regressione di malattia si potrebbe pensare ad un intervento chirurgico. Abbinerei alla terapia farmacologica anche della ipertermia locoregionale. Inoltre per una stadiazione completa eseguirei anche una scintigrafia ossea.
Cari saluti
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
il trattamento in chemioterapia è senza dubbio una scelta idonea. Purtroppo non possiamo dire per quanto sarà efficace data la serietà della patologia e la resistenza delle cellule che è uno scoglio che prima o poi si presenterà. Se la terapia medica ottenesse dei brillanti risultati in termini di regressione di malattia si potrebbe pensare ad un intervento chirurgico. Abbinerei alla terapia farmacologica anche della ipertermia locoregionale. Inoltre per una stadiazione completa eseguirei anche una scintigrafia ossea.
Cari saluti
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
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