Impianto dentale non completamente stabile e delusione
Ma anche quì il tutto si muove leggermente, lo si sente con le dita stringendo il colletto della corona e lo si sente a livello osseo in quanto arriva un doloretto o irritazione che si irradia verso l'alto.
L'odontoiatra esclude una infiammazione addosso all'impianto, la gengiva è rosea, non dolente e non sanguina. Una endorale mostra che l’osso c’è e c’è un buona adesione al vitone per tutta la sua altezza meno che per una leggera ombra in basso di rarefazione di circa 3 mm di altezza addosso all'impianto con uno spessore di mezzo mm di larghezza. Constatato l’odontoiatra la mobilità ha provveduto ad un' altra stretta alla vite di fissaggio.
Ma nulla è cambiato. Noto la sua delusione dei risultati e forse anche la stanchezza di questa situazione che si perdura…anche io mi sento altrettanto.
Andato a casa, non ci mastico se non con cose morbide altrimenti duole. Quindi non mastico più da quella parte ed attendo cosa succede. Non oso andare a sentire con le dita se si muove per non restarci male. Ormai sono quasi due anni che tutto questo va così.
Vi chiedo per favore, è possibile che nulla facendo, se non una accurata pulizia, l'impianto si possa in modo naturale fissare definitivamente? Grazie
Gentile utente, se l'impianto dentale non si è osteointegrato entro i termini fisiologici in cui tale processo si realizza (10-12setttimane) purtroppo la possibilità che avvenga in seguito e' molto molto remota.
Un impianto ben integrato in un osso stabile e sano non duole alla masticazione e non si muove.
Capisco il suo scoramento e la sua delusione, sentimenti questi che come ha capito bene, condivide con lei anche il suo dentista. Non esiste implantologo che non abbia avuto modo di confrontarsi con questi fallimenti. Aver paura di scoprire la verità però non l'aiuterà a risolvere il problema.
Affronti serenamente il discorso con il dentista, insieme troverete il modo migliore per affrontare la situazione. In casi di difficile soluzione come il suo, quando si viene già da due fallimenti, talvolta la cosa migliore da fare e' fermarsi un attimo a riflettere e cercare la soluzione più semplice possibile, anche se spesso questo vuol dire ricominciare dall'inizio.
Cordiali saluti
Dr. Enzo Di Iorio
Chirurgo Odontoiatra specialista
enzodiiorio@hotmail.it
Cordiali saluti
Gentile Dottore, grazie molte per la esauriente e pronta risposta, aggiorno i dati mancanti alla mia prima richiesta, dunque il secondo impianto e datato fine marzo, sarebbero perciò 7-8 settimane, allora, c’è da sperare in un processo di ulteriore integrazione? Le pongo cortesemente alcune domande, sollecitare con una masticazione leggera può stimolare anch’essa al rimaneggiamento osseo? La misurazione elettronica della stabilità dell’impianto senza il moncone che porta un numero 69 non è indice positivo? Poi, la endorale così come descritta è negativa?
Infine quando dice ricominciare dall’inizio, quale iter si intende? Grazie per la pazienza
Se l'impianto si muove a 7-8 settimane e' perso, ed in tale ottica anche la dolenzia alla masticazione non e'buon segno.
L'endorale bisognerebbe vederla per giudicarla.
Per ricominciare dall'inizio: intendo rimuovere l'impianto non osteointegrato, aspettare un congruo tempo di guarigione ( sia dei tessuti molli che dell' osso), valutare i volumi ossei disponibili per un nuovo inserimento implantare e regolarsi di conseguenza.
Io al terzo tentativo, dopo 2 fallimenti, non farei di certo un carico immediato e neppure una guarigione transmucosa...ma e' una scelta personale.
Se vuole ci tenga informati su come evolve la situazione.
Cordialità
"Passati i tempi occorrenti, con vite di guarigione, si è passati ora a montare un moncone e relativa corona provvisoria."
Mi chiedo: ma quanto tempo dopo l'inserimento dell'impianto le son stati montati moncone e provvisorio?
Le sue due affermazioni cozzano un pò tra loro e le spiego il perchè.
