Complicanza Estrazione 36
Salve,
Nel marzo 2017 lo studio dentistico di cui ero paziente ha preparato per me un piano di cura che prevedeva l'estrazione del 36 a causa della presenza di una grossa infezione.
L'estrazione è stata effettuata da una dottoressa che non avevo mai visto prima la quale ha iniziato a studiare la radiografia in mia presenza.
In seguito mi ha praticato l'anestesia, ma continuavo ad avvertire dolore, così l'assistente si è resa conto dello sbaglio della dottoressa che mi aveva praticato un'anestesia più leggera, senza adrenalina.
L'estrazione è durata più di un'ora, il dente è stato estratto a pezzi.
Ho sentito fin da subito un gonfiore enorme ma mi è stato detto che era dovuto alle condizioni del dente e che sarebbe stata una guarigione lenta.
Ai controlli successivi ho sempre fatto presente a tutti i medici e assistenti dello studio la presenza di un'anomalia nella zona intorno all'estrazione del dente, gonfiore, perdita di sensibilità e indolenzimento intorno al dente e nella parete interna della guancia in corrispondenza del 36.
La dottoressa molto tempo dopo mi ha fatto una radiografia endorale per verificare di aver estratto tutto il dente, la radiografia è andata bene però purtroppo il problema è rimasto. E' stato il solo accertamento eseguito.
Io ho continuato le terapie conservative presso quello studio con un altro odontoiatra e mi sono trovata bene, quello che però ho sperimentato in relazione all'estrazione è stata una situazione surreale in cui mi sono trovata a dover ripetere il problema che ho avuto in seguito all'estrazione a chiunque senza incontrare una reazione secondo me normale. Mi spiego meglio. Ogni volta ho dovuto ripetere tutto fin dall'inizio. Non ho mai visto nessuno annotarlo in cartella clinica oppure leggerlo dalla cartella clinica e chiedermi come stavo. Ogni volta che l'ho ripetuto sembrava essere registrato da chi mi ascoltava come la prima volta. Era stato programmato un impianto sul 36 che però non ho effettuato perché sono preoccupata da quello che ho e dalla reazione coesa di negazione dello studio. A volte mi hanno detto che quando me la sentirò potremo continuare le terapie implantologiche, come se la mia scelta dipendesse da un "sentire" emotivo e non da una situazione di fatto non risolta che dovrebbe essere indagata, da loro, nel modo corretto. Io ho sempre risposto che non sono io a dovermelo sentire ma sono loro a dirmi se posso subire l'intervento o no. Di recente mi è stato detto dalla dottoressa che potrei fare una tac, tac che devo pagarmi (nonostante lo studio abbia la strumentazione) perché, e questa è un'affermazione recente, probabilmente quello che ho dipende da un'infezione del 37, stuzzicato dall'estrazione del 36, di un anno fa e non un danno creatomi da lei. Non so come muovermi, mi sento abbandonata come persona e paziente.
Potete aiutarmi? Cosa può essere successo?
Nel marzo 2017 lo studio dentistico di cui ero paziente ha preparato per me un piano di cura che prevedeva l'estrazione del 36 a causa della presenza di una grossa infezione.
L'estrazione è stata effettuata da una dottoressa che non avevo mai visto prima la quale ha iniziato a studiare la radiografia in mia presenza.
In seguito mi ha praticato l'anestesia, ma continuavo ad avvertire dolore, così l'assistente si è resa conto dello sbaglio della dottoressa che mi aveva praticato un'anestesia più leggera, senza adrenalina.
L'estrazione è durata più di un'ora, il dente è stato estratto a pezzi.
Ho sentito fin da subito un gonfiore enorme ma mi è stato detto che era dovuto alle condizioni del dente e che sarebbe stata una guarigione lenta.
Ai controlli successivi ho sempre fatto presente a tutti i medici e assistenti dello studio la presenza di un'anomalia nella zona intorno all'estrazione del dente, gonfiore, perdita di sensibilità e indolenzimento intorno al dente e nella parete interna della guancia in corrispondenza del 36.
La dottoressa molto tempo dopo mi ha fatto una radiografia endorale per verificare di aver estratto tutto il dente, la radiografia è andata bene però purtroppo il problema è rimasto. E' stato il solo accertamento eseguito.
