dente superiore da estrarre

Gentilissimi dottori, circa due mesi fa si è staccata la corona di un premolare superiore dx, devitalizzato e incapsulato dieci anni fa. E' rimasta solo la radice che spunta di due o tre millimetri dalla gengiva e tale radice si presenta visivamente completamente nera; non sento comunque dolore nè si vede infezione, tuttavia già da un pò di tempo prima che si staccasse la corona, dalla narice corrispondente al premolare ,soffiandomi il naso, usciva spesso del muco di colore giallo-verdastro e ogni tanto (anche tutt'ora) respirando dalla narice dx avverto un cattivo odore. Mi sono recato da un dentista endodonzista che ha eseguito una rx endorale (non risultano granulomi ). In un primo momento il dentista ha pensato di eseguire un ritrattamento canalare del dente e poi riapplicare una corona con perno, poi però osservando con il microscopio operatorio, ha notato che la radice presenta una frattura e ha consigliato l'estrazione. Mi ha indirizzato ad uno studio di implantologia per un impianto. il secondo dentista dopo aver osservato il dente e anche la lastrina ha detto che c'erano le condizioni per un impianto a "carico immediato". Ora, la cosa che mi ha colpito è stato il fatto che , nonostante avessi riferito il problema del muco verdastro abbondante e del cattivo odore alla narice dx, nessuno dei due dentisti ha dato peso a ciò. Personalmente ho pensato che prima di procedere all'impianto sarebbe stato meglio anche un consulto con un otorino. Dopo una fibroscopia nasale ( presenza di secrezione mucopurulenta a dx) l'otorino mi prescrive unidrox per 10 g più una TAC del massiccio facciale. Avendo io chiesto come mai era necessaria una tac di tutto il massiccio facciale quando il dente da trattare è uno solo, mi si risponde che l'apparecchiatura TAC è predisposta per riprendere TUTTO il massiccio facciale e non è in grado di riprendere un solo dente. Avendo io chiesto se la Cone-Beam andava bene come alternativa (meno radiazioni) mi si risponde che nel mio caso la tac è più indicata perchè con l'estrazione del dente potrebbe verificarsi un buco col seno mascellare e chi opera deve rendersi conto a priori della situazione. Ora la mia domanda è questa : E' proprio necessaria la Tac per un solo dente? . Dopo l'estrazione verrà fatta un'altra tac per verificare la buona riuscita? (quante radiazioni per un solo dente) . Io credo che la tac sia un esame che cmq aiuta chi deve eseguire l'estrazione ma non scongiura in nessun modo totalmente il rischio di fare un danno.
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Dr. Armando Ponzi Dentista, Anatomopatologo, Gnatologo, Medico estetico 2.1k 56
Gentile paziente,
la CBCT, per la mia esperienza è un indagine adeguata per il tipo di problema che espone; inoltre, come lei sottolinea, ha un basso impatto di radiazioni fatto da non sottovaluta.
Il controllo non richiede di base una nuova CBCT potendo una semplice Rx endorale o una opt, dare le informazioni richieste.
Non farei una estrazione ed impianto immediato se il dubbio diagnostico che lei riferisce, non si sia chiarito.
Cordiali saluti

Dr. Armando Ponzi
www.sgfmedical.it

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Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.6k 229
La TAC (che espone ad una dose di radiazioni decisamente più elevata) è più idonea ad analizzare i tessuti molli, mentre la Cone Beam è più idonea ad analizzare i tessuti duri.
All'implantologo serve la Cone Beam, non la TAC, all'otorino bisogrerebbe chiederlo a lui perchè gli serve la TAC:, perchè personalmente non riesco a capirlo.

Alcune Cone Beam sono predisposte a riprendere una parte sola del cavo orale: sono quelle denominate a "FOV ridotto".

Qui una analisi ragionata sulle radiazioni assorbite:
www.studioformentelli.it/pagine/articoli/radiografie-e-radioattivita
legga armato di carta e penna.

