Pulpite e immunità all'anestesia: aiuto?
Buongiorno a tutti gli specialisti,
Vi illustro al meglio la mia situazione:
Ho avuto un episodio di carie dentale ad un molare inferiore destro (per intenderci, il penultimo) che non ha presentato alcun sintomo doloroso fino alla rottura del dente. Mi reco quindi dal mio dentista, che mi fa una medicazione temporanea (di nuovo, niente dolore) e mi dà appuntamento dopo una settimana per l'otturazione definitiva. Alla seconda seduta, dopo aver rimosso la medicazione, si accorge della presenza di uno scappucciamento. Decide di non devitalizzare subito nella speranza di salvare il dente e mi fa un'altra medicazione, con appuntamento di nuovo dopo 7 giorni. Nel frattempo inizia il dolore pulsante, che culmina nella comparsa di sanguinamento. A quel punto chiamo il mio dentista che mi fa andare da lui d'urgenza ieri nel pomeriggio e mi diagnostica una pulpite in atto. Decide quindi di estrarre la polpa dalla camera per poi procedere ad una devitalizzazione. Ma...l'asportazione della polpa riesce solo in parte, perché resto completamente immune ad ogni forma di anestesia! Le ha provate davvero tutte: intra-ossea, intrapuplare, ecc., compresa una che si esegue infilando l'ago alla base della gola, all'interno, dove incontra la mascella per addormentare i nervi all'origine (non so come si chiami questo tipo di anestesia). Niente. È come se non mi avesse iniettato nulla.Tenta anche una medicazione lenitiva che lascia agire per 20 minuti, per eliminare il dolore. Di nuovo, niente. Riesce ad asportare parte della polpa e mi fa una nuova medicazione nella speranza di "sedare" le cellule vive (batteriologiche o "mie" che siano) e poter completare l'asportazione pulpare giovedì.
Oggi non ho più il dolore pulsante della pulpite, più un fastidio che altro, ma appena sfioro il dente offeso con i denti dell'arcata superiore, vedo le stelle. Il dolore sparisce appena tolgo la pressione (accidentale, vi assicuro!). Secondo voi questa medicazione sta sortendo l'effetto desiderato? Il fatto che senta di nuovo quel dolore lancinante non appena il dente viene sfiorato ma non se rimane intoccato (mentre prima faceva male sempre) è un buon segno? Il dolore di oggi può essere semplicemente una conseguenza del fatto di aver passato 120 minuti ieri sera a sottopormi ad un trattamento a nervi vivi, o significa che l'infiammazione non sta scemando? Non mi era mai capito di urlare e arrivare a non riuscire a star ferma sulla poltrona del dentista, e sono terrorizzata all'idea di dover rifare l'intera trafila giovedì. Che cosa mi posso aspettare dalla prossima seduta?
Premetto che vado da questo dentista da anni e non avevo mai avuto problemi con l'anestesia prima; ho già avuto un caso di pulpite in passato e vi assicuro che tutte le anestesie sono state eseguite correttamente anche questa volta. Ho un'alta soglia del dolore, ma l'idea di dover passare un'altra tortura come quella di ieri mi angoscia davvero.
Che cosa ne pensate?
Vi ringrazio anticipatamente.
Sonia
Vi illustro al meglio la mia situazione:
Ho avuto un episodio di carie dentale ad un molare inferiore destro (per intenderci, il penultimo) che non ha presentato alcun sintomo doloroso fino alla rottura del dente. Mi reco quindi dal mio dentista, che mi fa una medicazione temporanea (di nuovo, niente dolore) e mi dà appuntamento dopo una settimana per l'otturazione definitiva. Alla seconda seduta, dopo aver rimosso la medicazione, si accorge della presenza di uno scappucciamento. Decide di non devitalizzare subito nella speranza di salvare il dente e mi fa un'altra medicazione, con appuntamento di nuovo dopo 7 giorni. Nel frattempo inizia il dolore pulsante, che culmina nella comparsa di sanguinamento. A quel punto chiamo il mio dentista che mi fa andare da lui d'urgenza ieri nel pomeriggio e mi diagnostica una pulpite in atto. Decide quindi di estrarre la polpa dalla camera per poi procedere ad una devitalizzazione. Ma...l'asportazione della polpa riesce solo in parte, perché resto completamente immune ad ogni forma di anestesia! Le ha provate davvero tutte: intra-ossea, intrapuplare, ecc., compresa una che si esegue infilando l'ago alla base della gola, all'interno, dove incontra la mascella per addormentare i nervi all'origine (non so come si chiami questo tipo di anestesia). Niente. È come se non mi avesse iniettato nulla.Tenta anche una medicazione lenitiva che lascia agire per 20 minuti, per eliminare il dolore. Di nuovo, niente. Riesce ad asportare parte della polpa e mi fa una nuova medicazione nella speranza di "sedare" le cellule vive (batteriologiche o "mie" che siano) e poter completare l'asportazione pulpare giovedì.
