Opportunità di proseguire terapia ormonale

gent. Staff
su questo probelma vi avevo già interpellato con mia soddisfazione.
Riassunto:
operata gennaio 2008 carcinoma lobulare infiltrante
pt1 nx LS- G2 Er 50% Pgr 70% HER2 negativo linfonodi negativi
iniziato arimidex febbraio 2009 per problemi vari.
colesterolo a circa 300 osteopenia al limite del grave appena accertata caldane a non finire e recentemente rigidità alle gambe al risveglio in modo serio (ai primi passi ho grande dolore ai piedi e caviglie e per qualche minuto cammino con piedi rigidissimi) e durante il giorno se resto ferma per un pò; inoltre al controllo ginecologico fatto ai primi di ottobre secchezza vaginale e grave atrofia vaginale che mi ha causato dolori atroci (al punto di sanguinare abbondantemente) nell'effettuare prelievo per paptest (questi riscontri non li avevo avuti l'hanno passato ed infatti la ginecologa mi ha confermato che sono dovuti alla menopausa indotta artificialmente - a gennaio 2008 avevo ancora il ciclo quasi regolare) e mi ha prescritto fitostimoline per un anno.
Ho letto che tutti questi effetti sono dovuti o perlomeno aggravati dall'arimidex.
Già in passato avevo dubbi sull'opportunità di iniziare la cura, poi ho deciso di farla grazie anche al Vostro contributo, ma ora sono in crisi nera anche perchè ho già una vita disperata con l'anziana madre che vive in casa mia malata di demenza da circa tre anni esco solo per andare al lavoro, mi concedo solo una settimana di ferie all'anno. Se a tutto questo aggiungo i problemi di cui sopra, mi chiedo se ne vale la pena fare la cura e di concentrarmi solo alla qualità della vita.
Non ditemi di parlarne con l'oncologo, perchè all'ultimo controllo fatto a settembre, mi ha risposto di fare come credo senza provare a discuterne, anzi mi ha detto che non si può fare nulla per le caldane e i dolori articolari.
Ma possibile che non ci siano cure per alleviare gli effetti collaterali?.
Aspetto con ansia risposta e ringrazio.
Buona domenica

[#1]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 201
Gentile utente,
si concentri su se stessa piuttosto che sull'anastrozolo: parla di "vita disperata", deve assistere la mamma e non si concede ferie. Tra le righe si intuisce la rabbia e frustrazione per la vita che fa, e per la malattia che l'ha colpita. Le caldane e i dolori articolari sono accentuati dall'umore depresso, dal nervosismo e dall'ansia.
Le consiglierei di consultare uno psichiatra per una valutazione diagnostica e un supporto psicologico (forse anche farmacologico) in questa difficile fase della sua vita.
Magari dirà: ci mancava pure questa, non sono matta, e infatti ha tutti i motivi per sentirsi come ora, ma ci sono anche soluzioni che da sola non riesce a trovare.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

[#2]
Dr. Giuliano Lucani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Senologo 103 4
Gentile Sig.ra,
nella sua lettera ci sono alcune cose che dovremmo chiarire. Lei dice che nel Gennaio 2008 aveva ancora il cilo e che la menopausa è stata indotta artificialmente mentre poi ci dice che l'Anastrozolo lo assume da Febbraio del 2009 per problemi vari. Ha fatto prima una chemioterapia che potrebbe aver indotto la manopausa? oppure c'è un errore di data? Infatti, normalmente, non si prescrive Arimidex a pazienti ancora mestruate ma si effettua terapia con Tamoxifene e analoghi dell'LH-RH come il Decapeptyl per uno o due anni in modo da indurre una menopausa artificiale. A prescindere dallla considerazione tecnica, oltre ai probabili effetti collaterali dovuti all'assunzione dell'Anastrozolo e che ci stanno con i suoi sintomi, mi sembra corretto quanto affermato dalla Collega Psichiatra sulla implicazione psicologica della terapia in atto. Esistono farmaci che possono alleviare i sintomi (ne riparli con l'Oncologo e il Ginecologo) ma spesso la loro rilevanza è amplificata dalla scarsa accettazione della terapia che non da', in apparenza, risultati immediatamente visibili. I risultati della terapia adiuvante si vedono a distanza, nella migliore sopravvivenza e nella minor incidenza di recidiva delle pazienti che l'assumono. Ci pensi bene! I disturbi prima o poi passano, i rischi legati al tumore restano. Mi rendo conto che nel suo caso giochi un ruolo importante il fattore esistenziale ma proprio per questo mi sembra giusto che chieda aiuto a chi di questi problemi si fa carico, Psicologo o Psichiatra che sia.
Un affettuoso saluto
Giuliano Lucani

Dott. Giuliano Lucani
Specialista in Chirurgia e Chirurgia Vascolare
Perfezionato in Senologia

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