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)

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Utente
Utente
Vi ringrazio per avermi risposto. Se posso vorrei fare un'altra domanda. Poiché la mancanza del dente in questione non mi crea alcun fastidio per la masticazione, cosa può succedere se mi tengo la radice senza farla estrarre? Voglio dire, se la cura antibiotica mi risolve il problema del muco purulento ( l'otorino mi disse che l'antibiotico prescritto penetra anche nell'osso ) ; se un efficace trattamento canalare del dente mi sterilizza tutto il suo interno e se alla fine viene tutto chiuso e sigillato con apposito materiale, potrei tenermi la radice?
Eviterei così un intervento chirurgico a tutti gli effetti e con tutti i rischi ad esso collegati ( emorragie, infezioni, creazione di un foro con il seno mascellare, ecc. ) e soprattutto eviterei l'esposizione a grosse dosi di radiazioni ( una ricerca sul sito di radiologia evidenzia che ,in linea di massima, la dose assorbita con una TC cone beam corrisponde a 20-30 OPT tutte in una volta ).
Un'ultima domanda. La RM ha dei limiti nel mio caso, o permette in qualche modo di fare diagnosi?
Grazie. Distinti saluti
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Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.6k 229
Non ha evidentemente letto l'articolo che le ho linkato.
Ci sono Cone Beam e Cone Beam.
Per quelle a FO ridotto parliamo di 2-3 OPT, pari o inferiori comunque a quelle che lei assorbe in un viaggio in aereo Italia - Stati Uniti .
Se parliamo di "grossa dose", cosa doverebbero dire i piloti e le hostess?

La RM non serve a nulla in implantologia.

La radice è fessurata e non può essere sterilizzata e curata, sennò non sarebbe stata da togliere.

"L'intervento chirurgico a tutti gli effetti" è meno traumatico di quello, per esempio, necessario per risolvere un'unghia incarnita.
I rischi ad esso collegati, pur presenti, temo che le siano stati ingigantiti, e non messi comunque a confronto di quelli legati al non far nulla, al tenersi in sede un dente marcio, in pratica.

La cura antibiotica NON RISOLVE la CAUSA della secrezione purulenta, ma solo l'EPISODIO di secrezione purulenta.
Che si ripresenterà presto.

Non sostituire il dente mancante comporta inevitabilmente lo spostamento di tutti gli altri, alterando i punti di contatto e creando ristagni con aumento di gengiiti, tartaro e carie.
Per non parlare della perdita di dimensione verticale e possibile insorgenza di disturbi di origine gnatologica.

L'estrazione del dente è la TERAPIA per la secrezione purulenta di origine dentale, e può essere ininfluente (a giudizio dell'implantologo) sulla successiva fase chirurgica implantare.
Alla secrezione purulenta è stato probabilmente dato il giusto peso, nel suo caso, cioè sostanzialmente ininfluente.

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Utente
Utente
Grazie per la sua risposta chiara ed esaustiva. Vedrò di togliere il dente necrotico al più presto. Ancora una domanda.
Volendo sostituire il dente con un impianto , nel mio caso è meglio quello immediato o quello "differito"?
Meglio un impianto a vite o meglio un impianto a connessione conometrica? Ho letto che la connessione conometrica diminuisce di molto i rischi di perimplantite . E' vero?
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Dr. Armando Ponzi Dentista, Anatomopatologo, Gnatologo, Medico estetico 2.1k 56
Gentile paziente,
fa piacere vedere un paziente così informato e che ha voglia di sapere quale è il trattamento migliore per se stesso.
Le invio un personale caso clinico, molto avanzato, che può darle informazioni aggiuntive a ciò che chiede:

http://forum.dentalxp.com/case/details/in-house-custom-abutment-essential-complement-long-term-success/5697
Cordiali saluti
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Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.6k 229
Le rispondo dicendole quello che faccio io.

Quando è il caso, inserisco l'impianto contestualmente all'estrazione, altre volte differisco l'estrazione tre settimane, altre olte tre mesi o anche più.

Quando posso, effettuo il carico immediato, altre volte protesizzo a 3 mesi, altre volte ancora a 6 mesi, e a volte anche più tardi.

Utilizzo quando posso impianti monopezzo, privi quindi di ogni tipo di connessione, e quando non posso utilizzo impianti bipezzo, con connessione.

Utilizzo impianti di 10 marche commerciali diverse di impianti in titanio (8 sono italiane) con un moltiplicarsi ancora di forme e tipologie a seconda delle varie condizioni cliniche sfruttandone le loro caratteristiche volta per volta, qualche volta in situazioni veramente al limite, anche un altro paio di marche commerciali.
Utilizzo anche, quando è il caso, degli impianti in ceramica.

La periimplantite è una patologia multifatoriale.
La connessione conometrica non ha nessuna rilevanza nella sua genesi o prevenzione, sono ben altri i fattori che la detrerminano.

Ma su questo argomento si scrivonio libri e si tengono congressi, che hanno ben altro spessore di una PUBBLICITA' di una marca commerciale reperita su internet che ha come bersaglio il consumatore finale (il paziente) per spingerlo a scegliere in implantologo che usi i suoi impianti che sono, ovviamente per loro, i migliori.

Scelga l'implantologo, non l'impianto migliore.
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