Uveite
Gentili Dottori,
Ieri ho accompagnato la mia fidanzata dall'oculista perché avvertiva dal giorno prima dolore all'occhio sx con offuscamento del campo visivo e il dottore le ha detto che aveva un distacco della retina e di correre subito in ospedale. Al PS, dopo averle rifatto tutti gli esami, hanno negato la diagnosi del suo medico e hanno accertato la presenza di una uveite (non ero con lei quindi non saprei specificare se anteriore, media, o posteriore). Le hanno prescritto una cura di 20 giorni a base di cortisonici ed antibiotico. Lei è preoccupata perché stamattina si è svegliata con un occhio completamente gonfio, soprattutto la palpebra superiore, e da poco ha iniziato ad avere leggere perdite di sangue dallo stesso. Abbiamo già contattato l'oculista che l'ha visitata ieri in ospedale, ma prima di domani non può riceverci perché fuori città, è normale questo tipo di decorso?
Ieri ho accompagnato la mia fidanzata dall'oculista perché avvertiva dal giorno prima dolore all'occhio sx con offuscamento del campo visivo e il dottore le ha detto che aveva un distacco della retina e di correre subito in ospedale. Al PS, dopo averle rifatto tutti gli esami, hanno negato la diagnosi del suo medico e hanno accertato la presenza di una uveite (non ero con lei quindi non saprei specificare se anteriore, media, o posteriore). Le hanno prescritto una cura di 20 giorni a base di cortisonici ed antibiotico. Lei è preoccupata perché stamattina si è svegliata con un occhio completamente gonfio, soprattutto la palpebra superiore, e da poco ha iniziato ad avere leggere perdite di sangue dallo stesso. Abbiamo già contattato l'oculista che l'ha visitata ieri in ospedale, ma prima di domani non può riceverci perché fuori città, è normale questo tipo di decorso?
[#1]
Buongiorno penso si tratti di una grave forma di UVEITE POSTERIORE.
IL decorso
con il gonfiore e’ normale!!
Faccia fare bene tutte le indagini del caso e la faccia curare molto bene , le uveiti possono recidivare.
Ha fatto esami del sangue??
Le uveiti sono patologie oculari dovute a un processo infiammatorio che interessa l’ùvea ovvero lo strato intermedio del bulbo oculare , costituito da iride, corpo ciliare e coroide.
Ci sono molti modi di classificare le uveiti: a seconda della zona colpita ovvero della sede anatomica (uveiti anteriori, intermedie, posteriori e panuveiti ); in base al decorso clinico (uveiti acute o croniche); infine, a seconda delle cause che le originano (eziologia). Possono essere provocate da agenti provenienti dall’esterno (uveiti esogene) oppure già presenti nel nostro organismo (uveiti endogene); possono essere inoltre dovute a virus, batteri, funghi e parassiti (uveiti infettive) o non essere causate da agenti esterni (uveiti non infettive), in associazione o meno con malattie del resto dell’organismo (patologie sistemiche). La causa esatta può rimanere ignota.
La sintomatologia dipende da quale parte dell’uvea è colpita dall’infiammazione:
le uveiti anteriori acute si presentano con intolleranza alla luce (fotofobia), dolore oculare, peggioramento della vista e lacrimazione, mentre quelle anteriori croniche possono presentarsi con lieve rossore e visione di mosche volanti (miodesopsie) o essere quasi totalmente prive di sintomi (asintomatiche). All’esame oculistico nelle uveiti anteriori l’occhio appare molto rosso (i vasi intorno alla cornea assumono un aspetto violaceo e si dilatano); la cornea non è più trasparente, ma viceversa mostra delle opacità (precipitati corneali); l’umore acqueo, che occupa la camera anteriore, appare torbido per la presenza di cellule infiammatorie, mentre nell’iride possono comparire delle alterazioni visibili (noduli o aree atrofiche), segni che si attenuano nelle forme croniche;
le uveiti intermedie possono presentarsi con mosche volanti (corpi mobili) o divenire sintomatiche sino alla comparsa di complicanze quali l’èdema maculare (liquido che si forma tra gli strati del centro della retina). All’esame oculistico il corpo vitreo apparirà torbido e la retina potrà apparire normale;
le uveiti posteriori possono presentarsi come quelle intermedie, cioè con la visione di mosche volanti e/o un minimo di offuscamento della vista; ma possono anche causare un rapido calo della vista nel caso in cui il processo infiammatorio colpisca la fòvea (zona centrale della macula deputata alla visione distinta). All’esame oculistico il corpo vitreo appare opaco, mentre la retina è colpita dall’infiammazione.
