Malattia parondontale, quali terapie?
Salve,
premetto che per circa 15 anni non ho fatto visita ad alcun odontoiatra nonostante parecchie formazioni di tartaro tra i denti ed un frequente sanguinamento gengivale soprattutto durante lo spazzolamento. Inoltre ho una malocclusione con i canini e gli incisivi superiori che coprono anteriormente gli inferiori ed un modesto quadro di affollamento anteriore con alcuni accavallamenti dentari, in particolare a livello dell'arcata inferiore. Da segnalare inoltre, un unico terzo molare emerso in arcata superiore assolutamente fuori asse rispetto agli altri denti.
Da circa 4 anni mi sono deciso a rivolgermi ad un odontoiatra che ha riscontrato la presenza di malattia parodontale con tasche gengivali profonde anche 7-8 mm in prossimità di alcuni molari, per cui mi sottopone ogni 3-4 mesi circa a sedute di ablazione e pulizia profonda con punta metallica ad ultrasuoni piuttosto fastidiose al limite del sopportabile. Inoltre utilizzo dentifricio a base di fluoruro stannoso stabilizzato e colluttorio a base di fluoruro amminico e stannoso ogni giorno.
Per quanto riguarda il dente del giudizio non ha ritenuto intervenire poichè non si ravvedono lesioni della mucosa circostante e non mi procura fastidi.
Mi è stata prospettata la possibilità di effettuare alcuni trattamenti di curettage in anestesia nel prossimo futuro.
Vorrei chiedervi se ritenete corretto un approccio di questo genere o se varrebbe la pena valutare l'opinione di altri specialisti. Ho sentito parlare di trattamenti laser decisamente meno fastidiosi di quelli a cui mi sottopongo e vorrei sapere se sono altrettanto efficaci e privi di effetti collaterali.
Aggiungo che non fumo, nè faccio abuso di alcolici. Non mi risulta soffrire di alcuna malattia cronica.
Grazie.
premetto che per circa 15 anni non ho fatto visita ad alcun odontoiatra nonostante parecchie formazioni di tartaro tra i denti ed un frequente sanguinamento gengivale soprattutto durante lo spazzolamento. Inoltre ho una malocclusione con i canini e gli incisivi superiori che coprono anteriormente gli inferiori ed un modesto quadro di affollamento anteriore con alcuni accavallamenti dentari, in particolare a livello dell'arcata inferiore. Da segnalare inoltre, un unico terzo molare emerso in arcata superiore assolutamente fuori asse rispetto agli altri denti.
Da circa 4 anni mi sono deciso a rivolgermi ad un odontoiatra che ha riscontrato la presenza di malattia parodontale con tasche gengivali profonde anche 7-8 mm in prossimità di alcuni molari, per cui mi sottopone ogni 3-4 mesi circa a sedute di ablazione e pulizia profonda con punta metallica ad ultrasuoni piuttosto fastidiose al limite del sopportabile. Inoltre utilizzo dentifricio a base di fluoruro stannoso stabilizzato e colluttorio a base di fluoruro amminico e stannoso ogni giorno.
Per quanto riguarda il dente del giudizio non ha ritenuto intervenire poichè non si ravvedono lesioni della mucosa circostante e non mi procura fastidi.
Mi è stata prospettata la possibilità di effettuare alcuni trattamenti di curettage in anestesia nel prossimo futuro.
Vorrei chiedervi se ritenete corretto un approccio di questo genere o se varrebbe la pena valutare l'opinione di altri specialisti. Ho sentito parlare di trattamenti laser decisamente meno fastidiosi di quelli a cui mi sottopongo e vorrei sapere se sono altrettanto efficaci e privi di effetti collaterali.
Aggiungo che non fumo, nè faccio abuso di alcolici. Non mi risulta soffrire di alcuna malattia cronica.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
l'approccio terapeutico proposto dal collega sembrerebbe corretto e nella norma, almeno così in linea di massima e teorica non potendo noi da qui valutare il singolo caso. L'utilizzo degli ultrasuoni direi che è indispensabile per rimuovere placca e tartaro ed eventualmente può essere eseguito sotto anestesia se necessario, non ci sarebbe niente di male visto che lei dice che le sedute sono molto fastidiose. Il laser può essere sicuramente utilizzato ma in maniera complementare agli ultrasuoni. In tasche molto profonde, come nel suo caso, è bene eseguire delle levigature con appositi strumenti a cielo aperto, ossia con allestimento di un lembo gengivale per mettere a nudo l'osso sottostante. Consigliabile è anche l'utilizzo di collutorio alla clorexidina 0,2% da utilizzare per una settimana ogni due mesi circa, sempre che non le sia già stato prescritto.
