Estrazione dente devitalizzato per granuloma, si poteva evitare?
Salve,
Ho 37 anni e circa 6-7 anni fa feci una rx panoramica per curare alcuni denti e mi fu detto, a titolo di informazione, che avevo un'infezione sotto un molare che era stato in precedenza mal devitalizzato con capsula da un altro dentista.
I motivi per cui mi recai dal nuovo dentista erano tutt'altri e le terapie intraprese furono fatte per le ragioni per cui mi ero recato.
Non mi fu detto nulla in merito all'infezione e soprattutto nulla in fatto di intervento.
Io non sapevo nemmeno cosa fosse realmente.
Fu una cosa detta in un passaggio discorsivo, mentre veniva spiegata la rx.
L'anno scorso sono dovuto tornare dal dent.
per fare una una brutta carie ad un premolare.
E dalla rx si è valutato di devitalizzarlo.
Dopo circa una sett.
dalla devitalizzazione del premolare, perdo la capsula del vecchio molare devitalizzato e mi reco dal dent.
per chiedere se è possibile farne una nuova poiché il dente devitalizzato non aveva alcun perno.
Valutando la rx mi viene detto che non è possibile, in quanto l'infezione, di cui mi si parlò tempo addietro, si è ingrandita e il dente è destinato ad essere perso.
Non c'è scelta: estrazione!
Decido di attendere un po' prima di procedere poichè preferisco salvare il dente.
Fare un impianto a questa età significherebbe rinunciare ad un dente naturale tra i prossimi 10-12 anni (durata massima di un impianto).
Prima che arrivo a una decisione arriva il primo lockdown che, per forza di cose, rinvia la seduta dal dentista per l'anno successivo (questo settembre).
Mi viene fatta, dunque, un'altra rx e mi viene detto che l'infezione è aumentata ancora, quindi la diagnosi rimane la stessa: estrazione e impianto.
Mentre decido cosa fare, faccio alcune ricerche e vengo a conoscenza che si tratta di granuloma, cosa che non mi era stata detta e che trovo conferma in una tel.
con il dentista.
Leggendo la pericolosità vengo a conoscenza anche dei possibili metodi di cura come: una nuova cura canalare o l'apicectomia.
Mai proposte.
Mi viene detto che non bisogna aspettare molto e il dente va estratto.
Così, avendo letto diverse cose e diversi pareri discordanti, comincio ad andare in confusione.
Non mi sono recato da altro dent.
per avere altro parere perchè avrei dovuto fare nuovamente altra rx a distanza di giorni (visto che le rx fatte dal mio dentista non vengono date ai pazienti), ed inoltre perchè ho già fatto altre rx cervicali nello stesso mese, e data l'imminenza non avrei potuto aspettare altri mesi ancora.
Decido, quindi, di optare a malincuore per l'estrazione e impianto.
Ora, fatta l'estrazione, mi chiedo se era possibile salvare il dente, se si poteva evitare tutto questo se si fosse intervenuti 7-8- anni prima, quando fu vista la prima rx.
Ora sono in uno stato di depressione poichè non avere più un dente naturale e sostituirlo con un impianto a questa età lo considero una sconfitta e soprattutto temo che io abbia fatto un errore di valutazione.
Qual è il punto di vista di altri esperti?
Ho 37 anni e circa 6-7 anni fa feci una rx panoramica per curare alcuni denti e mi fu detto, a titolo di informazione, che avevo un'infezione sotto un molare che era stato in precedenza mal devitalizzato con capsula da un altro dentista.
I motivi per cui mi recai dal nuovo dentista erano tutt'altri e le terapie intraprese furono fatte per le ragioni per cui mi ero recato.
Non mi fu detto nulla in merito all'infezione e soprattutto nulla in fatto di intervento.
Io non sapevo nemmeno cosa fosse realmente.
Fu una cosa detta in un passaggio discorsivo, mentre veniva spiegata la rx.
L'anno scorso sono dovuto tornare dal dent.
per fare una una brutta carie ad un premolare.
E dalla rx si è valutato di devitalizzarlo.
Dopo circa una sett.
dalla devitalizzazione del premolare, perdo la capsula del vecchio molare devitalizzato e mi reco dal dent.
per chiedere se è possibile farne una nuova poiché il dente devitalizzato non aveva alcun perno.
Valutando la rx mi viene detto che non è possibile, in quanto l'infezione, di cui mi si parlò tempo addietro, si è ingrandita e il dente è destinato ad essere perso.
Non c'è scelta: estrazione!
Decido di attendere un po' prima di procedere poichè preferisco salvare il dente.
Fare un impianto a questa età significherebbe rinunciare ad un dente naturale tra i prossimi 10-12 anni (durata massima di un impianto).
