Estrazione dei denti del giudizio in ospedale, modalità e anestesia?

Buongiorno.
Sono una ragazza di 28 anni e vi scrivo in cerca di delucidazioni in merito all'estrazione dei denti del giudizio.

Il mio dentista, vista la panoramica mi ha detto che secondo lui era meglio toglierli tutti e 4 insieme in anestesia totale in ospedale. Non ''contenta'' di questa proposta mi sono recata da un secondo dentista che mi ha detto quasi le stesse cose del primo: gli ottavi inferiori sono troppo vicini al nervo e ad un vaso sanguigno importante mentre quelli superiori sono ''solo'' vicini a dei vasi importanti (testuali parole: ''se per caso inizia un emorragia vediamo schizzi di sangue di 3 metri arrivare al soffitto, devo tenerti il dito sulla ferita e chiamare un'ambulanza'').

Io caratterialmente sono abbastanza fredda... però il pensiero di schizzi di sangue da film horror da arterie varie più la proposta di anestesia totale, rimozione di tutti e 4 insieme onestamente è una cosa che mi getta un po' nel panico. Intanto lunedì avrò appuntamento da un altro dentista, sperando che non mi dica le stesse cose...

Quindi in breve, secondo gli specialisti che ho incontrato i denti sono da rimuovere tutti in ospedale per vicinanza a nervi/vasi importanti. Le mie domande sono:
1. Posso decidere quanti e quali togliere? Al momento quelli che mi recano più dolore sono l'ottavo inferiore e superiore a sinistra. Quindi procederei estraendo questi due, e poi magari a distanza di un mese procederei con l'estrazione degli altri due (gli specialisti invece mi hanno detto che tendenzialmente nel mio caso si opterebbe prima a rimuovere gli inferiori e poi i superiori).
2. Tasto dolente: l'anestesia. Io assolutamente vorrei evitare quella totale. Però mi rendo conto che il medico lavorerebbe meglio se io fossi fuori gioco. Una sedazione profonda e quindi in respiro autonomo potrebbe andare bene? Di solito in casi come il mio per cosa si opta?

3. Il paziente, quanto potere decisionale ha? Se un medico dovesse dirmi ''devi togliere questi/devi fare questo tipo di anestesia... '' io quanta voce in capitolo ho? E' vero per l'amor del cielo che devo toglierli ma non ho in mente di andare al macello... anche perchè mi preoccupa abbastanza il post.


Ultima domanda... le tempistiche. Mi rendo conto che negli ospedali i tempi di attesa potrebbero essere diversi da quelli di uno studio privato. Però specialmente quelli a sinistra mi sembrano una bomba ad orologeria, non so per quanto ancora potrò resistere. C'è una qualche tipo di urgenza che posso mettere sull'impegnativa? Cosa succederebbe se mi presentassi al pronto soccorso dicendo che non ce la faccio più e nessun studio dentistico me li toglie?

Scusate la lunghezza ma ho tante domande e poche risposte... ed essendo caratterialmente una che tende ad avere il controllo su tutto... ovviamente mi rendo conto che in situazioni come queste non ho in controllo proprio su niente, anzi devo affidarmi totalmente a degli estranei e per me è difficile... grazie!
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Dr. Diego Ruffoni Dentista 11.3k 395
Gentilissima utente, dobbiamo mettere sul piatto della bilancia i rischi e i benefici in ambiente privato rispetto l'ambiente ospedaliero, poi valutiamo anche il tipo di anestesia.
La vicinanza al nervo e alle arterie è uguale in entrambi gli ambienti, per cui il rischio di parestesia e di possibile emorragia l'abbiamo in entrambi i casi, forse l'emorragico se veramente imponente potrebbe essere trattato con la trasfusione nell'ambiente ospedaliero, cosa molto improbabile se non impossibile in un reparto di stomatologia. Il rischio di ritrovarsi a condurre l'intervento, un tirocinante o uno studente o una figura alle prime armi è possibile nella struttura ospedaliera, mentre nel privato sceglie lei l'operatore e può anche controllare il suo curriculum ed eventuali pubblicazioni. L'anestesia totale potrebbe aumentare i rischi di parestesia, perché lei non può fermare l'operatore in caso di dolore, l'anestesia locale è sufficiente per questi interventi ed è di più semplice gestione e da minori complicanze. Non spetta a lei la scelta del tipo di anestesia e quanti denti devono essere tolti per seduta, ma nel privato è possibile ad arrivare a dei buoni accordi. Ricerchi tra gli odontoiatri quelli che possiedono la specialità in chirurgia orale, poi controlli le loro pubblicazioni e si affidi alle buone mani di chi le da più fiducia.

https://www.dentisti-italia.it/dentista-lombardia/dentista-bergamo/239_diego-ruffoni.html

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Utente
Utente
Gentile Dott, Ruffoni,
Grazie per la sua risposta. Io per motivi puramente di ''tempistica'' e di scelta mia personale del medico, naturalmente, avrei voluto optare per uno studio privato. Il problema è stato appunto che i due medici privati da me contattati mi hanno risposto che il mio caso andava trattato in ospedale.
Quindi, se non ho capito male, e in caso la prego di corregermi, la loro scelta di indirizzarmi verso un ospedale sarebbe strettamente legata a una maggior sicurezza nell'evenienza (che il cielo non voglia) di un'emorragia, esatto? Ci sono altri motivi a parte questo per cui uno specialista preferirebbe l'ambiente ospedaliero a quello di uno studio privato?

Ho appuntamento con un altro medico privato lunedì. Speriamo bene! Nel caso sventurato in cui tutti i privati mi dicessero di rivolgermi in ospedale, questo mi precluderebbe la possibilità di scegliere il medico, esatto?

Per la questione dell'anestesia mi ha un po' sollevata, io spero tantissimo che mi propongano solo quella locale.

La ringrazio ancora per la sua disponibilità e cortesia.
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Dr. Diego Ruffoni Dentista 11.3k 395
Forse in ospedale in poche ore possono organizzare una trasfusione, anche se dallo studio dentistico può raggiungere l'ospedale per un eventuale trasfusione in poche ore. Nella mia carriera anche ospedaliera, non ho mai visto un emorragia post-operatoria che necessitava di trasfusione. Questi interventi sono molto costosi in termini monetari per noi odontoiatri privati e presentano rischi importanti, alla fine vengono retribuiti minimamente, spesso sono venduti sottocosto, per cui si ha meno preoccupazioni e costi ad inviare il paziente alla struttura ospedaliera.