Recidiva vagina-retto, colostomia
Mia mamma (76 anni) è stata operata presso il reparto di Ginecologia di un ospedale di Catania a dicembre 2008 ed è stata sottoposta ad intervento chirurgico per “carcinoma vaginale squamoso moderatamente differenziato infiltrante a tutto spessore la parete vaginale”.
La causa sembra dovuta ad un prolasso vaginale che si è protratto per oltre 10 anni, questo quanto affermato dai medici.
Dopo l’intervento avvenuto in anestesia spinale, è stata dimessa e dopo circa un mese ha fatto 25 sedute di radioterapia su “piccola pelvi e regione inguinale bilaterale, per un dosaggio complessivo di 50 Gy”.
Verso maggio del 2009 ha iniziato ad avere un serie di disturbi: stanchezza eccessiva, dolori alle gambe, nausea dopo i pasti, dolori allla schiena e al fondo schiena e, soprattutto, dolori al basso ventre, dove fu operata. A inizio luglio 2009 gli hanno fatto la TAC al torace e all’addome con e senza mezzo di contrasto il cui referto diceva: “In sede inschiorettale paramediana sinistra, dopo mdc, si demarca una formazione rotondeggiante di 3 cm circa, a pareti sottili, irregolari e con intenso enhancement”. Successivi controlli hanno confermato la recidiva.
Ad agosto è stata visitata presso il reparto di Chirurgia oncologia di un altro ospedale e dopo varie visite ed accertamenti è stata sottoposta ad intervento chirurgico: “Exenteratio pelvica, confezionamento di uretero-cutaneostomia sec Bricker, colostomia. Drenaggio”. Il referto dell’esame istologico è stato purtroppo nefasto: “Ca squam.cheratoblastico inf. Tutto spess. Par. vag., tess.molli adiac., il III° esterno tun.musc.del retto.MTS totalitaria ad 1 linf.”.
Il decorso postoperatorio è stato anch’esso travagliato: è rimasta ricoverata quasi un mese. Infatti aveva ogni sera la febbre sopra i 38,5 °C, senso di nausea, continui rutti, lingua color rosso mirtillo. Le hanno dato di tutto: antimicotici, antibiotici, ecc…
Dopo un mese è stata dimessa, ma aveva ogni sera la febbre sopra i 37,5 e periodicamente oltre i 38,5. Dopo 15 gg c’è stata la visita di controllo è hanno trovato del pus nella vagina. Una volta aspirato si è sentita meglio.
Sembrava che stesse per riprendersi: iniziava a mangiare, anche se la sera aveva la febbre leggera (intorno ai 37,3). Però una volta la settimana ha avuto attacchi di febbre a 39,5, immediatamente sedata con antipiretici, seguita da qualche puntura di pennicilina (infatti l’antibiotico dava particolari problemi allo stomaco).
Dimenticavo: dopo l’intervento hanno tolto un punto e al suo posto è rimasto un “buco” che fa sempre pus. Potrebbe essere questo il problema della febbre alta, magari unito alle condizioni igieniche non sempre ideali a causa della colostomia e urostomia?
Oppure devo pensare al peggio (metastasi o ulteriore recidiva)?
Ho avuto anche un colloquio con un oncologo che vedendo la documentazione mi ha detto di non fare niente, ne radio e ne chemio.
Cosa mi consigliate di fare?
Devo pensare al peggio?
Potreste indicarmi a chi rivolgermi?
Grazie
La causa sembra dovuta ad un prolasso vaginale che si è protratto per oltre 10 anni, questo quanto affermato dai medici.
Dopo l’intervento avvenuto in anestesia spinale, è stata dimessa e dopo circa un mese ha fatto 25 sedute di radioterapia su “piccola pelvi e regione inguinale bilaterale, per un dosaggio complessivo di 50 Gy”.
Verso maggio del 2009 ha iniziato ad avere un serie di disturbi: stanchezza eccessiva, dolori alle gambe, nausea dopo i pasti, dolori allla schiena e al fondo schiena e, soprattutto, dolori al basso ventre, dove fu operata. A inizio luglio 2009 gli hanno fatto la TAC al torace e all’addome con e senza mezzo di contrasto il cui referto diceva: “In sede inschiorettale paramediana sinistra, dopo mdc, si demarca una formazione rotondeggiante di 3 cm circa, a pareti sottili, irregolari e con intenso enhancement”. Successivi controlli hanno confermato la recidiva.
Ad agosto è stata visitata presso il reparto di Chirurgia oncologia di un altro ospedale e dopo varie visite ed accertamenti è stata sottoposta ad intervento chirurgico: “Exenteratio pelvica, confezionamento di uretero-cutaneostomia sec Bricker, colostomia. Drenaggio”. Il referto dell’esame istologico è stato purtroppo nefasto: “Ca squam.cheratoblastico inf. Tutto spess. Par. vag., tess.molli adiac., il III° esterno tun.musc.del retto.MTS totalitaria ad 1 linf.”.
Il decorso postoperatorio è stato anch’esso travagliato: è rimasta ricoverata quasi un mese. Infatti aveva ogni sera la febbre sopra i 38,5 °C, senso di nausea, continui rutti, lingua color rosso mirtillo. Le hanno dato di tutto: antimicotici, antibiotici, ecc…
Dopo un mese è stata dimessa, ma aveva ogni sera la febbre sopra i 37,5 e periodicamente oltre i 38,5. Dopo 15 gg c’è stata la visita di controllo è hanno trovato del pus nella vagina. Una volta aspirato si è sentita meglio.
Sembrava che stesse per riprendersi: iniziava a mangiare, anche se la sera aveva la febbre leggera (intorno ai 37,3). Però una volta la settimana ha avuto attacchi di febbre a 39,5, immediatamente sedata con antipiretici, seguita da qualche puntura di pennicilina (infatti l’antibiotico dava particolari problemi allo stomaco).
Dimenticavo: dopo l’intervento hanno tolto un punto e al suo posto è rimasto un “buco” che fa sempre pus. Potrebbe essere questo il problema della febbre alta, magari unito alle condizioni igieniche non sempre ideali a causa della colostomia e urostomia?
Oppure devo pensare al peggio (metastasi o ulteriore recidiva)?
Ho avuto anche un colloquio con un oncologo che vedendo la documentazione mi ha detto di non fare niente, ne radio e ne chemio.
Cosa mi consigliate di fare?
Devo pensare al peggio?
Potreste indicarmi a chi rivolgermi?
Grazie
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Gentile Utente,
a mio avviso la prima questione da dirimere è il rilazo febbrile molto probabilmente derivante da infezione locale. Direi di consultare un chirurgo per una valutazione locale. In seguito eseguirei una TC total body per verificare lo stato di tutto l'organismo. Non è detto che si debba avere ulteriore recidiva ma è una situazione che va monitorata strettamente.
un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
a mio avviso la prima questione da dirimere è il rilazo febbrile molto probabilmente derivante da infezione locale. Direi di consultare un chirurgo per una valutazione locale. In seguito eseguirei una TC total body per verificare lo stato di tutto l'organismo. Non è detto che si debba avere ulteriore recidiva ma è una situazione che va monitorata strettamente.
un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
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