Parodontite

Gentili Dottori,

soffro di parodontite da oltre 4 anni. diagonsi conclamata.
Inutile aggiungere che mi sono rivolto presso decinie di specialisti, ivi inclusi i parodontologi.
La terapia è digiuna, purtroppo.
Essa, a detta dei sopraddetti specialisti, è riconducibile ad una certa familiarità, ad un fattore genetico, un po' come l'alopecia androgenetica.

Possibile che i batteri insediatisi nel parodonto sono così refrattari ad ogni terapia antibiotica?
Non esiste una terapia conservativa efficace contro tali batteri? considerando che almeno, per ciò che mi riguarda, l'intervento locale e quello chirurgico più approfondito ai quali mi sono sottoposto, non hanno dato un esito favorevole?
La terapia col metronidazolo potrebbe essere efficace o è parimenti a quella della amoxicillina: refrattaria?
Grazie dell'attenzione e cordiali saluti.




[#1]
Dr. Giuseppe Oscar Muraca Dentista, Odontostomatologo 4k 84
Il suo discorso appare un pò contorto. Non so presso quali specialisti lei abbia effettuato visite e terapie ma la parodontite ad eziologia batterica va trattata sia meccanicamente (piccola o media chirurgia-curettage;scaling;lembi con chirurgia ossea, ecc) sia farmacologicamente, ma non basta: necessita di una collaborazione domiciliare costante nel tempo da parte del paziente. Non ha specificato se lei fa ciò e se si cosa fa e come. E' pur vero che la parodontopatia ha una componente genetica ma è anche vero che, tranne rari casi, si riesce a controllare e stabilizzare nel tempo.
Saluti

Dr.Oscar G.ppe Muraca

La risposta ha carattere puramente informativo.

[#2]
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Gentile dott. Muraca,

preliminarmente, La ringrazio vivamente dell'attenzione a me riposta.

Per completezza, nonché per chiarezza, Le significo che mi sono sottoposto sia al curettage che all'intervento chirurgico radicolare per la detartrasi, considerando che le curette non risultarono efficaci alla rimozione del tartaro presente nelle tasche gengivali.
Intervento chirurgico durato oltre due ore e diretto alla rimozione del tartaro fra il 4° ed il 5° dell'arcata superiore dx.
A distanza di un anno circa dal predetto intervento, il 4° mi è stato espulso, il 5° presenta forte mobilità, e credo che non resisterà a lungo!
Per ciò che riguarda la colloaborazione, mi permetto significarle che, sin dall'età pre-adolescenziale, mi attengo a tutti i protocolli igienici previsti.
Nella fattispecie: filo interdentale, setolini, spazzolamento dopo ogni pasto e/o refezione, e prima di coricarmi, uso di colluttori, idropulsore, ed ovivamente la pulizia professionale presso lo specialista.
Ad ogni buon conto, in 43 anni di vita non ho mai avuto una carie, per "premio", e relativamente alla scrupolosità" succitata ed alla quale mi sono attenuto, mi è stata disagnosticata la parodontite. Con tutte le conseguenze invalidanti e delle quali Lei me ne potrà farne insegnamento.
Per correttezza non vorrei farLe i nomi degli specialisti a i quali mi son rivolto, ma Le significo che vivo in una grande città e, conseguentemente, di odontoiatri, parodontologi, specialisti del settore, essa pullula!
Quanto da Lei sostenuto a ben ragione, e con mio vivo piacere di ascoltarLa, mi è stato proferito anche dai tanti specialisti ai quali mi son rivolto, invero: la parodontite si riesce a controllarla nel tempo, ma con continui richiami ed attraverso l'ausilio di ortopanoramiche e varie.
Sempre a detta dei medici: purtroppo, quella categoria di batteri presenti nel parodonto, e responsabili della patologia, sono refrattrari ad ogni terapia antibiotica e/o microbiotica. Il laser può rappresentare solo un palliativo.
L'unico rimedio è quello di attendere ...attendere e poi, successivamente, ricorrere al c.d. "impianto", non di certo poco oneroso! almeno per le mie tasche!
Ed a tal proposito, Lei mi potrà insegnare che tanto più è erosa la superficie ossea tanto più è dispendioso (tanto per il medico quanto per il paziente) il trattamento implantologico.
Possibile che con tutti i recenti orientamenti scientifici in materia non si riesce a combattere un batterio/i che è la precipua causa della a dir poco invalidante malattia in esame.
Gentile dottore, faccio ammenda per la verbosità, ma confido stavolta di averLe esposto la mia problematica con adeguata chiarezza.
Grazie infinite dell'attenzione.
Con molta cordialità.





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