Provo a far un pò di chiarezza su quelli che son "i tempi occorrenti" per non rischiare di andar a mettere i "bastoni tra le ruote" dei meccanismi biologici di guarigione (poi si può anche decidere scientemente per un qualche motivo di metterli questi bastoni tra le ruote però bisogna sapere come e quando farlo...)
I tempi di guarigione ossea come le dicevo son 10-12 settimane.
Le scelte per una riabilitazione implantoprotesica solitamente 2:
1- si fa il carico immediato montando moncone e provvisorio entro 24-48 ore (qualcuno dice anche 72 ore) dall'inserimento implantare, epoca in cui si può far affidamento ancora sulla stabilità primaria dell'impianto (che ovviamente si dev'esser dimostrata molto elevata al momento dell'inserzione della fixture). La stabilità primaria poi nei giorni e nelle settimane a seguire diminuirà raggiungendo i valori più bassi intorno alla 4-6a settimana, mentre inizierà lentamente ad aumentare la stabilità secondaria dovuta alla neoformazione ossea intorno all'impianto.
Il periodo più critico per l'impianto è alla 4-6a settimana quando la stabilità primaria è al valore minimo e la stabilità secondaria non è ancora buona.
2- si sceglie di protesizzare dopo la guarigione ossea dunque dopo 10-12 settimane.
Più ci si allontana con le date dai tempi indicati dalle soluzioni 1 e 2 (collocandosi nell'intervallo di tempo compreso tra 1 e 2) più potrebbero (uso il condizionale ) aumentare i rischi che qualcosa vada storto.
Naturalmente poi nella soluzione di un caso implatoprotesico bisogna integrare e ragionare oltre che sul dato biologico che le ho fornito anche su altri fattori, quali ad esempio:
-il fatto che l'impianto serva a riabilitare un elemento singolo piuttosto che fungere da pilastro di ponte,
-il fatto che si stia lavorando sulla mascella piuttosto che sulla mandibola
-il fatto che l'antagonista all'impianto sia un elemento nayurale, una protesi fissa o una protesi mobile
-la presenza di parafunzionio (bruxismo)
-la corretta conformazione del provvisorio (e poi del definitivo)
ecc. ecc.
Rimandato alla prossima visita tra 10 giorni ed altre successive per seguire l'andamento.
Come dicevo anche lui sa, per averglielo riferito subito, della leggera mobilità e relativi sintomi, cosa che ha minimizzato, ed ha deciso di vedere e seguire a breve-medio termine.
L'impianto non deve servire come pilastro ma solo come sostituzione di dente mancante a seguito di estrazione per non più possibilità di essere curato, è situato accanto ad un altro unico impianto molare che non ha problemi, nell'arcata superiore dx.Tutti gli altri denti sono presenti ed integri. Non bruxismo.
Come dicevo questo impianto è sfortunato, si protrae da molto tempo, non si vede un futuro certo, non si capisce bene il perchè, e speravo di avere buone notizie nel consulto circa la possibilità di una naturale evoluzione in meglio.
"Più ci si allontana con le date dai tempi indicati dalle soluzioni 1 e 2 (collocandosi nell'intervallo di tempo compreso tra 1 e 2) più potrebbero (uso il condizionale ) aumentare i rischi che qualcosa vada storto."
Orbene, 7 settimane circa (forse anche meno?) si colloca nell'intervallo considerato a rischio:
-ancor più dopo un fallimento,
-ancor più se l'impianto è stato reinserito subito dopo aver rimosso quello fallito
-ancor più se si considera che l'impianto va inserito in osso rigenerato (ha parlato di un rialzo di seno mascellare) come nel suo caso...
Io in casi analoghi al suo non metto neanche la vite di guarigione contestualmente all'impianto ma posiziono la vite tappo e faccio guarire sotto-gengiva per riaprire a 4-6 mesi e poi protesizzare.
E' il modo che più mi piace per approcciare il problema, senza pretesa alcuna che sia l'unico modo corretto.
Possibile comunque che sarebbe andata ad ogni modo male...questo non posso dirglielo.
