Miodesopsie, corpi mobili vitreali, opportunità terapeutica
Gentili Dottori,
ho 33 anni e da 12 convivo con corpi mobili vitreali particolarmente (estremamente) fastidiosi.
Pressoché emmetrope, no dpv, mi parlano di sola degenerazione e liquefazione vitreale.
La convivenza non è indolore, ma complice un attività lavorativa non incentrata prevalentemente sull'uso dei computer, siamo "andati avanti".
Sin oggi.
Ora il lavoro impone di fare i conti con ambienti sempre più aperti al coworking e poco personalizzabili che rendono questo disturbo oggettivamente insopportabile.
Le energie in quella che è la quotidianità vengono meno e con essa minando anche il tuo equilibro psicofisico.
Non è mia intenzione tediarvi ne farne una questione lato psicologico (capite bene, 12 anni che si guarda il mondo con vorticose macchie sul bello della vita).
Quel che vorrei chiedervi è quanto la vitrectomia è oggi un opportunità terapeutica sicura e valida (oppure cosa aspettarsi dal futuro prossimo in termini di terapia), capire quanto il vitreo è importante in un adulto e soprattutto se questa opportunità terapeutica va a ledere un occhio "altrimenti sano" di un soggetto con aspettativa di vi (s) ta di 40-50 anni.
Insomma, si può affrontare consapevoli che nessuna chirurgia può assicurare il 100% oppure come qualche specialista (non vitreoretinico) vecchia scuola dice "scambi un fastidio con potenziali gravi problemi" per cui boccia assolutamente la soluzione?
Leggevo quanto fosse osteggiata anche la chirurgia refrattiva a fine anni '80 e mi chiedo se l'avversione alla metodica risieda più nell'approccio, nella specializzazione e nella curva di apprendimento più che nei rischi.
Sinceramente, non mi capacito come non si prenda in considerazione - anche - la qualità della vista di un disturbo che purtroppo non è diversamente correggibile con lenti o altre metodiche.
Vorrei potervi fare queste domande in quanto specialisti, in primis, e in quanto uomini/donne come per rispondere ad un amico al bar che vi chiede un consiglio consapevole che esser qua a scrivere e leggere queste righe sia già un dono.
Ringrazio anticipatamente e auguro un buon lavoro.
ho 33 anni e da 12 convivo con corpi mobili vitreali particolarmente (estremamente) fastidiosi.
Pressoché emmetrope, no dpv, mi parlano di sola degenerazione e liquefazione vitreale.
La convivenza non è indolore, ma complice un attività lavorativa non incentrata prevalentemente sull'uso dei computer, siamo "andati avanti".
Sin oggi.
Ora il lavoro impone di fare i conti con ambienti sempre più aperti al coworking e poco personalizzabili che rendono questo disturbo oggettivamente insopportabile.
Le energie in quella che è la quotidianità vengono meno e con essa minando anche il tuo equilibro psicofisico.
Non è mia intenzione tediarvi ne farne una questione lato psicologico (capite bene, 12 anni che si guarda il mondo con vorticose macchie sul bello della vita).
Quel che vorrei chiedervi è quanto la vitrectomia è oggi un opportunità terapeutica sicura e valida (oppure cosa aspettarsi dal futuro prossimo in termini di terapia), capire quanto il vitreo è importante in un adulto e soprattutto se questa opportunità terapeutica va a ledere un occhio "altrimenti sano" di un soggetto con aspettativa di vi (s) ta di 40-50 anni.
Insomma, si può affrontare consapevoli che nessuna chirurgia può assicurare il 100% oppure come qualche specialista (non vitreoretinico) vecchia scuola dice "scambi un fastidio con potenziali gravi problemi" per cui boccia assolutamente la soluzione?
Leggevo quanto fosse osteggiata anche la chirurgia refrattiva a fine anni '80 e mi chiedo se l'avversione alla metodica risieda più nell'approccio, nella specializzazione e nella curva di apprendimento più che nei rischi.
Sinceramente, non mi capacito come non si prenda in considerazione - anche - la qualità della vista di un disturbo che purtroppo non è diversamente correggibile con lenti o altre metodiche.
Vorrei potervi fare queste domande in quanto specialisti, in primis, e in quanto uomini/donne come per rispondere ad un amico al bar che vi chiede un consiglio consapevole che esser qua a scrivere e leggere queste righe sia già un dono.
Ringrazio anticipatamente e auguro un buon lavoro.
[#1]
Salve,
Da verificare bene se si tratta di addensamenti infiammatori o meno, poi la vitrectomia ormai è abbastanza sicura da poter essere usata per fastidì e non solo patologie.
Mi piacerebbe poterla aiutare di più, ma un consulto online può essere solo indicativo, non diagnostico, pertanto le sue domande non possono che trovare risposta solamente dopo che uno Specialista l'abbia attentamente ascoltata e visitata. Se successivamente necessita di chiarimenti saremo a disposizione.
Mi faccia sapere eventuali novità.
Cordiali Saluti
Da verificare bene se si tratta di addensamenti infiammatori o meno, poi la vitrectomia ormai è abbastanza sicura da poter essere usata per fastidì e non solo patologie.
Mi piacerebbe poterla aiutare di più, ma un consulto online può essere solo indicativo, non diagnostico, pertanto le sue domande non possono che trovare risposta solamente dopo che uno Specialista l'abbia attentamente ascoltata e visitata. Se successivamente necessita di chiarimenti saremo a disposizione.
Mi faccia sapere eventuali novità.
Cordiali Saluti
Dr. Enzo D'Ambrosio - HiQ vision Centro laser
Centro Oftalmico D'Ambrosio - Taranto
www.centroftalmicodambrosio.eu - cercaci su Fb!
