Grande rialzo del seno mascellare
Da molti anni ho perso i denti molari su entrambe le arcate dentarie, ovviando con uno scheletrato agganciato ai pochi denti rimasti (22 e 15). All'apice del 22 si è creato un granuloma e pertanto è da togliere come anche l'15 ormai "andato". Viste radiografia e TAC, Il dentista che mi segue da anni mi ha proposto l'intervento di grande rialzo dei seni mascellari con contestuale installazione degli impianti da effettuarsi presso il suo studio, tramite implantologo (4 sull'arcata sx e 3 in quella dx). 4 mesi per l'osteointegrazione e poi realizzazione e fissaggio dei denti sugli impianti.
Successivamente sono stato da un implantologo "puro" il quale mi ha detto che il ridottissimo spessore della cresta non consente il contestuale rialzo del seno e l'installazione degli impianti ma, propone i rialzi, 9 mesi di attesa e quindi l'installazione degli impianti (per altro, ritiene che gli ultimi incisivi sono compromessi e ne propone l'estrazione per l'installazione di un'unica barra estetica "all on five" fissata sugli impianti da collocarsi nelle posizioni 15,13,11,23,25).
Chiedo cortesemente consiglio o parere di tipo generale in merito alla scelta ma, in particolare, per l'osteointegrazione occorrono 4 o 9 mesi ? GRAZIE.
Successivamente sono stato da un implantologo "puro" il quale mi ha detto che il ridottissimo spessore della cresta non consente il contestuale rialzo del seno e l'installazione degli impianti ma, propone i rialzi, 9 mesi di attesa e quindi l'installazione degli impianti (per altro, ritiene che gli ultimi incisivi sono compromessi e ne propone l'estrazione per l'installazione di un'unica barra estetica "all on five" fissata sugli impianti da collocarsi nelle posizioni 15,13,11,23,25).
Chiedo cortesemente consiglio o parere di tipo generale in merito alla scelta ma, in particolare, per l'osteointegrazione occorrono 4 o 9 mesi ? GRAZIE.
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L'inserimento contestuale degli impianti dipenderà dalla possibilità o meno di dargli un minimo di stabilità nell'osso nativo (il suo osso residuo). Se l'osso residuo è molto scarso (ma noi questo, nel suo caso non possiamo saperlo) potrebbe esser difficile stabilizzare gli impianti contestualmente al grande rialzo.
Circa i tempi di attesa dopo un grande rialzo per effettuare la successiva fase implantare (se non si inseriscono cioè contestualmente gli impianti), la maggior parte della letteratura scientifica sull'argomento parla mediamente di 6-9 mesi, è il tempo medio affinchè nel materiale da innesto si inizi a formare un osso rigenerato di caratteristiche tali da supportare gli impianti.
Ciascun professionista comunque agisce sempre e comunque sulla base di quella che è la sua esperienza clinica e dei risultati che nelle sue mani riesce ad ottenere quella determinata tecnica.
Circa la possibilità di salvare o meno gli altri denti non possiamo esprimerci in assenza di un riscontro clinico diretto.
Cordialità
Circa i tempi di attesa dopo un grande rialzo per effettuare la successiva fase implantare (se non si inseriscono cioè contestualmente gli impianti), la maggior parte della letteratura scientifica sull'argomento parla mediamente di 6-9 mesi, è il tempo medio affinchè nel materiale da innesto si inizi a formare un osso rigenerato di caratteristiche tali da supportare gli impianti.
Ciascun professionista comunque agisce sempre e comunque sulla base di quella che è la sua esperienza clinica e dei risultati che nelle sue mani riesce ad ottenere quella determinata tecnica.
Circa la possibilità di salvare o meno gli altri denti non possiamo esprimerci in assenza di un riscontro clinico diretto.
Cordialità
Dr. Enzo Di Iorio
Chirurgo Odontoiatra specialista
enzodiiorio@hotmail.it
[#2]
Utente
Dottore La ringrazio
ma, quindi, nel caso di contestuale rialzo del seno e installazione degli impianti per l'osteointegrazione possono essere sufficienti anche solo 4 mesi ? E nel caso l'implantologo proceda in tale modo (azione contestuale) e nel corso dell'intervento si renda conto di non poter dare una minima stabilità agli impianti, cosa può fare ? Procedere ad una prima fase di rialzo e, a distanza di 9 mesi installare gli impianti ? Vi è il rischio di compromettere per sempre l'intervento ?