Cordiali saluti
l'approccio terapeutico proposto dal collega sembrerebbe corretto e nella norma, almeno così in linea di massima e teorica non potendo noi da qui valutare il singolo caso. L'utilizzo degli ultrasuoni direi che è indispensabile per rimuovere placca e tartaro ed eventualmente può essere eseguito sotto anestesia se necessario, non ci sarebbe niente di male visto che lei dice che le sedute sono molto fastidiose. Il laser può essere sicuramente utilizzato ma in maniera complementare agli ultrasuoni. In tasche molto profonde, come nel suo caso, è bene eseguire delle levigature con appositi strumenti a cielo aperto, ossia con allestimento di un lembo gengivale per mettere a nudo l'osso sottostante. Consigliabile è anche l'utilizzo di collutorio alla clorexidina 0,2% da utilizzare per una settimana ogni due mesi circa, sempre che non le sia già stato prescritto.
Cordiali saluti
Dr. Pierluigi De Giovanni
ODONTOIATRA
[#2]
La malattia parodontale (piorrea) è un'infezione dei tessuti di sostegno (gengiva, osso, legamento) dei denti che, se non diagnosticata tempestivamente e correttamente trattata, può portare alla loro perdita.
La diagnosi si effettua con un'accurata visita clinica, un sondaggio parodontale da eseguirsi su sei punti su ciascun dente e con delle Rx endorali.
La terapia dei problemi parodontali deve inizialmente prevedere sedute professionali in studio di ablazione del tartaro e di rimozione della placca batterica sottogengivale (curettage).
Queste sedute vanno ripetute, inizialmente, con una frequenza variabile (lo decide lo specialista), anche ogni due-tre mesi.
Con una successiva rivalutazione della situazione clinica, si dovrà decidere se mantenere sotto controllo la situazione con ulteriori sedute di igiene in studio oppure eseguire interventi di chirurgia ossea resettiva o rigenerativa parodontale o muco-gengivale (a seconda del quadro clinico).
Le ricordo che la letteratura internazionale riporta alte percentuali di successo con queste terapie, beninteso che vengano effettuate correttamente e da un operatore esperto.
Imprescindibile è la collaborazione del paziente nel mantenere un'igiene orale ottimale (per tutta la vita!) e l'abolizione di eventuali abitudini come il fumo, pena il possibile aggravamento della malattia.
Non pensi a nulla di fantascientifico, lei ha bisogno di una diagnosi e di una terapia come migliaia di altre persone nella sua situazione, le suggerisco l'ipotesi di effettuare un altro consulto da un dentista esperto che si occupa di Parodontologia.
Riguardo al laser, può essere utilizzato per ridurre l'infiammazione e l'infezione dei tessuti (risultato che può essere però eseguito anche con strumenti "tradizionali"). Il successo della terapia non dipende tanto dallo "strumento" ma piuttosto dalla testa "sapiens" di chi lo utilizza.
Di più online non è possibile aggiungere se non incoraggiarla a non rassegnarsi, vedrà che potrà sorridere ancora moltissimi anni con i suoi denti naturali !
La diagnosi si effettua con un'accurata visita clinica, un sondaggio parodontale da eseguirsi su sei punti su ciascun dente e con delle Rx endorali.
La terapia dei problemi parodontali deve inizialmente prevedere sedute professionali in studio di ablazione del tartaro e di rimozione della placca batterica sottogengivale (curettage).
Queste sedute vanno ripetute, inizialmente, con una frequenza variabile (lo decide lo specialista), anche ogni due-tre mesi.
Con una successiva rivalutazione della situazione clinica, si dovrà decidere se mantenere sotto controllo la situazione con ulteriori sedute di igiene in studio oppure eseguire interventi di chirurgia ossea resettiva o rigenerativa parodontale o muco-gengivale (a seconda del quadro clinico).
Le ricordo che la letteratura internazionale riporta alte percentuali di successo con queste terapie, beninteso che vengano effettuate correttamente e da un operatore esperto.
Imprescindibile è la collaborazione del paziente nel mantenere un'igiene orale ottimale (per tutta la vita!) e l'abolizione di eventuali abitudini come il fumo, pena il possibile aggravamento della malattia.
Non pensi a nulla di fantascientifico, lei ha bisogno di una diagnosi e di una terapia come migliaia di altre persone nella sua situazione, le suggerisco l'ipotesi di effettuare un altro consulto da un dentista esperto che si occupa di Parodontologia.
Riguardo al laser, può essere utilizzato per ridurre l'infiammazione e l'infezione dei tessuti (risultato che può essere però eseguito anche con strumenti "tradizionali"). Il successo della terapia non dipende tanto dallo "strumento" ma piuttosto dalla testa "sapiens" di chi lo utilizza.