[#2]
Utente
Gentilissimo Dott. D'ambrosio,
desidero innanzitutto ringraziarla per il tempo che vorrà concedermi.
Nessuno degli specialisti da me interpellati ha fatto riferimento alcuno a stati infiammatori; immagino che sia un reperto diagnosticabile in sede di visita, giusto?
Eseguito visite ed oct pressoché ogni anno (quest'ultimo mio scrupolo definito non necessario) senza segnalare alterazioni di sorta.
Sono convinto sia un problema diffuso nella misura che definisco "fisiologica" (li ho sempre visti da bambino ma mai ne ho voluto comprendere cosa fossero tale minimo fosse il disturbo), ma non nello stato attuale. Mi spiego meglio: ora ho diversi agglomerati grigi e intrecciamenti vari che vagano rendendo qualsiasi attività di disturbo. Difficile concentrarsi nel lavoro o stare in ambienti illuminati dai neon (lavoro ecc) per la mole di opacità e aloni continui. Maggiore il fastidio in un occhio, minore nell'altro.
Provato integratori, dieta, bere tanto, ma la problematica ho ahimè imparato che non può migliorare nonostante spesso gli specialisti continuassero a darmi le stesse indicazioni "terapeutiche" di cui sopra.
Non entrando tuttavia nel merito, vorrei sottolineare come conduca una vita sana con qualche problema di mal assorbimento alimentare in fase di accertamento.
Quel che tuttavia vorrei comprendere è se realmente affrontare un intervento chirurgico è un salto nel vuoto tale da dire "no, non ne vale la pena rischiare", oppure se fosse affrontabile con un margine di sicurezza importante. Nel primo caso, è altresì ovvio che un paziente davanti a tale prospettiva (mi ci sono trovato in questi anni) si sentirebbe spalle al muro, è tuttavia altrettanto ovvio che però a questo punto personalmente dovrò pensare anche lavorativamente parlando di trovare una condizione di minor discomfort possibilmente certificabile, per una situazione oculare tutto sommato non riconosciuta patologica e probabilmente non agevolabile in alcun modo e che inevitabilmente porta ad una severa diminuzione della qualità della vista e della vita. Vorrei inoltre capire se un occhio senza (parte) del vitreo è anatomicamente più debole o esposto a problemi a lungo termine (dati che non ho trovato) pur consapevole che la cataratta è un rischio quasi certo della metodica.
Concludo dicendo che non ho idea quanto possa esser comune questo disturbo con un entità fortemente disturbante ancor più in giovane età, ma credo e spero che presto si possa dare qualche risposta in più a questo disturbo che per mia esperienza è stato sempre sottostimato.
Grazie per il servizio e buon anno.
desidero innanzitutto ringraziarla per il tempo che vorrà concedermi.
Nessuno degli specialisti da me interpellati ha fatto riferimento alcuno a stati infiammatori; immagino che sia un reperto diagnosticabile in sede di visita, giusto?
Eseguito visite ed oct pressoché ogni anno (quest'ultimo mio scrupolo definito non necessario) senza segnalare alterazioni di sorta.
Sono convinto sia un problema diffuso nella misura che definisco "fisiologica" (li ho sempre visti da bambino ma mai ne ho voluto comprendere cosa fossero tale minimo fosse il disturbo), ma non nello stato attuale. Mi spiego meglio: ora ho diversi agglomerati grigi e intrecciamenti vari che vagano rendendo qualsiasi attività di disturbo. Difficile concentrarsi nel lavoro o stare in ambienti illuminati dai neon (lavoro ecc) per la mole di opacità e aloni continui. Maggiore il fastidio in un occhio, minore nell'altro.
Provato integratori, dieta, bere tanto, ma la problematica ho ahimè imparato che non può migliorare nonostante spesso gli specialisti continuassero a darmi le stesse indicazioni "terapeutiche" di cui sopra.
Non entrando tuttavia nel merito, vorrei sottolineare come conduca una vita sana con qualche problema di mal assorbimento alimentare in fase di accertamento.
Quel che tuttavia vorrei comprendere è se realmente affrontare un intervento chirurgico è un salto nel vuoto tale da dire "no, non ne vale la pena rischiare", oppure se fosse affrontabile con un margine di sicurezza importante. Nel primo caso, è altresì ovvio che un paziente davanti a tale prospettiva (mi ci sono trovato in questi anni) si sentirebbe spalle al muro, è tuttavia altrettanto ovvio che però a questo punto personalmente dovrò pensare anche lavorativamente parlando di trovare una condizione di minor discomfort possibilmente certificabile, per una situazione oculare tutto sommato non riconosciuta patologica e probabilmente non agevolabile in alcun modo e che inevitabilmente porta ad una severa diminuzione della qualità della vista e della vita. Vorrei inoltre capire se un occhio senza (parte) del vitreo è anatomicamente più debole o esposto a problemi a lungo termine (dati che non ho trovato) pur consapevole che la cataratta è un rischio quasi certo della metodica.
Concludo dicendo che non ho idea quanto possa esser comune questo disturbo con un entità fortemente disturbante ancor più in giovane età, ma credo e spero che presto si possa dare qualche risposta in più a questo disturbo che per mia esperienza è stato sempre sottostimato.
Grazie per il servizio e buon anno.
[#3]
Il consiglio dell’intervento va discusso con un medico preparato e con esperienza nel campo delle miodesopsie. Gli addensamenti infiammatori si verificano con la visita ma raramente vengono approfonditi
Dr. Enzo D'Ambrosio - HiQ vision Centro laser
Centro Oftalmico D'Ambrosio - Taranto
www.centroftalmicodambrosio.eu - cercaci su Fb!
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.8k visite dal 06/11/2021.
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