Trombosi venosa retinica e utilizzo ciclolux

Salve,
mio padre (eta' 66 anni, fumatore, affetto da ipertensione arteriosa e operato tre anni fa per ipertrofia prostatica benigna tramite TURP) soffre da circa due anni di glaucoma ad entrambi gli occhi, in modo piu' pronunciato all'occhio dx dal quale ha subito anche un sensibile calo visivo, e utilizza regolarmente il Cosopt e il Lumigan; circa un mese fa e' stato colpito da trombosi alla vena centrale retinica dell'occhio sx, in seguito a visita oculista e' stata registrata un aumento notevole della pressione intraoculare di quest'occhio (da ca. 15mmHg a 42mmHg), l'oculista a cui si e' rivolto ha aggiungere alla terapia per il glaucoma un terzo collirio, pilocarpina, che in un primo tempo aveva dato esito positivo (pressione scesa a ca. 19 mmHg), tuttavia a distanza di una settimana la pressione e' stata trovata nuovamente alta (52mmHg), l'oculista ha dunque sospeso la pilocarpina e l'ha sostituita con il Ciclolux, da prendere 3 volte al di' per una settimana fino alla prossima visita.
Mio padre tuttavia non sta reagendo bene alla somministrazione di questo farmaco (calo di pressione, debolezza) ed inoltre l'effetto midriatico del principio attivo gli impedisce quasi del tutto di vedere, dato che fino al sopraggiungere della trombosi l'occhio sx era l'unico occhio dal quale riusciva ad avere una visione nitida. Inoltre siamo piuttosto dubbiosi sulla correttezza della terapia, dato che il ciclolux ha come effetto collaterale quello di aumentare ulteriormente la pressione intraoculare, che gia' risulta essere piuttosto elevata.
Vorrei dunque sapere se ritenete la terapia assegnata sia corretta e quale sara' il decorso e la prognosi per la trombosi all'occhio sinistro e se ci sono possibilita' di recupero della vista.

Grazie mille, a presto.
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Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale 17.1k 576 315
Le occlusioni venose retiniche sono patologie molto serie,

campanello di allarme di patologie importanti dal punto di vista generale,

per cui ora non mi preuccuperei .

Se il collega medico oculista ha prescritto al suo papa’ il

Cyclolux collirio, avra’ avuto i suoi buon motivi.

Le allego un mio appunto che trova sul nostro sito di medicitalia.

Buona serata ed in bocca al lupo al suo papa’.

LE OCCLUSIONI VENOSE RETINICHE
L'occlusione venosa retinica è una condizione patologica oculare riscontrata più frequentemente nei pazienti di età superiore ai 60 anni, IPERTESI con disturbi cardiocircolatori e DIABETE MELLITO. Tra i fattori predisponenti vanno ricordati altresì il fumo, alcune anomalie della coagulazione, la deficienza di proteine C e S e la presenza di anticorpi anti-fosfolipidi. Tra i fattori predisponenti oculari sono invece importanti l'aumento di pressione intraoculare (glaucoma), l'ipermetropia, alcune malattie infiammatorie che sono causa di vasculiti retiniche (sarcoidosi, sindrome di Behçet), e rare anomalie congenite a carico della vena centrale della retina. Tale patologia può colpire la vena centrale retinica globalmente o solo un ramo di essa (la cosiddetta occlusione di branca). Vi sono notevoli affinità tra l'una e l'altra condizione dal punto di vista clinico, ma il decorso e la prognosi hanno caratteristiche differenti.

L'OCCLUSIONE VENOSA DI BRANCA
L’occlusione venosa di branca (OBVR) colpisce in eguale misura i due sessi ed ha maggiore incidenza tra i 60 e i 70 anni di età.L'esordio è quasi sempre improvviso e il paziente lamenta un annebbiamento della vista più o meno marcato che spesso si accompagna a perdita di parte del campo visivo. L'esame del fondo oculare evidenzia la presenza di emorragie intraretiniche, più o meno diffuse in relazione alla maggiore o minore gravità dell'occlusione. Alle emorragie si accompagna la dilatazione dei vasi sanguigni e l'edema nella parte di retina interessata dall’occlusione. In alcuni casi l'occlusione è solo parziale ed al momento della comparsa dei sintomi sono presenti solo poche emorragie retiniche che aumentano in relazione alla progressiva occlusione del vaso. In caso di blocco totale i capillari cessano di funzionare e si occludono, determinando un'ischemia da deficit di irrorazione. Tre sono le complicanze di un'occlusione di branca capaci di determinare un deficit visivo:

E’ comunque indispensabile effettuare una fluorangiografia retinica, che ci permette di identificare chiaramente le alterazioni retiniche presenti e ci guida in un eventuale trattamento con il laser. Ad esempio, in caso di edema il laser è da riservarsi ai pazienti in cui la visione sia inferiore a 3/10, ed è inutile in caso di ischemia maculare.La proliferazione di vasi sanguigni anomali avviene in circa il 30-50% degli occhi con aree di assenza di perfusione capillare dopo una OBVR. Tale fenomeno si manifesta in genere dopo sei - dodici mesi dall'occlusione, ma talora anche dopo qualche anno; è una complicanza assai temibile, perché conduce di frequente ad emorragie intraoculari, con grave danno visivo. In caso di vasoproliferazione è necessario ricorrere al trattamento laser, il cui scopo è quello di distruggere i capillari anomali neoformati.In ogni caso, anche se l'acuità visiva centrale è ridotta dall'edema maculare e dalle emorragie, dopo circa sei mesi dall'esordio di una OBVR in circa il 50% degli occhi colpiti si sviluppano dei circoli collaterali che talora consentono un visus discreto.A tutt'oggi non esiste un trattamento medico per la OBVR. I farmaci antiaggreganti e anticoagulanti (eparina, dicumarolo) non hanno mostrato sicura efficacia né nella prevenzione della OBVR, né utilità nella gestione delle sue complicanze e vanno pertanto prescritti solo nei casi in cui siano presenti patologie di base che traggano utilità da tale terapia. L'occlusione della vena centrale della retina

Con tale termine si definisce l'occlusione della vena retinica nella sua porzione terminale, a livello del nervo ottico, ove raccoglie tutto il sangue proveniente dai capillari retinici .La maggioranza dei casi di OVCR possono essere classificati, in base all'aspetto clinico e alla prognosi, nelle forme seguenti:

- non ischemica

- ischemica

- dei giovani adulti

La forma non ischemica è di gran lunga la più comune e coinvolge circa il 75% dei casi.

Il paziente lamenta tipicamente una perdita più o meno grave dell'acuità visiva e l'esame del fondo oculare mostra la presenza di dilatazione e tortuosità di tutte le branche venose retiniche, di emorragie, di edema della testa del nervo ottico, associata o meno ad edema maculare. L'esame fluorangiografico conferma tali alterazioni, evidenziando la presenza di una buona perfusione capillare.

La prognosi è legata all’entità del danno iniziale, e si può avere un visus discreto. La causa del danno visivo è principalmente l'edema maculare, per il quale l'utilità del trattamento medico o laser è tuttora discussa.

La forma ischemica è meno comune ed è caratterizzata da una perdita alquanto grave dell'acuità visiva, ridotta nella maggior parte dei casi alla conta delle dita o poco più. L'esame del fondo oculare mostra, oltre alla tortuosità delle vene e alle emorragie diffuse, la presenza di marcata ischemia del nervo ottico e di emorragie localizzate specificamente a livello maculare. La fluoroangiografia è indispensabile per evidenziare le aree ischemiche, in cui è cioè assente la perfusione capillare. La prognosi è sfavorevole se non viene effettuato un trattamento laser, la cui finalità è quella di distruggere le aree ischemiche.

Se il trattamento non viene effettuato, circa il 50% dei pazienti svilupperà entro alcuni mesi dall'episodio originale un marcato aumento della pressione intraoculare, difficilmente controllabile con farmaci, con conseguente dolore oculare e addirittura rischio di perdita del bulbo oculare (glaucoma neovascolare).L'occlusione venosa del giovane adulto è una forma rara, caratterizzata da una diminuzione della capacità visiva, tipicamente più evidente nelle prime ore del mattino. Colpisce prevalentemente individui al di sotto dei 40 anni e costituisce probabilmente una forma diversa da quella che colpisce i soggetti più anziani.La causa è probabilmente da ricercarsi in un'anomalia congenita della vena centrale retinica, che favorisce alterazioni del flusso vascolare, o come conseguenza di un fatto infiammatorio.

Recentemente e' comparsa una strategia terapeutica nuova in campo oftalmologico: la possibilita' di iniettare un bolo, una particella di cortisone a lento rilascio all'interno della cavita' vitrea.

La tecnica iniettiva e' di facile apprendimento per un chirurgo oculare, si entra come per posizionare un troker per vitrectomia.

Questa "goccia di cortisone" galleggera' e distribuira' nel VITREO lentamente, molto lentamente,

il principio attivo.... indicazione principale EDEMA MACULARE.

A breve sara' possibile effettuare questo trattamento, a volte miracoloso, a carico SSN.

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LUIGI MARINO CHIRURGO OCULISTA
CASA di CURA “ LA MADONNINA “ via Quadronno n. 29 MILANO prenota 02 50030013 urgenze 3356028808

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Utente
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Salve,
il decorso della situazione e' stato profondamente infausto: il ciclolux ha scatenato un attacco di glaucoma acuto, mio padre e' stato operato d'urgenza venerdi' 13 marzo di iridotomia laser, inizialmente ha risposto bene all'intervento con rilevante calo della pressione intraoculare (da oltre 50 mmHg a circa 10 mmHg), tuttavia in seguito la pressione ha ricominciato a salire, superando i 30 mmHg; hanno cosi' praticato un intervento di vitrectomia, dal quale ha avuto difficolta' a rimettersi.
Ad oggi la terapia post-operatoria e' terminata e, in pratica, dacche' era quasi normovedente dall'occhio sinistro nonostante la trombosi, e' rimasto quasi cieco, grazie principalmente all'attacco di glaucoma acuto scatenato dal Ciclolux...
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