Oggi non ho più il dolore pulsante della pulpite, più un fastidio che altro, ma appena sfioro il dente offeso con i denti dell'arcata superiore, vedo le stelle. Il dolore sparisce appena tolgo la pressione (accidentale, vi assicuro!). Secondo voi questa medicazione sta sortendo l'effetto desiderato? Il fatto che senta di nuovo quel dolore lancinante non appena il dente viene sfiorato ma non se rimane intoccato (mentre prima faceva male sempre) è un buon segno? Il dolore di oggi può essere semplicemente una conseguenza del fatto di aver passato 120 minuti ieri sera a sottopormi ad un trattamento a nervi vivi, o significa che l'infiammazione non sta scemando? Non mi era mai capito di urlare e arrivare a non riuscire a star ferma sulla poltrona del dentista, e sono terrorizzata all'idea di dover rifare l'intera trafila giovedì. Che cosa mi posso aspettare dalla prossima seduta?
Premetto che vado da questo dentista da anni e non avevo mai avuto problemi con l'anestesia prima; ho già avuto un caso di pulpite in passato e vi assicuro che tutte le anestesie sono state eseguite correttamente anche questa volta. Ho un'alta soglia del dolore, ma l'idea di dover passare un'altra tortura come quella di ieri mi angoscia davvero.
Che cosa ne pensate?
Vi ringrazio anticipatamente.
Sonia
[#1]
Gentile paziente,
la possibilità che il blocco anestesiologico non avvenga o ci sia in modo incompleto talvolta, sfortunatamente per lei, accade. Peraltro, di solito, il dentista dovrebbe essere in grado di controllare il dolore pur nella condizione estrema di pulpite.
La assenza attuale del dolore depone per una riduzione dell'infiammazione e forse dell'estensione del nervo stesso. Sarei quindi per propendere ad una maggiore tranquillità da parte sua poiché il trattamento sarà più facile e 'painless' (cosa più importante).
Se vuole mi tenga informato.
Cordiali saluti
la possibilità che il blocco anestesiologico non avvenga o ci sia in modo incompleto talvolta, sfortunatamente per lei, accade. Peraltro, di solito, il dentista dovrebbe essere in grado di controllare il dolore pur nella condizione estrema di pulpite.
La assenza attuale del dolore depone per una riduzione dell'infiammazione e forse dell'estensione del nervo stesso. Sarei quindi per propendere ad una maggiore tranquillità da parte sua poiché il trattamento sarà più facile e 'painless' (cosa più importante).
Se vuole mi tenga informato.
Cordiali saluti
Dr. Armando Ponzi
www.sgfmedical.it
[#2]
Dopo 7 giorni di medicazione provvisoria e di esposizione pulpare la pulpectomia era elettiva.
I materiali provvisori non sono immuni alle infiltrazioni batteriche e così la polpa dentale è andata in pulpite irreversibile tardiva. Il cosidetto "dente caldo", vivo ma non vitale e difficile da anestetizzare.
Per quanto riguarda l'anestesia di un dente caldo può essere veramente difficoltosa da ottenere.
La letteratura scientifica suggerisce di utilizzare oltre all'anestesia plessica, quella intraligamentosa, eventualmente intrapulpare ed altri metodi per il controllo del dolore.
(chiariamoci, il dolore pulpare è considerato alla stregua di quello di una colica e l'unico modo per eliminarlo è l'asportazione totale della polpa)
Quindi alla prossima seduta, chieda al suo dentista di somministrarle un farmaco antidolorifico addizionale (tipo metamizolo) per OS prima di iniziare le manovre sotto diga in modo tale da ottenere un controllo del dolore più efficace.
L'assenza del dolore odierno è dovuta al fatto che la camera pulpare è stata aperta e i prodotti gassosi della necrosi pulpare non ne comprimono più i tessuti (ed il nervo) scatenando l'algia.
