Infezione sotto dente 46 che dura da 3 mesi, nonostante 10 giorni di antibiotico e devitalizzazione
Intorno al 15 Settembre mi sveglio un mattino con la parte esterna della gengiva che va dal 46 all'ultimo molare gonfia e dolorante.
Il primo dentista a cui mi rivolgo spurga il pus dalla gengiva gonfia, ma non si spiega l'origine dell'irritazione in quanto non presento denti danneggiati né carie tali da giustificarne l'origine, ad una radiografia non si evidenziano particolari problemi.
Viene invece constatato la presenza di tartaro tra i denti, e il dentista pensa che con una detartrasi e uno collutorio 0.12 Clorexidina la situazione possa risolversi.
In un primo momento il problema sembra migliorare, anche perchè ho continuato a prendere antinfiammatori (Oki) nelle settimane successive.
Intorno alla metà di Ottobre la situazione peggiora nuovamente: la gengiva piena di pus si gonfia sia internamente che esternamente tra il 46 e il 45.
Il dentista a questo punto opta per una levigatura del 46, durante la quale da tessuti gonfi esce pus.
Il tutto viene giustificato dal dentista per la presenza di una "tasca" tra il 46 e il 45 che non era risultata alla radiografia.
La situazione sembra migliorare nei giorni seguenti, finché ai primi di Novembre si ripresenta lo stesso problema: gonfiore interno ed esterno tra il 46 e il 45, e un gonfiore più moderato dal 46 verso i molari.
Stanco, chiedo al dentista di prescrivermi l'antibiotico.
Inizio dunque una settimana di Augmentin ogni 12h.
Terminata la cura, la gengiva risulta essere ancora gonfia.
Decido dunque di andare da un secondo dentista, il quale mi fa una TAC con ricostruzione 3D, si vedono chiaramente dei buchi neri (infezione) sotto il 46 che in parte toccano il 45 (nervo non è colpito), si spiega perchè sento dolore a percussione al 46 e al 45.
Devitalizzo il 46 su consiglio del secondo dentista, una radice risulta essere necrotica ma la polpa del dente viva.
Mi ritrovo ora a metà Dicembre con il dente devitalizzato, canali chiusi e dente da ricostruire, tuttavia la gengiva è ancora gonfia internamente ed esternamente tra il 45 e 46 (esternamente anche verso il molare), il dente devitalizzato dolorate (credo per l'infezione sottostante), non riesco assolutamente a mettere nulla sotto i denti da quella parte della bocca, e con la gengiva se ogni tanto pare gonfiarsi.
Vi chiedo dunque un consiglio su come comportarmi, quali esami fare, il dentista dice di non preoccuparmi, mal che va si toglie un dente, ma convivo con questo problema da 3 mesi e non ne posso più.
Ho delle foto di due TAC con ricostruzione 3D ma non saprei come condividerle.
Grazie in anticipo!
Il primo dentista a cui mi rivolgo spurga il pus dalla gengiva gonfia, ma non si spiega l'origine dell'irritazione in quanto non presento denti danneggiati né carie tali da giustificarne l'origine, ad una radiografia non si evidenziano particolari problemi.
Viene invece constatato la presenza di tartaro tra i denti, e il dentista pensa che con una detartrasi e uno collutorio 0.12 Clorexidina la situazione possa risolversi.
In un primo momento il problema sembra migliorare, anche perchè ho continuato a prendere antinfiammatori (Oki) nelle settimane successive.
Intorno alla metà di Ottobre la situazione peggiora nuovamente: la gengiva piena di pus si gonfia sia internamente che esternamente tra il 46 e il 45.
Il dentista a questo punto opta per una levigatura del 46, durante la quale da tessuti gonfi esce pus.
Il tutto viene giustificato dal dentista per la presenza di una "tasca" tra il 46 e il 45 che non era risultata alla radiografia.
La situazione sembra migliorare nei giorni seguenti, finché ai primi di Novembre si ripresenta lo stesso problema: gonfiore interno ed esterno tra il 46 e il 45, e un gonfiore più moderato dal 46 verso i molari.
Stanco, chiedo al dentista di prescrivermi l'antibiotico.
Inizio dunque una settimana di Augmentin ogni 12h.
Terminata la cura, la gengiva risulta essere ancora gonfia.
Decido dunque di andare da un secondo dentista, il quale mi fa una TAC con ricostruzione 3D, si vedono chiaramente dei buchi neri (infezione) sotto il 46 che in parte toccano il 45 (nervo non è colpito), si spiega perchè sento dolore a percussione al 46 e al 45.
Devitalizzo il 46 su consiglio del secondo dentista, una radice risulta essere necrotica ma la polpa del dente viva.
Mi ritrovo ora a metà Dicembre con il dente devitalizzato, canali chiusi e dente da ricostruire, tuttavia la gengiva è ancora gonfia internamente ed esternamente tra il 45 e 46 (esternamente anche verso il molare), il dente devitalizzato dolorate (credo per l'infezione sottostante), non riesco assolutamente a mettere nulla sotto i denti da quella parte della bocca, e con la gengiva se ogni tanto pare gonfiarsi.
Vi chiedo dunque un consiglio su come comportarmi, quali esami fare, il dentista dice di non preoccuparmi, mal che va si toglie un dente, ma convivo con questo problema da 3 mesi e non ne posso più.
Ho delle foto di due TAC con ricostruzione 3D ma non saprei come condividerle.
Grazie in anticipo!
[#1]
Gentile utente, la presenza di una radiotrasparenza periapicale è indice di necrosi pulpare, quindi è stato corretto eseguire una terapia canalare.
A volte però questa può non risultare efficace, quindi bisogna eseguire un ritrattamento.
È poi importante capire se è presente una perforazione, una frattura, etc
Diciamo che le variabili sono tante, bisognerebbe studiare bene il caso sia con una visita che con esami radiografici.
A volte però questa può non risultare efficace, quindi bisogna eseguire un ritrattamento.
È poi importante capire se è presente una perforazione, una frattura, etc
Diciamo che le variabili sono tante, bisognerebbe studiare bene il caso sia con una visita che con esami radiografici.
[#3]
Corretta non posso dirlo non avendole fatto una visita, sensata direi proprio di sì.
In genere, se il problema è di natura endodontica, il dolore tende a diminuire con il trattamento canalare, proprio perché si dovrebbe togliere la foce infettiva alla base degli ascessi e del dolore. Tuttavia, la terapia canalare non garantisce una soluzione al 100% e potrebbero essere presenti altri problemi come perforazioni o fratture.
In genere, se il problema è di natura endodontica, il dolore tende a diminuire con il trattamento canalare, proprio perché si dovrebbe togliere la foce infettiva alla base degli ascessi e del dolore. Tuttavia, la terapia canalare non garantisce una soluzione al 100% e potrebbero essere presenti altri problemi come perforazioni o fratture.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 15/12/2023.
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