Chemioipertemia
buonasera,
volevo avere un chiarimento sulla terapia per chemioipertermia. Mio padre ha riscontrato un tumore al retto (che si pensa abbia data di due anni); è stato sottoposto ad un intervento chirurgico (dopo che le varie analisi tac comprese non avevano riscontrato presenza di metastasi). Dopo l'intervento di 5 ore, dove gli è stato asportato parte del peritoneo, ci hanno informato che le cellule tumorali si erano diffuse e che quindi sono stati costretti ad intervenire sul peritoneo; dato che l'inervento è stato eseguito ieri e che quindi non si poteva decidere di sottoporre il paziente ad un nuovo inervento (predeterminato nel uso del trattamento con chemioipertertermia)ci hanno consigliato, ovviamente dopo la ripresa dall'intervento del paziente, di usufruire della chemioterapia nell'attesa di un periodo stimato in 6 mesi per un eventuale intervento con chemioipertermia. La mia domanda si sofferma sulla utilità della chemio; ovvero
1) è necessario sottoporre il paziente alla chemio invece di aspettare per l'operazione con chemioipertermia?
2)inoltre con la chemio il paziente può trovarsi ad affrontare il trattamento di intervento chirurgico in condizioni deboli e quindi rischiare maggiormente?
volevo avere un chiarimento sulla terapia per chemioipertermia. Mio padre ha riscontrato un tumore al retto (che si pensa abbia data di due anni); è stato sottoposto ad un intervento chirurgico (dopo che le varie analisi tac comprese non avevano riscontrato presenza di metastasi). Dopo l'intervento di 5 ore, dove gli è stato asportato parte del peritoneo, ci hanno informato che le cellule tumorali si erano diffuse e che quindi sono stati costretti ad intervenire sul peritoneo; dato che l'inervento è stato eseguito ieri e che quindi non si poteva decidere di sottoporre il paziente ad un nuovo inervento (predeterminato nel uso del trattamento con chemioipertertermia)ci hanno consigliato, ovviamente dopo la ripresa dall'intervento del paziente, di usufruire della chemioterapia nell'attesa di un periodo stimato in 6 mesi per un eventuale intervento con chemioipertermia. La mia domanda si sofferma sulla utilità della chemio; ovvero
1) è necessario sottoporre il paziente alla chemio invece di aspettare per l'operazione con chemioipertermia?
2)inoltre con la chemio il paziente può trovarsi ad affrontare il trattamento di intervento chirurgico in condizioni deboli e quindi rischiare maggiormente?
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Gentile Utente,
sarebbe importante eseguire una TC total body con mezzo di contrasto per verificare lo stato del resto dell'organismo. Se la malattia è solo a livello peritoneale, sarebbe meglio attendere e reintervenire. Se vi sono anche altre sedi metastiche sono in accordo con l'iniziare un trattamento chemioterapico sistemico e ricontrollare la situazione a mezzo TC dopo 3 cicli.
un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
sarebbe importante eseguire una TC total body con mezzo di contrasto per verificare lo stato del resto dell'organismo. Se la malattia è solo a livello peritoneale, sarebbe meglio attendere e reintervenire. Se vi sono anche altre sedi metastiche sono in accordo con l'iniziare un trattamento chemioterapico sistemico e ricontrollare la situazione a mezzo TC dopo 3 cicli.
un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#2]
Ex utente
Inoltre sono in attesa dell'esame istologico , il quale risultato, influirà sul tipo di terapia da utilizzare e in base a cosa?
La radioterapia può essere la soluzione giusta? (anche se facendo un paio di ricerche ho riscontrato la poca efficacia che ha nel combattere il dna delle cellule malate dato che queste in presenza di cancro usufruiscono della quasi mancanza di ossigeno); infine, dottore, ho letto che da una prognosi positiva si ha una sopravvivenza massima e globale di 5 anni; è prematura come analisi o è il massimo che ci si può sperare? (so che è difficile pronunciarsi ma almeno basandosi sulla casistica).
La radioterapia può essere la soluzione giusta? (anche se facendo un paio di ricerche ho riscontrato la poca efficacia che ha nel combattere il dna delle cellule malate dato che queste in presenza di cancro usufruiscono della quasi mancanza di ossigeno); infine, dottore, ho letto che da una prognosi positiva si ha una sopravvivenza massima e globale di 5 anni; è prematura come analisi o è il massimo che ci si può sperare? (so che è difficile pronunciarsi ma almeno basandosi sulla casistica).
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Ex utente
volevo anche spiegarle l'intervento per avere delle sue puntualizzazioni a riguardo e delle previsioni future se può:
Si parlava di una colonscopia che ha riscontrato un tumore di 6 cm nel retto, vegetativo e di forma irregolare a 11 cm dallo sfintere anale.
Durante l'intervento hanno asportato una buona parte del retto, il sigma, colon discendente e una parte precedente; inoltre parte del peritoneo (buona parte)....dato che si parlava di carcinoma peritoneale e massa tumorale al colon.
Si parlava di una colonscopia che ha riscontrato un tumore di 6 cm nel retto, vegetativo e di forma irregolare a 11 cm dallo sfintere anale.
Durante l'intervento hanno asportato una buona parte del retto, il sigma, colon discendente e una parte precedente; inoltre parte del peritoneo (buona parte)....dato che si parlava di carcinoma peritoneale e massa tumorale al colon.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 26/01/2010.
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