Cordialmente
ma, quindi, nel caso di contestuale rialzo del seno e installazione degli impianti per l'osteointegrazione possono essere sufficienti anche solo 4 mesi ? E nel caso l'implantologo proceda in tale modo (azione contestuale) e nel corso dell'intervento si renda conto di non poter dare una minima stabilità agli impianti, cosa può fare ? Procedere ad una prima fase di rialzo e, a distanza di 9 mesi installare gli impianti ? Vi è il rischio di compromettere per sempre l'intervento ?
Cordialmente
[#3]
Se installerà contestualmente gli impianti vorrà dire che il suo osso nativo è sufficiente a mantener stabili gli impianti che in 4mesi si osteointegreranno in quell'osso (nativo), intanto nella porzione più apicale dell'impianto dove sarà presente un mix tra innesto osseo e osso rigenerato in fase di maturazione il processo di guarigione continuerà.
Io personalmente aspetto comunque un pò di più di 4 mesi dopo un grande rialzo ma come le dicevo nel mio precedente intervento ognuno si regola sulla base di quella che è la sua casistica personale e dei risultati che riesce ad ottenere.
Se non sarà possibile stabilizzare contestualmente gli impianti li differirà a guarigione del grande rialzo avvenuta. Anche qui ognuno si regola come ritiene più opportuno con i tempi. Io aspetto solitamente 9 mesi se ho dovuto rigenerare tanto.
Che dirle per rispondere alla sua ultima domanda? Per compromettere per sempre l'intervento dovrebbe accadere qualche inconveniente imponderabile.
Cordiali saluti
Io personalmente aspetto comunque un pò di più di 4 mesi dopo un grande rialzo ma come le dicevo nel mio precedente intervento ognuno si regola sulla base di quella che è la sua casistica personale e dei risultati che riesce ad ottenere.
Se non sarà possibile stabilizzare contestualmente gli impianti li differirà a guarigione del grande rialzo avvenuta. Anche qui ognuno si regola come ritiene più opportuno con i tempi. Io aspetto solitamente 9 mesi se ho dovuto rigenerare tanto.
Che dirle per rispondere alla sua ultima domanda? Per compromettere per sempre l'intervento dovrebbe accadere qualche inconveniente imponderabile.
Cordiali saluti
[#4]
Dopo 4 mesi dall'effettuazione di un rialzo del seno NON C'E' OSSO MATURO su cui poter contare, almeno dal punto di vista istologico.
Neppure a 20 anni, e lei li ha superati da un pezzo.
Però, se l'implantologo ritiene che, nonostante l'osso immaturo, si possa avere, anche in virtù del numero sufficiente di impianti inseriti, una stabilità sufficiente, il progetto implanto-protesico potrebbe avere una sua validità.
Preferisco non esprimermi sul secondo progetto implanto-protesico.
Neppure a 20 anni, e lei li ha superati da un pezzo.
Però, se l'implantologo ritiene che, nonostante l'osso immaturo, si possa avere, anche in virtù del numero sufficiente di impianti inseriti, una stabilità sufficiente, il progetto implanto-protesico potrebbe avere una sua validità.
Preferisco non esprimermi sul secondo progetto implanto-protesico.
www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)
[#5]
Utente
Ringrazio. Sono in dubbio sulla scelta più opportuna ma soprattutto "rimugino" in merito ai seguenti punti:
a) gli impianti del tipo all on five (o similari, senza gengiva) sono equiparabili in termini di garanzia, igiene, pulizia, ecc., agli impianti di tipo "tradizionale" oppure vengono proposti solo perchè economicamente meno costosi ? Eventuali svantaggi o vantaggi ?
b) l'intervento di GRM e relativi innesti comporta dei rischi di infezione o danni di cui debbo preoccuparmi (es: paresi facciale o problemi oculari) ?
c) è ipotizzabile come ulteriore soluzione mantenere gli ultimi denti incisivi che mi rimangono ed installare in sostituzione dei denti "malati", che ad oggi sostengono lo scheletrato, 2 (o più se necessario) impianti adatti a svolgere il compito di sostenere un altro scheletrato ?
d) se a distanza di tempo dall'installazione di un impianto, per una qualche ragione occorresse rimuoverlo (ad esempio per sostituirlo) l'operazione è possibile ? Semplice/Complicato ?
e) Due interventi di GRM possono essere svolti nella stessa seduta con la semplice anestesia locale oppure è necessaria la sedazione ?
Ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti.
a) gli impianti del tipo all on five (o similari, senza gengiva) sono equiparabili in termini di garanzia, igiene, pulizia, ecc., agli impianti di tipo "tradizionale" oppure vengono proposti solo perchè economicamente meno costosi ? Eventuali svantaggi o vantaggi ?
b) l'intervento di GRM e relativi innesti comporta dei rischi di infezione o danni di cui debbo preoccuparmi (es: paresi facciale o problemi oculari) ?
c) è ipotizzabile come ulteriore soluzione mantenere gli ultimi denti incisivi che mi rimangono ed installare in sostituzione dei denti "malati", che ad oggi sostengono lo scheletrato, 2 (o più se necessario) impianti adatti a svolgere il compito di sostenere un altro scheletrato ?
d) se a distanza di tempo dall'installazione di un impianto, per una qualche ragione occorresse rimuoverlo (ad esempio per sostituirlo) l'operazione è possibile ? Semplice/Complicato ?
e) Due interventi di GRM possono essere svolti nella stessa seduta con la semplice anestesia locale oppure è necessaria la sedazione ?
Ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti.
[#6]
a) il termine all-on five vuol dire tutto e niente, letteralmente vuol dire "tutto su 5" cioè l'intera arcata sostenuta da 5 impianti. Realizzabile praticamente con tutte le marche implantari. Se la progettazione protesica è corretta e le cose vengon fatte per bene funziona.
b) rischi di paresi facciali non ce ne sono, rischio di problemi oculari praticamente inesistenti, richio di infezione del materiale innestato nel seno possibile.
c) qui scendiamo troppo nello specifico, a questa domanda non posso rispondere senza una visita.
d) la rimozione di impianti è possibile, l'intervento, nell'arcata superiore, è più semplice.
e) si è possibile anche la semplice anestesia locale, compatibilmente con il suo livello di sopportazione e la sua pazienza.
saluti
b) rischi di paresi facciali non ce ne sono, rischio di problemi oculari praticamente inesistenti, richio di infezione del materiale innestato nel seno possibile.
c) qui scendiamo troppo nello specifico, a questa domanda non posso rispondere senza una visita.
d) la rimozione di impianti è possibile, l'intervento, nell'arcata superiore, è più semplice.
e) si è possibile anche la semplice anestesia locale, compatibilmente con il suo livello di sopportazione e la sua pazienza.
saluti
[#7]
a) All-on-Five
La tecnica originale di Malò prevede 6 impianti per il superiore e 4 per l'inferiore, con gli ultimi pilastri decisamente inclinati.
La configurazione biomeccanica di questi pilastri posteriori inclinati è favorevole, e lo scarico di forze avviene in maniera corretta lungo l'asse dell'impianto inclinato.
All-On-Four (e All-On-Six) nascono da un bisogno sociale di contenere i costi dell'implantologia, e ne rappresentano un valido tentativo di soluzione.
Presenta però due tipi di criticità.
La prima consiste proprio nel ridotto numero di impianti: se uno risultasse non-osteointegrato e dovesse essere rimosso l'intera struttura risulterebbe meccanicamente precaria, con grosso rischio di mobilizzazione di tutti gli elementi implantari residui.
La seconda criticità è rappresentata dall'alto costo della componentistica protesica inclinata, che vanifica in parte le premesse di economicità che la metodica si propone di offrire.
Una soluzione a questa criticità consiste dell'allestire una componentistica molto più economica di quella originale di fabbrica, utilizzando un preformato di plastica e ottenendo così per fusione una componentistica che potrà essere cementata all'impianto (anziché avvitata, come nella sistematica originale).
Personalmente, preferisco inserire una decina di impianti monopezzo per arcata, solidarizzandoli fra di loro.
Le due soluzioni sono inoltre sostanzialmente equivalenti fra loro dal punto di vista economico.
b) L'intervento di GRM.