Mi spiace non averle potuto dare le rassicurazioni che ricercava ma credo che se c'è mobilità e dolenzia a 8 settimane non ci si possa illuder più di tanto.
Se ritiene ci tenga informati dell'evoluzione.
In bocca al lupo
"Orbene, 7 settimane circa (forse anche meno?) si colloca nell'intervallo considerato a rischio:
-ancor più....ecc."
Invece credo mi dia qualche speranza: visto che è una sola settimana che porto il moncone e corona con nessun trauma, visto che posso andare dal dentista e chiedere di togliermi il moncone e rimettermi la vite di guarigione, quindi tornare ad essere dentro i tempi di attesa 10/12 settimane per il consolidamento osseo e aspettare come se nulla fosse stato fatto, che può succedere di negativo? Nulla.
A suo tempo mi è stato spiegato della evoluzione nella neo formazione ossea nei periodi di scesa e poi di risalita di stabilità, come anche lei mi ha piacevolmente ripetuto.
Perchè non aspettare? Senza carico, dico bene?
Perchè SE ormai l'impianto non è osteointegrato, non può "tornare indietro" rimettendo la vite di guarigione, biologicamente non funziona così.
Semplicemente non può condizionare la risposta biologica a tentativi, purtroppo.
Inoltre, in caso di rialzo del seno mascellare e con un impianto già fallito, come le è stato già spiegato il carico a circa 7 settimane espone ad un rischio molto, molto più alto rispetto ad una guarigione sommersa con almeno 6 mesi di attesa.
Immagino che il suo dentista l'abbia informata di questo.
Dr. Paolo De Carli
Specialista in Odontostomatologia
www.studiodecarli.com
"Inoltre, in caso di rialzo del seno mascellare e con un impianto già fallito, come le è stato già spiegato il carico a circa 7 settimane espone ad un rischio molto, molto più alto rispetto ad una guarigione sommersa con almeno 6 mesi di attesa
Immagino che il suo dentista l'abbia informata di questo".
Non solo non mi ha informato di questo, ma mi ha proprio messo il carico a circa 7 settimane...
come da mia descrizione.
il mio dentista, convinto della stabilità dell’impianto avuta dal valore elettronico ISQ di 69 ha eseguito varie prove di sostituzione di moncone compreso uno previsto, corredato di una vitina in metallo oro, la quale essendo un metallo malleabile doveva fare corpo con l’impianto stesso senza poi più muoversi. Ma il dolore che accusavo ad ogni manovra degli avvitamenti e svitamenti, sia il portare questo pezzo mobile in bocca fastidioso alla masticazione, pur con cibi teneri, lo ha indotto a fermarsi e rivedere e rivalutare la osteo integrazione e la stabilità dell’impianto, ammettendo anche la possibilità di inaffidabilità dei valori ISQ. Si è consultato con un collega impiantologo.
Il consulto ha dato come risposta la decisione di rimuovere l’impianto compresa una buona asportazione del tessuto fibrotico, attendere 40 giorni, reimpiantare un impianto corto da 12 mm di altezza, e aspettare di nuovo 4 mesi per poi procedere al carico.
A mia richiesta se vi era una infezione attorno all’impianto mi ha risposto di no.
Posso chiedere gentilmente un parere ed eventuale suggerimento su quanto mi è stato prospettato?
Ho intenzione di chiedere di fare una protesi mobile, con gancetti, del dente mancante, da togliere dopo ogni pasto, per non perdere la masticazione. Migliori saluti
A quanto ben detto dal Dott. Di Iorio aggiungo che se c'è la disponibilità di spazio osseo verticale di 12 mm, che senso ha aver fatto il rialzo di seno mascellare?
Un impianto di 12 mm NON è un impianto "corto" ma un impianto "normale" ed è più che sufficiente per una riabilitazione semplice come la sua.
