Rimozione di cisti infiammatoria 6 mesi fa è risultata in un ascesso che non passa
A giugno, quindi circa 6 mesi fa, sono stato sottoposto a un intervento di chirurgia maxillo-facciale per il setto nasale deviato, per togliere i denti del giudizio e per rimuovere una cisti infiammatoria che si trovava sopra l'incisivo laterale di destra. Negli anni passati, più o meno nello stesso punto dove è stata rimossa la cisti (poco sotto), si erano verificati degli ascessi ed era presente un granuloma. Questo ha portato a devitalizzare l'incisivo laterale di destra qualche settimana prima dell'operazione (anche l'incisivo accanto è devitalizzato e ritrattato).
All'inizio di dicembre (quindi 5 mesi dopo l'operazione) il sito dove era stata rimossa la cisti (al limite superiore della gengiva, praticamente all'attacco con il labbro) era ancora infiammato e spurgava del pus. Si vedeva una piccola fistola che spurgava liquido biancastro seguito a sangue se spremevo il labbro. Inoltre l'osso non si era riformato del tutto.
Mi sono stati prescritti antibiotici che non hanno funzionato: Augmentin per due settimane, Veclam per quattro giorni (mi dava effetti collaterali) e infine punture da 1g di Rocefin per 6 giorni. Quindi circa 24 giorni di antibiotici, che mi hanno dato alcuni effetti collaterali gastrointestinali che sono rimasti anche dopo averli tolti. Dopo di ciò ancora usciva pus e il sito era ancora infiammato. Decisione del chirurgo: aprire il canale dell'incisivo laterale sotto l'ascesso e disinfettarlo. Questo è stato fatto circa tre settimane fa e ha fermato la fuoriuscita di pus per qualche giorno. Pochi giorni fa però il pus ha ricominciato a uscire e l'area è ancora abbastanza infiammata. Se premo con il dito sopra il labbro sento ancora un leggero fastidio.
Dopo aver disinfettato il canale dell'incisivo laterale mi è stato detto questo: "Fra un mese facciamo una lastra e controlliamo se il problema sta regredendo. Se non sta regredendo apriamo anche l'incisivo accanto perché la causa del problema potrebbe anche essere quel dente."
Io però non ho assolutamente fiducia sul fatto che intervenendo sull'altro dente il problema possa essere risolto, o che risulterà in regressione. E anche se risultasse in regressione, ho ancora uno spurgo di pus e so che tenersi un ascesso in bocca per così tanti mesi non è ideale e può avere conseguenze importanti. Esistono altri modi efficaci di intervenire in caso riaprire l'altro incisivo non porti benefici? Cosa dovrei fare? Considerando che il sito che spurga è proprio all'attacco del labbro non si dovrebbe intervenire lì invece che sul dente?
All'inizio di dicembre (quindi 5 mesi dopo l'operazione) il sito dove era stata rimossa la cisti (al limite superiore della gengiva, praticamente all'attacco con il labbro) era ancora infiammato e spurgava del pus. Si vedeva una piccola fistola che spurgava liquido biancastro seguito a sangue se spremevo il labbro. Inoltre l'osso non si era riformato del tutto.
Mi sono stati prescritti antibiotici che non hanno funzionato: Augmentin per due settimane, Veclam per quattro giorni (mi dava effetti collaterali) e infine punture da 1g di Rocefin per 6 giorni. Quindi circa 24 giorni di antibiotici, che mi hanno dato alcuni effetti collaterali gastrointestinali che sono rimasti anche dopo averli tolti. Dopo di ciò ancora usciva pus e il sito era ancora infiammato. Decisione del chirurgo: aprire il canale dell'incisivo laterale sotto l'ascesso e disinfettarlo. Questo è stato fatto circa tre settimane fa e ha fermato la fuoriuscita di pus per qualche giorno. Pochi giorni fa però il pus ha ricominciato a uscire e l'area è ancora abbastanza infiammata. Se premo con il dito sopra il labbro sento ancora un leggero fastidio.
Dopo aver disinfettato il canale dell'incisivo laterale mi è stato detto questo: "Fra un mese facciamo una lastra e controlliamo se il problema sta regredendo. Se non sta regredendo apriamo anche l'incisivo accanto perché la causa del problema potrebbe anche essere quel dente."
Io però non ho assolutamente fiducia sul fatto che intervenendo sull'altro dente il problema possa essere risolto, o che risulterà in regressione. E anche se risultasse in regressione, ho ancora uno spurgo di pus e so che tenersi un ascesso in bocca per così tanti mesi non è ideale e può avere conseguenze importanti. Esistono altri modi efficaci di intervenire in caso riaprire l'altro incisivo non porti benefici? Cosa dovrei fare? Considerando che il sito che spurga è proprio all'attacco del labbro non si dovrebbe intervenire lì invece che sul dente?
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Gentilissimo utente, l'esame istologico della lesione conferma la diagnosi di cisti? Che tipo di cisti? La fistolografia è stata eseguita? Queste sono le basi di partenza per programmare le corrette cure.
https://www.dentisti-italia.it/dentista-lombardia/dentista-bergamo/239_diego-ruffoni.html
[#2]
Utente
Ecco la comunicazione dell'esame fatto a giugno.
Materiale in esame: neoformazione del mascellare: prelievi multipli.
Esame macroscopico:
Materiale in esame costituito da n 7 prelievi non orientabili (diam. cm 0.7, 0.6, 0.6, 0.5, 0.5, 0.5, 0.4) di neoformazione mascellare.
Diagnosi istopatologica:
I prelievi inviati sono costituiti nella loro totalità da lembi di tessuto connettivale ialino interessati estesamente da intensa infiltrazione linfoplasmacellulare e granulocitaria, e da iperemia teleangectasica,
Non presenza di strutture epiteliali né dentigere.
Non segni di specificità in atto.
Le caratteristiche sopradescritte depongono per un decorso flogistico a prevalente impronta cronica aspecifica.
Materiale in esame: neoformazione del mascellare: prelievi multipli.
Esame macroscopico:
Materiale in esame costituito da n 7 prelievi non orientabili (diam. cm 0.7, 0.6, 0.6, 0.5, 0.5, 0.5, 0.4) di neoformazione mascellare.
Diagnosi istopatologica:
I prelievi inviati sono costituiti nella loro totalità da lembi di tessuto connettivale ialino interessati estesamente da intensa infiltrazione linfoplasmacellulare e granulocitaria, e da iperemia teleangectasica,
Non presenza di strutture epiteliali né dentigere.
Non segni di specificità in atto.
Le caratteristiche sopradescritte depongono per un decorso flogistico a prevalente impronta cronica aspecifica.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.5k visite dal 27/01/2019.
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