Acufene pulsante e flogosi con effetto ventosa
Gentilissimi dottori, vi chiedo un parere in merito al mio problema.
Circa due anni fa mi sono accorta di un acufene pulsante (sento le pulsazioni del cuore) all'orecchio destro. La pulsazione è continua e sembra aumentare con l'assumere alcune posizioni specifiche (stesa a letto supina o sul lato sinistro del corpo). Dopo una cura iniziale di cortisone prescritta dal mio medico di base mi sono recata dall'otorino il quale mi ha consigliato un bite dentale e una visita più accurata dall'odontoiatra, sostenendo che il mio problema fosse legato all'ATM. Dopo una prima visita, l'odontoiatra mi ha esposto altri metodi alternativi al bite, parlando in particolare di una sorta di terapia fisioterapica, e mi ha chiesto di fare una risonanza magnetica per avere la certezza che il problema fosse legato all'ATM e non ai vasi. Dai risultati dell'esame si evince una "flogosi intracapsulare con effetto ventosa sui condili mandibolari". Dopo avermi spiegato che si tratta di un'infiammazione dell'ATM, il radiologo mi ha precisato che si cura "a livello medico e non chirurgico con il bite dentale". Sono quindi tornata dall'odontoiatra con la risonanza e nonostante gli abbia riportato anche le parole del radiologo, lui non sembra ancora convinto in merito alla necessità del bite. In più mi ha specificato che non esiste alcun tipo di nesso scientifico tra l'utilizzo del bite e la scomparsa dell'acufene, seppure l'apparecchio in questione serva per la riduzione dell'infiammazione. Al momento sono un po' confusa e vi chiedo un parere in merito alla situazione, dal momento che due specialisti mi hanno presentato il bite come l'unica soluzione efficace mentre l'odontoiatra sembra reticente e continua a propormi soluzioni alternative.
Ringraziandovi anticipatamente, vi porgo cordiali saluti.
Circa due anni fa mi sono accorta di un acufene pulsante (sento le pulsazioni del cuore) all'orecchio destro. La pulsazione è continua e sembra aumentare con l'assumere alcune posizioni specifiche (stesa a letto supina o sul lato sinistro del corpo). Dopo una cura iniziale di cortisone prescritta dal mio medico di base mi sono recata dall'otorino il quale mi ha consigliato un bite dentale e una visita più accurata dall'odontoiatra, sostenendo che il mio problema fosse legato all'ATM. Dopo una prima visita, l'odontoiatra mi ha esposto altri metodi alternativi al bite, parlando in particolare di una sorta di terapia fisioterapica, e mi ha chiesto di fare una risonanza magnetica per avere la certezza che il problema fosse legato all'ATM e non ai vasi. Dai risultati dell'esame si evince una "flogosi intracapsulare con effetto ventosa sui condili mandibolari". Dopo avermi spiegato che si tratta di un'infiammazione dell'ATM, il radiologo mi ha precisato che si cura "a livello medico e non chirurgico con il bite dentale". Sono quindi tornata dall'odontoiatra con la risonanza e nonostante gli abbia riportato anche le parole del radiologo, lui non sembra ancora convinto in merito alla necessità del bite. In più mi ha specificato che non esiste alcun tipo di nesso scientifico tra l'utilizzo del bite e la scomparsa dell'acufene, seppure l'apparecchio in questione serva per la riduzione dell'infiammazione. Al momento sono un po' confusa e vi chiedo un parere in merito alla situazione, dal momento che due specialisti mi hanno presentato il bite come l'unica soluzione efficace mentre l'odontoiatra sembra reticente e continua a propormi soluzioni alternative.
Ringraziandovi anticipatamente, vi porgo cordiali saluti.
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Gentile Paziente, non é vero che non esistano nessi scientifici che legano l'ATM agli acufeni: se il suo dentista fosse interessati, gli dicas di scrivermi, e gli manderò quanto esiste nella letteratura scientifica in merito.
Tuttavia, credo che quello che dicono i Colleghi Otorinolaringoiatri (cioè gli specialisti ai quali si accede in primis allinsorgenza di acufeni, e ai quali infatti si è già rivolta), cioé che "gli acufeni sono la loro tomba" rappresenti in qualche modo la realtà nel senso che si tratta di una patologia molto ostica al trattamento.
Vale quindi la pena di prendere in considerazione una possibilità spesso trascurata.
