Formazione calcificata intragengivale
Gentili dottori, vi ringrazio in anticipo per un vostro consulto
A luglio dell'anno scorso, in concomitanza con la parziale esposizione del dente del giudizio, nell'arcata inferiore sinistra sentivo un dolore localizzato molto intenso che ho "curato" con ibuprofene per circa 3-4 giorni. Non ho fatto caso a questo evento.
Il mese scorso, a seguito di una visita dal Dentista, faccio una panoramica e il radiologo osserva una formazione calcificata "sotto" il dente del giudizio. Appare della dimensione dello stesso dente, con bordi irregolari (nella RX possiedono un intenso colore bianco) e con una macchia scura all'interno; la macchia è di dimensioni "ridotte" in proporzione all'area bianca. Dopo una iniziale perplessità, il radiologo mi dice di stare tranquillo che è l'esito di una calcificazione. In effetti non mi da alcun problema.
Due giorni fa, vengo contattato dal dentista che mi riferisce di non escludere una formazione neoplastica, e mi chiede (aggiungo io) giustamente, una TAC/Dentalscan.
Sono, ovviamente, un po' spaventato dal termine "neoplasia". Pur comprendendo l'impossibilità di una diagnosi certa, specialmente telematica, e nella piena consapevolezza che soltanto l'esito della TAC possa servire per la definizione, vi chiedo se - nella vostra esperienza - una tale formazione può effettivamente essere indice di un potenziale problema oncologico.
Grazie per la vostra attenzione.
A luglio dell'anno scorso, in concomitanza con la parziale esposizione del dente del giudizio, nell'arcata inferiore sinistra sentivo un dolore localizzato molto intenso che ho "curato" con ibuprofene per circa 3-4 giorni. Non ho fatto caso a questo evento.
Il mese scorso, a seguito di una visita dal Dentista, faccio una panoramica e il radiologo osserva una formazione calcificata "sotto" il dente del giudizio. Appare della dimensione dello stesso dente, con bordi irregolari (nella RX possiedono un intenso colore bianco) e con una macchia scura all'interno; la macchia è di dimensioni "ridotte" in proporzione all'area bianca. Dopo una iniziale perplessità, il radiologo mi dice di stare tranquillo che è l'esito di una calcificazione. In effetti non mi da alcun problema.
Due giorni fa, vengo contattato dal dentista che mi riferisce di non escludere una formazione neoplastica, e mi chiede (aggiungo io) giustamente, una TAC/Dentalscan.
Sono, ovviamente, un po' spaventato dal termine "neoplasia". Pur comprendendo l'impossibilità di una diagnosi certa, specialmente telematica, e nella piena consapevolezza che soltanto l'esito della TAC possa servire per la definizione, vi chiedo se - nella vostra esperienza - una tale formazione può effettivamente essere indice di un potenziale problema oncologico.
Grazie per la vostra attenzione.
[#1]
Gentile Utente,
per stabilire se si tratta di una neoformazione di natura neoplastica, non sarà sufficiente la TAC, che potrà certamente dare indicazioni utili, ma sarà necessaria l'asportazione dell'intera massa con successivo esame dei tessuti prelevati.
Inutile dire che anche a livello dentale possono svilupparsi neoplasie, nella maggior parte dei casi di natura benigna, più raramente maligna.
Affronti con serenità il percorso terapeutico-diagnostico che le verrà consigliato.
Cordiali Saluti
per stabilire se si tratta di una neoformazione di natura neoplastica, non sarà sufficiente la TAC, che potrà certamente dare indicazioni utili, ma sarà necessaria l'asportazione dell'intera massa con successivo esame dei tessuti prelevati.
Inutile dire che anche a livello dentale possono svilupparsi neoplasie, nella maggior parte dei casi di natura benigna, più raramente maligna.
Affronti con serenità il percorso terapeutico-diagnostico che le verrà consigliato.
Cordiali Saluti
Risposta ad esclusivo scopo informativo, non costituisce diagnosi, non sostituisce la visita medica.
[#4]
Utente
Gentilissimi medici,
il referto della TAC è apparentemente scarno e, limitatamente al problema, riporta una "disodontiasi del 38 con orientamento mesiale e, adicente al 38, si apprezzano aree di osteocondensazione attorno al canale mandibolare, non altre lesioni a focolaio, indenni i canali mandibolari".
Comprendo che la genesi delle aree di osteocondensazione non possa essere facilmente definita, tuttavia ho un'altra "preoccupazione". Il mio dentista (con il quale ho un appuntamento la prossima settimana, al momento ci siamo sentiti per telefono), si dice preoccupato poiché queste aree, se dovessero crescere/espandersi possono danneggiare il nervo e provocare carenza/assenza della sensibilità al labbro. Consiglia di aspettare un anno e vedere se questa formazione rimante "stabile", oppure - in caso di qualsiasi episodio di formicolio o diminuzione della sensibilità del labbro- fare un'altra TAC.
La mia domanda, a questo punto, è banale ma vorrei comunque proporla alla vostra attenzione. Visto che il referto parla di "aree" non è possibile rimuoverle o allontanarle dal nervo? Se il nervo dovesse danneggiarsi, perderei a vita la sensibilità dell'emilabbro inferiore, senza possibilità di (ri-)genesi del nervo stesso?
Vi ringrazio per la pazienza, posso dirvi che - come suggerito dal dott. Palomba, che ringrazio - affronterò con serenità qualsiasi strada proposta.
il referto della TAC è apparentemente scarno e, limitatamente al problema, riporta una "disodontiasi del 38 con orientamento mesiale e, adicente al 38, si apprezzano aree di osteocondensazione attorno al canale mandibolare, non altre lesioni a focolaio, indenni i canali mandibolari".
Comprendo che la genesi delle aree di osteocondensazione non possa essere facilmente definita, tuttavia ho un'altra "preoccupazione". Il mio dentista (con il quale ho un appuntamento la prossima settimana, al momento ci siamo sentiti per telefono), si dice preoccupato poiché queste aree, se dovessero crescere/espandersi possono danneggiare il nervo e provocare carenza/assenza della sensibilità al labbro. Consiglia di aspettare un anno e vedere se questa formazione rimante "stabile", oppure - in caso di qualsiasi episodio di formicolio o diminuzione della sensibilità del labbro- fare un'altra TAC.
La mia domanda, a questo punto, è banale ma vorrei comunque proporla alla vostra attenzione. Visto che il referto parla di "aree" non è possibile rimuoverle o allontanarle dal nervo? Se il nervo dovesse danneggiarsi, perderei a vita la sensibilità dell'emilabbro inferiore, senza possibilità di (ri-)genesi del nervo stesso?
Vi ringrazio per la pazienza, posso dirvi che - come suggerito dal dott. Palomba, che ringrazio - affronterò con serenità qualsiasi strada proposta.
[#6]
Gentile utente,
da quanto lei ci riferisce, direi che la cosa migliore da fare, in accordo con il suo odontoiatra, è quella di chiedere la consulenza e il parere di un chirurgo maxillo-facciale che è lo specialista d'elezione per la rimozione eventuale di queste "aree".
Cordiali saluti
da quanto lei ci riferisce, direi che la cosa migliore da fare, in accordo con il suo odontoiatra, è quella di chiedere la consulenza e il parere di un chirurgo maxillo-facciale che è lo specialista d'elezione per la rimozione eventuale di queste "aree".
Cordiali saluti
Dr. Pierluigi De Giovanni
ODONTOIATRA
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 12.6k visite dal 11/02/2014.
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