Una protesi provvisoria, il prelievo

Egregi Dottori, sono molto confusa perché mio figlio di 25 anni ha gli incisivi inferiori scoperti alla base, con tartaro e placca, e che si dondolano al punto che ha difficoltà a mangiare e a passare lo spazzolino per l'igiene. Il primo dentista che abbiamo contattato ha dato come unica soluzione o attenderne la caduta che potrebbe verificarsi in qualsiasi momento, basterebbe da parte sua una minima disattenzione, o l'estrazione di tutti e quattro e la sostituzione con un ponte di 9 (quattro denti in porcellana più 5 capsule, due e tre per i rispettivi lati). Le rx dimostrano una parodontite e l'osso alla base degli incisivi inferiori completamente ritratto con le radici fuori dall'osso. Abbiamo contattato un secondo specialista il quale ha proposto l'estrazione dei quattro, il posizoonamento di una protesi provvisoria, il prelievo di osso dalla mandibola, il trapianto dello stesso dove l'osso si è ritratto e, successivamente, impianti e corone. Un intervento molto invasivo e complesso che non credo mio figlio possa sostenere. Purtroppo da tre anni è in depressione e da qualche mese ha cominciato a stare meglio. A vostro avviso la soluzione suggerita dal primo dentista, meno invasiva e più semplice da realizzare, è praticabile in assenza di osso? Sarebbe soddisfacente nel risultato? Martedì ho appuntamento con un terzo specialista, nel cui studio ci sarà anche un chirurgo maxillo faciale ma sono più confusa e preoccupata di prima. Grazie e complimenti per questo servizio utile
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Dr. Giovanni Auletta Dentista, Ortodontista 1.5k 38
Gentile utente dalla sua descrizione mancano due elementi indispensabili e cioè la diagnosi di malattia e innanzitutto le ipotesi di trattamento della patologia che ha causato per l'appunto la perdita dei denti.
Le possibilità di riabilitazione possono essere davvero tante ed anche molto sofisticate,ma fino a quando queste verranno realizzate in una bocca n sofferente di patologia parodontale i risultati a distanza potrebbero avere una prognosi non ottima.
Il mio consiglio è quello quindi di affrontare in principio la malattia principale,nel frattempo potrà essere utilizzata per i denti non stabili una protesi transitoria in attesa di stabilizzare tutta la bocca, avere la giusta condizine orale ed a quel punto pianificare la giusta terapia definitiva.

La risposta ha il solo scopo informativo.

Dr.Giovanni Auletta

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Dr. Marcello Fantini Dentista 786 25
Gentile signora, ritengo che suo figlio sia affetto da una forma di parodontite giovanile. I medici che l' hanno visitata hanno valutato necessario procedere con le estrazioni dei 4 incisivi inferiori; penso che abbiano ritenuto inutile ogni forma di terapia parodontale atta a salvarli (levigature radicolari), probabilmente per il notevole riassorbimento osseo.
La prima cosa da fare sarebbe l'ablazione del tartaro e la pulizia delle eventuali altre tasche ossee presenti a livello degli altri denti, successivamente ci si dovrebbe preoccupare della riabilitazione protesica.
La soluzione migliore è quella implantare con trapianto osseo perchè non va a sacrificare i 5 denti sani come appoggi di protesi, ma come giustamente afferma è maggiormente invasiva e lunga nei tempi. La realizzazione del ponte senza impianti è meno complessa, probabilmente più economica, ma comporta il sacrificio di parte del tessuto dentario dei pilastri del ponte. La scelta sarà solo sua e di suo figlio anche considerando la problematica psicologica legata al momento difficile che sta attraversando.
In altre parole si dovrà chiedere se sarà possibile per suo figlio portare avanti l'intero trattamento con tranquillità ed un certo impegno economico anche facendosi spiegare per bene tempi, rischi e costi.
Un saluto e buona Pasqua.

Dr. Marcello Fantini
Chirurgia orale - Implantologia

www.studiofantini.jimdo.com

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Utente
Utente
Grazie per gli spunti di riflessione che mi state dando. Condivido il percorso iniziale e cioé di estrarre i denti, mettere una protesi provvisoria, provvedere a sanare la bocca e, soltanto dopo, pensare al da farsi per la riabilitazione definitiva. Il primo dentista, quello che mi ha proposto il ponte, e secondo me lo ha pensato conoscendo mio figlio e la sua condizone psicologica, nella stessa seduta di estrazione intende procedere alla preparazione dei cinque denti/pilastro e tre gioni dopo posizionare il ponte provvisorio.Questo tipo di intervendo prelude già, come scelta riabilitativa al ponte e non agli impianti. Mi chiedo: ma con la riduzione dell'osso che mio figlio si ritrova, il ponte sarebbe una buona soluzione? Su cosa poggerebbe? C'è ilrischio che restino spazi vuoti tra la protesi e la gengiva o che i denti debbano essere realizzati molto più lunghi per raggiungere l'altezza che si abbasserà inevitabilmenteper assenza di osso? Non me ne vogliate per queste tante domande ma mi state consentendo di uscire dalla confusione e di giungere dal dentista con le idee più chiare. Buona Pasqua anche a voi
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Dr. Marcello Fantini Dentista 786 25
Il ponte non poggia mai sulla gengiva, ma sui denti pilastro, nel suo caso su 5 denti.
Prima di procedere alla protesi definitiva dovrà aspettare la guarigione gengivale ed ossea sui siti estrattivi proprio per evitare che il riassorbimento osseo conseguente alle estrazioni dia un cattivo risultato estetico. Di solito dopo un paio di mesi circa il riassorbimento si è stabilizzato. Successivamente lo spazio tra gli intermedi di ponte e la gengiva si potrà "chiudere" confezionando denti piü lunghi, quindi simulando le radici esposte, oppure utilizzando una ceramica del colore della gengiva, forse esteticamente migliore.
Saluti.
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