Estrazione dente con impianto immediato
Buongiorno,
a seguito estrazione premolare con inserimento immediato di impianto, dopo assunzione di antibiotici, con ascesso in via di guarigione, a distanza di 3 giorni ho ancora la guancia gonfia e deformata, ascesso con pus e un dolore "pulsante" .
Ieri sera sono tornata dal mio dentista per togliere il dente provvisorio, perchè in passato ho avuto problemi di allergia alle protesi in resina, pensando di agevolare la guarigione. Mi ha prescritto la seconda scatola di antibiotici e antidolorifici.
E ieri sera mi è stato spiegato che mi ha collocato una spugna all' interno della gengiva, nello spazio di una radice del dente estratto, per evitare che l' infezione si espandesse.
In effetti non c' è stato sanguinamento, ma più che altro mi sto chiedendo se l' inserimento nella gengiva di una spugna... ( ? .. io ho sentito chiedere cotone all' assistente) possa creare problemi in futuro.
a seguito estrazione premolare con inserimento immediato di impianto, dopo assunzione di antibiotici, con ascesso in via di guarigione, a distanza di 3 giorni ho ancora la guancia gonfia e deformata, ascesso con pus e un dolore "pulsante" .
Ieri sera sono tornata dal mio dentista per togliere il dente provvisorio, perchè in passato ho avuto problemi di allergia alle protesi in resina, pensando di agevolare la guarigione. Mi ha prescritto la seconda scatola di antibiotici e antidolorifici.
E ieri sera mi è stato spiegato che mi ha collocato una spugna all' interno della gengiva, nello spazio di una radice del dente estratto, per evitare che l' infezione si espandesse.
In effetti non c' è stato sanguinamento, ma più che altro mi sto chiedendo se l' inserimento nella gengiva di una spugna... ( ? .. io ho sentito chiedere cotone all' assistente) possa creare problemi in futuro.
[#1]
Gentile paziente,
la sintomatologia che descrive non è chiara e clinicamente poco comprensibile. Il problema non è la fibrina, ma la condizione specifica della zona: se dopo aver messo l'impianto vi è attualmente pus, come lei sostiene, sarebbe necessaria una rivalutazione della zona da parte del dentista anche con indagini radiologiche.
Cordiali saluti
la sintomatologia che descrive non è chiara e clinicamente poco comprensibile. Il problema non è la fibrina, ma la condizione specifica della zona: se dopo aver messo l'impianto vi è attualmente pus, come lei sostiene, sarebbe necessaria una rivalutazione della zona da parte del dentista anche con indagini radiologiche.
Cordiali saluti
Dr. Armando Ponzi
www.sgfmedical.it
[#2]
Utente
Grazie Dott. Ponzi,
quello che mi preoccupava maggiormente era il fatto di sapere che mi era stato inserito un materiale nella gengiva da Lei definito "fibrina".
Pur avendo effettuato altri tre impianti, non avevo mai notato che venisse utilizzato questo materiale e temevo fosse la causa del dolore.
La ringrazio per la cortese e sollecita risposta.
quello che mi preoccupava maggiormente era il fatto di sapere che mi era stato inserito un materiale nella gengiva da Lei definito "fibrina".
Pur avendo effettuato altri tre impianti, non avevo mai notato che venisse utilizzato questo materiale e temevo fosse la causa del dolore.
La ringrazio per la cortese e sollecita risposta.
[#3]
Dentista, Ortodontista
Mi perdoni, ma credo di non aver capito: le hanno estratto un premolare ascessuale ed hanno inserito un impianto immediato nella stessa seduta? Cosa ha fatto di così terribile al suo dentista per meritarsi questo? Ovvio che a distanza di tre giorni sia ancora gonfia e purulenta. Chi riuscirà ad eliminare i germi che si trovano a fianco all'impianto? e quelli schiacciati in fondo all'alveolo dalla spugna di fibrina? Io non l'avrei fatto e purtroppo sospetto che tra qualche tempo dovrà togliere l'impianto settico.
Auguri.
Auguri.
[#4]
Utente
Buongiorno Dott. Scaglia,
purtroppo è andata così come Lei ha capito.
Anche stanotte mi chiedevo se poi valesse la pena soffrire tanto dolore, in fondo solo per un fatto estetico.
Mi sono lasciata convincere dalla sicurezza del dottore che diceva di risolvere tutto con un unico intervento e che comunque, in caso di rigetto, avremmo potuto rifare il lavoro in seguito.
Cordiali saluti.
purtroppo è andata così come Lei ha capito.
