Carie profonda: otturazione o devitalizzazione?

Salve a tutti.
Tempo fa sono andato dal dentista perché mi faceva male un dente, ogni tanto sanguinava e ogni qualvolta mangiassi in quella zona si incastrava cibo tra quel dente e quello dietro.
La dentista, visitandomi, ha visto che c'era una carie bella profonda, mi ha dato appuntamento per curarla e nel frattempo di fare l'ortopanoramica.
Arriva il giorno dell'intervento, e dall'ortopanoramica nota che la carie c'era anche nel dente dietro (rispetto a quello che lei aveva visto), e che era molto profonda, a tal punto da stare a pochi mm di distanza rispetto al nervo.
Quindi, intanto mi ha curato la carie del dente dolente, e in più mi ha segnato un nuovo appuntamento per intervenire, e mi ha detto che non sa se dovrà fare una semplice otturazione o se addirittura servirà la devitalizzazione.
Ha detto che dipende dal tipo di tessuto che incontra tra la fine della carie e il nervo.
Non è che ci abbia capito molto.
Il fatto è che senza l'ortopanoramica neanche me ne sarei accorto, perché il dente neanche faceva male.
Va be', morale della favola, durante il prox intervento valuterà di cosa si tratterà.
Sono sincero, la cosa mi lascia un po' di dubbi e un po' mi spaventa.
Il dubbio ce l'ho perché ho il timore che su questa cosa ci possa marciare un po', magari arrivando a devitalizzarlo (senza una particolare necessità) giusto per avere un maggior tornaconto.
Però mi rendo conto che questa è un mio dubbio fittizio, il fatto è che ho sempre avuto esperienze pessime dai dentisti.
Quello prima di questo attuale, per una devitalizzazione fatta male mi fece venire alla fine un'infezione che mi costrinse a togliere il dente.
Quindi, ho ricordi abbastanza traumatici relativi alla devitalizzazione: 3/4 sessioni da minimo un'ora e mezza l'una.
Erano interminabili, non finivano più, per non parlare del fatto che quando il dentista arrivava a prendere il nervo, sentivo delle vere e proprie "schicchere".
Inizialmente pensavo fosse dovuto all'incapacità di quel dentista, ma quando passai a questo nuovo (che cercò di curarmi questa infezione, cura che alla fine si è rivelata fallimentare avendo dovuto toglierlo), durante l'intervento di cura dell'infezione (nonostante l'anestesia), arrivò a toccarmi un punto che mi scatenò un dolore lancinante, che da piano crebbe in maniera esponenziale fino ad arrivarmi al cervello.
Iniziai a lacrimare, ansimare e per poco non svenivo.
E lei si giustificò dicendo "eh l'ho dovuto fare per vedere fin dove arrivava l'infezione" (quindi a detta sua era voluta come manovra).
Insomma quando mi parlano di "nervi" dei denti mi viene il terrore, perché sono state esperienze veramente brutte.
Chiedo quindi qui: effettivamente può essere corretto ciò che dice la dentista?
Che questa situazione di poco spazio potrebbe richiedere una devitalizzazione?
Ed è normale che questa richiede così tante sedute e che l'anestesia faccia comunque sentire in dolore quando si toccano i nervi?
Sono abbastanza preoccupato.
Grazie a tutti!
[#1]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.6k 227 18
"Ha detto che dipende dal tipo di tessuto che incontra tra la fine della carie e il nervo."

La dentista ha detto correttamente.

Capisco la sfiducia per le cattive esperienze passate.

Cerco di rispondere a molti suoi dubbi qui:

https://www.medicitalia.it/blog/odontoiatria-e-odontostomatologia/546-scegliere-un-buon-dentista-criteri-empirici-di-valutazione.html

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)

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