L'acufene può essere un sintomo di una disfunzione dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) : se infila i suoi mignoli nei meati acustici esterni con i polpastrelli verso l’avanti, e muove la mandibola, si renderà conto dell'intimo rapporto fra Articolazione Temporo Mandibolare e orecchio, e di come tale rapporto possa essere potenzialmente traumatico, a seconda che lo stop determinato dall'intercuspidazione dentaria fermi la rotazione all’indietro che il condilo compie quando si chiude la bocca. Questo infatti può avvenire correttamente se il morso è normale, o troppo tardi se il morso è profondo o la mandibola è all’indietro (retrusa). Quando la mandibola è biretrusa il problema tende ad essere bilaterale, quando é (o è anche) laterodeviata, il problema è monolaterale o prevalente da un lato.
Il conflitto con il condilo mandibolare può riguardare anche la Tromba di Eustachio, e partecipare a sostenere il problema anche per questa via.
Può trovare qualche notizia in più sul rapporto fra ATM e orecchio aprendo questo link:
http://www.studiober.com/patologie/patologia-dellorecchio/
N.B.: dopo aver aperto il link, deve clikkare su: "continua e apri il sito.."
Purtroppo l'acufene, se non la tomba, è di certo la bestia nera non solo degli Otorinolaringoiatri, ma anche dei dentisti che si occupano di ATM, perché individua un punto di probabile non ritorno di questo aspetto della disfunzione ATM. Anche se l'acufene è monosintomatico , di solito il discorso non vale: è difficile che la disfunzione ATM provochi SOLO un acufene e non altri sintomi.
La invito quindi a considerare se compaiono anche altri sintomi di disfunzione ATM (cefalea, cervicalgia, dolore auricolare e all'ATM, rumori articolari con i movimenti della mandibola, vertigini, russare notturno con apnee, ostruzione nasale ecc.), e di valutare la qualità dell'acufene: costante o con momenti di silenzio, intensità sempre uguale o variabile, tempo di insorgenza . Tenga infine presente che, nonostante il arere del radiologo, che difficilmente può essere competente su questo argomento, il trattamento prevede l’applicazione di una placca intraorale di riposizionamento mandibolare, opportunamente conformata ad hoc, simile ad un bite, da portarsi 24 ore al giorno (pasti esclusi) per un tempo congruo a poter trarre qualche conclusione sull’efficacia di questo trattamento (almeno 6 mesi, ma per l’acufene può essere necessario più tempo). In questi casi è importante valutare il risultato della terapia sugli altri sintomi eventualmente riferiti.
Le suggerirei di dare un'occhiata agli articoli linkati qui sotto, nell'ipotesi che lei possa riscontrarvi elementi di somiglianza con il suo problema.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-e-disfunzioni-dell-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
www.studiober.com/pdf/Cefalea_Otite_Cervicalgia.pdf
N.B.: dopo aver aperto il link, deve clikkare su: "continua e apri il sito.."
Tuttavia, credo che quello che dicono i Colleghi Otorinolaringoiatri (cioè gli specialisti ai quali si accede in primis allinsorgenza di acufeni, e ai quali infatti si è già rivolta), cioé che "gli acufeni sono la loro tomba" rappresenti in qualche modo la realtà nel senso che si tratta di una patologia molto ostica al trattamento.
Vale quindi la pena di prendere in considerazione una possibilità spesso trascurata.
L'acufene può essere un sintomo di una disfunzione dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) : se infila i suoi mignoli nei meati acustici esterni con i polpastrelli verso l’avanti, e muove la mandibola, si renderà conto dell'intimo rapporto fra Articolazione Temporo Mandibolare e orecchio, e di come tale rapporto possa essere potenzialmente traumatico, a seconda che lo stop determinato dall'intercuspidazione dentaria fermi la rotazione all’indietro che il condilo compie quando si chiude la bocca. Questo infatti può avvenire correttamente se il morso è normale, o troppo tardi se il morso è profondo o la mandibola è all’indietro (retrusa). Quando la mandibola è biretrusa il problema tende ad essere bilaterale, quando é (o è anche) laterodeviata, il problema è monolaterale o prevalente da un lato.
Il conflitto con il condilo mandibolare può riguardare anche la Tromba di Eustachio, e partecipare a sostenere il problema anche per questa via.
Può trovare qualche notizia in più sul rapporto fra ATM e orecchio aprendo questo link:
http://www.studiober.com/patologie/patologia-dellorecchio/
N.B.: dopo aver aperto il link, deve clikkare su: "continua e apri il sito.."
Purtroppo l'acufene, se non la tomba, è di certo la bestia nera non solo degli Otorinolaringoiatri, ma anche dei dentisti che si occupano di ATM, perché individua un punto di probabile non ritorno di questo aspetto della disfunzione ATM. Anche se l'acufene è monosintomatico , di solito il discorso non vale: è difficile che la disfunzione ATM provochi SOLO un acufene e non altri sintomi.
