Oculista ed ottico - ruoli reciproci
Gentili Medici buongiorno,
faccio prima la domanda e poi spiego il contesto : come mai gli ottici si rifiutano di fare anche solo un breve test (non una visita, ma un semplice e breve test) sulle lenti indicate in prescrizione prima di far spendere soldi per comprare gli occhiali?
La risposta sembra scontata: se c'è la prescrizione a cosa serve fare un test? Ma forse verrà compresa meglio se illustrato il contesto. Mia figlia ha 13 anni ed è affetta da miopia. A febbraio 2017 abbiamo fatto l'ultima visita dall'oculista che ha prescritto sf=-1.50 (dx) e sf=-1.75 (sx). Sempre discutendone con il medico, sono stati mantenuti sino ad ora i suoi occhiali, attualmente sf=-1.25 (dx) e sf=-1.50 (sx). Ora mia figlia afferma di non vederci più tanto bene a scuola e quindi ho chiamato l'ottico facendo la seguente proposta : poichè abbiamo in mano comunque una prescrizione che aumenta di 0.25 la correzione, e poichè comunque ci stiamo muovendo sulla base di una percezione riportata da mia figlia, perchè prima di seguire quella prescrizione non proviamo brevemente le lenti e poi io decido se rifare o meno la visita (che costa più delle lenti)?. Risposta : no! Ma ciò che non capisco è semplicemente un fatto: o la percezione di mia figlia è un elemento anche solo parzialmente significativo nell'indirizzare non una prescrizione ma una modalità di comportamento/approccio, oppure mia figlia è semplicemente come una automobile che viene portata a fare il tagliando sul banco prova e si opera unicamente ed esclusivamente sulla base dei risultati strumentali del banco prova....... Cosa c'è di obbligatoriamente sbagliato nel provare una prescrizione un pelo datata per valutare se è proprio il caso di andare a farne una nuova? Grazie e distinti saluti. Paolo.
faccio prima la domanda e poi spiego il contesto : come mai gli ottici si rifiutano di fare anche solo un breve test (non una visita, ma un semplice e breve test) sulle lenti indicate in prescrizione prima di far spendere soldi per comprare gli occhiali?
La risposta sembra scontata: se c'è la prescrizione a cosa serve fare un test? Ma forse verrà compresa meglio se illustrato il contesto. Mia figlia ha 13 anni ed è affetta da miopia. A febbraio 2017 abbiamo fatto l'ultima visita dall'oculista che ha prescritto sf=-1.50 (dx) e sf=-1.75 (sx). Sempre discutendone con il medico, sono stati mantenuti sino ad ora i suoi occhiali, attualmente sf=-1.25 (dx) e sf=-1.50 (sx). Ora mia figlia afferma di non vederci più tanto bene a scuola e quindi ho chiamato l'ottico facendo la seguente proposta : poichè abbiamo in mano comunque una prescrizione che aumenta di 0.25 la correzione, e poichè comunque ci stiamo muovendo sulla base di una percezione riportata da mia figlia, perchè prima di seguire quella prescrizione non proviamo brevemente le lenti e poi io decido se rifare o meno la visita (che costa più delle lenti)?. Risposta : no! Ma ciò che non capisco è semplicemente un fatto: o la percezione di mia figlia è un elemento anche solo parzialmente significativo nell'indirizzare non una prescrizione ma una modalità di comportamento/approccio, oppure mia figlia è semplicemente come una automobile che viene portata a fare il tagliando sul banco prova e si opera unicamente ed esclusivamente sulla base dei risultati strumentali del banco prova....... Cosa c'è di obbligatoriamente sbagliato nel provare una prescrizione un pelo datata per valutare se è proprio il caso di andare a farne una nuova? Grazie e distinti saluti. Paolo.
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LE allego un articolo del dottor Antonio Pascotto che trova su Medicitalia.
L’età della sua figlioletta fa pensare che possa rivolgersi presso strutture di Eccellenza Cittadine di Oftalmologia Pediatrica , senza neanche la necessità di pagare il ticket:
tipo Ospedale BUZZI ,
Ospedale San Giuseppe
Ospedale Niguarda e
Ospedale San Raffaele
Oltre la Struttura ASL di via Clericetti a MIlano.
dottor ANTONIO PASCOTTO:
"L'oculista (medico specialista) ha una laurea in medicina e chirurgia, l'abilitazione professionale per la pratica della medicina e l'attestato specifico rilasciato dalla scuola di specializzazione. Gli oculisti, quindi, hanno almeno 11 anni di istruzione e di formazione, oltre la scuola superiore, e sono specializzati per diagnosticare e curare tutte le malattie degli occhi, eseguire interventi chirurgici, prescrivere occhiali ed applicare lenti a contatto.
