Lesione nervo alveolare inferiore a un anno da estrazione ottavo dente incluso
Buonasera, sono un uomo di 39 anni e a causa di un'estrazione dell'8 dente inferiore destro, avvenuta a fine gennaio scorso (quasi 1 anno esatto fa), continuo a soffrire di parestesia e tensione dell'emilabbro sinistro, della gengiva inferiore destra e dei denti dell'arcata inferiore destra.
Durante l'estrazione (per la quale non mi è stato nemmeno fatto firmare, né consegnato un consenso informato e svolta basandosi su una semplice radiografia, senza prendere visione di una recente Tac Cone-beam) ho sentito una forte scossa che mi ha percorso l'intera mandibola sul lato destro del volto e dal giorno dell'operazione, avvenuta a fine gennaio 2023 ad oggi, soffro di una marcata alterazione della sensibilità e di un forte e continuo senso di tensione nelle zone sopra descritte.
Il chirurgo sostiene fermamente di non aver reciso totalmente il nervo ma di averlo sicuramente toccato, compresso o strisciato.
Nel corso di questi 11 mesi, ho eseguito periodici controlli, presso lo stesso ospedale, per farmi visitare dal chirurgo che ha eseguito l'intervento, riferendo che tali complicazioni, seppur interessando un area del volto minore rispetto all'inizio, non si erano risolte totalmente e che i progressi che c'erano stati nel corso dei primi mesi si erano fermati.
Il chirurgo, durante i controlli periodici che ho eseguito, ha stimato delle tempistiche di recupero totali quantificandole prima in 15 gironi, poi in 1 o 2 mesi, poi in 6 mesi e, all'ultima visita, continua a sostenere di attendere senza fare nulla, fissandomi un ulteriore controllo tra altri sei mesi (cioè ad un anno e mezzo dall'estrazione).
Dopo un anno di attesa e di speranze, durante il quale mi è stato sconsigliato l'uso di integratori o medicinali per favorire la guarigione del nervo, sono a chiedervi se la situazione è davvero recuperabile del tutto o se oltre questi parziali progressi non è possibile andare.
La sua frase: "se senti qualcosa, seppur in modo alterato, significa che guarirai totalmente.
Il nervo guarisce sempre se è non stato tranciato del tutto" a distanza di tempo, non mi appare più molto credibile.
Vi ringrazio e saluto cordialmente
Durante l'estrazione (per la quale non mi è stato nemmeno fatto firmare, né consegnato un consenso informato e svolta basandosi su una semplice radiografia, senza prendere visione di una recente Tac Cone-beam) ho sentito una forte scossa che mi ha percorso l'intera mandibola sul lato destro del volto e dal giorno dell'operazione, avvenuta a fine gennaio 2023 ad oggi, soffro di una marcata alterazione della sensibilità e di un forte e continuo senso di tensione nelle zone sopra descritte.
Il chirurgo sostiene fermamente di non aver reciso totalmente il nervo ma di averlo sicuramente toccato, compresso o strisciato.
Nel corso di questi 11 mesi, ho eseguito periodici controlli, presso lo stesso ospedale, per farmi visitare dal chirurgo che ha eseguito l'intervento, riferendo che tali complicazioni, seppur interessando un area del volto minore rispetto all'inizio, non si erano risolte totalmente e che i progressi che c'erano stati nel corso dei primi mesi si erano fermati.
Il chirurgo, durante i controlli periodici che ho eseguito, ha stimato delle tempistiche di recupero totali quantificandole prima in 15 gironi, poi in 1 o 2 mesi, poi in 6 mesi e, all'ultima visita, continua a sostenere di attendere senza fare nulla, fissandomi un ulteriore controllo tra altri sei mesi (cioè ad un anno e mezzo dall'estrazione).
Dopo un anno di attesa e di speranze, durante il quale mi è stato sconsigliato l'uso di integratori o medicinali per favorire la guarigione del nervo, sono a chiedervi se la situazione è davvero recuperabile del tutto o se oltre questi parziali progressi non è possibile andare.
La sua frase: "se senti qualcosa, seppur in modo alterato, significa che guarirai totalmente.
