Estrazione dentale di dente devitalizzato
Gentili Dottori,
a giugno 2008 ho avuto l'estrazione dell'ultimo molare prima del dente del giudizio della arcata inferiore, a sinistra. L'estrazione si è resa indispensabile in quanto il dente era devitalizzato da diversi anni, a quanto ho capito aveva una area ampia di granuloma sottostante e si era avuta una rottura delle radici.
A distanza di due mesi mi si crea un problema con il dente immediatamente precedente quello estratto (il penultimo molare della arcata inferiore sinistra). Premetto che anche questo dente è stato devitalizzato come l'altro molti anni fa (circa 10), è incapsulato e con perno.
Premetto anche che in tanti anni non ha mai creato problemi.
Purtroppo durante questo fine settimana ha cominciato a fare improvvisamente molto male. Si è gonfiata tutta la gengiva alla base, ho avuto fortissimi dolori per 3 giorni.
Il mio dentista dice che si tratta di una infezione latente sottostante, infezione che è presente da molti anni ma asintomatica, che a causa probabilmente di un aumento del carico di lavoro (non essendoci più l'altro molare) si è riacutizzata e ha generato l'infiammazione. Preciso che nel momento in cui scrivo ho un forte gonfiore (se pur non molto dolorante) per cui il dentista mi ha detto che probabilmente si è fatto un ascesso.
La proposta è stata di fare una terapia di una settimana di antibiotici e antidolorifici per sgonfiare il tutto e poi decidere sul da farsi. Io, avendo tratto non poco giovamento dalla precedente estrazione visti i fastidi che il dente mi aveva procurato, e viste anche le pessime condizioni in cui versa il dente attuale, ho proposto di estrarlo direttamente per poi ragionare su un eventuale intervento di implantologia. Il mio dentista, pur riconoscendo la situazione e lasciandomi comunque la possibilità di scelta, consiglia di ragionarci e di provare prima a salvare il salvabile. Non vi nascondo che per molti aspetti mi sembra una perdita di tempo e denaro. Il dentista stesso riconosce che del dente rimarrebbe ben poco. D'altra parte però va detto che in attesa di un eventuale impianto mi troverei per diversi mesi senza due molari..
Vorrei chiedere cosa ne pensate in merito. Inoltre vorrei avere una informazione. In caso di ascesso, il pus che si forma e che causa il gonfiore (o almeno così ho capito) poi che fine fa? si riassorbe? o come viene eliminato?
mi scuso per essermi dilungato e vi ringrazio da subito.
a giugno 2008 ho avuto l'estrazione dell'ultimo molare prima del dente del giudizio della arcata inferiore, a sinistra. L'estrazione si è resa indispensabile in quanto il dente era devitalizzato da diversi anni, a quanto ho capito aveva una area ampia di granuloma sottostante e si era avuta una rottura delle radici.
A distanza di due mesi mi si crea un problema con il dente immediatamente precedente quello estratto (il penultimo molare della arcata inferiore sinistra). Premetto che anche questo dente è stato devitalizzato come l'altro molti anni fa (circa 10), è incapsulato e con perno.
Premetto anche che in tanti anni non ha mai creato problemi.
Purtroppo durante questo fine settimana ha cominciato a fare improvvisamente molto male. Si è gonfiata tutta la gengiva alla base, ho avuto fortissimi dolori per 3 giorni.
Il mio dentista dice che si tratta di una infezione latente sottostante, infezione che è presente da molti anni ma asintomatica, che a causa probabilmente di un aumento del carico di lavoro (non essendoci più l'altro molare) si è riacutizzata e ha generato l'infiammazione. Preciso che nel momento in cui scrivo ho un forte gonfiore (se pur non molto dolorante) per cui il dentista mi ha detto che probabilmente si è fatto un ascesso.
La proposta è stata di fare una terapia di una settimana di antibiotici e antidolorifici per sgonfiare il tutto e poi decidere sul da farsi. Io, avendo tratto non poco giovamento dalla precedente estrazione visti i fastidi che il dente mi aveva procurato, e viste anche le pessime condizioni in cui versa il dente attuale, ho proposto di estrarlo direttamente per poi ragionare su un eventuale intervento di implantologia. Il mio dentista, pur riconoscendo la situazione e lasciandomi comunque la possibilità di scelta, consiglia di ragionarci e di provare prima a salvare il salvabile. Non vi nascondo che per molti aspetti mi sembra una perdita di tempo e denaro. Il dentista stesso riconosce che del dente rimarrebbe ben poco. D'altra parte però va detto che in attesa di un eventuale impianto mi troverei per diversi mesi senza due molari..
Vorrei chiedere cosa ne pensate in merito. Inoltre vorrei avere una informazione. In caso di ascesso, il pus che si forma e che causa il gonfiore (o almeno così ho capito) poi che fine fa? si riassorbe? o come viene eliminato?
mi scuso per essermi dilungato e vi ringrazio da subito.
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Il comportamento del suo dentista mi sembra encomiabile.
Il pus non si forma più se il tentativo di ritrattamento della radice ha Piano piano si riforma l'osso al posto della sona occupata dall'ascesso.
Il pus non si forma più se il tentativo di ritrattamento della radice ha Piano piano si riforma l'osso al posto della sona occupata dall'ascesso.
www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)
[#3]
L'estrazione è sempre l'ultima spiaggia a cui approdare. Se il suo odontoiatra riterrà giusto ed attuabile una terapia di recupero, penso sia nel suo interesse ( al collega converrebbe togliere un dente e mettere due impianti con due corone, non pensa?)
Si fidi di chi l'ha in cura.
Saluti
Si fidi di chi l'ha in cura.
Saluti
Dr.Oscar G.ppe Muraca
La risposta ha carattere puramente informativo.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.5k visite dal 27/08/2008.
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