Oculista
L'optometrista ha seguito un corso di laurea triennale in optometria e, da quanto mi risulta, è una figura professionale non ancora riconosciuta in Italia. Negli Stati Uniti, dove il ruolo degli optometristi è meglio definito e riconosciuto, si diventa optometristi dopo almeno sei anni di istruzione e di formazione, oltre la scuola superiore, qualificandosi per poter determinare la necessità di occhiali e lenti a contatto, prescrivere la relativa correzione ottica ed eventuali trattamenti correttivi per i pazienti ambliopi (quelli colpiti da "occhio pigro").
Optometrista
Gli ottici, solitamente, seguono corsi di formazione di uno o due anni dopo la scuola superiore, per poi perfezionarsi "on-the-job". L'ottico è abilitato a misurare ed a vendere gli occhiali o le lenti a contatto, sulla base di prescrizioni provenienti dall'oculista.
Al giorno d'oggi, in Italia, sono molti ad avere la qualifica di ottico-optometrista. L'ottico-optometrista è tenuto, prima di eseguire l'esame delle deficienze puramente ottiche della vista, a richiedere la certificazione del medico oculista che attesti l'assenza di patologie oculari. La suddetta certificazione è valida per quattro anni dal suo rilascio, oppure due anni per la fascia di popolazione superiore ai 65 anni di età e per l'età pediatrica.
L'ottico-optometrista non può svolgere attività dirette all'accertamento di malattie, e quindi non può eseguire accertamenti diagnostici quali la tonometria, la topografia corneale e l'esame del campo visivo, non può effettuare diagnosi e tantomeno può eseguire attività terapeutiche di qualsiasi tipo. Non può prescrivere farmaci, compresi i colliri utilizzati a scopo diagnostico (es. gocce per la dilatazione pupillare). L'ottico-optometrista fornisce informazioni scritte delle misurazioni effettuate.
Ottico
Gli ortottisti sono anch'essi dei professionisti dediti alla cura degli occhi, specializzati nella diagnosi e nella gestione dei problemi della visione binoculare, legati soprtattutto all'ambliopia (occhio pigro) ed ai disturbi della motilità oculare (strabismo).
Ogni ortottista è tale se ha frequentato un corso di laurea triennale, oltre la scuola superiore. Gli ortottisti di solito lavorano in stretta collaborazione con gli oculisti. Spesso si occupano di buona parte degli esami diagnostici che si svolgono negli studi oculistici (esame del campo visivo, tonometria, pachimetria corneale, topografia corneale, autorefrattometria, misurazione della vista) ma, in tutti i casi, svolgono la propria attività sotto la supervisione di un medico oculista, il solo che può esprimersi per le relative conclusioni diagnostiche ed i consigli terapeutici.
Ortottista
Oculisti, ottici-optometristi ed ortottisti, tutti concorrono per il mantenimento ed il ripristino della salute degli occhi e per la riabilitazione visiva. Ciascuno, però, ha le proprie specifiche competenze e, nell’interesse di tutti (pazienti in primis), conviene che ciascuno rimanga nel proprio seminato, rispettando l’operato di ogni diversa figura professionale."
Spero di esserle stato di aiuto
buona giornata
L’età della sua figlioletta fa pensare che possa rivolgersi presso strutture di Eccellenza Cittadine di Oftalmologia Pediatrica , senza neanche la necessità di pagare il ticket:
tipo Ospedale BUZZI ,
Ospedale San Giuseppe
Ospedale Niguarda e
Ospedale San Raffaele
Oltre la Struttura ASL di via Clericetti a MIlano.
dottor ANTONIO PASCOTTO:
"L'oculista (medico specialista) ha una laurea in medicina e chirurgia, l'abilitazione professionale per la pratica della medicina e l'attestato specifico rilasciato dalla scuola di specializzazione. Gli oculisti, quindi, hanno almeno 11 anni di istruzione e di formazione, oltre la scuola superiore, e sono specializzati per diagnosticare e curare tutte le malattie degli occhi, eseguire interventi chirurgici, prescrivere occhiali ed applicare lenti a contatto.
Oculista
L'optometrista ha seguito un corso di laurea triennale in optometria e, da quanto mi risulta, è una figura professionale non ancora riconosciuta in Italia. Negli Stati Uniti, dove il ruolo degli optometristi è meglio definito e riconosciuto, si diventa optometristi dopo almeno sei anni di istruzione e di formazione, oltre la scuola superiore, qualificandosi per poter determinare la necessità di occhiali e lenti a contatto, prescrivere la relativa correzione ottica ed eventuali trattamenti correttivi per i pazienti ambliopi (quelli colpiti da "occhio pigro").
