Dente con nervo scoperto: il nervo in quanto muore?
Salve, presento brevemente il mio caso:
mi è capitato che mi venisse via la pasta di una precedente otturazione da un nervo vitale dell'arcata superiore, vado dal dentista il quale non rileva presenza di carie e mi richiude il dente. Pochi giorni dopo inizio a sentire un forte dolore nella masticazione e ipersensibilità al freddo e caldo. Il mio dentista decide di riaprire il dente poichè dalla lastra non si rileva nulla di anomalo. In fase di riapertura, sotto anestesia, il dolore è tale per cui fa fatica a togliere l'otturazione, ad un certo punto si accorge che il nervo sanguina, decide di farmi l'anestetico direttamente nel nervo e da li iniza a lavorare meglio per togliere l'otturazione, anche con l'anestesia nel nervo sento comunque del dolore in alcune zone mentre lui lavora.
Ovviamente non può devitalizzare il dente in quanto il dolore non permette di intervenire direttamente, allora decide di lasciarmi il dente aperto in attesa che il nervo necrotizzi da solo.
Il problema è che a distanza di 3 giorni a me fa ancora mal, mi è impossibile mangiarci sopra e provo un certo dolore di fondo che non svanisce.
ora mi chiedo, il nervo morirà davvero prima o poi o no??
E se si, quanto tempo ci mette in genere prima che il dolore svanisca?
Altri metodi? Il dentista mi ha parlato di una pasta che uccide il nervo, ma mi ha detto che in prima battuta era meglio aspettare che il nervo morisse da solo...ma siamo sicuri che succederà davvero?
GRAZIE
[#1]
Dentista
Io credo che il vero problema di tutto ciò fosse l' anestesia.
Con una buona anestesia il dolore non si deve sentire, e mi sembra strano che il dolore si continuasse ad avvertire addirittura dopo l' iniezione intra-pulpare; probabilmente il collega, a causa del dolore che lei avvertiva, non è riuscito ad iniettare l' anestetico esattamente nella polpa.
C'è una tecnica di anestesia detta "intralegamentare" che difficilmente fallisce anche quando la "plessica" ( la normale iniezione sulla gengiva vicino al dente ) non dovesse fare effetto.
Il fatto che fosse uscito sangue dalla polpa depone per una pulpite, cioè un' infiammazione della polpa; potrebbe essere dovuto a questo lo scarso effetto della prima anestesia, ma, ripeto, mi sembra strano che non facesse effetto nessuna tecnica.
A questo punto, ovviamente, non si può intervenire in nessun modo sul dente perchè fa male. Aspettare che la polpa vada in necrosi da sola ( prima o poi succederà ) però non mi sembra la soluzione più giusta. Primo perchè non è prevedibile il tempo che ci metterà, secondo perchè il dente nel frattempo può continuare a far male, e terzo perchè si può instaurare un' infezione proveniente dall' esterno.
Non volendo utilizzare paste devitalizzanti perchè pericolose, io aspetterei pochi giorni lasciando un pellet di cotone sulla polpa e sicuramente l' infiammazione si ridurra', in modo da poter riprovare ad anestetizzare la zona così da poter procedere alla cura.
Saluti
Con una buona anestesia il dolore non si deve sentire, e mi sembra strano che il dolore si continuasse ad avvertire addirittura dopo l' iniezione intra-pulpare; probabilmente il collega, a causa del dolore che lei avvertiva, non è riuscito ad iniettare l' anestetico esattamente nella polpa.
C'è una tecnica di anestesia detta "intralegamentare" che difficilmente fallisce anche quando la "plessica" ( la normale iniezione sulla gengiva vicino al dente ) non dovesse fare effetto.
Il fatto che fosse uscito sangue dalla polpa depone per una pulpite, cioè un' infiammazione della polpa; potrebbe essere dovuto a questo lo scarso effetto della prima anestesia, ma, ripeto, mi sembra strano che non facesse effetto nessuna tecnica.
A questo punto, ovviamente, non si può intervenire in nessun modo sul dente perchè fa male. Aspettare che la polpa vada in necrosi da sola ( prima o poi succederà ) però non mi sembra la soluzione più giusta. Primo perchè non è prevedibile il tempo che ci metterà, secondo perchè il dente nel frattempo può continuare a far male, e terzo perchè si può instaurare un' infezione proveniente dall' esterno.
Non volendo utilizzare paste devitalizzanti perchè pericolose, io aspetterei pochi giorni lasciando un pellet di cotone sulla polpa e sicuramente l' infiammazione si ridurra', in modo da poter riprovare ad anestetizzare la zona così da poter procedere alla cura.
Saluti
[#2]
Il collega Gaetani ha spiegato esattamente qual è il modo giusto per agire correttamente sul suo dente. Vorrei consigliarle, nel frattempo, di imbibire con qualche goccia di antidolorifico (es. novalgina) la pallina di ovatta da appoggiare in corrispondenza della polpa, è un ottimo rimedio contr il dolore, ma si tratta pur sempre palliativo. Sarà il dentista a risolverle il problema.
A sua disposizione per qualsiasi chiarimento
A sua disposizione per qualsiasi chiarimento
cordiali saluti
dott.ssa Simona Galiero
[#3]
Come Le hanno già descritto i colleghi in maniera esaustiva, vorrei farLe presente che sarebbe utile intervenire con una buona anestesia. La terapia d’emergenza della pulpite è rappresentata idealmente dalla pulpotomia camerale in studio o, se in esterni, da una medicazione con eugenolo, entrambe in grado di eliminare il dolore. Ciò consentirà di programmare al meglio una seduta endodontica completa per detergere completamente il canale endodontico e sigillarlo secondo protocollo.
Se queste operazioni sono state ben eseguite il paziente può aspettare la seduta successiva con il dente medicato anche per un mese senza aver nessun fastidio. C’è quindi tutto il tempo per programmare gli appuntamenti necessari per portare a termine la terapia endodontica in modo efficiente.
Se queste operazioni sono state ben eseguite il paziente può aspettare la seduta successiva con il dente medicato anche per un mese senza aver nessun fastidio. C’è quindi tutto il tempo per programmare gli appuntamenti necessari per portare a termine la terapia endodontica in modo efficiente.
Dr. ANGELO RAFFAELE IZZI
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 108.6k visite dal 31/07/2008.
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