Prima che arrivo a una decisione arriva il primo lockdown che, per forza di cose, rinvia la seduta dal dentista per l'anno successivo (questo settembre).
Mi viene fatta, dunque, un'altra rx e mi viene detto che l'infezione è aumentata ancora, quindi la diagnosi rimane la stessa: estrazione e impianto.
Mentre decido cosa fare, faccio alcune ricerche e vengo a conoscenza che si tratta di granuloma, cosa che non mi era stata detta e che trovo conferma in una tel.
con il dentista.
Leggendo la pericolosità vengo a conoscenza anche dei possibili metodi di cura come: una nuova cura canalare o l'apicectomia.
Mai proposte.
Mi viene detto che non bisogna aspettare molto e il dente va estratto.
Così, avendo letto diverse cose e diversi pareri discordanti, comincio ad andare in confusione.
Non mi sono recato da altro dent.
per avere altro parere perchè avrei dovuto fare nuovamente altra rx a distanza di giorni (visto che le rx fatte dal mio dentista non vengono date ai pazienti), ed inoltre perchè ho già fatto altre rx cervicali nello stesso mese, e data l'imminenza non avrei potuto aspettare altri mesi ancora.
Decido, quindi, di optare a malincuore per l'estrazione e impianto.
Ora, fatta l'estrazione, mi chiedo se era possibile salvare il dente, se si poteva evitare tutto questo se si fosse intervenuti 7-8- anni prima, quando fu vista la prima rx.
Ora sono in uno stato di depressione poichè non avere più un dente naturale e sostituirlo con un impianto a questa età lo considero una sconfitta e soprattutto temo che io abbia fatto un errore di valutazione.
Qual è il punto di vista di altri esperti?
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Gentilissimo utente, quanti dubbi, quanta indecisione, quanti professionisti! Di si cosa si poteva fare è inutile parlare adesso, cosa va fatto adesso è chiaro: deve stare alle indicazioni di un solo odontoiatra di fiducia che si assume tutte le responsabilità, evitando di ricercare in Internet che trova tutto e il contrario di tutto, senza alcun responsabile.
https://www.dentisti-italia.it/dentista-lombardia/dentista-bergamo/239_diego-ruffoni.html
[#2]
Utente
Senza alcun dubbio.
Preciso che l'odontoiatra a cui mi affido è soltanto uno. Nel racconto è stato menzionato un vecchio dentista per specificare che avevo un "lavoro" di devitalizzazione fatto da altro professionista negli anni precedenti (12 anni circa).
Beh, spesso leggo proprio qui, che molti dentisti sono dell'idea che "i denti non si estraggono ma si curano".
I dubbi credo siano leciti, specie per me, paziente, che con un intervento conservativo a suo tempo avrei potuto salvare un dente se solo mi fosse stato detto quale fosse l'entità del problema e in che modo si poteva intervenire.
E' naturale avere dubbi nel momento in cui alcune variabili vengono a mancare e si ragiona con il senno di poi.
Poi è anche vero, come dice lei, che su internet si trova tutto e il contrario di tutto. Ma tant'è.
Credo sia giusto avere anche un punto di vista diverso da chi è dal lato professionale, perchè in quanto paziente i problemi poi restano ai pazienti.
Preciso che l'odontoiatra a cui mi affido è soltanto uno. Nel racconto è stato menzionato un vecchio dentista per specificare che avevo un "lavoro" di devitalizzazione fatto da altro professionista negli anni precedenti (12 anni circa).
Beh, spesso leggo proprio qui, che molti dentisti sono dell'idea che "i denti non si estraggono ma si curano".
I dubbi credo siano leciti, specie per me, paziente, che con un intervento conservativo a suo tempo avrei potuto salvare un dente se solo mi fosse stato detto quale fosse l'entità del problema e in che modo si poteva intervenire.
E' naturale avere dubbi nel momento in cui alcune variabili vengono a mancare e si ragiona con il senno di poi.
Poi è anche vero, come dice lei, che su internet si trova tutto e il contrario di tutto. Ma tant'è.
Credo sia giusto avere anche un punto di vista diverso da chi è dal lato professionale, perchè in quanto paziente i problemi poi restano ai pazienti.
[#3]
Direi che tutti i dentisti tendono a conservare i denti e lasciano come ultima scelta l'avulsione e così è stato anche il suo odontoiatra che ha visto nel suo dente un malato terminale. Chieda a lui se fosse stato curabile, quando era stato descritto alla RX, lui è l'unico che le può dare la risposta e non di certo noi che non sappiamo nulla di questo dente.
[#4]
Utente
Ne sono sicuro, il suo è un ottimo punto di vista.
L'accento del mio quesito era posto su altro.