Il nervo guarisce sempre se è non stato tranciato del tutto" a distanza di tempo, non mi appare più molto credibile.
Vi ringrazio e saluto cordialmente
[#1]
Gentilissimo utente, sicuramente ci saranno state le indicazioni all' avulsione quel dente e ci sono state delle complicanze. La firma sul consenso informato non l'avrebbe resa immune da complicanze.
Un parere di un neurologo, potrebbe essere utile per stabilire se lei dovrà imparare a convivere con questo fastidio.
Un parere di un neurologo, potrebbe essere utile per stabilire se lei dovrà imparare a convivere con questo fastidio.
https://www.dentisti-italia.it/dentista-lombardia/dentista-bergamo/239_diego-ruffoni.html
[#2]
Utente
Torno ora dalla visita neurologica con un nulla di fatto. Il neurologo afferma che lo specialista competente é il chirurgo maxillo-facciale (cioé chi da un anno non mi sa dare risposte) e non lui.
Si é limitato a prescrivermi una risonanza con e senza mezzo di contrasto (che secondo il chirurgo sarebbe inutile).
Non so davvero piú cosa fare, né cosa aspettarmi.. é possibile che nessuno sappia come agire e che vi siano tutte queste contraddizioni?
Riguardo al consenso informato.
Per un'operazione che puó comportare delle conseguenze di qualsiasi tipo, non si puó prescindere dal mettere al corrente il paziente da ció che lo potrebbe attendere.
A questo punto, in assenza di soluzioni e di una diagnosi concreta, mi rivolgo a voi gentili dottori sperando di trovare quì un senso di responsabilitá e di attenzione al paziente che altrove non ho riscontrato.
Si é limitato a prescrivermi una risonanza con e senza mezzo di contrasto (che secondo il chirurgo sarebbe inutile).
Non so davvero piú cosa fare, né cosa aspettarmi.. é possibile che nessuno sappia come agire e che vi siano tutte queste contraddizioni?
Riguardo al consenso informato.
Per un'operazione che puó comportare delle conseguenze di qualsiasi tipo, non si puó prescindere dal mettere al corrente il paziente da ció che lo potrebbe attendere.
A questo punto, in assenza di soluzioni e di una diagnosi concreta, mi rivolgo a voi gentili dottori sperando di trovare quì un senso di responsabilitá e di attenzione al paziente che altrove non ho riscontrato.
[#3]
Quindi il dente non è stato tolto da un odontoiatra, ma da un medico specialista in maxillo? Perché non ha fatto la risonanza? Spesso il pazienti vengono informati verbalmente, che in certi casi è meglio del firmi qui. Chiaramente la risonanza non cura il nervo, ma potrebbe dare qualche indicazione sulle condizioni. Il neurologo, non le ha fatto nessuna prova?
https://www.dentisti-italia.it/dentista-lombardia/dentista-bergamo/239_diego-ruffoni.html
[#4]
A 1 anno la situazione è stabile.
Potrebbero esserrci ancora lievissimi miglioramenti, ma che non muteranno radicalmente la situazione.
L'affermazione: "Il nervo guarisce sempre se è non stato tranciato del tutto" non solo non è credibile, è falsa.
Potrebbero esserrci ancora lievissimi miglioramenti, ma che non muteranno radicalmente la situazione.
L'affermazione: "Il nervo guarisce sempre se è non stato tranciato del tutto" non solo non è credibile, è falsa.
www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)
[#5]
Utente
L'operazione è stata eseguita da un esperto chirurgo presso l'unità di chirurgia orale dell'ospedale.
La visita neurologica invece è stata incentrata sui movimenti del corpo, test di percezione agli stimoli degli arti e alla deambulazione, finendo poi con lo sfioramento della parte del viso interessata dall'intervento ma nulla di più specifico.
Per la risonanza sono in lista d'attesa e si prospettano tempi lunghi per poterla effettuare. Il neurologo l'ha prescritta per valutare che non vi siano altri problemi, visto che contestualmente all'estrazione del dente incluso si è proceduto anche all'asportazione di tessuto di granulazione distale al 47.
