Paradontite e tasche gengivali
Gentili dottori,
premetto che ho già fatto ricorso a questo servizio altre volte e mi sono sempre trovata bene. Ho fatto una nuova registrazione perchè ho perso i dati precedenti e non riesco più ad aprire l'email a cui erano stati mandati.
Detto questo, espongo in breve la ragione del consulto: da diversi anni so di soffrire di gengivite e ricorro al dentista almeno due volte l'anno per la pulizia dentale. Recentemente ho cambiato dentista perchè mi sono spostata di città per ragioni di lavoro. La specialista che ha fatto la pulizia ha notato la presenza di tasche abbastanza profonde collocate tra l'ultimo e il penultimo dente superiore sinistro e lo stesso per quelli inferiori sul lato destro (non ho più i denti del giudizio). Le ha quindi ben pulite e mi ha chiesto di tornare al più presto per un controllo. Il dentista ha fatto fare delle piccole radiografie localizzate e mi ha poi fatto notare (sulle radiografie) la distribuzione di zone più "scure" laddove si trova questa infiammazione. Non conosco la terminologia corretta...comunque voleva capire se c'era un coinvolgimento dell'osso...e da quello che ho capito siamo al limite per quanto riguarda questi punti. Suggerisce pertanto di fare una serie di pulizie ravvicinate e poi decidere in base alla progressione se passare a trattamenti più aggressivi (ha parlato di antibiotici). Quello che volevo sapere è 1) se una condizione di questo tipo può essere curata con efficacia migliorando l'igiene quotidiana (vorrei dire al riguardo che mi lavo i denti con attenzione 2 volte al giorno e uso almeno una volta al giorno il filo interdentale) 2) Con quale intervallo, se è possibile stabilirlo, è sensato nel mio caso procedere ad una pulizia professionale (più di due l'anno?) 3) il dentista ha parlato di un problema genetico: è possibile? In effetti anche mio padre e mio zio hanno avuto problemi di questo tipo, anche se ben più seri; 4) ho letto che persone che soffrono di paradontite hanno un alta percentuale di sviluppare un cancro al pancreas: è una correlazione provata? (aggiungo che non fumo, non bevo, mi alimento in modo sano e faccio attività fisica). Rivolgo a voi queste domande non perchè non mi fidi del dentista a cui mi sono rivolta, che mi sembra una persona seria e preparata ma perchè mi trovo in un paese diverso dall'Italia e, benchè io parli bene la lingua, a volte preferisco avere chiarimenti in italiano. Ringrazio anticipatamente per l'aiuto.
premetto che ho già fatto ricorso a questo servizio altre volte e mi sono sempre trovata bene. Ho fatto una nuova registrazione perchè ho perso i dati precedenti e non riesco più ad aprire l'email a cui erano stati mandati.
Detto questo, espongo in breve la ragione del consulto: da diversi anni so di soffrire di gengivite e ricorro al dentista almeno due volte l'anno per la pulizia dentale. Recentemente ho cambiato dentista perchè mi sono spostata di città per ragioni di lavoro. La specialista che ha fatto la pulizia ha notato la presenza di tasche abbastanza profonde collocate tra l'ultimo e il penultimo dente superiore sinistro e lo stesso per quelli inferiori sul lato destro (non ho più i denti del giudizio). Le ha quindi ben pulite e mi ha chiesto di tornare al più presto per un controllo. Il dentista ha fatto fare delle piccole radiografie localizzate e mi ha poi fatto notare (sulle radiografie) la distribuzione di zone più "scure" laddove si trova questa infiammazione. Non conosco la terminologia corretta...comunque voleva capire se c'era un coinvolgimento dell'osso...e da quello che ho capito siamo al limite per quanto riguarda questi punti. Suggerisce pertanto di fare una serie di pulizie ravvicinate e poi decidere in base alla progressione se passare a trattamenti più aggressivi (ha parlato di antibiotici). Quello che volevo sapere è 1) se una condizione di questo tipo può essere curata con efficacia migliorando l'igiene quotidiana (vorrei dire al riguardo che mi lavo i denti con attenzione 2 volte al giorno e uso almeno una volta al giorno il filo interdentale) 2) Con quale intervallo, se è possibile stabilirlo, è sensato nel mio caso procedere ad una pulizia professionale (più di due l'anno?) 3) il dentista ha parlato di un problema genetico: è possibile? In effetti anche mio padre e mio zio hanno avuto problemi di questo tipo, anche se ben più seri; 4) ho letto che persone che soffrono di paradontite hanno un alta percentuale di sviluppare un cancro al pancreas: è una correlazione provata? (aggiungo che non fumo, non bevo, mi alimento in modo sano e faccio attività fisica). Rivolgo a voi queste domande non perchè non mi fidi del dentista a cui mi sono rivolta, che mi sembra una persona seria e preparata ma perchè mi trovo in un paese diverso dall'Italia e, benchè io parli bene la lingua, a volte preferisco avere chiarimenti in italiano. Ringrazio anticipatamente per l'aiuto.
