Grave parodontite

All'età di 25 anni, a seguito di una panoramica dentaria, mi è stata diagnosticata questa patologia: non ho mai sofferto di infiammazioni gengivali, carie od altri disturbi (in adolescenza solo una carie ad un molare subito curata). I denti bianchi e bellissimi, a detta di tutti... ma nonostante un'attenzione costante negli anni (igiene giornaliera, detartrasi periodica, ed altri interventi alle gengive che si ritraevano) da 10 anni ho iniziato a perderli. (Anche mia madre ha avuto il medesimo problema ed è quindi genetico).
Circa 7 anni or sono mi sono sottoposta ad una parziale implantologia (arcate inferiore e superiore) per evitare una protesi mobile, ma è stata una pessima idea.
Prima di tutto, non avendomi sottoposto a TAC per evidenziare lo spessore dell'osso superiore, dopo l'estrazione di un ulteriore premolare necessaria per "trovare l'osso sufficiente", questo (essendo sottile) non ha retto ed ho dovuto togliere altri 2 denti per poter terminare in qualche modo il lavoro. Dopodichè, non potendosi spingere oltre, hanno dovuto optare per una parziale protesi mobile (scheletrato), sia sopra che sotto (quest'ultima l'ho scelta io perchè non mi fidavo più) ancorata agli unici perni che è risultato possibile inserire (3)
Con gli anni a seguire purtroppo la situazione è peggiorata (altri denti da aggiungere allo scheletrato) ed ora anche i pochi rimasti stanno ... vacillando...
E' per me molto spiacevole, ma credo che l'unica soluzione possibile sia la protesi totale, anche perchè non esiste osso sufficiente per nulla (così mi è stato detto) ed inoltre non me la sento di eseguire infinite e dolorose sedute per una soluzione che non viene comunque garantita.
Sono alla disperata ricerca di un paradontologo in città a Torino che riesca a darmi soluzioni alternative in merito, ma credo non ve ne siano: secondo la vs. esperienza, sarebbe ancora possibile? In Torino esiste quanche centro valido? Grazie
[#1]
Dr. Alessandro Francini Dentista 532 21
In teoria tutto è possibile, anche se parlane in un consulto online può lasciare il tempo che trova. Dipende da quanto osso è rimasto. E comunque anche se attualmente non è bastante, si può sempre aumentare con la appropriate tecniche riguardanti gli innesti ossei.
Basta rivolgersi a un dentista che abbia dimestichezza con queste tecniche. E comunque, in casi particolarmente gravi, vi sono alcuni centri di chirurgia maxillo facciale a cui fare riferimento.
Sicuramente a Torino potrà trovare sia singoli professionisti sia strutture in grado di aiutarla. A me non vengono in mente, ma magari qualche altro collega del sito potrà essere più preciso in merito.

Cordiali saluti

Dr. Alessandro Francini
Studio Ri.Gi. v. D'Agrate 9 - 20900 Monza
tel. 0392020518
Risposta a carattere informativo, non diagnostico/terapeutico

[#2]
Dr. Paolo De Carli Dentista, Ortodontista 1.5k 46
Gentile Paziente,
il suo è un caso tipico che purtroppo succede quando la parodontite (piorrea) viene considerata senza la dovuta attenzione perchè questa malattia (che ha anche una componente ereditaria) porta, come lei sa, alla perdita del tessuto di sostegno dei denti (osso-parodonto).

Certamente una diagnosi corretta ed una terapia adeguata non può prescindere da una serie di radiografie endorali, sondaggio delicato attorno a tutti i denti in sei punti, compilazione della cartella parodontale, igiene orale domiciliare corretta, sedute di igiene professionale con scaling e curettage sottogengivale da eseguirsi con periodicità che lo specialista deciderà in base all'evoluzione del caso clinico, interventi di chirurgia (se necessari) parodontale resettiva che possono migliorare il "profilo" dell'osso e rendere più facilmente mantenibile lo stato di salute dei tessuti oppure interventi di chirurgia (se necessari) parodontale rigenerativa con l'utilizzo di svariati fattori di crescita per il "recupero" dell'osso e del parodonto danneggiati.

Considero inoltre molto rischioso effettuare interventi di implantologia se prima non viene risolto e mantenuto sotto controllo il problema della malattia parodontale, perchè altrimenti il rischio di un insuccesso implantare è molto alto.

A Torino può rivolgersi con fiducia presso la Clinica Odontostomatologica dell'Università che ha sede nella Dental School del Lingotto - Reparto di Parodontologia - tel.011 6331543.