A tale riguardo, già dopo qualche settimana dall'estrazione, durante una visita di controllo presso la struttura ospedaliera, chiesi se era il caso di fare un esame per vedere lo stato di salute del nervo visto il disagio scaturito, ma mi venne detto che non avrebbe avuto senso, in quanto non avrebbe risolto nulla e che non sarebbe stato uno strumento abbastanza avanzato per darci informazioni utili al caso. Soluzione? aspettare, ovviamente!
Secondo la vostra opinione, quale sarebbe l'accertamento utile da fare per capire di che entità è il danno subito dal nervo?
Il chirurgo maxillo-facciale è davvero la figura competente per questa situazione?
Al momento mi sono interfacciato solo con la struttura e la persona che ha eseguito l'estrazione. Dopo un anno questo comportamento attendista e le rassicurazioni che tutto si risolverà mi fanno pensare che chi ha commesso questo errore (perchè di questo si tratta) tenda a minimizzare e a non dire chiaramente che questo disagio me lo dovrò tenere.
La possibilità di un recupero totale, cosa di cui il chirurgo è certo e per cui dice non esistere un tempo limite, mi sembra davvero improbabile. Lui si mostra sicuro, dicendo che nella sua lunga carriera, tutti i pazienti hanno recuperato da complicanze come questa e che potrebbe volerci anche un anno e mezzo o due.
Vi ringrazio per l'aiuto che riuscite a darmi
La visita neurologica invece è stata incentrata sui movimenti del corpo, test di percezione agli stimoli degli arti e alla deambulazione, finendo poi con lo sfioramento della parte del viso interessata dall'intervento ma nulla di più specifico.
Per la risonanza sono in lista d'attesa e si prospettano tempi lunghi per poterla effettuare. Il neurologo l'ha prescritta per valutare che non vi siano altri problemi, visto che contestualmente all'estrazione del dente incluso si è proceduto anche all'asportazione di tessuto di granulazione distale al 47.
A tale riguardo, già dopo qualche settimana dall'estrazione, durante una visita di controllo presso la struttura ospedaliera, chiesi se era il caso di fare un esame per vedere lo stato di salute del nervo visto il disagio scaturito, ma mi venne detto che non avrebbe avuto senso, in quanto non avrebbe risolto nulla e che non sarebbe stato uno strumento abbastanza avanzato per darci informazioni utili al caso. Soluzione? aspettare, ovviamente!
Secondo la vostra opinione, quale sarebbe l'accertamento utile da fare per capire di che entità è il danno subito dal nervo?
Il chirurgo maxillo-facciale è davvero la figura competente per questa situazione?
Al momento mi sono interfacciato solo con la struttura e la persona che ha eseguito l'estrazione. Dopo un anno questo comportamento attendista e le rassicurazioni che tutto si risolverà mi fanno pensare che chi ha commesso questo errore (perchè di questo si tratta) tenda a minimizzare e a non dire chiaramente che questo disagio me lo dovrò tenere.
La possibilità di un recupero totale, cosa di cui il chirurgo è certo e per cui dice non esistere un tempo limite, mi sembra davvero improbabile. Lui si mostra sicuro, dicendo che nella sua lunga carriera, tutti i pazienti hanno recuperato da complicanze come questa e che potrebbe volerci anche un anno e mezzo o due.
Vi ringrazio per l'aiuto che riuscite a darmi
[#6]
Non si tratta probabilmente di "errore", ma di complicanza possibile che si è realizzata.
QUANTO probabile la complicanza, senza valutazione oggettiva è impossibile dirlo.
Non esistono accertamenti utili.
Il comportamento attendista è quello più razionale.
QUANTO probabile la complicanza, senza valutazione oggettiva è impossibile dirlo.
Non esistono accertamenti utili.
Il comportamento attendista è quello più razionale.
www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)
[#7]
Utente
Gentili Dottori,
sono ad aggiornarvi sulla situazione.
Circa 20 giorni fa sono stato a visita da un altro chirurgo maxillo-facciale il quale mi ha consigliato di eseguire un'altra Tac cone-beam, per valutare la situazione a 13 mesi dall'estrazione e ginnastica facciale mattina e sera.