I materiali provvisori non sono immuni alle infiltrazioni batteriche e così la polpa dentale è andata in pulpite irreversibile tardiva. Il cosidetto "dente caldo", vivo ma non vitale e difficile da anestetizzare.
Per quanto riguarda l'anestesia di un dente caldo può essere veramente difficoltosa da ottenere.
La letteratura scientifica suggerisce di utilizzare oltre all'anestesia plessica, quella intraligamentosa, eventualmente intrapulpare ed altri metodi per il controllo del dolore.
(chiariamoci, il dolore pulpare è considerato alla stregua di quello di una colica e l'unico modo per eliminarlo è l'asportazione totale della polpa)
Quindi alla prossima seduta, chieda al suo dentista di somministrarle un farmaco antidolorifico addizionale (tipo metamizolo) per OS prima di iniziare le manovre sotto diga in modo tale da ottenere un controllo del dolore più efficace.
L'assenza del dolore odierno è dovuta al fatto che la camera pulpare è stata aperta e i prodotti gassosi della necrosi pulpare non ne comprimono più i tessuti (ed il nervo) scatenando l'algia.
Dr. Federico Campedelli
[#3]
Gentile paziente,
Tra le varie forme di pulpite, la sua è quella acuta sierosa caratterizzata da iperemia vasale attiva e passiva , formazione di microtomi , fuoriuscita di essudato dai vasi e lieve infiltrazione leucocitaria.
Senza opportuna terapia la pulpite sierosa può evolvere in pulpite purulenta. La sintomatologia dolorosa diventa più intensa, a carattere pulsante , sempre con la caratteristica di dolore nevralgico, è accentuata dal caldo ed attenuata dal freddo.
Le pulpiti se non risolte con asportazione della polpa, trattamento dei canali, loro otturazione ermetica evolvono in un quadro clinico di necrosi della polpa.
Sono contrario a medicazioni necrotizzanti ma è necessario, nel suo caso, procedere ad una buona anestesia :
anestesia tronculare inferiore o intraligamentosa associata ad una anestesia intrapulpare.
Nel caso di pulpite l'antibiotico, qualsiasi antibiotico, è assolutamente inutile e nella stragrande maggioranza dei casi anche l'antinfiammatorio non sortisce alcun effetto.
La remissione del dolore in modo spontaneo è assolutamente casuale ed indica, piuttosto, l'inizio della fase di necrosi pulpare che si evidenzierà con nuovo dolore dovuto alla lisi cellulare della necrosi nel caso non si intervenga celermente.
Si rivolga ad un odontoiatra esperto in endodonzia nel caso in cui il suo non si occupi prevalentemente di endodonzia.
Cordiali saluti
Tra le varie forme di pulpite, la sua è quella acuta sierosa caratterizzata da iperemia vasale attiva e passiva , formazione di microtomi , fuoriuscita di essudato dai vasi e lieve infiltrazione leucocitaria.
Senza opportuna terapia la pulpite sierosa può evolvere in pulpite purulenta. La sintomatologia dolorosa diventa più intensa, a carattere pulsante , sempre con la caratteristica di dolore nevralgico, è accentuata dal caldo ed attenuata dal freddo.
Le pulpiti se non risolte con asportazione della polpa, trattamento dei canali, loro otturazione ermetica evolvono in un quadro clinico di necrosi della polpa.
Sono contrario a medicazioni necrotizzanti ma è necessario, nel suo caso, procedere ad una buona anestesia :
anestesia tronculare inferiore o intraligamentosa associata ad una anestesia intrapulpare.
Nel caso di pulpite l'antibiotico, qualsiasi antibiotico, è assolutamente inutile e nella stragrande maggioranza dei casi anche l'antinfiammatorio non sortisce alcun effetto.
La remissione del dolore in modo spontaneo è assolutamente casuale ed indica, piuttosto, l'inizio della fase di necrosi pulpare che si evidenzierà con nuovo dolore dovuto alla lisi cellulare della necrosi nel caso non si intervenga celermente.
Si rivolga ad un odontoiatra esperto in endodonzia nel caso in cui il suo non si occupi prevalentemente di endodonzia.
Cordiali saluti
Dr. Maurizio Macrì
Odontoiatra
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 17.3k visite dal 22/10/2013.
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