Un sincero in bocca al lupo!

Dr. Paolo De Carli
Specialista in Odontostomatologia
www.studiodecarli.com

[#3]
Utente
Utente
Vi ringrazio per la veloce risposta.
Il fatto è che ai tempi (vi parlo ormai di più di 30 anni fa) non è che avessi sottovalutato il problema: semplicemente i metodi conservativi si limitavano a detartrasi periodiche, interventi alle gengive e ad una corretta igiene orale.
Con gli anni le cure sono decisamente migliorate, ma ormai la mia situazione non avrebbe più potuto migliorare, ma solo stabilizzarsi per un periodo più lungo.
Ora sto veramente pensando alla classica protesi mobile, anche perchè, dopo 30 anni di ... dentisti (e supplizi!) non ne posso proprio più!
Purtroppo la Dental School Lingotto delle Molinette non ha buona fama in città; troppo caotica, disorganizzata, da una volta all'altra ti ritrovi in mani diverse, i tempi d'attesa sono lunghissimi (forse perchè è troppo grande, non so), ma nessun conoscente che abbia usufruito dei suoi servizi ne è rimasto soddisfatto.
Ci penserò
Grazie ancora
[#4]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.6k 229
Gentile utente, riassumo alcune delle cose scritte:

"Anche mia madre ha avuto il medesimo problema ed è quindi genetico"

Non è assolutamente detto.
E' possibile, ma non certo.
Potrebbe essere stato un problema dovuto al bruxismo e solo secondariamente, in coseguenza della mobilità dei denti causata dal bruxismo essere diventata "piorrea".
On-line non possiamo saperlo, ma dobbiamo tenerne conto nell'impostazione di un progetto protesico (vedi oltre nella risposta), e possiamo misurarlo e definirne l'esistenza o l'assenza con certezza.



"L'osso (essendo sottile) non ha retto ed ho dovuto togliere altri 2 denti per poter terminare in qualche modo il lavoro".

Io riscriverei la frase così:
"L'osso, essendo stato inserito un impianto di diametro superiore a quello consentito dallo spessore osseo..."



"Dopodichè, non potendosi spingere oltre, hanno dovuto optare per una parziale protesi mobile (scheletrato)"

Non potendosi...
Uno scheletrato l'ha scelto lei, uno se non ho capito male, l'ha scelto il dentista.
Quello che per un implantologo ai primi ferri è "carenza di osso", per l'implantologo esperto spesso è "adeguata quantità di osso".
Almeno questa è la difformità di giudizi con cui mi scontro nella mia realtà quotidiana.
Applicare scheletrati retti da impianti è decisamente più complesso.
Le due cose non vanno molto daccordo insieme.
Non che sia impossibile farli "convivere", ma è decisamente più difficile.




"non esiste osso sufficiente per nulla (così mi è stato detto)"

Mi permetta di non crederci.
Nella mia attività mi è successo poche volte.




"non me la sento di eseguire infinite e dolorose sedute per una soluzione che non viene comunque garantita"

Infinite e dolorose sedute?
1 seduta per l'arcata superiore, 1 seduta per l'arcata inferiore!!!!!
Dolore controllabile con un comune antidolorifico per 3-4 giorni (sempre che si usino procedure miniinvasive o che sia possibile utilizzarle).
Nessuna soluzione è garantita.
Lo è stato il più semplice scheletrato, forse?
Una buona programmazione implantare con radiografie tridimensionali Cone Beam (come quelle che eseguo spesso in fase di visita in studio) permettono di dare una buona predicibilità al progetto implantologico e protesico.
La letteratura internazionale parla di sopravvivenza a 5 anni degli impianti intorno al 95%.
Molto più di uno scheletrato!



"Sono alla disperata ricerca di un paradontologo"

Non penso che il suo problema sia di competenza di un paradontologo, ma piuttosto di un protesista, gnatologo e implantologo.
All'altezza della situazione, ovviamente.

