Impianto caduto


Salve,
Nel 2008 ho subito un estrazione di un canino e di conseguenza ho dovuto mettere un impianto.

Dopo circa 5 anni dall'avvenuto impianto mi ero accorto che sopra l'impianto si era formata sulla gengiva una vescichetta piena di pus.

Il mio dentista si è limitato a dirmi che dovevo avere la massima igiene orale, e dovevo disinfettare il dente attraverso una siringa con del Dentosan, che iniettavo tra dente dell'impianto e gengiva

Da allora tutti i giorni per tre anni, seguendo tali istruzioni, ho cercato di tenere pulito l'impianto.
Tuttavia, il pus ha continuato ad uscire.

Giorno 4 di questo mese il mio impianto si è staccato da solo, trovandomelo letteralmente in bocca.
Ora sono senza dente e il mio medico mi ha messo un dentino di nylon Valplast, nell'attesa che la gengiva si richiuda ed inizi a riformarsi l'osso.

Mi ha detto che, dovrei aspettare due mesi, dopodiché farà una TAC e vedrà come l'osso, ora di spessore insufficiente per inserire un nuovo impianto, nel frattempo si sarà comportato.

Ha detto che con molta probabilità dovrà fare un innesto di osso bovino, per aiutare il mio ad una ricostruzione.

Vorrei sapere un vostro parere in riguardo a tutto ciò che mi è capitato.
Come mi devo comportare e soprattutto se il mio dentista si stia comportando correttamente?

In attesa di una vostra risposta, grazie!

[#1]
Dr. Giovanni Auletta Dentista, Ortodontista 1.5k 38
Gentile utente in linea di massima le indicazioni che Le ha dato il suo dentista corrispondono alle linee guida generalmente seguite,sulla necessità di utilizzare degli innesti, questo sarà chiaro al momento in cui sarà eseguita la Tac.

La risposta ha il solo scopo informativo.

Dr.Giovanni Auletta

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Dr. Mirco Di Biase Dentista, Odontostomatologo 593 17
Gentile utente,
compatibilmente col suo scritto, fin dalle prime avvisaglie ( infiammazione acuta presente a livello dei tessuti perimplantari) è doveroso un accertamento maggiormente accurato del sito lesivo ed un eventuale trattamento volto ad eliminarne la causa che l'ha scatenato attraverso protocolli che mirano alla conservazione e stabilizzazione dell impianto e dei tessuti che lo sostengono.
Ciononostante è probabile si verifichi un fallimento implantare anche se ben controllato e sottoposto a controlli regolari in quanto e un dispositivo la cui struttura è maggiormente sensibile rispetto quella di un dente naturale. Le periimplantiti sono ancora oggi oggetto di numerosi studi e ricerche volti a comprenderne le cause che portano alla perdita degli impianti. Fortunatamente i successi a lungo termine sono maggiormente rappresentati ad esclusione di minimi fallimenti.
Detto ciò qualora dovesse verificarsi la perdita di un impianto, il paziente deve essere già stato notiziato riguardo tale evenienza, come deve conoscere in anticipo quali sono i protocolli cui si deve sottoporre per fronteggiare e risolvere questa situazione. Il tutto è scritto sul consenso informato che il medico sottopone al paziente prima dell intervento proposto e che il paziente deve aver compreso e firmato per accettazione. Cordiali saluti.

Dr. Mirco Di Biase
Medico Odontoiatra e protesista dentale, studi Brughrio ( Mb) Gessate (Mi) mirco_db@libero.it

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Utente
Utente
Grazie Signori Medici per le Vostre tempestive e competenti risposte!

Premetto che a suo tempo non mi fu sottoposto alcun documento informativo da firmare.

Ciò detto, mi sembra di leggere tra le righe della cortese risposta del Dott. Di Biase, che piuttosto che indicarmi di intervenire io tra la gengiva e l'impianto con l'uso quotidiano (durato anni) di Dentosan,
il medico sarebbe dovuto intervenire personalmente ed immediatamente onde eliminare la causa del pus.

In tal modo, non sottovalutando il problema, avrebbe potuto evitare che col tempo l'impianto si staccasse.

E' così?

Sbaglio nel dire che in presenza di maggiore impegno e serietà da parte del medico oggi avrei ancora il mio impianto in bocca e non dovrei affrontare spese e stress?

Dal momento che l'impianto caduto era un canino, mi chiedo a questo punto se sia il caso di un nuovo impianto oppure di "ancorare" un dente finto ai due denti circostanti?
Aggiungo che l'incisivo laterale è un dente mio e sano, mentre il primo ed il secondo molare sono un ponte.

Ancora un sincero grazie!
[#4]
Dr. Mirco Di Biase Dentista, Odontostomatologo 593 17
Gentile utente,
e possibile che l'intervento tempestivo da parte del medico avrebbe potuto, aumentare la durata dell' impianto, ma come ho scritto precedentemente in alcuni casi può anche non essere sufficiente per una serie di cause iatrogene o endogene. Indubbiamente la prevenzione permette un maggiore garanzia in termini di durata nel tempo ma ciò che non è corretto è sicuramente la mancata informazione redatta senza il consenso informato.
Può inoltre essere nuovamente sottoposta all inserimento di un altro impianto ma prima è necessario comprendere almeno le cause che hanno prodotto l'iniziale fallimento e certamente lei deve essere messo al corrente di ogni aspetto della diagnosi e della terapia cui deve essere sottoposto per poter decidere in completa autonomia se accettarla o meno. Cordiali saluti.
[#5]
Utente
Utente
Buonasera Dott. Di Biase,
comprendo quanto sia indispensabile conoscere almeno le cause che hanno prodotto l'iniziale fallimento, ma purtroppo, avendo sottoposto tale quesito al medico, mi è stato detto che le cause potrebbero essere legate a fattori ereditari.
Risposta seguita da una scrollata di spalle.