Io ho continuato le terapie conservative presso quello studio con un altro odontoiatra e mi sono trovata bene, quello che però ho sperimentato in relazione all'estrazione è stata una situazione surreale in cui mi sono trovata a dover ripetere il problema che ho avuto in seguito all'estrazione a chiunque senza incontrare una reazione secondo me normale. Mi spiego meglio. Ogni volta ho dovuto ripetere tutto fin dall'inizio. Non ho mai visto nessuno annotarlo in cartella clinica oppure leggerlo dalla cartella clinica e chiedermi come stavo. Ogni volta che l'ho ripetuto sembrava essere registrato da chi mi ascoltava come la prima volta. Era stato programmato un impianto sul 36 che però non ho effettuato perché sono preoccupata da quello che ho e dalla reazione coesa di negazione dello studio. A volte mi hanno detto che quando me la sentirò potremo continuare le terapie implantologiche, come se la mia scelta dipendesse da un "sentire" emotivo e non da una situazione di fatto non risolta che dovrebbe essere indagata, da loro, nel modo corretto. Io ho sempre risposto che non sono io a dovermelo sentire ma sono loro a dirmi se posso subire l'intervento o no. Di recente mi è stato detto dalla dottoressa che potrei fare una tac, tac che devo pagarmi (nonostante lo studio abbia la strumentazione) perché, e questa è un'affermazione recente, probabilmente quello che ho dipende da un'infezione del 37, stuzzicato dall'estrazione del 36, di un anno fa e non un danno creatomi da lei. Non so come muovermi, mi sento abbandonata come persona e paziente.
Potete aiutarmi? Cosa può essere successo?
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Gentilissima utente, comprendo il suo stato d'animo, essere abbonati in medicina e tra i mali peggiori. Chiaramente gli ambienti con più operatori portano al discorso della sua domanda; nel monoprofessionale forse non avranno la TAC, ma lei è considerata La paziente con la L maiuscola, dove una spiegazione non sarebbe mai mancata. Con molta probabilità non c'è nulla di grave e prossimamente arriverà alla guarigione e potrà prendere la decisione di farsi curare da un Odontoiatra con la O maiuscola.
https://www.dentisti-italia.it/dentista-lombardia/dentista-bergamo/239_diego-ruffoni.html
[#2]
Utente
Gentile Dr Diego,
la ringrazio della sua risposta. E' molto probabile che io non abbia niente di grave, in quanto si tratta di un'estrazione e non di un intervento al cuore, però mi soffermo nel spiegarle meglio che cosa ho ormai da un anno esatto: indolenzimento, intorpidimento e ispessimento della guancia interna e della gengiva in prossimità del 36. Disagio sempre presente h 24. Nessuna diagnosi, nessuna terapia. Vedo molto difficile una guarigione spontanea dopo un anno. E' una cosa che mi sta stressando, mi sta costando, nonostante il danno non l'abbia creato io ma l'abbia solo subito ed è un costo che io devo sottrarre alle terapie che avevo tutta intenzione di proseguire perché ho un piano di cura molto elaborato. Quello che chiedo è almeno un suggerimento in relazione al tipo di esame da fare. La tac mi può essere utile? Ci sono altri esami più utili che non mi sono stati consigliati? Che cosa può essere successo? Credo che la casistica sia limitata, ma io non conosco l'anatomia in relazione a nervi e muscoli presenti in quell'area e non ho idea. La sensazione che ho è di essere stata "sbranata" e ricucita male ma non sono sicura di questo. Potete consigliarmi per favore in modo fattivo e pertinente degli step necessari? Non ne posso veramente più. Grazie di nuovo!
la ringrazio della sua risposta. E' molto probabile che io non abbia niente di grave, in quanto si tratta di un'estrazione e non di un intervento al cuore, però mi soffermo nel spiegarle meglio che cosa ho ormai da un anno esatto: indolenzimento, intorpidimento e ispessimento della guancia interna e della gengiva in prossimità del 36. Disagio sempre presente h 24. Nessuna diagnosi, nessuna terapia. Vedo molto difficile una guarigione spontanea dopo un anno. E' una cosa che mi sta stressando, mi sta costando, nonostante il danno non l'abbia creato io ma l'abbia solo subito ed è un costo che io devo sottrarre alle terapie che avevo tutta intenzione di proseguire perché ho un piano di cura molto elaborato. Quello che chiedo è almeno un suggerimento in relazione al tipo di esame da fare. La tac mi può essere utile? Ci sono altri esami più utili che non mi sono stati consigliati? Che cosa può essere successo? Credo che la casistica sia limitata, ma io non conosco l'anatomia in relazione a nervi e muscoli presenti in quell'area e non ho idea. La sensazione che ho è di essere stata "sbranata" e ricucita male ma non sono sicura di questo. Potete consigliarmi per favore in modo fattivo e pertinente degli step necessari? Non ne posso veramente più. Grazie di nuovo!
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In questo ambiente la fiducia sembra persa, per cui si potrebbe cambiare. Ripetere una RX endorale in ambiente diverso potrebbe portare allanuova diagnosi o confermare l'attuale o programmare delle nuove cure o indicare l'essenzialità della TAC e forse trovare un soli odontoiatra con la O che la voglia veramente curare.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 797 visite dal 15/03/2018.
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