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)

[#5]
Utente
Utente
Gent.mo Dr. Formentelli,
avrà senz'altro ragione Lei in quanto parla con cognizione di causa; io ripeto esclusivamente ciò che mi è stato detto dai medici dentisti che mi hanno seguita.
Ha ragione anche quando afferma che non è stata di semplice soluzione neppure lo scheletrato; diciamo che gli impianti effettuati all'arcata inferiore ancora sono fissi, mentre all'arcata superiore purtroppo in questi giorni sta iniziando a darmi dolore alla masticazione (si muove) e dovrò purtroppo eliminarlo.
E' per questo motivo che le mie domande si rivolgevano ad un'eventuale protesi mobile totale; cinque anni di durata per l'impianto mi sembrano effettivamente pochi (mi scusi se la penso così, so che NESSUNO dà garanzie in merito) anche perchè non le sto a raccontare quanto ho speso di tempo e di denaro in questi 40anni dai dentisti... (e la mia situazione è davvero irreversibile!).
Lei è stato chiaro ed esaustivo, La ringrazio; senz'altro non mi fa piacere mettere la "dentiera", per questo motivo chiedevo se ad oggi ci fossero garanzie più protratte nel tempo (tutto sommato sono trascorsi 7 anni dal mio intervento, anche se negli ultimi 3 le cose sono peggiorate ed ho perso altri denti).
Sono ancora indecisa sul da farsi.
Grazie ancora.
[#6]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.6k 229
5 anni di sopravvivenza di un impianto si parla di fallimento.
La cosa non è in discussione.

L'unica garanzia nel tempo di una riabilitazione implantoprotesica (ma vale per qualsiasi prestazione) è quella di farla bene.
E' nell'operatore.
NON E' in nuove tecniche o nuove metodiche.

Penso, per fare una analogia, che lei preferirebbe essere accompagnata in taxi dal pilota campione di Formula 1 con una Fiat 600 che dal sottoscritto alla guida di una Ferrari...

Scelga l'implantologo, protesista e gnatologo.
Di provata capacità.
E si affidi alle soluzioni che le proporrà.
A 57 anni la protesi totale può essere una soluzione.
Ma di compromesso, però.


[#7]
Utente
Utente
E' stato veramente gentile, grazie ancora.
Ci penserò
[#8]
Dr. Paolo De Carli Dentista, Ortodontista 1.5k 46
E' molto probabile che l'insuccesso implantare nel suo caso sia dovuto al fatto che ha eseguito questi interventi senza aver risolto e controllato nel tempo la malattia parodontale (come le scrivevo nella prima risposta): i batteri presenti in bocca possono anche produrre una perimplantite cioè una infezione che porta alla perdita dell'integrazione degli impianti.
Ovviamente a patto che l'intervento implantologico sia stato eseguito correttamente e poi sia stato eseguito anche un controllo attento e scrupoloso dell'occlusione del manufatto protesico.
A questo punto le soluzioni sono: 1) controlla da uno specialista la malattia parodontale e solo dopo, sottolineo solo dopo. pensa ad un eventuale nuovo intervento implantologico; 2) estrae i denti rimanenti ed esegue su una bocca risanata la protesi mobile o quella fissa su impianti.
Questa seconda ipotesi è nettamente più "invasiva" e personalmente non la consiglierei ad un mio parente, ma ha il pregio di permetterle di ridurre il rischio di un nuovo insuccesso, molto probabile, se interviene con un'infezione parodontale non controllata in bocca.
[#9]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.6k 229
Purtroppo non siamo in possesso di elementi per stabilire se l'insuccesso protesico è dovuto ad una chirurgia errata, una realizzazione protesica errata, ad una infezione dovuta ai batteri delle tasche paradontali non curate, o alla mobilità dentale (e implantare) dovuta al bruxismo .

Ignorando la situazione protesica esistente, non potendola neppure visitare, e quindi non potendo impostare un piano di trattamento, non siamo neppure in grado di indicarle con certezza se, al momento, ha bisogno di un paradontologo, di uno gnatologo, di un implantologo o un protesista.

Ribadisco il concetto: ne scelga uno bravo.
Non badi al colore del gatto, ma controlli che sappia acchiappare i topi.
[#10]
Utente
Utente
Gent.mi dottori,
ho effettuato un primo consulto e riferisco ciò che mi è stato prospettato come miglior soluzione dopo visita ed esami rx:
- estrazione di TUTTI i denti rimasti, data la mobilità degli stessi
- arcata superiore: in effetti la protesi mobile è la miglior soluzione
- arcata inferiore: IMPIANTO A CARICO IMMEDIATO (mi potete spiegare effettivamente in cosa consiste? Possono essere utilizzati gl'impianti già inseriti in precedenza, vengono rimossi completamente, ne viene rimossa una parte, od altro?!?)
Grazie
[#11]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.6k 229
Vengono utilizzati gli impianti (VALIDI) già presenti nella bocca, e aggiunti altri.
Poi viene allestita in tempi brevi una nuova protesi (alcuni giorni).
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