Lenti a contatto
Gentile dottore,
sono una donna di 37 anni astigmatica e miope con elevate diotrie, utilizzo da vari anni lenti a.c. morbide a lunga durata ( gradazione -14,50 o.s. e -13 o.d.) che ho sempre tollerato senza problemi utilizzando la marca Zeiss. Premetto che soffro da quasi 20 anni di maculopatia miopica o.s. che mi ha lasciato un visus molto basso; l’occhio d. , invece, ha una buona visione. Qualche mese fa le ho dovute cambiare per usura mantenendo la stessa gradazione. Le lenti a.c. fornitemi ora sono strutturalmente diverse: più spesse, più grandi e, anche nell’indossarle noto di non vedere bene, quando leggo devo continuamente chiudere e riaprire gli occhi, al momento la visione migliora, poi ritornano i margini non definiti ( ad esempio, le piccole lucine degli apparecchi in stand-by le vedo sdoppiate ) e mi viene mal di testa. Ho spiegato questi disturbi al mio ottico il quale dice che la ditta Zeiss, per uniformarsi alle disposizioni della Comunità Europea ha dovuto cambiare materiale, che la lentina si dovrebbe assottigliare con l’utilizzo e che dovrei abituarmici. Pare che per la mia gradazione sia l’unico tipo in commercio e che il vecchio tipo che utilizzo da tanti anni non lo producano più. Da una mia ricerca su Internet mi è sembrato di capire che il nuovo tipo di l.a.c. è all’ idrogel di silicone
(non so se le mie nuove lentine sono in questo materiale) ma questa è solo un’alternativa, per caratteristiche e modalità di utilizzo, alle tradizionali in idrogel che esistono ancora.
Cosa dovrei fare? Mi può dare chiarimenti in merito?
La ringrazio e saluto cordialmente.
sono una donna di 37 anni astigmatica e miope con elevate diotrie, utilizzo da vari anni lenti a.c. morbide a lunga durata ( gradazione -14,50 o.s. e -13 o.d.) che ho sempre tollerato senza problemi utilizzando la marca Zeiss. Premetto che soffro da quasi 20 anni di maculopatia miopica o.s. che mi ha lasciato un visus molto basso; l’occhio d. , invece, ha una buona visione. Qualche mese fa le ho dovute cambiare per usura mantenendo la stessa gradazione. Le lenti a.c. fornitemi ora sono strutturalmente diverse: più spesse, più grandi e, anche nell’indossarle noto di non vedere bene, quando leggo devo continuamente chiudere e riaprire gli occhi, al momento la visione migliora, poi ritornano i margini non definiti ( ad esempio, le piccole lucine degli apparecchi in stand-by le vedo sdoppiate ) e mi viene mal di testa. Ho spiegato questi disturbi al mio ottico il quale dice che la ditta Zeiss, per uniformarsi alle disposizioni della Comunità Europea ha dovuto cambiare materiale, che la lentina si dovrebbe assottigliare con l’utilizzo e che dovrei abituarmici. Pare che per la mia gradazione sia l’unico tipo in commercio e che il vecchio tipo che utilizzo da tanti anni non lo producano più. Da una mia ricerca su Internet mi è sembrato di capire che il nuovo tipo di l.a.c. è all’ idrogel di silicone
(non so se le mie nuove lentine sono in questo materiale) ma questa è solo un’alternativa, per caratteristiche e modalità di utilizzo, alle tradizionali in idrogel che esistono ancora.
Cosa dovrei fare? Mi può dare chiarimenti in merito?
La ringrazio e saluto cordialmente.
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Oculista
Carissima,
nella mia vita ho sempre dubitato di chi mi dice che le COSE CHE MI STA FORNENDO SONO LE UNICHE CHE FANNO AL MIO CASO!!
La nascita dei materiali SILICON-IDROGEL hanno coniugato la permeabilità del silicone unita al grande confort della lente in idrogel.
Si confidava nel fatto che la minor manipolazione delle lenti portasse ad una riduzione delle infezioni (come la cheratite microbica). Di fatto però non fu così. Sebbene si migliorarono alcune complicanze infiammatorie come la sindrome da "Red Eye" indotta da lenti a contatto e la congiuntivite papillare gigante sempre causata da queste, il rischio di infezione rimaneva alto (Schein, 1994 lo dimostrò ampiamente).
Perchè questo? La chiave della spiegazione potrebbe essere quella della sofferenza corneale indotta dall'ipossia provocata dalla lente idrogel. (Harvitt e Bonanno nel 1999 hanno dimostrato che per evitare l'anossia stromale durante il porto notturno è necessaria una lente con un DK/t di almeno 125x10-9. Sappiamo che le disposable convenzionali raggiungono valori tra 18 e 42) Nascono quindi i grandi vantaggi portati dalle lenti silicon-idrogel che con un DK/t di 110 per il balafilcon e 175 per il lotrafilcon garantiscono il giusto ricambio di ossigeno corneale senza anossie stromali! Dobbiamo però tenere conto delle ametropie presenti. Lo spessore al bordo o al centro della lente varia a seconda del suo potere!