Le uveiti anteriori si possono complicare con la formazione di adesioni tra l’iride e la superficie anteriore del cristallino (sinechie posteriori). Quando queste adesioni si formano attorno alla pupilla si può avere la cosiddetta seclusio pupillare, con conseguente mancato passaggio di umore acqueo dalla camera posteriore del bulbo oculare a quella anteriore, che può portare a un aumento della pressione oculare. Altre complicanze dell’uveite anteriore sono la cataratta e le sofferenze della cornea.
Le uveiti intermedie, invece, hanno come complicanze l’edema maculare cistoide e il distacco di retina per trazione.
Nelle uveiti posteriori le complicanze riguardano il diretto coinvolgimento della macula da parte dell’infiammazione che provoca l’èdema maculare; fenomeni di occlusione dei vasi della retina; formazione di nuovi vasi nella coroide e infiammazione del nervo ottico.
Le uveiti sono patologie che vanno trattate con tempestività: ci sono forme che, nei casi peggiori, possono portare alla cecità. È indispensabile, quindi, intervenire subito con una terapia medica: l’obiettivo è scongiurare le complicanze per evitare il calo visivo, ridurre il dolore e trattare la patologia di base.
Il tipo di terapia dipende essenzialmente dalla forma di uveite. Le uveiti infettive necessitano di una terapia specifica topica (ossia farmaci sulla superficie oculare) e sistemica anche antibiotica (per via generale) volta a combattere l’agente patogeno in causa. Escludere un’origine infettiva è fondamentale per iniziare qualsiasi terapia più o meno specifica a base di cortisone. I cortisonici possono essere usati sia per bocca che sotto forma di collirio (ossia sistemica e topica rispettivamente), ma sempre sotto il controllo di un medico oculista. Alcune forme di uveite possono, inoltre, necessitare di ulteriori opzioni terapeutiche quali gli immunosoppressori o i farmaci biologici.
La sua ragazza deve essere seguita in Reparto Oculistico di un Ospedale
meglio se un Centro specializzato nella diagnosi e cura delle UVEITI!!!
buona giornata
MEDICITALIA.it propone contenuti a solo scopo informativo e che in nessun caso possono costituire la prescrizione di un trattamento o sostituire la visita medica specialistica oculistica o il rapporto diretto con il proprio medico e di bascurante.
I contenuti scientifici sono scritti GRATUITAMENTE dai professionisti: medici specialisti, odontoiatri e psicologi. È vietata la riproduzione e la divulgazione anche parziale senza autorizzazione.
Veda per piacere le Linee Guida di MEDICITALIA per l’uso dei consulti online.
IL decorso
con il gonfiore e’ normale!!
Faccia fare bene tutte le indagini del caso e la faccia curare molto bene , le uveiti possono recidivare.
Ha fatto esami del sangue??
Le uveiti sono patologie oculari dovute a un processo infiammatorio che interessa l’ùvea ovvero lo strato intermedio del bulbo oculare , costituito da iride, corpo ciliare e coroide.
Ci sono molti modi di classificare le uveiti: a seconda della zona colpita ovvero della sede anatomica (uveiti anteriori, intermedie, posteriori e panuveiti ); in base al decorso clinico (uveiti acute o croniche); infine, a seconda delle cause che le originano (eziologia). Possono essere provocate da agenti provenienti dall’esterno (uveiti esogene) oppure già presenti nel nostro organismo (uveiti endogene); possono essere inoltre dovute a virus, batteri, funghi e parassiti (uveiti infettive) o non essere causate da agenti esterni (uveiti non infettive), in associazione o meno con malattie del resto dell’organismo (patologie sistemiche). La causa esatta può rimanere ignota.
