Ad impianto post-estrattivo con esito fallimentare a causa di un'infezione alveolare
Salve a tutti,
sono stato sottoposto ad impianto post-estrattivo con esito fallimentare a causa di un'infezione alveolare. Il secondo impianto è stato inserito nella stessa sede un mese dopo il rigetto e, a sua volta, non si è integrato ed è stato rimosso con immediato inserimento di una nuova vite nella stessa sede. Si parla anche in questo caso di impianto post-estrattivo?Ci sono possibilità che l'impianto questa volta si integri senza problemi oppure questa tipologia di intervento ne limita le chances di successo? Inizio ad essere leggermente preoccupato anche nonostante riponga molta fiducia nel mio dentista.
Vi ringrazio in anticipo per le risposte.
sono stato sottoposto ad impianto post-estrattivo con esito fallimentare a causa di un'infezione alveolare. Il secondo impianto è stato inserito nella stessa sede un mese dopo il rigetto e, a sua volta, non si è integrato ed è stato rimosso con immediato inserimento di una nuova vite nella stessa sede. Si parla anche in questo caso di impianto post-estrattivo?Ci sono possibilità che l'impianto questa volta si integri senza problemi oppure questa tipologia di intervento ne limita le chances di successo? Inizio ad essere leggermente preoccupato anche nonostante riponga molta fiducia nel mio dentista.
Vi ringrazio in anticipo per le risposte.
[#1]
Gentile utente,
nel primo caso lei ha parlato di infezione alveolare: e nel secondo, qual è stato il motivo della mancata osteointegrazione? Per poterla realizzare deve
1) NON esserci infezione perimplantare e
2) realizzarsi la cosiddetta "stabilità primaria" dell'impianto, cioè l'impianto deve essere immobile mediante la sua zona filettata anche se non completamente circondato da osso (questo avverrà nei 3-5 mesi successivi sempre che rimangano le due condizioni enunciate prima).
Continui ad avere fiducia nel collega ma sarebbe meglio se colloquiaste di più in merito a ciò che lei dovrà affrontare.
Cordiali saluti.
nel primo caso lei ha parlato di infezione alveolare: e nel secondo, qual è stato il motivo della mancata osteointegrazione? Per poterla realizzare deve
1) NON esserci infezione perimplantare e
2) realizzarsi la cosiddetta "stabilità primaria" dell'impianto, cioè l'impianto deve essere immobile mediante la sua zona filettata anche se non completamente circondato da osso (questo avverrà nei 3-5 mesi successivi sempre che rimangano le due condizioni enunciate prima).
Continui ad avere fiducia nel collega ma sarebbe meglio se colloquiaste di più in merito a ciò che lei dovrà affrontare.
Cordiali saluti.
Dr. Lorenzo Ricapito.
Perfezionato in Odontoiatria Pediatrica.
Perfezionato in Odontostomatologia dello Sport.
[#2]
Si parla anche in questo caso di impianto post-estrattivo?
Si, e' sempre tecnicamente un postestrattivo ma differito.
La letteratura indica simili possibilita' di successo tra impianti postestrattivi e su osso maturo, ma nella realta' gestire un inserimento di un postestrattivo secondo i criteri che le ha elencato il collega Ricapito e' molto piu' difficile in un postestrattivo.
Ci sono puoi alcune situazioni potenzialmente fonti di problemi aggiuntivi quali il gap esistente tra impianto e alveolo che vengono comunque opportunamente gestite per minimizzare i rischi con tecniche particolari.
Per quanto riguarda esclusicamente la mia personale preferenza preferisco nettamente aspettare almeno 4-8 settimane prima di inserire l'impianto( detto ritardato) per avere sopra all'aveolo tessuti molli che ossano coprire l'impianto stesso e ridurre l'incidenza di problemi.
Questa pero' e' solo la mia preferenza mentre molti altri preferiscono gestire la situazione come il suo dentista.
In definitiva aderisco all'invio del collega che le ha detto di parlare di piu' con il suo dentista e di farsi spiegare vantaggi e svantaggi di ogni situazione terapeutica che le viene proposta.E poi scegliere .
Cordiali saluti
Si, e' sempre tecnicamente un postestrattivo ma differito.
La letteratura indica simili possibilita' di successo tra impianti postestrattivi e su osso maturo, ma nella realta' gestire un inserimento di un postestrattivo secondo i criteri che le ha elencato il collega Ricapito e' molto piu' difficile in un postestrattivo.
Ci sono puoi alcune situazioni potenzialmente fonti di problemi aggiuntivi quali il gap esistente tra impianto e alveolo che vengono comunque opportunamente gestite per minimizzare i rischi con tecniche particolari.
Per quanto riguarda esclusicamente la mia personale preferenza preferisco nettamente aspettare almeno 4-8 settimane prima di inserire l'impianto( detto ritardato) per avere sopra all'aveolo tessuti molli che ossano coprire l'impianto stesso e ridurre l'incidenza di problemi.
Questa pero' e' solo la mia preferenza mentre molti altri preferiscono gestire la situazione come il suo dentista.
In definitiva aderisco all'invio del collega che le ha detto di parlare di piu' con il suo dentista e di farsi spiegare vantaggi e svantaggi di ogni situazione terapeutica che le viene proposta.E poi scegliere .
Cordiali saluti
Dr. Alessandro Cappelli
Medico Odontoiatra- Master in Chirurgia Orale e implantologia avanzata
www.studiodontoiatricocappelli.it
www.drcappelli.it
[#3]
Utente
Buongiorno,
vi ringrazio per le risposte veloci e precise. Nonostante sembrasse integrato, il secondo impianto presentava, dopo 4 mesi, una quasi impercettibile instabilità dovuta probabilmente ad una piccola tasca di tessuto connettivo creatasi tra la vite e l'osso. Nonostante sembrasse stabile l'odontoiatra ha preferito rimuoverlo e tentare un nuovo inserimento nella stessa seduta e nella stessa sede utilizzando una vite leggermente più larga rispetto a quella precedente (credo per evitare il gap di cui parlava il Dr Cappelli?) ed inserendo una mistura di osso sintetico e osso prelevato dalla mia bocca.
Dall'esame radiologico la nuova vite ha raggiunto quasi la stessa profondità della precedente; rimangono vuoti meno di 2 mm. Si rimargineranno con nuovo osso?
Vi ringrazio per le indicazioni.
Cordiali saluti
vi ringrazio per le risposte veloci e precise. Nonostante sembrasse integrato, il secondo impianto presentava, dopo 4 mesi, una quasi impercettibile instabilità dovuta probabilmente ad una piccola tasca di tessuto connettivo creatasi tra la vite e l'osso. Nonostante sembrasse stabile l'odontoiatra ha preferito rimuoverlo e tentare un nuovo inserimento nella stessa seduta e nella stessa sede utilizzando una vite leggermente più larga rispetto a quella precedente (credo per evitare il gap di cui parlava il Dr Cappelli?) ed inserendo una mistura di osso sintetico e osso prelevato dalla mia bocca.
Dall'esame radiologico la nuova vite ha raggiunto quasi la stessa profondità della precedente; rimangono vuoti meno di 2 mm. Si rimargineranno con nuovo osso?
Vi ringrazio per le indicazioni.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.9k visite dal 29/01/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.