Optometrista
Gli ottici, solitamente, seguono corsi di formazione di uno o due anni dopo la scuola superiore, per poi perfezionarsi "on-the-job". L'ottico è abilitato a misurare ed a vendere gli occhiali o le lenti a contatto, sulla base di prescrizioni provenienti dall'oculista.
Al giorno d'oggi, in Italia, sono molti ad avere la qualifica di ottico-optometrista. L'ottico-optometrista è tenuto, prima di eseguire l'esame delle deficienze puramente ottiche della vista, a richiedere la certificazione del medico oculista che attesti l'assenza di patologie oculari. La suddetta certificazione è valida per quattro anni dal suo rilascio, oppure due anni per la fascia di popolazione superiore ai 65 anni di età e per l'età pediatrica.
L'ottico-optometrista non può svolgere attività dirette all'accertamento di malattie, e quindi non può eseguire accertamenti diagnostici quali la tonometria, la topografia corneale e l'esame del campo visivo, non può effettuare diagnosi e tantomeno può eseguire attività terapeutiche di qualsiasi tipo. Non può prescrivere farmaci, compresi i colliri utilizzati a scopo diagnostico (es. gocce per la dilatazione pupillare). L'ottico-optometrista fornisce informazioni scritte delle misurazioni effettuate.
Ottico
Gli ortottisti sono anch'essi dei professionisti dediti alla cura degli occhi, specializzati nella diagnosi e nella gestione dei problemi della visione binoculare, legati soprtattutto all'ambliopia (occhio pigro) ed ai disturbi della motilità oculare (strabismo).
Ogni ortottista è tale se ha frequentato un corso di laurea triennale, oltre la scuola superiore. Gli ortottisti di solito lavorano in stretta collaborazione con gli oculisti. Spesso si occupano di buona parte degli esami diagnostici che si svolgono negli studi oculistici (esame del campo visivo, tonometria, pachimetria corneale, topografia corneale, autorefrattometria, misurazione della vista) ma, in tutti i casi, svolgono la propria attività sotto la supervisione di un medico oculista, il solo che può esprimersi per le relative conclusioni diagnostiche ed i consigli terapeutici.
Ortottista
Oculisti, ottici-optometristi ed ortottisti, tutti concorrono per il mantenimento ed il ripristino della salute degli occhi e per la riabilitazione visiva. Ciascuno, però, ha le proprie specifiche competenze e, nell’interesse di tutti (pazienti in primis), conviene che ciascuno rimanga nel proprio seminato, rispettando l’operato di ogni diversa figura professionale."
Spero di esserle stato di aiuto
buona giornata
LUIGI MARINO CHIRURGO OCULISTA
CASA di CURA “ LA MADONNINA “ via Quadronno n. 29 MILANO prenota 02 50030013 urgenze 3356028808
[#2]
Utente
Gentile Dott. Marino, grazie mille della sua risposta che illustra molto chiaramente i diversi ruoli professionali esistenti (i quali, come sempre, hanno comunque delle "aree di ricopertura" non proprio trascurabili a quanto posso capire).
Io, molto semplicemente, avevo questo dubbio: io una prescrizione ce l'ho, la quale accerta l'assenza di patologie ed aggiungo che lo stesso oculista mi disse : Sig. Paolo, mi raccomando, non si faccia vedere ogni sei mesi!
Se io vado dall'ottico con quella prescrizione, lui gli occhiali me li fa (l'ottico, da me interpellato preventivamente, mi ha detto che fare o meno gli occhiali con una prescrizione di sei mesi fa è di fatto una mia scelta).
Io allora faccio gli occhiali e li faccio indossare da mia figlia. A quel punto possono succedere due cose :
a) mia figlia dice che ci vede bene (e allora farò dall'oculista la consueta visita di controllo quando mi ha detto lui di farla, ovvero tra un sei mesi circa)
b) mia figlia mi dice che non ci vede ancora benissimo (e allora io dall'oculista ci vado subito).
Domanda : cosa c'è di clamorosamente e logicamente errato nell'anticipare questo test con le lenti di prova?
Se invece, da quanto da me esposto, si rilevano elementi per cui la visita di controllo prevista tra sei mesi è da fare subito, allora è ovvio che il mio quesito non ha senso.
Ancora grazie mille e cordiali saluti.