La sintomatologia dipende da quale parte dell’uvea è colpita dall’infiammazione:
le uveiti anteriori acute si presentano con intolleranza alla luce (fotofobia), dolore oculare, peggioramento della vista e lacrimazione, mentre quelle anteriori croniche possono presentarsi con lieve rossore e visione di mosche volanti (miodesopsie) o essere quasi totalmente prive di sintomi (asintomatiche). All’esame oculistico nelle uveiti anteriori l’occhio appare molto rosso (i vasi intorno alla cornea assumono un aspetto violaceo e si dilatano); la cornea non è più trasparente, ma viceversa mostra delle opacità (precipitati corneali); l’umore acqueo, che occupa la camera anteriore, appare torbido per la presenza di cellule infiammatorie, mentre nell’iride possono comparire delle alterazioni visibili (noduli o aree atrofiche), segni che si attenuano nelle forme croniche;
le uveiti intermedie possono presentarsi con mosche volanti (corpi mobili) o divenire sintomatiche sino alla comparsa di complicanze quali l’èdema maculare (liquido che si forma tra gli strati del centro della retina). All’esame oculistico il corpo vitreo apparirà torbido e la retina potrà apparire normale;
le uveiti posteriori possono presentarsi come quelle intermedie, cioè con la visione di mosche volanti e/o un minimo di offuscamento della vista; ma possono anche causare un rapido calo della vista nel caso in cui il processo infiammatorio colpisca la fòvea (zona centrale della macula deputata alla visione distinta). All’esame oculistico il corpo vitreo appare opaco, mentre la retina è colpita dall’infiammazione.
Le uveiti anteriori si possono complicare con la formazione di adesioni tra l’iride e la superficie anteriore del cristallino (sinechie posteriori). Quando queste adesioni si formano attorno alla pupilla si può avere la cosiddetta seclusio pupillare, con conseguente mancato passaggio di umore acqueo dalla camera posteriore del bulbo oculare a quella anteriore, che può portare a un aumento della pressione oculare. Altre complicanze dell’uveite anteriore sono la cataratta e le sofferenze della cornea.
Le uveiti intermedie, invece, hanno come complicanze l’edema maculare cistoide e il distacco di retina per trazione.
Nelle uveiti posteriori le complicanze riguardano il diretto coinvolgimento della macula da parte dell’infiammazione che provoca l’èdema maculare; fenomeni di occlusione dei vasi della retina; formazione di nuovi vasi nella coroide e infiammazione del nervo ottico.
Le uveiti sono patologie che vanno trattate con tempestività: ci sono forme che, nei casi peggiori, possono portare alla cecità. È indispensabile, quindi, intervenire subito con una terapia medica: l’obiettivo è scongiurare le complicanze per evitare il calo visivo, ridurre il dolore e trattare la patologia di base.
Il tipo di terapia dipende essenzialmente dalla forma di uveite. Le uveiti infettive necessitano di una terapia specifica topica (ossia farmaci sulla superficie oculare) e sistemica anche antibiotica (per via generale) volta a combattere l’agente patogeno in causa. Escludere un’origine infettiva è fondamentale per iniziare qualsiasi terapia più o meno specifica a base di cortisone. I cortisonici possono essere usati sia per bocca che sotto forma di collirio (ossia sistemica e topica rispettivamente), ma sempre sotto il controllo di un medico oculista. Alcune forme di uveite possono, inoltre, necessitare di ulteriori opzioni terapeutiche quali gli immunosoppressori o i farmaci biologici.
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LUIGI MARINO CHIRURGO OCULISTA
CASA di CURA “ LA MADONNINA “ via Quadronno n. 29 MILANO prenota 02 50030013 urgenze 3356028808
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 6.3k visite dal 01/09/2017.
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