Anche stanotte mi chiedevo se poi valesse la pena soffrire tanto dolore, in fondo solo per un fatto estetico.
Mi sono lasciata convincere dalla sicurezza del dottore che diceva di risolvere tutto con un unico intervento e che comunque, in caso di rigetto, avremmo potuto rifare il lavoro in seguito.
Cordiali saluti.
[#5]
Il problema che lei ha è relativo all'estrazione, non all'inserimento dell'impianto, che è verosimilmente del tutto ininfluente nella genesi del gonfiore e dolore.
In altre parole, dolore e gonfiore ci sarebbe stato anche se l'impianto non fosse stato inserito, per la sola estrazione.
Poteva andare meglio.
Quello del suo dentista è stato un buon tentativo che condivido completamente.
E' possibile infatti, con opportuni accorgimenti e scegliendo l'impianto adatto, inserirli in siti settici, concludendo in una sola seduta la fase chirurgica.
E' una pratica però che va riservata ai chirurghi più esperti.
Certo, se si verifica una alveolite post-estrattiva, è altamente probabile che l'impianto vada rimosso.
Ma se non si verifica tale alveolite, la guarigione e la successiva osteointegrazione avvengono regolarmente.
Per inciso, inserisco regolarmente impianti post-estrattivi immediati in siti settici.
In altre parole, dolore e gonfiore ci sarebbe stato anche se l'impianto non fosse stato inserito, per la sola estrazione.
Poteva andare meglio.
Quello del suo dentista è stato un buon tentativo che condivido completamente.
E' possibile infatti, con opportuni accorgimenti e scegliendo l'impianto adatto, inserirli in siti settici, concludendo in una sola seduta la fase chirurgica.
E' una pratica però che va riservata ai chirurghi più esperti.
Certo, se si verifica una alveolite post-estrattiva, è altamente probabile che l'impianto vada rimosso.
Ma se non si verifica tale alveolite, la guarigione e la successiva osteointegrazione avvengono regolarmente.
Per inciso, inserisco regolarmente impianti post-estrattivi immediati in siti settici.
www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)
[#6]
Utente
Buonasera Dott. Formentelli,
io ho già estratto quasi tutti i molari superiori, anzi, ne è rimasto solo uno....
Ho sempre tentato di recuperare con cure e devitalizzazioni, fino a dover ricorrere all' estrazione quando si formavano ascessi.
Solo questa volta, il dolore si è accentuato dopo l' estrazione e mai nessun ascesso mi aveva gonfiato tanto il viso, ma di un gonfiore molliccio da farlo sembrare una sacca di gelatina.
Sarà un caso? O un' allergia?
Sapere che Lei inserisce regolarmente impianti in siti settici mi fa ben sperare che tutto si risolva al meglio.
Cordiali saluti.
io ho già estratto quasi tutti i molari superiori, anzi, ne è rimasto solo uno....
Ho sempre tentato di recuperare con cure e devitalizzazioni, fino a dover ricorrere all' estrazione quando si formavano ascessi.
Solo questa volta, il dolore si è accentuato dopo l' estrazione e mai nessun ascesso mi aveva gonfiato tanto il viso, ma di un gonfiore molliccio da farlo sembrare una sacca di gelatina.
Sarà un caso? O un' allergia?
Sapere che Lei inserisce regolarmente impianti in siti settici mi fa ben sperare che tutto si risolva al meglio.
Cordiali saluti.
[#7]
Gentile paziente,
ha mai riflettuto che esiste il consenso informato? Se le avessi proposto di mettere un impianto(un corpo estraneo) in una zona ad alto rischio, con gli inconvenienti che ha ora, avrebbe accettato, sapendo che l'alternativa era l'attesa di due tre settimane?
La informo che NON vi è affatto consenso sull'impianto in aree infette specie se in fase acuta e chiunque lo fa deve informare obbligatoriamente il paziente del rischio che corre.
Si ricordi che non si è bravi a far correre inutili pericoli alla salute della gente.
Al medico corre l'obbligo di dare le complete informazioni perché la salute è la sua non del medico che la cura.
Auguri per il suo decorso.
ha mai riflettuto che esiste il consenso informato? Se le avessi proposto di mettere un impianto(un corpo estraneo) in una zona ad alto rischio, con gli inconvenienti che ha ora, avrebbe accettato, sapendo che l'alternativa era l'attesa di due tre settimane?
La informo che NON vi è affatto consenso sull'impianto in aree infette specie se in fase acuta e chiunque lo fa deve informare obbligatoriamente il paziente del rischio che corre.