E' una metodica collaudata e dal risultato prevedibile.
Grossi rischi non ce ne sono.
Naturalmente, come ogni metodica rigenerativa, può fallire e non formarsi osso.
c) E' ipotizzabile come ulteriore soluzione installare in sostituzione dei denti "malati", che ad oggi sostengono lo scheletrato, impianti adatti a svolgere il compito di sostenere un altro scheletrato ?
In genere si.
Ma come soluzione di ripiego.
I vettori dello scarico di forze non sono in genere favorevoli.
d) Se a distanza di tempo dall'installazione di un impianto, per una qualche ragione occorresse rimuoverlo l'operazione è possibile?
E' fattibile.
Nel caso di un All-on-Four (in mandibola) o di All-on-Six (in mascella) la rimozione di un impianto, specie se quello più distale mette in crisi il sistema biomeccanico, e può portare rapidamente alla perdita di tutti gli altri impianti, esattamente come in una cordata alpinistica quando un membro della cordata cade: gli altri possono sorregerlo, o possono in conseguenza cadere tutti.
e) Due interventi di GRM possono essere svolti nella stessa seduta con la semplice anestesia locale oppure è necessaria la sedazione?
Possono essere eseguiti contestualmente, ma è impegnativo, per il paziente e per il professionista.
Superflua la sedazione (su oltre 300 eseguiti, non è mai stata necessaria).
La tecnica originale di Malò prevede 6 impianti per il superiore e 4 per l'inferiore, con gli ultimi pilastri decisamente inclinati.
La configurazione biomeccanica di questi pilastri posteriori inclinati è favorevole, e lo scarico di forze avviene in maniera corretta lungo l'asse dell'impianto inclinato.
All-On-Four (e All-On-Six) nascono da un bisogno sociale di contenere i costi dell'implantologia, e ne rappresentano un valido tentativo di soluzione.
Presenta però due tipi di criticità.
La prima consiste proprio nel ridotto numero di impianti: se uno risultasse non-osteointegrato e dovesse essere rimosso l'intera struttura risulterebbe meccanicamente precaria, con grosso rischio di mobilizzazione di tutti gli elementi implantari residui.
La seconda criticità è rappresentata dall'alto costo della componentistica protesica inclinata, che vanifica in parte le premesse di economicità che la metodica si propone di offrire.
Una soluzione a questa criticità consiste dell'allestire una componentistica molto più economica di quella originale di fabbrica, utilizzando un preformato di plastica e ottenendo così per fusione una componentistica che potrà essere cementata all'impianto (anziché avvitata, come nella sistematica originale).
Personalmente, preferisco inserire una decina di impianti monopezzo per arcata, solidarizzandoli fra di loro.
Le due soluzioni sono inoltre sostanzialmente equivalenti fra loro dal punto di vista economico.
b) L'intervento di GRM.
E' una metodica collaudata e dal risultato prevedibile.
Grossi rischi non ce ne sono.
Naturalmente, come ogni metodica rigenerativa, può fallire e non formarsi osso.
c) E' ipotizzabile come ulteriore soluzione installare in sostituzione dei denti "malati", che ad oggi sostengono lo scheletrato, impianti adatti a svolgere il compito di sostenere un altro scheletrato ?
In genere si.
Ma come soluzione di ripiego.
I vettori dello scarico di forze non sono in genere favorevoli.
d) Se a distanza di tempo dall'installazione di un impianto, per una qualche ragione occorresse rimuoverlo l'operazione è possibile?
E' fattibile.
Nel caso di un All-on-Four (in mandibola) o di All-on-Six (in mascella) la rimozione di un impianto, specie se quello più distale mette in crisi il sistema biomeccanico, e può portare rapidamente alla perdita di tutti gli altri impianti, esattamente come in una cordata alpinistica quando un membro della cordata cade: gli altri possono sorregerlo, o possono in conseguenza cadere tutti.
e) Due interventi di GRM possono essere svolti nella stessa seduta con la semplice anestesia locale oppure è necessaria la sedazione?
Possono essere eseguiti contestualmente, ma è impegnativo, per il paziente e per il professionista.
Superflua la sedazione (su oltre 300 eseguiti, non è mai stata necessaria).
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 8.2k visite dal 23/05/2012.
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