Io, molto semplicemente, avevo questo dubbio: io una prescrizione ce l'ho, la quale accerta l'assenza di patologie ed aggiungo che lo stesso oculista mi disse : Sig. Paolo, mi raccomando, non si faccia vedere ogni sei mesi!
Se io vado dall'ottico con quella prescrizione, lui gli occhiali me li fa (l'ottico, da me interpellato preventivamente, mi ha detto che fare o meno gli occhiali con una prescrizione di sei mesi fa è di fatto una mia scelta).
Io allora faccio gli occhiali e li faccio indossare da mia figlia. A quel punto possono succedere due cose :
a) mia figlia dice che ci vede bene (e allora farò dall'oculista la consueta visita di controllo quando mi ha detto lui di farla, ovvero tra un sei mesi circa)
b) mia figlia mi dice che non ci vede ancora benissimo (e allora io dall'oculista ci vado subito).
Domanda : cosa c'è di clamorosamente e logicamente errato nell'anticipare questo test con le lenti di prova?
Se invece, da quanto da me esposto, si rilevano elementi per cui la visita di controllo prevista tra sei mesi è da fare subito, allora è ovvio che il mio quesito non ha senso.
Ancora grazie mille e cordiali saluti.
[#3]
buona sera
un aggiustamento di una refrazione possono farlo tutti.
La sua piccola e’ ormai una teenager...ma sempre meglio non controllare la quantità di VISUS ma tutto l’apparato oculare.
Per cui il mio consiglio da genitore a genitore, visita oculistica ogni 6 mesi soprattutto durante l’adolescenza.
buona serata
un aggiustamento di una refrazione possono farlo tutti.
La sua piccola e’ ormai una teenager...ma sempre meglio non controllare la quantità di VISUS ma tutto l’apparato oculare.
Per cui il mio consiglio da genitore a genitore, visita oculistica ogni 6 mesi soprattutto durante l’adolescenza.
buona serata
[#4]
Utente
Egregio Dott. Marino,
sempre grazie per la Sua risposta. Va da sè che se il Suo parere è fare una visita di controllo ogni sei mesi, questo chiude e risolve completamente la questione.
Ma la sua è una indicazione "generale" o una indicazione che dipende da quanto da me esposto? Nel caso sia una indicazione generale, fino a che età è consigliabile avere questa frequenza? Sempre nel caso di "indicazione generale" sembra quindi che la vista (o meglio: la salute dell'apparato oculare) sia un aspetto da monitorare spesso (sinceramente io non eseguo a mia figlia esami del sangue ogni sei mesi, esami delle urine ogni sei mesi, e così via, a meno che non ci sia una ragione particolare).
Certo che occorrerebbe che i pediatri di base, di loro iniziativa, suggerissero in maniera sistematica quali "tagliandi" è opportuno fare (ad esempio io mi sono accorto appena appena in tempo di una accentuata seconda classe dentaria di mia figlia solo su mia iniziativa e non certo perchè la pediatra mi avesse suggerito un controllo....).
Voi Medici specialisti dovreste fare una petizione al Ministero della Salute affinchè i pediatri di base vengano "caldamente invitati" a fare il loro mestiere anche e soprattutto in termini di prevenzione.
Cordialissimi saluti
Paolo
sempre grazie per la Sua risposta. Va da sè che se il Suo parere è fare una visita di controllo ogni sei mesi, questo chiude e risolve completamente la questione.
Ma la sua è una indicazione "generale" o una indicazione che dipende da quanto da me esposto? Nel caso sia una indicazione generale, fino a che età è consigliabile avere questa frequenza? Sempre nel caso di "indicazione generale" sembra quindi che la vista (o meglio: la salute dell'apparato oculare) sia un aspetto da monitorare spesso (sinceramente io non eseguo a mia figlia esami del sangue ogni sei mesi, esami delle urine ogni sei mesi, e così via, a meno che non ci sia una ragione particolare).
Certo che occorrerebbe che i pediatri di base, di loro iniziativa, suggerissero in maniera sistematica quali "tagliandi" è opportuno fare (ad esempio io mi sono accorto appena appena in tempo di una accentuata seconda classe dentaria di mia figlia solo su mia iniziativa e non certo perchè la pediatra mi avesse suggerito un controllo....).
Voi Medici specialisti dovreste fare una petizione al Ministero della Salute affinchè i pediatri di base vengano "caldamente invitati" a fare il loro mestiere anche e soprattutto in termini di prevenzione.
Cordialissimi saluti
Paolo
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 9.9k visite dal 14/11/2017.
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