Nuovamente, grazie!

[#6]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.6k 228
Un impianto da cui fuoriesce pus ha un problema.
Il problema deve essere risolto PRIMA dell'inserimento della corona protesica.
FINE DISCUSSIONE.
Il resto è incompetenza.

Il problema insorto potrebbe verosimilmente essere banale, e risolvibile rapidamente.
Potrebbe trattarsi di un frammento osseo staccatosi o andato in necrosi, di un surriscaldamento del letto osseo, non lo posso sapere e mi interessa relativamente saperlo con esattezza per poterlo reinserire, anche perchè non potrò mai sapere realmente cosa è successo nel momento chirurgico.
Perchè è lì che è successo qualcosa nel suo caso.

Personalmente lo rifaccio e basta.

Si rivolga ad un altro implantologo, una che non la prenda per i fondelli (vorrei usare altre parole che lei può facilmente immaginare) suggerendole di lavare fra impianto e gengiva con il dentosan o prendendola in giro con l'ereditarietà.
Nel frattempo, gli faccia la "pubblicità" che merita.

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)

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Utente
Utente
La ringrazio Dr. Formentelli della Sua schietta e decisa risposta, assai illuminante!
Premesso che lungi da me l'intento di difendere l'operato del medico, devo dire che per 5 anni tutto è andato bene ...e poi il pus.
Dunque, sebbene ciò non influisca sulla successiva incompetenza del medico, prima dell'inserimento della corona protesica non vi era problema.

Ancora un sincero grazie!
[#8]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.6k 228
Ho riletto la sua richiesta e ho capito male, mi scuso.
Modifico quindi la mia risposta.
Si tratta di una periimplantite, ma nulla è verosimilmente successo in fase di chirurgia.

Con tutta probabilità è la protesi ad aver combinato il disastro; ma potrebbe anche essere la geometria dell'impianto.
Alcune tipologie implantari sono più soggette a periimplantite, altre meno.

Una periimplantite va affrontata, non ignorata.

Giusto oggi, ne ho affrontata una nei contronti di un impianto della mia assistente alla poltrona.
Impianto inserito da 4 anni, silente fino a 1 mese fa.
Ho tolto la corona, poteva essere del cemento residuo dimenticato.
Non era questo.
Fatta una radiografia, si sono viste un paio di spire dell'impianto esposte.
Ho lasciato l'impianto "a vista" in attesa di un momento libero per fare un lembo gengivale esplorativo e andare a vedere.
Ieri sera è gonfiata un pò la gengiva, stamattina l'ho tolto.
Con una certa difficoltà, ma l'ho tolto.

Fra un mese circa lo rimetterò cambiando la geometria implantare e probabilmente il diametro.

Le racconto questo solo come esempio, perchè il suo caso potrebbe avere una genesi diversa.
Ma uguale deve essere il trattamento: occuparsi della questione senza raccontare improbabili fandonie, oppure rivolgersi ad un collega esperto nell'argomento che possa risolvere un problema che riteniamo al di la della nostra competenza.

[#9]
Utente
Utente
Ancora grazie dottor Formentelli per la Sua qualificata risposta.
Il mio grande rammarico, oltre al disagio fisico, è che dovrò ora affrontare pure una nuova spesa.
Le auguro una buona giornata!
[#10]
Dr. Giuseppe Oscar Muraca Dentista, Odontostomatologo 4k 84
Gentile utente, per quello che riguarda atesa e successiva interpretazione terapeutica dipende dal "pensiero" e dalla tecnica adottata dal suo odontoiatra, nonposso però non segnalare una poca cura nei riguardi del problema palesamente evidente. Bastava fare un semplice lembo esplorativo x capire all'istante il problema e risolverlo fin dalla sua prima comparsa. Questo negligenza da parte del suo medico "dovrebbe" farla pensare.
Un saluto
[#11]
Utente
Utente
La ringrazio Dottor Muraca della Sua cortese risposta.

Mi rendo conto di quanta sia stata grave la negligenza e sembra se ne renda conto pure lui.

Ora mi ha infatti detto che interverrà solo a prezzi di costo.

Ha detto che mi farà una TAC tra alcuni mesi per vedere la situazione dell'osso e poi un innesto "bovino".

Mi chiedo se 2 mesi siano sufficienti o se non sia invece meglio attendere più a lungo ...e magari in quel caso non è più necessario l'innesto?

Successivamente, farà un nuovo impianto.

Ho pure paura che ciò che abbia causato il pus possa ripetersi nel nuovo impianto che mi farà e mi chiedo se vi sia una qualche analisi/indagine da fare prima del nuovo intervento nella mia bocca,
per verificare la eventuale possibile causa di una nuova infezione.

Ancora grazie della Sua gentilezza!
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