Se lei vede un granuloma apicale molto piccolo alla punta di un dente lascia correre o informa il paziente circa la terapia da effettuare? Interviene oppure informa al paziente che si tratta solo di un infezione senza aggiungere altro e tralasciando?
Premetto che io non sapevo nemmeno cosa fosse e di cosa si trattasse se non dopo 7 anni di distanza. Non ho mai sentito dolore, nè ho avuto pus o sintomi.
Credo che la comunicazione chiara tra medico e paziente sia un requisito da tenere sempre presente al di la della qualità del professionista che nessuno mette in dubbio.
Ma per il paziente la comunicazione deve essere un severo criterio di valutazione da tener presente.
Chiedevo pareri in merito alla dinamica e quale modo sarebbe stato opportuno perseguire. Con un parere in più da parte di un medico si può trarre beneficio per le future esperienze. Ma forse nel racconto non si evince la mia chiarezza del consulto richiesto.
A questo punto pare che l'unica via sia dare sempre fiducia ad ogni professionista, ma è davvero una soluzione?
L'accento del mio quesito era posto su altro.
Se lei vede un granuloma apicale molto piccolo alla punta di un dente lascia correre o informa il paziente circa la terapia da effettuare? Interviene oppure informa al paziente che si tratta solo di un infezione senza aggiungere altro e tralasciando?
Premetto che io non sapevo nemmeno cosa fosse e di cosa si trattasse se non dopo 7 anni di distanza. Non ho mai sentito dolore, nè ho avuto pus o sintomi.
Credo che la comunicazione chiara tra medico e paziente sia un requisito da tenere sempre presente al di la della qualità del professionista che nessuno mette in dubbio.
Ma per il paziente la comunicazione deve essere un severo criterio di valutazione da tener presente.
Chiedevo pareri in merito alla dinamica e quale modo sarebbe stato opportuno perseguire. Con un parere in più da parte di un medico si può trarre beneficio per le future esperienze. Ma forse nel racconto non si evince la mia chiarezza del consulto richiesto.
A questo punto pare che l'unica via sia dare sempre fiducia ad ogni professionista, ma è davvero una soluzione?
[#5]
Certamente informare il paziente è basilare, lo prevede anche la nostra legislazione. Potrebbe darsi che nella descrizione della RX sia stato detto, qui c'è un piccolo granuloma che andrà tenuto sotto controllo, lei non fa la vista ogni 6 mesi e perde il dente, oppure non ha detto nulla di questo. I molti casi dove queste lesioni sono silenti, non si è propensi a fare delle cure, perché non abbiamo la certezza di salvare il dente, per cui per evitare che il paziente dica: non avevo nulla stavo benissimo, lei ha voluto curarlo e adesso ho perso il dente. Purtroppo non tutti i pazienti comprendono e capiscono le cure, per cui alcuni miei colleghi si trovano ad omettere qualcosa.
[#6]
Utente
Mi fa specie leggere questo suo commento, sono sincero.
Se il medico spiega al paziente come stanno le cose e argomenta con dovuto rigore che pur curandolo si può rischiare ugualmente di perderlo e lo mette davanti ad una scelta responsabile, dubito che il paziente, avendo coscienza dell'insuccesso della terapia, possa attribuire al dentista il demerito.
Penso che il medico, in generale, debba sempre agire con coscienza. Se fossi medico penserei "io te lo dico per una questione deontologica, poi scegli te!".
Parliamo di salute non di merce da vendere per cui qualche cosa può anche essere omessa.
Come forse dice lei, alcuni suoi colleghi preferiscono così.
Se mi fosse stato detto "venga a controllo perchè dobbiamo monitorarlo" crede che non sarei andato?
Fino a che punto è il paziente a compromettere la sua salute con la trascuratezza?
Se il medico spiega al paziente come stanno le cose e argomenta con dovuto rigore che pur curandolo si può rischiare ugualmente di perderlo e lo mette davanti ad una scelta responsabile, dubito che il paziente, avendo coscienza dell'insuccesso della terapia, possa attribuire al dentista il demerito.
Penso che il medico, in generale, debba sempre agire con coscienza. Se fossi medico penserei "io te lo dico per una questione deontologica, poi scegli te!".
Parliamo di salute non di merce da vendere per cui qualche cosa può anche essere omessa.
Come forse dice lei, alcuni suoi colleghi preferiscono così.
Se mi fosse stato detto "venga a controllo perchè dobbiamo monitorarlo" crede che non sarei andato?
Fino a che punto è il paziente a compromettere la sua salute con la trascuratezza?
[#7]
Gentile utente
Premetto che il paziente in fatto di diagnosi non ha mai colpe poiché si affida al suo medico dandogli fiducia, infatti il rapporto medico paziente si basa appunto sulla fiducia. E assolutamente imprescindibile che il medico spieghi il paziente informandolo di qualunque tipo di terapia egli intende eseguire valutando attentamente i pro e i contro di ogni intervento scelto consigliando sempre per il meglio il suo paziente. Al paziente tocca la decisione di autorizzarlo o meno alle cure proposte.
