Dente rotto e devitalizzazione
Gentili dottori,
scrivo per l'inquadramento generale di un problema che mi trascino da qualche tempo, in attesa di un controllo diretto.
In seguito alla frattura di un premolare precedentemente sottoposto ad otturazione, con conseguente infiammazione, mi reco dal mio dentista, il quale dopo una rapida visita mi suggerisce la devitalizzazione del dente.
Nel corso di una seconda visita vengo sottoposto a radiografia, ed il dottore rinnova il suggerimento.
Tuttavia la diagnosi non è ben chiara; alla mia domanda, ovvero se la rottura sia stata eventualmente causata da una carie infiltrata, la risposta è negativa.
Decido di non sottopormi immediatamente all'intervento in quanto ho in programma pochi giorni dopo il trasferimento in un'altra città, dove in questo momento ancora mi trovo, e con l'intenzione di chiedere un secondo consulto, per avere più chiaro l'inquadramento diagnostico.
L'odontoiatra mi suggerisce di intervenire con tempestività non appena il dolore debba diventare appena più forte.
Tuttavia nelle settimane successive il dolore scompare, ed io dimentico completamente il problema.
Sono passati otto mesi e ad oggi noto un lieve arretramento gengivale, in più del gonfiore ad una adiacente escrescenza sferica che mi è stata diagnosticata anni fa come epulide, e si gonfia periodicamente senza causare grossi disturbi, per poi tornare alla normalità.
Mi chiedo se in questo frangente di tempo la situazione (che non mi era già ben chiara, non essendo stata formulata una diagnosi) possa essere peggiorata al punto da portare all'irrecuperabilità del dente, e se un lieve arretramento gengivale possa causarne la mobilità (ho tentato di verificare all'occhio ed al tatto, ma mi rendo conto che le mie tendenze ipocondriache e la mia non professionalità mi rendono poco attendibile).
Il gonfiore può essere invece un ascesso, essendosi eventualmente riassorbita spontaneamente l'epulide che mi porto da anni?
Continuo a non sentire dolore, se non lieve, al tatto.
Ringrazio anticipatamente chi vorrà rispondermi.
Cordiali Saluti
scrivo per l'inquadramento generale di un problema che mi trascino da qualche tempo, in attesa di un controllo diretto.
In seguito alla frattura di un premolare precedentemente sottoposto ad otturazione, con conseguente infiammazione, mi reco dal mio dentista, il quale dopo una rapida visita mi suggerisce la devitalizzazione del dente.
Nel corso di una seconda visita vengo sottoposto a radiografia, ed il dottore rinnova il suggerimento.
Tuttavia la diagnosi non è ben chiara; alla mia domanda, ovvero se la rottura sia stata eventualmente causata da una carie infiltrata, la risposta è negativa.
Decido di non sottopormi immediatamente all'intervento in quanto ho in programma pochi giorni dopo il trasferimento in un'altra città, dove in questo momento ancora mi trovo, e con l'intenzione di chiedere un secondo consulto, per avere più chiaro l'inquadramento diagnostico.
L'odontoiatra mi suggerisce di intervenire con tempestività non appena il dolore debba diventare appena più forte.
Tuttavia nelle settimane successive il dolore scompare, ed io dimentico completamente il problema.
Sono passati otto mesi e ad oggi noto un lieve arretramento gengivale, in più del gonfiore ad una adiacente escrescenza sferica che mi è stata diagnosticata anni fa come epulide, e si gonfia periodicamente senza causare grossi disturbi, per poi tornare alla normalità.
Mi chiedo se in questo frangente di tempo la situazione (che non mi era già ben chiara, non essendo stata formulata una diagnosi) possa essere peggiorata al punto da portare all'irrecuperabilità del dente, e se un lieve arretramento gengivale possa causarne la mobilità (ho tentato di verificare all'occhio ed al tatto, ma mi rendo conto che le mie tendenze ipocondriache e la mia non professionalità mi rendono poco attendibile).
Il gonfiore può essere invece un ascesso, essendosi eventualmente riassorbita spontaneamente l'epulide che mi porto da anni?
Continuo a non sentire dolore, se non lieve, al tatto.
Ringrazio anticipatamente chi vorrà rispondermi.
Cordiali Saluti
[#1]
Non è ben chiaro il quadro e la diagnosi va compiuta clinicamente, di presenza.
Va fatto un test di vitalità, in primis, per accertarci se il dente sia vitale o necrotico.
Non credo abbia compromesso la situazione, ma deve agire il prima possibile; l'epulide, ad ogni modo, è semplicemente una reazione infiammatoria gengivale determinata da alcune cause (come ad esempio la placca batterica): non possiamo dire molto, a distanza.
Va fatto un test di vitalità, in primis, per accertarci se il dente sia vitale o necrotico.
Non credo abbia compromesso la situazione, ma deve agire il prima possibile; l'epulide, ad ogni modo, è semplicemente una reazione infiammatoria gengivale determinata da alcune cause (come ad esempio la placca batterica): non possiamo dire molto, a distanza.
Giuseppe Antonio Privitera
[#2]
Utente
Gentile dottor Privitera,
la ringrazio dei chiarimenti , mi sottoporrò quanto prima a un controllo per accertarmi della situazione . In ogni caso, ricordo che durante l'ultima visita il dente era vitale. È presumibile pensare, in via ipotetica, a un processo necrotico senza sintomi evidenti, nel frangente di tempo trascorso?
la ringrazio dei chiarimenti , mi sottoporrò quanto prima a un controllo per accertarmi della situazione . In ogni caso, ricordo che durante l'ultima visita il dente era vitale. È presumibile pensare, in via ipotetica, a un processo necrotico senza sintomi evidenti, nel frangente di tempo trascorso?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.2k visite dal 18/05/2022.
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