Non so spiegare sui 12 mm proposti ora, per quel che vedo nell' orto panoramica del primo impianto questi sembra lungo 15-16 e sfora di 1 mm nella linea del seno mascellare ma comunque all'interno del rialzo, diametro circa 3-3,5 mm; poi questo impianto è stato rimosso essendo instabile per accogliere contemporaneamente uno nuovo di 6 mm di diametro e, facendo proporzione rispetto alla larghezza, sui 14 mm di lunghezza. Anche questo secondo risulta instabile.
Adesso ho seri problemi di scelta, non capisco perchè dopo il primo fallimento non ha aspettato i tempi ortodossi, non capisco perchè tutte e due le volte ha provato a sostituire più monconi negando l'instabilità per effetto di strumentazione elettronica rispetto a due dita che sentono il vitone muoversi nell'osso.
Non so che devo fare, sono sfiduciato, per ora sto fermo, ho l'impianto senza moncone ma con vite di guarigione, e attendo una ispirazione di decisione.
Non possiamo conoscere on-line la situazione del tessuto osseo al momento del primo intervento e quello allo stato attuale.
Personalmente in un sito vicino ad essudato purulento, non avrei inserito contestualmente all'intervento di asportazione della cisti anche l'impianto, ma avrei prudenzialmente atteso almeno due-tre mesi.
Tenga presente che il successo implantare dipende da svariati motivi tra cui la mano, l'esperienza e la testa "sapiens" dell'operatore: non è solo una questione di diametri e lunghezze e sono comunque personalmente convinto che la fixture debba essere scelta solo tra quelle che presentano dati scientifici seri in studi internazionali multicentrici e pubblicati su riviste conosciute.
Posto che la scelta del tipo di impianto da utilizzare per il singolo caso clinico deve essere fatta dal medico, compito di questi è quello di informare il paziente prima dell'intervento comunicando (personalmente lo faccio) la scelta effettuata.
Il paziente può informarsi su internet, come sta facendo lei su questo portale, ma alla fine deve decidere se fidarsi del professionista (non scegliere la terapia) e decidere se accettare la proposta terapeutica.
Ovviamente la cosa più importante è la scelta del medico che va fatta in modo accurato e non frettoloso, appunto con fiducia, per esempio sulla base del tempo che viene impiegato ad un'attenta visita clinica, alla spiegazione del percorso terapeutico, alle eventuali controindicazioni, alle alternative.
Alla fine ritengo corretto che il paziente conosca tutti questi dati (anche il tipo di impianto utilizzato) così come lei probabilmente conosce la marca dei suoi occhiali, oppure sa la differenza tra un farmaco "di marca" e uno "equivalente" e poi sceglie.
Alcuni operatori sostengono che la scelta del tipo di impianto debba essere fatta solo al momento dell'intervento sulla base delle situazione clinica che si troveranno ad affrontare, oggi però una accurata analisi pre-operatoria anche con eventuale TAC Cone Beam, permette di sapere in anticipo tutti i dati indispensabili senza alcuna sorpresa al momento della chirurgia.
Inoltre deve considerare che come tutto, in medicina, anche gli impianti non possono avere il 100% di successo, ma alcuni impianti si avvicinano molto altri un po' meno.
Il fatto comunque più importante rimane sempre la scelta di un dentista/medico competente, assolutamente la cosa fondamentale che lei è chiamato a fare.
E ce l'hanno tutti quelli messi in commercio.
Precisato questo, ritengo come il collega che la scelta del tipo di impianto spetta all'implantologo in rapporto alle specifiche situazioni cliniche.
Non esiste un tempo codificato per rifare l'intervento implantare.
Dipende dalle varie situazioni cliniche.
Spesso lo rifaccio contestualmente alla rimozione dell'impianto preesistente, se vi sono le condizioni cliniche e ossee.
Altre volte aspetto 3-4 settimane.
Altre volte 3-4 mesi.
Ogni volta è diverso perchè la situazione è diversa.
La mano, l'esperienza e la testa dell'operatore: ha detto bene il collega e amico dr. Paolo De Carli.
Solo questo è fondamentale.
L'impianto con la vite di guarigione o è fermo, e allora va caricato, o da fastidio quando lo si tucca, e allora va rimosso e sostituito.
