Impossibile rimuovere un impianto

Ho tre impianti dentali inseriti circa 20 anni fa nell'arcata inferiore (5° - 6° - 7° sx). Uno di questi impianti (il 6°) causa frequentemente infezioni che mi costringono ad assumere periodicamente antibiotici. Negli ultimi 6 mesi, ho dovuto assumere antibiotici per ben 8 cicli da circa 10 giorni ciascuno. Il mio dentista, dopo avermi visitato, mi ha consigliato di rimuovere l'impianto per sostituirlo con un altro di nuova generazione. L'altro ieri, dopo aver iniziato a prendere l'antibiotico a scopo preventivo due giorni prima dell'intervento, mi sono recato dal mio dentista per la rimozione. Di seguito, illustro la procedura che il medico ha praticato: anestesia, rimozione della corona, molteplici tentativi di estrazione (svitamento, tiraggio, ecc.), niente, l'impianto risulta impossibile da rimuovere! Durante l'intervento di rimozione, ho notato un certo nervosismo da parte del medico e ho chiesto spiegazioni. Il medico sosteneva che per riuscire a rimuovere l'impianto (a detta sua un po' traballante) avrebbe potuto causare danni irreversibili all'osso e agli impianti vicini perciò mi ha suggerito di lasciarlo lì sostenendo che "dal momento che aveva fatto fare mezzo giro alla vite, l'impianto non si sarebbe più mosso... " Per favore, chiedo ad un esperto: se un impianto inizia a muoversi e causa frequenti infezioni è possibile che solo con "mezzo giro di vite" il problema si risolva? Quali potrebbero essere le conseguenze lasciando per tanto tempo nell'osso un impianto che fa infezione? Anticipatamente, ringrazio tanto per la risposta.
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Dr. Paolo De Carli Dentista, Ortodontista 1.5k 46

"se un impianto inizia a muoversi e causa frequenti infezioni è possibile che solo con "mezzo giro di vite" il problema si risolva? Quali potrebbero essere le conseguenze lasciando per tanto tempo nell'osso un impianto che fa infezione?"

No, l'infezione non è stata debellata e continuerà il suo corso potendo estendersi anche ai denti/impianti vicini.
Molto meglio procedere con pazienza alla rimozione dell'impianto compromesso che se è già "traballante" non dovrebbe presentare difficoltà insormontabili.

Dr. Paolo De Carli
Specialista in Odontostomatologia
www.studiodecarli.com

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Dr. Enzo Di Iorio Dentista, Odontostomatologo 3.2k 128
Gentile utente non è ben chiaro a quale vite abbia fatto fare "un mezzo giro" il dentista:
alla vite di serraggio che blocca il moncone all'impianto?
all'impianto stesso?
Se l'impianto era sede di un processo infettivo, difficilmente lo stesso troverà risoluzione con un mezzo giro (o anche un giro intero) di qualsivoglia vite.
Se è presente infezione perimplantare le soluzioni sono 2:
1- tentare di curarla
2- rimuovere l'impianto
Forse il dentista pensava di riuscire a rimuovere l'impianto svitandolo, se non è stato possibile, un implantologo esperto sa bene che esistono altre metodiche che consentono di ottenere lo stesso risultato e non necessariamente la rimozione di un impianto si associa a grave danno osseo. Bisogna saper bene cosa fare e quando farlo, se rimuovere l'impianto si deve necessariamente associare a perdita ossea esistono tecniche di rigenerazione ossea che possono aiutare ad emendare il danno...ma questa è un'altra storia.
Se le sue problematiche implantari dovessero continuare forse sarà opportuno ricevere un secondo parere.

