In che cosa consiste la piorrea
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E' pertinente perchè anche il PARODONTOLOGO è un dentista che si applica più particolarmente ai problemi dei tessuti di sostegno dei denti. Comunque è necessario molto altro, oltre allo splintaggio, ed un parodontologo potrebbe aiutarla anche se forse anche il suo dentista ha le necessarie competenze. Si informi in merito.
Dr. C. Alessandro Aversa
Medico Chirurgo Odontostomatologo in Firenze
www.dentistaversa.it
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Gentile Paziente,
la malattia parodontale (piorrea) è un'infezione dei tessuti di sostegno (gengiva, osso, legamento) dei denti che, se non diagnosticata tempestivamente e correttamente trattata, può portare alla loro perdita.
La diagnosi si effettua con una visita clinica accurata, un sondaggio parodontale su sei punti su ciascun dente ed eventualmente con l'ausilio di Rx endorali.
La terapia deve inizialmente prevedere sedute professionali in studio di ablazione del tartaro e di rimozione della placca batterica sottogengivale (curettage).
Queste sedute vanno ripetute, inizialmente, con una frequenza variabile (lo decide lo specialista), anche ogni due-tre mesi.
Con una successiva rivalutazione della situazione clinica, si dovrà decidere se mantenere sotto controllo la situazione con ulteriori sedute di igiene in studio oppure eseguire interventi di chirurgia ossea resettiva o rigenerativa parodontale (a seconda del quadro clinico).
Imprescindibile è la collaborazione del paziente nel mantenere un'igiene orale ottimale (per tutta la vita!) e l'eventuale abolizione di abitudini come il fumo, pena il possibile aggravamento della malattia.
Lo splintaggio a cui si riferisce è una terapia di supporto, iniziale, per "unire" dei denti che probabilmente presentano già un certo grado di mobilità: questo intervento va seguito, come detto, da un approfondimento del problema con diagnosi e terapia.
Cordialmente
la malattia parodontale (piorrea) è un'infezione dei tessuti di sostegno (gengiva, osso, legamento) dei denti che, se non diagnosticata tempestivamente e correttamente trattata, può portare alla loro perdita.
La diagnosi si effettua con una visita clinica accurata, un sondaggio parodontale su sei punti su ciascun dente ed eventualmente con l'ausilio di Rx endorali.
La terapia deve inizialmente prevedere sedute professionali in studio di ablazione del tartaro e di rimozione della placca batterica sottogengivale (curettage).
Queste sedute vanno ripetute, inizialmente, con una frequenza variabile (lo decide lo specialista), anche ogni due-tre mesi.
Con una successiva rivalutazione della situazione clinica, si dovrà decidere se mantenere sotto controllo la situazione con ulteriori sedute di igiene in studio oppure eseguire interventi di chirurgia ossea resettiva o rigenerativa parodontale (a seconda del quadro clinico).
Imprescindibile è la collaborazione del paziente nel mantenere un'igiene orale ottimale (per tutta la vita!) e l'eventuale abolizione di abitudini come il fumo, pena il possibile aggravamento della malattia.
Lo splintaggio a cui si riferisce è una terapia di supporto, iniziale, per "unire" dei denti che probabilmente presentano già un certo grado di mobilità: questo intervento va seguito, come detto, da un approfondimento del problema con diagnosi e terapia.
Cordialmente
Dr. Paolo De Carli
Specialista in Odontostomatologia
www.studiodecarli.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.8k visite dal 27/02/2013.
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