Per quanto riguarda invece l'uso giornaliero il discorso cambia decisamente. Mentre per l'uso prolungato o flessibile è da preferire una lente a contatto in silicon-idrogel per i dati visti sopra, il Daily Wear ha una soglia anossica decisamente inferiore. Il valore critico rilevato da Harvitt e Bonanno è di 35x10-9. Molte delle lenti in idrogel presenti sul mercato presentano valori di DK/t più elevati. Tuttavia esistono complicanze da ridotto apporto di ossigeno come presenta Efron (1999) nei suoi studi.
Questo è sempre riconducibile al potere della lente a contatto e al conseguente spessore al bordo o al centro e anche alle enormi differenze individuali del valore critico di ossigeno per il fabbisogno corneale.
L'aiuto del Silicon-Idrogel è sicuramente una sicurezza ancora maggiore!
ESISTONO COMUNQUE ANCORA PROBLEMATICHE PER QUESTE LENTI,ovvero le lenti a contatto in silicon-idrogel hanno alcune "pecche" non ancora risolte:
- i parametri sono ancora decisamente limitati (esistono solo sferiche con un range compreso tra -12 e +4 e due uniche curve base);
- i costi sono ancora troppo elevati;
- hanno un modulo di elasticità elevato che può creare alla lunga problemi di comfort legati soprattutto al sollevamento al bordo della lente con aumento di lesioni epiteliali arcuate.
Un caro saluto.
nella mia vita ho sempre dubitato di chi mi dice che le COSE CHE MI STA FORNENDO SONO LE UNICHE CHE FANNO AL MIO CASO!!
La nascita dei materiali SILICON-IDROGEL hanno coniugato la permeabilità del silicone unita al grande confort della lente in idrogel.
Si confidava nel fatto che la minor manipolazione delle lenti portasse ad una riduzione delle infezioni (come la cheratite microbica). Di fatto però non fu così. Sebbene si migliorarono alcune complicanze infiammatorie come la sindrome da "Red Eye" indotta da lenti a contatto e la congiuntivite papillare gigante sempre causata da queste, il rischio di infezione rimaneva alto (Schein, 1994 lo dimostrò ampiamente).
Perchè questo? La chiave della spiegazione potrebbe essere quella della sofferenza corneale indotta dall'ipossia provocata dalla lente idrogel. (Harvitt e Bonanno nel 1999 hanno dimostrato che per evitare l'anossia stromale durante il porto notturno è necessaria una lente con un DK/t di almeno 125x10-9. Sappiamo che le disposable convenzionali raggiungono valori tra 18 e 42) Nascono quindi i grandi vantaggi portati dalle lenti silicon-idrogel che con un DK/t di 110 per il balafilcon e 175 per il lotrafilcon garantiscono il giusto ricambio di ossigeno corneale senza anossie stromali! Dobbiamo però tenere conto delle ametropie presenti. Lo spessore al bordo o al centro della lente varia a seconda del suo potere!
Per quanto riguarda invece l'uso giornaliero il discorso cambia decisamente. Mentre per l'uso prolungato o flessibile è da preferire una lente a contatto in silicon-idrogel per i dati visti sopra, il Daily Wear ha una soglia anossica decisamente inferiore. Il valore critico rilevato da Harvitt e Bonanno è di 35x10-9. Molte delle lenti in idrogel presenti sul mercato presentano valori di DK/t più elevati. Tuttavia esistono complicanze da ridotto apporto di ossigeno come presenta Efron (1999) nei suoi studi.
Questo è sempre riconducibile al potere della lente a contatto e al conseguente spessore al bordo o al centro e anche alle enormi differenze individuali del valore critico di ossigeno per il fabbisogno corneale.
L'aiuto del Silicon-Idrogel è sicuramente una sicurezza ancora maggiore!
ESISTONO COMUNQUE ANCORA PROBLEMATICHE PER QUESTE LENTI,ovvero le lenti a contatto in silicon-idrogel hanno alcune "pecche" non ancora risolte:
- i parametri sono ancora decisamente limitati (esistono solo sferiche con un range compreso tra -12 e +4 e due uniche curve base);
- i costi sono ancora troppo elevati;
- hanno un modulo di elasticità elevato che può creare alla lunga problemi di comfort legati soprattutto al sollevamento al bordo della lente con aumento di lesioni epiteliali arcuate.
Un caro saluto.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.2k visite dal 28/04/2009.
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