Cordiali saluti

Dr. Enzo Di Iorio
Chirurgo Odontoiatra specialista
enzodiiorio@hotmail.it

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Utente
Utente
Innanzi tutto, La ringrazio per la Sua cortese risposta. Egregio Dottore, anch'io pensavo la stessa cosa e cioè che non ci fossero particolari problemi a rimuovere un impianto "traballante", ma a quanto pare sembra che dopo mezzo giro l'impianto ora sia stabile. In questo momento, essendo senza corona, ho la possibilità di verificarlo e mi sento di dire che "non si muove più come prima" e non fa assolutamente male. Il mio medico mi ha spiegato che, avendo preso molti antibiotici, l'infezione è in qualche modo rientrata, ha temporaneamente saldato l'impianto all'osso e ora è necessario attendere il verificarsi di un'altra infezione per poter intervenire e rimuoverlo più facilmente... Le chiedo, secondo la Sua esperienza, è una spiegazione credibile? Io, in tutta sincerità, non ho fretta di toglierlo, ma vorrei evitare di dover assumere antibiotici in continuazione...
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Utente
Utente
Rispondo al Dr. Enzo Di Iorio:
La ringrazio molto per la Sua cortese risposta e chiedo scusa se, non essendo un medico, non sono stato sufficientemente chiaro. Il mio medico ha fatto "mezzo giro" all'impianto. Trattasi di un vecchio impianto a monovite in monoblocco che veniva utilizzato negli anni '90 che non ha vite di serraggio. Non so esattamente il modello, ma posso dirLe che l'impianto non mi ha mai dato problemi per 20 anni. Ora so che ci sono impianti di nuova generazione, molto più affidabili e senz'altro più semplici da rimuovere, infatti, avrei voluto sostituire il mio vecchio impianto con uno nuovo che non facesse infezione, ma a quanto pare sembra impossibile la rimozione senza far danno... escludo che il mio medico abbia particolari interessi a rifiutarsi di toglierlo... casomai, dovrebbe essere il contrario visto che lui guadagna di più se mette un impianto nuovo. Comunque sentirò altri pareri, grazie del consiglio.
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Dr. Paolo De Carli Dentista, Ortodontista 1.5k 46
"avrei voluto sostituire il mio vecchio impianto con uno nuovo che non facesse infezione"

Il problema non è sostituire il vecchio impianto con uno nuovo che "non fa infezione" perchè questa può avvenire anche con impianti di nuova generazione, piuttosto bisogna capire perchè si è sviluppata la perimplantite e porre in atto tutti i mezzi necessari per evitare che possa estendersi agli altri denti/impianti della sua bocca.

Uno di questi può prevedere, se necessario, anche la rimozione dell'impianto se ci sono le indicazioni cliniche e se non esistono altre strade per contrastare l'evoluzione dell'infezione.

Un altro mezzo, molto più importante, è quello della prevenzione che non si discosta molto da quella che si esegue per prevenire e trattare la malattia parodontale (piorrea), legga qui alcune utili informazioni
http://www.studiodecarli.com/1/parodontologia_379976.html

"ha temporaneamente saldato l'impianto all'osso e ora è necessario attendere il verificarsi di un'altra infezione per poter intervenire e rimuoverlo più facilmente"

Se lei si frattura il dito di una mano, attenderebbe una seconda frattura per farselo ingessare?

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Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.6k 229
Alcuni punti fermi, perchè parecchie cose che lei racconta mi hanno fatto parecchio incazzare.

"vecchio impianto a monovite in monoblocco che veniva utilizzato negli anni '90"

Tali impianti sono tuttora utilizzati da fior di professionisti.
Almeno metà dei miei lavori implantoprotesici sono eseguiti su tali tipi di impianti.

Gli impianti "di nuova generazione" sono solo stati creati 1 anno dopo quelli monopezzo...
La loro evoluzione va avanti parallelamente dalla fine degli anni '60.
Dal punto di vista commerciale ha avuto più successo la scuola svedese rispetto a quella italiana (nata per prima).

Qui una breve storia dell'implantologia italiana:
www.studioformentelli.it/page.php?id=53

Non c'è nessun problema a rimuovere un impianto traballante, proprio nessuno.
Se non viene via, NON E' traballante, e non ci sono grossi motivi per rimuoverlo.
Le cause di infezione vanno capite e diagnosticate, ma avvengono in misura deisamente maggiore con gli impianti a superficie irruvidita (per lo più bipezzo) che a superficie liscia (per lo più monopezzo).

Nel caso fosse necessario rimuoverlo e sostituirlo (e solo una corretta progettazione implantoprotesica si può determinare), un implantologo esperto lo fa comunque in pochi minuti.
Sottolineo: ESPERTO.

Potrebbe però essere stato talmente massacrato nei tentativi di rimuoverlo da essere protesicamente inutilizzabile.

Impossibile dirle di più on-line, se non associarmi al suggerimento finale del dr. Di Iorio: senta un secondo implantologo.
Di quelli bravi, però.

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)