Detto questo un granuloma e espressione di un segno ( evidenziato per lo più radiograficamente) di in infiammazione che persiste nel tempo ( cronica) il quale è accompagnato da un flebile o addirittura assente sintomo dolorifico.
Di norma si deve intervenire con un trattamento endodontico ( devitalizzazione per intenderci) poiché il granuloma origina dalla morte del dente ( necrosi), e quindi deve essere ripulito e sigillato nel suo sistema radicolare, evitando che questo negli anni possa provocare maggiori danno locali fini a giungere alla formazione di un eventuale cisti.
Fatto questo ora bisogna comprendere se la parte di dente a noi visibile ( quella fiorì dalla gengiva ossia la corona) possa essere restaurata in modo tale da poter durare nel tempo, valutando quanto dente sano abbiamo a disposizione rispetto il materiale da ricostruzione da utilizzare e dunque se vi sia la necessità di dover protesizzare il dente ( mettere la famosa capsula per intenderci).
Lei chiede se sette anni fa il suo dente poteva essere salvato, ma come Le ho spiegato e molto complessa la diagnosi dentale , cio che comunque deve essere compiuto e sicuramente l informazione che deve essere compresa dal paziente è firmata.
In ultimo non si preoccupi per L impianto poiché oggi il successo è la sua durata ( se applicato correttamente) si attesta a cifre molto prossime al 100% e lo utilizzerà come se fosse il suo dente naturale.
Cordialmente
Premetto che il paziente in fatto di diagnosi non ha mai colpe poiché si affida al suo medico dandogli fiducia, infatti il rapporto medico paziente si basa appunto sulla fiducia. E assolutamente imprescindibile che il medico spieghi il paziente informandolo di qualunque tipo di terapia egli intende eseguire valutando attentamente i pro e i contro di ogni intervento scelto consigliando sempre per il meglio il suo paziente. Al paziente tocca la decisione di autorizzarlo o meno alle cure proposte.
Detto questo un granuloma e espressione di un segno ( evidenziato per lo più radiograficamente) di in infiammazione che persiste nel tempo ( cronica) il quale è accompagnato da un flebile o addirittura assente sintomo dolorifico.
Di norma si deve intervenire con un trattamento endodontico ( devitalizzazione per intenderci) poiché il granuloma origina dalla morte del dente ( necrosi), e quindi deve essere ripulito e sigillato nel suo sistema radicolare, evitando che questo negli anni possa provocare maggiori danno locali fini a giungere alla formazione di un eventuale cisti.
Fatto questo ora bisogna comprendere se la parte di dente a noi visibile ( quella fiorì dalla gengiva ossia la corona) possa essere restaurata in modo tale da poter durare nel tempo, valutando quanto dente sano abbiamo a disposizione rispetto il materiale da ricostruzione da utilizzare e dunque se vi sia la necessità di dover protesizzare il dente ( mettere la famosa capsula per intenderci).
Lei chiede se sette anni fa il suo dente poteva essere salvato, ma come Le ho spiegato e molto complessa la diagnosi dentale , cio che comunque deve essere compiuto e sicuramente l informazione che deve essere compresa dal paziente è firmata.
In ultimo non si preoccupi per L impianto poiché oggi il successo è la sua durata ( se applicato correttamente) si attesta a cifre molto prossime al 100% e lo utilizzerà come se fosse il suo dente naturale.
Cordialmente
Dr. Mirco Di Biase
Medico Odontoiatra e protesista dentale, studi Brughrio ( Mb) Gessate (Mi) mirco_db@libero.it
[#8]
Utente
Grazie mille per la risposta, forse sarebbe stata più utile una chiarezza del genere, in questo modo avrei potuto avere più coscienza di ciò a cui stavo andando in contro e dei motivi per cui si è deciso di intraprendere un certo tipo di percorso senza rimanere all'oscuro di tutto, dovendo trovarmi ad affrontare la causa da solo, dal momento che non sapevo nemmeno cosa fosse nello specifico se non mi fossi documentato da me.
Resta, dunque, che la comunicazione è fondamentale.
Ne approfitto per chiedere, giusto per spirito di informazione, se l'impianto può essere messo da altri professionisti una volta effettuata già l'estrazione/rigenerazione.
Resta, dunque, che la comunicazione è fondamentale.
Ne approfitto per chiedere, giusto per spirito di informazione, se l'impianto può essere messo da altri professionisti una volta effettuata già l'estrazione/rigenerazione.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 8.2k visite dal 20/11/2020.
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