Anemia post chemioterapia
Ad agosto 2009 a mio padre è stato diagnostcato un microcitoma polmonare. Dopo due cicli di chemioterapia con cisplatino la situazione risultava stabile, ma effettuati altri due cicli di chemio terapia, ed esattamente ad ottobre del 2009, la situazione era completamente stravolta e venivano riscontrate delle lesioni anche a livello midollare. Tale situazione ed ovviamente i cicli di terapia eseguite hanno provocato un notevole calo dei globuli rossi nel sangue.
Oggi, dopo due trasfusioni, l'emoglobina è pari a 9.2 e le piastrine 17.000.
Sospesi a novembre i cicli chemioterapici, si è iniziato a gennaio ad eseguire delle monoterapie a base di topotecan che, visti i valori ematici, sono state di nuovo sospese.
Oggi siamo in attesa di eseguire un esame, octreoscan, prescritto dal Dott. De Pas di Milano (IEO) che se dovesse risultare positivo (non so se è effetivamente così, ma Voi sarete senza dubbio più preparati di me) potrebbe darci la possibilità di eseguire presso l'istituto Europeo di oncologia la radio farmacologica.
Le trasfusioni purtroppo non hanno dato notevoli risultati, pertanto la mia mail è per chiedre se c'è la possibilità in questi casi di valutare un trapianto di midollo osseo.
Se ciò fosse infattibile, è possibile utilizzare cure a sostegno delle trasfusioni?
Ringrazio anticipatamente per l'attenzione che vorrete dare alla mia richiesta e nello scusarmi se a volte sono risultata imprecisa nel sintetizzare la situazione, porgo i miei più cordiali saluti.
Oggi, dopo due trasfusioni, l'emoglobina è pari a 9.2 e le piastrine 17.000.
Sospesi a novembre i cicli chemioterapici, si è iniziato a gennaio ad eseguire delle monoterapie a base di topotecan che, visti i valori ematici, sono state di nuovo sospese.
Oggi siamo in attesa di eseguire un esame, octreoscan, prescritto dal Dott. De Pas di Milano (IEO) che se dovesse risultare positivo (non so se è effetivamente così, ma Voi sarete senza dubbio più preparati di me) potrebbe darci la possibilità di eseguire presso l'istituto Europeo di oncologia la radio farmacologica.
Le trasfusioni purtroppo non hanno dato notevoli risultati, pertanto la mia mail è per chiedre se c'è la possibilità in questi casi di valutare un trapianto di midollo osseo.
Se ciò fosse infattibile, è possibile utilizzare cure a sostegno delle trasfusioni?
Ringrazio anticipatamente per l'attenzione che vorrete dare alla mia richiesta e nello scusarmi se a volte sono risultata imprecisa nel sintetizzare la situazione, porgo i miei più cordiali saluti.
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Gentile Utente,
il coinvolgimento midollare da parte della malattia è responsabile insieme alla chemioterapia della anemia e della piastrinopenia. Un trapianto di midollo osseo sarebbe inutile dato il quadro di malattia. Il modo migliore per tentare di migliorare la situazione è combattere la malattia di base. Certamente esistono però delle terapie per supportare la crescita di emoglobina e sperabilmente aiutare anche l'innalzamento delle piastrine. Innanzitutto somministrerei dell'acido zoledronico (Zometa) ogni 28 giorni per fleboclisi allo scopo di arginare la malattia a livello osseo. Tale farmaco oltre ad inibire il riassorbimento dell'osso nella sede delle metastasi ha anche uno specifico effetto antitumorale a livello scheletrico. L'octreoscan serve per verificare se le cellule malate posseggono recettori per l'octreotide, farmaco che argina la componente neuroendocrina nei tumori che la esprimono (le nozioni a riguardo sono esplicitate estesamente sul mio sito www.ipertermiaroma.it ). A supporto del midollo per quanto riguarda la serie rossa è possibile impiegare dell'eritropoietina (disponibile nelle varianti alfa , beta e long acting). Si tratta di iniezioni sottocute. Anche elevati quantitativi di melatonina possono stimolare la crescita delle piastrine.
Resto a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
il coinvolgimento midollare da parte della malattia è responsabile insieme alla chemioterapia della anemia e della piastrinopenia. Un trapianto di midollo osseo sarebbe inutile dato il quadro di malattia. Il modo migliore per tentare di migliorare la situazione è combattere la malattia di base. Certamente esistono però delle terapie per supportare la crescita di emoglobina e sperabilmente aiutare anche l'innalzamento delle piastrine. Innanzitutto somministrerei dell'acido zoledronico (Zometa) ogni 28 giorni per fleboclisi allo scopo di arginare la malattia a livello osseo. Tale farmaco oltre ad inibire il riassorbimento dell'osso nella sede delle metastasi ha anche uno specifico effetto antitumorale a livello scheletrico. L'octreoscan serve per verificare se le cellule malate posseggono recettori per l'octreotide, farmaco che argina la componente neuroendocrina nei tumori che la esprimono (le nozioni a riguardo sono esplicitate estesamente sul mio sito www.ipertermiaroma.it ). A supporto del midollo per quanto riguarda la serie rossa è possibile impiegare dell'eritropoietina (disponibile nelle varianti alfa , beta e long acting). Si tratta di iniezioni sottocute. Anche elevati quantitativi di melatonina possono stimolare la crescita delle piastrine.
Resto a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#2]
Ex utente
Gent.mo Dott. Pastore
La ringrazio per la risposta esaustiva che mi ha fornito. La torno a disturbare però. Ho avuto modo, anche in passato, di documentarmi di questa ipertermia che Lei esegue, crede che nel caso di mio padre sia fattibile a questo punto?
Se sì, ritiene che essa sia compatibile con il tipo di terapia che eventualemente dovremmo poi eseguire presso l'IEO?
Ho letto la Sua recensione sul sito ipertermiaroma.it riguardo il microcitoma polmonare. Mi complimento con Lei ancora per la Sua esaustività e per l'avermi dato un'idea chiara del percorso medico a cui mio padre doveva essere sottoposto e a cui dovrà ancora sottoporsi.
A tal proposito avrei piacere di incontrarLa per esaminare la documentazione sanitaria di mio padre ed avere indicazioni in merito alle giuste metodiche di cura.
Spero di sentirLa presto.
Nel frattempo, nell'augurarLe un buon lavoro, Le porgo i miei più cordiali saluti.
La ringrazio per la risposta esaustiva che mi ha fornito. La torno a disturbare però. Ho avuto modo, anche in passato, di documentarmi di questa ipertermia che Lei esegue, crede che nel caso di mio padre sia fattibile a questo punto?
Se sì, ritiene che essa sia compatibile con il tipo di terapia che eventualemente dovremmo poi eseguire presso l'IEO?
Ho letto la Sua recensione sul sito ipertermiaroma.it riguardo il microcitoma polmonare. Mi complimento con Lei ancora per la Sua esaustività e per l'avermi dato un'idea chiara del percorso medico a cui mio padre doveva essere sottoposto e a cui dovrà ancora sottoporsi.
A tal proposito avrei piacere di incontrarLa per esaminare la documentazione sanitaria di mio padre ed avere indicazioni in merito alle giuste metodiche di cura.
Spero di sentirLa presto.
Nel frattempo, nell'augurarLe un buon lavoro, Le porgo i miei più cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 8.9k visite dal 04/02/2010.
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