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1) se una condizione di questo tipo può essere curata con efficacia migliorando l'igiene quotidiana (vorrei dire al riguardo che mi lavo i denti con attenzione 2 volte al giorno e uso almeno una volta al giorno il filo interdentale)
l'infiammazione cronica ha prodotto la perdita d'osso intorno al dente e l'osso non ricrescerà; il danno quindi non può essere curato con l'igiene orale ma la progressione della malattia può essere rallenata fino a stoppata con assidua igiene orale e professionale; anzi, è forse l'unica strada.
2) Con quale intervallo, se è possibile stabilirlo, è sensato nel mio caso procedere ad una pulizia professionale (più di due l'anno?)
il suo dentista può stabilirlo in base all'evoluzione dopo le prime sedute ma si va anche fino a sedute bimestrali specialmente in un primo tempo finchè il controllo di placca da parte sua non sia perfetto; poi si dirada
3) il dentista ha parlato di un problema genetico: è possibile? In effetti anche mio padre e mio zio hanno avuto problemi di questo tipo, anche se ben più seri;
più che genetico direi COSTITUZIONALE, cioè non si trasmette inesorabilmente da padre in figlio ma si nasce con particolare predisposizione a talune patologie (tutto in linea di massima)
4) ho letto che persone che soffrono di paradontite hanno un alta percentuale di sviluppare un cancro al pancreas: è una correlazione provata?
Non sono a conoscenza di correlazione provata di questo tipo ma mi sembra alquanto improbabile come "alta percentuale "
saluti
l'infiammazione cronica ha prodotto la perdita d'osso intorno al dente e l'osso non ricrescerà; il danno quindi non può essere curato con l'igiene orale ma la progressione della malattia può essere rallenata fino a stoppata con assidua igiene orale e professionale; anzi, è forse l'unica strada.
2) Con quale intervallo, se è possibile stabilirlo, è sensato nel mio caso procedere ad una pulizia professionale (più di due l'anno?)
il suo dentista può stabilirlo in base all'evoluzione dopo le prime sedute ma si va anche fino a sedute bimestrali specialmente in un primo tempo finchè il controllo di placca da parte sua non sia perfetto; poi si dirada
3) il dentista ha parlato di un problema genetico: è possibile? In effetti anche mio padre e mio zio hanno avuto problemi di questo tipo, anche se ben più seri;
più che genetico direi COSTITUZIONALE, cioè non si trasmette inesorabilmente da padre in figlio ma si nasce con particolare predisposizione a talune patologie (tutto in linea di massima)
4) ho letto che persone che soffrono di paradontite hanno un alta percentuale di sviluppare un cancro al pancreas: è una correlazione provata?
Non sono a conoscenza di correlazione provata di questo tipo ma mi sembra alquanto improbabile come "alta percentuale "
saluti
Dr. C. Alessandro Aversa
Medico Chirurgo Odontostomatologo in Firenze
www.dentistaversa.it
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1)L’origine infiammatoria della parodontopatia spiega gli effetti benefici e preventivi dell’igiene orale che eliminando la placca abbassa la carica batterica . 2) E' importante conoscere la profondità delle tasche (sondaggio parodontale) per il giusto trattamento non chirurgico (causale) o chirurgico. 3) C'è un test genetico (tamponcino sulla mucosa della guancia) che dà informazioni sulla risposta immunitaria del paziente segnalando una predisposizione ereditaria. Vengono così definiti i diversi profili di rischio per lo sviluppo della parodontite o di forme gravi e refrattarie alla terapia. L’esame del recettore della vitamina D, importante anche nella malattia parodontale, visto che i denti sono legati all’osso mandibolare, ci segnala inoltre il possibile manifestarsi dell’osteoporosi.4) No, forse ha sentito parlare dell' esame della saliva con cui si indica genericamente un insieme di esami di laboratorio effettuabili su campioni di saliva per identificare marcatori di condizioni endocrine, immunologiche, infiammatorie, infettive, ed altre. Recenti e accreditate ricerche dimostrano l’esistenza di strette correlazioni fra la parodontite e importanti patologie sistemiche, quale ad esempio l’osteoporosi. Il rischio di peggioramento delle patologie cardiovascolari, del diabete, e di parto prematuro è aumentato nei pazienti con parodontite non controllata.
Dr. Cristoforo Del Deo
[#4]
Mi sembra che il suo nuovo dentista stia lavorando bene, sulla base della concatenazione degli eventi descritti.
Riguardo al pancreas, si è imbattuta in un pò di spazzatura mediatica.
Riguardo al pancreas, si è imbattuta in un pò di spazzatura mediatica.
www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.7k visite dal 29/11/2012.
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