Si ricordi che non si è bravi a far correre inutili pericoli alla salute della gente.
Al medico corre l'obbligo di dare le complete informazioni perché la salute è la sua non del medico che la cura.
Auguri per il suo decorso.
[#8]
Ogni estrazione è diversa dalle altre.
99 vanno senza problemi, e una invece ne da, magari quella in apparenza più semplice.
In medicina è così: 2+2 qualche volta non fa 4.
Giusto il rilievo sul consenso informato.
Anche se non possiamo prevedere ogni cosa, deve essere discussa la scelta.
Io ne discuto sempre con il paziente.
Spiego che non sempre posso inserire l'impianto contestualmente all'estrazione, e la decisione finale è intraoperatoria, in relazione ad un insieme di fattori locali compresi quelli dell'esperienza dell'operatore.
Spiego anche che la mia predilezione è chiudere in una sola seduta l'intervento, a meno che delle situazioni locali o generali non mi suggeriscano di fare altrementi.
Spiego anche che la presenza di un sito infetto non è, per me e per la mia manualità, una controindicazione assoluta, ma solo relativa.
CI sono situazioni in cui non mi azzardo a inserire contestualmente all'estrazione l'impianto, anche se il sito non è infetto.
C'è qualche situazione in cui inserisco in due volte un impianto in una zona edentula da diversi anni.
Dipende da un sacco di fattori.
Alcuni sono imprevedibili in fase di studio e programmazione, come in quest'ultimo caso che le ho citato.
Ma al paziente, quando mi da il consenso, ho spiegato che penso di fare in un certo modo lasciando però un margine di decisione intraoperatoria.
Sperando sempre di aver preso la decisione migliore ogni volta, ma questo lo saprò sempre dopo.
Alla luce dei fatti nel suo caso l'inserimento dell'impianto contestuale all'estrazione non è stata la scelta migliore.
Ma questo è, come al solito, il senno del poi.
Quello che dice il collega è vero: non c'è consenso unanime nell'inserimento di impianti in siti settici.
Come in moltissima parte delle procedure odontoiatriche.
E oserei dire, anche mediche.
Un inserimento di un impianto post-estrattivo ritardato (così si chiama la procedura che prevede l'attesa di tre settimane) è gravata da una percentuale di fallimento precoce un pò più alta che un impianto inserito in osso guarito, dopo 6 mesi.
Un impianto post-estrattivo immediato in sito pulito ha una percentuale di fallimento precoce un pò più alta ancora, se il sito è infetto, ancora un pò più alta ancora.
Ma tenga conto che lo disinfettiamo per bene il sito, prima di inserire l'impianto!
Grossi rischi non ce ne sono.
Se l'impianto fallisce precocemente, lo fa in genere senza dolore o con poco dolore.
Lo si toglie e lo si rimette, nulla di drammatico.
Se invece una estrazione evolve in alveolite o necrosi ossea, indipendentemente o meno dall'inserimento di un impianto o dalla setticità del sito, allora son "dolori".
Ed è quello che le è successo.
Se le è stata fornita questa informazione, che è un pò più probabile che l'impianto abbia un fallimento precoce, e che può comunque essere reinserito successivamente, le sono stati dati gli elementi validi per fornire un consenso.
99 vanno senza problemi, e una invece ne da, magari quella in apparenza più semplice.
In medicina è così: 2+2 qualche volta non fa 4.
Giusto il rilievo sul consenso informato.
Anche se non possiamo prevedere ogni cosa, deve essere discussa la scelta.
Io ne discuto sempre con il paziente.
Spiego che non sempre posso inserire l'impianto contestualmente all'estrazione, e la decisione finale è intraoperatoria, in relazione ad un insieme di fattori locali compresi quelli dell'esperienza dell'operatore.
Spiego anche che la mia predilezione è chiudere in una sola seduta l'intervento, a meno che delle situazioni locali o generali non mi suggeriscano di fare altrementi.
Spiego anche che la presenza di un sito infetto non è, per me e per la mia manualità, una controindicazione assoluta, ma solo relativa.
CI sono situazioni in cui non mi azzardo a inserire contestualmente all'estrazione l'impianto, anche se il sito non è infetto.
C'è qualche situazione in cui inserisco in due volte un impianto in una zona edentula da diversi anni.
Dipende da un sacco di fattori.
Alcuni sono imprevedibili in fase di studio e programmazione, come in quest'ultimo caso che le ho citato.