L'unica cosa da non fare è lasciarlo li in atttesa di un intervento divino.
www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)
Finora gli impianti installati e rimossi per instabilità, stando al passport consegnatomi, hanno la marca Tigerdue 4.3x14 sostituito con un 6.0x14 posizione 16.
solo una osservazione integrativa a quanto detto dai colleghi.
Lei parla di rialzo di seno mascellare: questa procedura prevede dei tempi di attesa pre-impianto e post impianto molto più lunghi di un impianto messo nel proprio osso non rigenerato.
Una conebeam è necessaria per valutare l'entità tridimensionale della rigenerazione e la sua consistenza.
L'impianto in rigenerazione ossea può prevedere un carico progressivo, ma primariamente, va compresa la qualità primaria dell'osso rigenerato: se inadeguata il margine di successo si ridurrà di molto.
Cordiali saluti.
Comunque per ora non posso fare altro che rimuovere l'impianto e far riposare l'osso, anche come sopra mi è stato consigliato dai gentilissimi odontoiatri intervenuti.
Un reimpianto contestuale è già stato eseguito ed anche questo è fallito. Quindi 10 settimane prima di ritentare, previo cone bean di valutazione
Ebbene l'estrazione dell'impianto è avvenuta lunedi dell'ultima settimana di giugno e il nuovo impianto avverrà a fine settembre, pari a 14 settimane, domanda, sono troppe? Grazie
In bocca al lupo.
Cordialità
Il consiglio avuto che a me sembrava più giusto era che in casi come il mio, 2 fallimenti, fosse di rimuovere l'impianto, aspettare non meno di 8-10 settimane e poi inserire un nuovo impianto da far guarire in maniera sommersa 4-6 mesi.
Mi pregio fare l’aggiornamento ad oggi, dopo 3 mesi dalla rimozione dell'impianto instabile, il tessuto osseo si è normalmente mineralizzato, mi è stato installato un impianto di 6 mm diametro e circa 12 altezza (poi avrò i dati in cartellino da conservare), con una vite di guarigione a chiusura. Da prendere antibiotici per 3 giorni e cloroxidina gel.
Quindi l’impianto non è in maniera sommersa sotto gengiva e non sembra si debba attendere 4-6 mesi ma, a 8 settimane verrà avvitato il moncone con corona.
Chiesto se era il caso di aspettare, mi è stato risposto che 2 mesi sono sufficienti. L'odontoiatra sembra molto sicuro di se. Che dire, e che fare?
Chiesto se era il caso di aspettare, mi è stato risposto che 2 mesi sono sufficienti. L'odontoiatra sembra molto sicuro di se. Che dire, e che fare? "
Le abbiamo già dato, concordi, il nostro parere.
Non ho, personalmente, mutato opinione.
IO aspetto in genere 6 mesi per il superiore; dato che ci sono di mezzo fallimenti precedenti probabilmente da tempo di osteointegrazione insufficiente e 75 anni, aspetterei anche di più.
Ogni dentista può fare diverso, prendendosi ovviamente gli onori e le rogne eventuali.
Giustissimo, grazie ancora. Provvederò al rinvio fino al sesto mese.
Di nuovo al prossimo aggiornamento.
Visita odierna di controllo, è stata svitata la vite di guarigione e si è sentito un cattivissimo odore come di putrefazione. Ha spinto lateralmente con il dito sulla gengiva, in pratica spremendo, ha riferito che non vi era nessuna fuoriuscita di materiale infetto.
Ha eseguito la misurazione della stabilità con apparecchio elettronico su antennina infilata nell'impianto, valori 65 e 75 nel range della accettabilità.
Ha pulito la vite, applicato del disinfettante è l'ha riavvitata. Controllo prossimo a tre settimane.
Mia domanda, per favore, è normale quel cattivo odore alla rimozione della vite di guarigione? Mi debbo preoccupare?
il cattivo odore ci può stare ed è interno all'impianto. Il collega le ha messo un disinfettante prima di rimettere la vite e dovrebbe andare meglio al prossimo incontro. Per come racconta, l'impianto apparirebbe integrato correttamente.
Cordiali saluti
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