Quest'ultima, fatta con una certa costanza, porta ad un piccolo e parziale miglioramento (anche se solo nell'immediato) nella zona dell'emilabro mentre, per quanto riguarda l'arcata destra inferiore, la gengiva e la "parete" interna del labbro, il fastidio ed il senso di tensione si fanno sentire maggiormente.
Ieri dopo aver fatto la Tac cone-beam sono stato a visita di controllo dove ho trovato un collega del medico visto 20 giorni fa.
Durante la visita, presso una struttura pubblica, ha preso visione della Tac, dalla quale non emergono anomalie degne di nota e mi ha proposto, cito testualmente, "laser-terapia".
Non si è pronunciato sul tipo di tecnologia utilizzata o su come verranno fatte nello specifico le sedute ma mi ha mostrato una valigetta contenente l'apparecchiatura dicendo che si tratta di una procedura "a rischio biologico zero".
Ho chiesto se vi sono rischi o controindicazioni correlati all'uso di questa pratica medica e lui ha risposto di no, aggiungendo che, se dopo due sedute non dovessi avvertire dei benefici, non avrebbe senso continuare.
Secondo la vostra esperienza e la vostra conoscenza medica, può davvero essere uno strumento risolutivo nel mio caso o rischio di peggiorare ulteriormente la mia situazione? E' possibile non ci sia nemmeno una minima possibilità di rischio nell'uso di questa apparecchiatura?
Non vi nascondo il mio timore, visto che anche l'estrazione di un anno fa, che ha provocato l'attuale parestesia/disestesia, era stata descritta dal primo chirurgo come un banalissimo intervento di routine, per il quale mi assicurava che non ci sarebbero state conseguenze (poi, purtroppo, verificatesi).
Fiducioso in vostra esaustiva e come sempre gentile risposta, vi saluto cordialmente.
sono ad aggiornarvi sulla situazione.
Circa 20 giorni fa sono stato a visita da un altro chirurgo maxillo-facciale il quale mi ha consigliato di eseguire un'altra Tac cone-beam, per valutare la situazione a 13 mesi dall'estrazione e ginnastica facciale mattina e sera.
Quest'ultima, fatta con una certa costanza, porta ad un piccolo e parziale miglioramento (anche se solo nell'immediato) nella zona dell'emilabro mentre, per quanto riguarda l'arcata destra inferiore, la gengiva e la "parete" interna del labbro, il fastidio ed il senso di tensione si fanno sentire maggiormente.
Ieri dopo aver fatto la Tac cone-beam sono stato a visita di controllo dove ho trovato un collega del medico visto 20 giorni fa.
Durante la visita, presso una struttura pubblica, ha preso visione della Tac, dalla quale non emergono anomalie degne di nota e mi ha proposto, cito testualmente, "laser-terapia".
Non si è pronunciato sul tipo di tecnologia utilizzata o su come verranno fatte nello specifico le sedute ma mi ha mostrato una valigetta contenente l'apparecchiatura dicendo che si tratta di una procedura "a rischio biologico zero".
Ho chiesto se vi sono rischi o controindicazioni correlati all'uso di questa pratica medica e lui ha risposto di no, aggiungendo che, se dopo due sedute non dovessi avvertire dei benefici, non avrebbe senso continuare.
Secondo la vostra esperienza e la vostra conoscenza medica, può davvero essere uno strumento risolutivo nel mio caso o rischio di peggiorare ulteriormente la mia situazione? E' possibile non ci sia nemmeno una minima possibilità di rischio nell'uso di questa apparecchiatura?
Non vi nascondo il mio timore, visto che anche l'estrazione di un anno fa, che ha provocato l'attuale parestesia/disestesia, era stata descritta dal primo chirurgo come un banalissimo intervento di routine, per il quale mi assicurava che non ci sarebbero state conseguenze (poi, purtroppo, verificatesi).
Fiducioso in vostra esaustiva e come sempre gentile risposta, vi saluto cordialmente.
[#8]
Rischio bilogico del laser = 0
Possibilità di miglioramento: ne dubito. Vale la pena provare.
Possibilità di miglioramento: ne dubito. Vale la pena provare.
www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.2k visite dal 10/01/2024.
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