Ma al paziente, quando mi da il consenso, ho spiegato che penso di fare in un certo modo lasciando però un margine di decisione intraoperatoria.
Sperando sempre di aver preso la decisione migliore ogni volta, ma questo lo saprò sempre dopo.
Alla luce dei fatti nel suo caso l'inserimento dell'impianto contestuale all'estrazione non è stata la scelta migliore.
Ma questo è, come al solito, il senno del poi.
Quello che dice il collega è vero: non c'è consenso unanime nell'inserimento di impianti in siti settici.
Come in moltissima parte delle procedure odontoiatriche.
E oserei dire, anche mediche.
Un inserimento di un impianto post-estrattivo ritardato (così si chiama la procedura che prevede l'attesa di tre settimane) è gravata da una percentuale di fallimento precoce un pò più alta che un impianto inserito in osso guarito, dopo 6 mesi.
Un impianto post-estrattivo immediato in sito pulito ha una percentuale di fallimento precoce un pò più alta ancora, se il sito è infetto, ancora un pò più alta ancora.
Ma tenga conto che lo disinfettiamo per bene il sito, prima di inserire l'impianto!
Grossi rischi non ce ne sono.
Se l'impianto fallisce precocemente, lo fa in genere senza dolore o con poco dolore.
Lo si toglie e lo si rimette, nulla di drammatico.
Se invece una estrazione evolve in alveolite o necrosi ossea, indipendentemente o meno dall'inserimento di un impianto o dalla setticità del sito, allora son "dolori".
Ed è quello che le è successo.
Se le è stata fornita questa informazione, che è un pò più probabile che l'impianto abbia un fallimento precoce, e che può comunque essere reinserito successivamente, le sono stati dati gli elementi validi per fornire un consenso.
[#9]
Utente
Buongiorno Dottori,
io ho firmato qualcosa a inizio anno, senza neppure leggere, penso per il solito consenso trattamento dati personali.
Mi fido talmente di quel dottore che non ho neppure chiesto il preventivo di spesa.
E' un medico impegnato anche nel volontariato.
Io non ricordo di aver firmato altro e comunque il venerdì mi aveva detto che non si poteva fare l' impianto, mentre il lunedì, dopo l' estrazione ha deciso di farlo.
Avevo notato in altre occasioni che è molto frettoloso e impreciso, ma è sempre molto difficile cambiare, soprattutto perchè anche gli altri tre impianti si allentano ogni due o tre mesi.
Ho due impianti sweden martina, e due impianti di origine americana, senza avere altri dati su misure e serie, tutti nell' arcata superiore. Li ho inseriti pensando di poterli utilizzare come punti di aggancio per future necessità di protesi.
Approfitto della Vs. disponibilità per chiedere:
Se io cambio studio dentistico, devo fornire dati precisi degli impianti?
Oppure è possibile adattare qualsiasi vite agli impianti esistenti?
Grazie.
io ho firmato qualcosa a inizio anno, senza neppure leggere, penso per il solito consenso trattamento dati personali.
Mi fido talmente di quel dottore che non ho neppure chiesto il preventivo di spesa.
E' un medico impegnato anche nel volontariato.
Io non ricordo di aver firmato altro e comunque il venerdì mi aveva detto che non si poteva fare l' impianto, mentre il lunedì, dopo l' estrazione ha deciso di farlo.
Avevo notato in altre occasioni che è molto frettoloso e impreciso, ma è sempre molto difficile cambiare, soprattutto perchè anche gli altri tre impianti si allentano ogni due o tre mesi.
Ho due impianti sweden martina, e due impianti di origine americana, senza avere altri dati su misure e serie, tutti nell' arcata superiore. Li ho inseriti pensando di poterli utilizzare come punti di aggancio per future necessità di protesi.
Approfitto della Vs. disponibilità per chiedere:
Se io cambio studio dentistico, devo fornire dati precisi degli impianti?
Oppure è possibile adattare qualsiasi vite agli impianti esistenti?
Grazie.
[#10]
Alcune marche commerciali adottano una propria connessione implantare specifica.
Altre linee di impianti adottano delle connessioni standardizzate.
La conoscenza di marca e modello permette ad un implantologo di media esperienza di procurarsi la componentistica necessaria, se non già in suo possesso.
Altre linee di impianti adottano delle connessioni standardizzate.
La conoscenza di marca e modello permette ad un implantologo di media esperienza di procurarsi la componentistica necessaria, se non già in suo possesso.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 7.7k visite dal 20/02/2014.
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