La invito quindi a considerare se compaiono anche altri sintomi di disfunzione ATM (cefalea, cervicalgia, dolore auricolare e all'ATM, rumori articolari con i movimenti della mandibola, vertigini, russare notturno con apnee, ostruzione nasale ecc.), e di valutare la qualità dell'acufene: costante o con momenti di silenzio, intensità sempre uguale o variabile, tempo di insorgenza . Tenga infine presente che, nonostante il arere del radiologo, che difficilmente può essere competente su questo argomento, il trattamento prevede l’applicazione di una placca intraorale di riposizionamento mandibolare, opportunamente conformata ad hoc, simile ad un bite, da portarsi 24 ore al giorno (pasti esclusi) per un tempo congruo a poter trarre qualche conclusione sull’efficacia di questo trattamento (almeno 6 mesi, ma per l’acufene può essere necessario più tempo). In questi casi è importante valutare il risultato della terapia sugli altri sintomi eventualmente riferiti.
Le suggerirei di dare un'occhiata agli articoli linkati qui sotto, nell'ipotesi che lei possa riscontrarvi elementi di somiglianza con il suo problema.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-e-disfunzioni-dell-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
www.studiober.com/pdf/Cefalea_Otite_Cervicalgia.pdf
N.B.: dopo aver aperto il link, deve clikkare su: "continua e apri il sito.."
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
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Utente
Gentile Dottore, la ringrazio per la risposta immediata. Oltre all'acufene, ho notato altri sintomi che possono essere ricondotti al problema specifico, in particolare cervicalgia, sensazione di tensione al collo e rumori articolari. Soprattutto in merito all'ultimo punto, ho sempre sofferto di quello che io chiamo "scatto della mandibola", ovvero un click molto forte udibile con l'apertura della mandibola. In più ho notato anche un forte senso di stanchezza mandibolare collegato alla masticazione.
In merito all'ostruzione nasale, l'otorino mi ha suggerito di fare spesso dei lavaggi con soluzione iodata, spiegandomi che considerata la conformazione dell'ATM vi è un ristagno di catarro che fatica a defluire, cosa che mi è stata confermata dall'odontoiatra. Aggiungo a quanto detto precedentemente che, oltre all'infiammazione, l'odontoiatra ha anche rilevato una malocclusione di terzo tipo.
Per quanto riguarda la qualità dell'acufene, si tratta di un suono costante che sembra aumentare in posizione supina o facendo determinati movimenti con il collo (ad esempio, girando verso sinistra o tirando indietro la testa). Si manifesta sempre sotto forma di pulsazioni, raramente accompagnato da un sibilo sottile.
In merito all'ostruzione nasale, l'otorino mi ha suggerito di fare spesso dei lavaggi con soluzione iodata, spiegandomi che considerata la conformazione dell'ATM vi è un ristagno di catarro che fatica a defluire, cosa che mi è stata confermata dall'odontoiatra. Aggiungo a quanto detto precedentemente che, oltre all'infiammazione, l'odontoiatra ha anche rilevato una malocclusione di terzo tipo.
Per quanto riguarda la qualità dell'acufene, si tratta di un suono costante che sembra aumentare in posizione supina o facendo determinati movimenti con il collo (ad esempio, girando verso sinistra o tirando indietro la testa). Si manifesta sempre sotto forma di pulsazioni, raramente accompagnato da un sibilo sottile.
[#3]
Gentile Paziente, dopo questa sua replica, ovviamente il mio sospetto si rinforza.
La presenza di rumori articolari ("scatto della mandibola, ovvero un click molto forte udibile con l'apertura della mandibola.") in una malocclusione di terza classe, rende il caso alquanto difficile.
Il fatto che l'acufene vari con certi movimenti è favorevole, e così pure che presenti diverse intensità.
Le sottolineo però che il suo caso , dalla descrizione che posso ricavaere dal suo racconto, si presenta difficile. E' importante che il dentista che la tratta sia molto esperto in gnatologia.
Cordiali saluti ed auguri
La presenza di rumori articolari ("scatto della mandibola, ovvero un click molto forte udibile con l'apertura della mandibola.") in una malocclusione di terza classe, rende il caso alquanto difficile.
Il fatto che l'acufene vari con certi movimenti è favorevole, e così pure che presenti diverse intensità.
Le sottolineo però che il suo caso , dalla descrizione che posso ricavaere dal suo racconto, si presenta difficile. E' importante che il dentista che la tratta sia molto esperto in gnatologia.
Cordiali saluti ed auguri
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 10.8k visite dal 20/11/2015.
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Approfondimento su Acufeni
L'acufene (o tinnito) è un disturbo dell'orecchio che si manifesta sotto forma di ronzio o fischio costante o pulsante. Scopri i sintomi, le cause e i rimedi.