Di più online non è possibile aggiungere se non incoraggiarla a non rassegnarsi, vedrà che potrà sorridere ancora moltissimi anni con i suoi denti naturali !
Dr. Paolo De Carli
Specialista in Odontostomatologia
www.studiodecarli.com
[#3]
Utente
Grazie per le vostre risposte,
mi pare di capire che l'odontoiatra da cui sono in cura sta procedendo secondo le classiche linee guida per la patologia che mi avrebbe diagnosticato. Non vi ho scritto sopra che in occasione della prima visita circa 4 anni fa ha visionato la mia Rx ortopanoramica per giudicare il quadro complessivo e dei III molari; inoltre ad ogni seduta sonda con una specie di specillo metallico la profondità delle tasche parodontali e mi ha prescritto periodicamente cicli di 1 mese con colluttorio a base di clorexidina 0.2%.
Riguardo il laser il mio quesito era se poteva sostituire la procedura di ablazione meccanica e pulizia sottogengivale con i medesimi risultati ed eventuali effetti collaterali, risparmiandomi però gran parte dei fastidi.
Dunque ritenete sempre utile che sottoponga il mio caso ad un altro parere?
Grazie.
mi pare di capire che l'odontoiatra da cui sono in cura sta procedendo secondo le classiche linee guida per la patologia che mi avrebbe diagnosticato. Non vi ho scritto sopra che in occasione della prima visita circa 4 anni fa ha visionato la mia Rx ortopanoramica per giudicare il quadro complessivo e dei III molari; inoltre ad ogni seduta sonda con una specie di specillo metallico la profondità delle tasche parodontali e mi ha prescritto periodicamente cicli di 1 mese con colluttorio a base di clorexidina 0.2%.
Riguardo il laser il mio quesito era se poteva sostituire la procedura di ablazione meccanica e pulizia sottogengivale con i medesimi risultati ed eventuali effetti collaterali, risparmiandomi però gran parte dei fastidi.
Dunque ritenete sempre utile che sottoponga il mio caso ad un altro parere?
Grazie.
[#4]
"Da circa 4 anni mi sono deciso a rivolgermi ad un odontoiatra che ha riscontrato la presenza di malattia parodontale con tasche gengivali profonde anche 7-8 mm in prossimità di alcuni molari, per cui mi sottopone ogni 3-4 mesi circa a sedute di ablazione e pulizia profonda"
Dopo 4 anni la vera e propria terapia per la malattia parodontale non è stata ancora iniziata, al massimo sta controllando la sua evoluzione ma non basta perchè le sedute a cui si sottopone non sono sufficienti a decontaminare efficacemente e a lungo termine tasche così profonde.
Quindi in queste aree la malattia progredirà e lei ha soltanto 29 anni...
Se rilegge bene quello che ho scritto, dopo questa fase iniziale, è necessario affrontare il problema con specifici interventi di chirurgia volti a ripristinare, dove possibile, la normale architettura parodontale.
Dopo 4 anni la vera e propria terapia per la malattia parodontale non è stata ancora iniziata, al massimo sta controllando la sua evoluzione ma non basta perchè le sedute a cui si sottopone non sono sufficienti a decontaminare efficacemente e a lungo termine tasche così profonde.
Quindi in queste aree la malattia progredirà e lei ha soltanto 29 anni...
Se rilegge bene quello che ho scritto, dopo questa fase iniziale, è necessario affrontare il problema con specifici interventi di chirurgia volti a ripristinare, dove possibile, la normale architettura parodontale.
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Il curettage può essere eseguito a cielo coperto, senza sollevare lembi e a cielo aperto, sollevando lembi e permettendo una visione "diretta" delle aree da decontaminare, ma da soli non bastano.
Dopo quattro anni dalla diagnosi e con tasche profonde 7-8 mm sui molari, è necessario con tutta probabilità SE vuole risolvere i difetti ossei associati, passare agli interventi di chirurgia parodontale che le ho citato i quali sono più efficaci nel ripristinare la normale fisiologia che è stata alterata dalla malattia.
Non può ritenere di fare la frittata senza rompere le uova... spero di averle chiarito il problema.
Dopo quattro anni dalla diagnosi e con tasche profonde 7-8 mm sui molari, è necessario con tutta probabilità SE vuole risolvere i difetti ossei associati, passare agli interventi di chirurgia parodontale che le ho citato i quali sono più efficaci nel ripristinare la normale fisiologia che è stata alterata dalla malattia.
Non può ritenere di fare la frittata senza rompere le uova... spero di averle chiarito il problema.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3k visite dal 22/04/2014.
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