Trombosi retinica occhio dèstro
Salve,ho avuto una trombosi retinica centrale con fos edema della papilla ottica,congestione dei vasi venosi,emorragie retiniche su tutto l ambito.
Ho fatto 20 giorni di
Clexane 6000 due volte al giorno (poi passata a una fino a quando prendo gli esami del sangue della coagulazione)
Lansoprazolo. Una al mattino
Deltacortenne 25 mg per 2 settimane,poi mezza per una e poi stop
Diamox 1 compressa due volte al giorno
Polare.
Ho fatto tutte le analisi del sangue ,comprese quelle della coagulazione.Le risposte le prenderò a fine mese.
Adesso farò anche otc,e fluoro angiografia
Secondo voi la cura é adeguata?
Perché il cortisone non devo più prenderlo?
Si cura la trombosi retinica?
In famiglia sono tutti diabetici,ma io ancora no.(ho avuto una volta ad agosto il glucosio nelle urine,e i chetoni,ma poi nelle analisi successive,e nella curva glicemica é andato tutto ok
Non ho patologie per giustificare una trombosi.
Grazie per chi mi risponderà
Ho fatto 20 giorni di
Clexane 6000 due volte al giorno (poi passata a una fino a quando prendo gli esami del sangue della coagulazione)
Lansoprazolo. Una al mattino
Deltacortenne 25 mg per 2 settimane,poi mezza per una e poi stop
Diamox 1 compressa due volte al giorno
Polare.
Ho fatto tutte le analisi del sangue ,comprese quelle della coagulazione.Le risposte le prenderò a fine mese.
Adesso farò anche otc,e fluoro angiografia
Secondo voi la cura é adeguata?
Perché il cortisone non devo più prenderlo?
Si cura la trombosi retinica?
In famiglia sono tutti diabetici,ma io ancora no.(ho avuto una volta ad agosto il glucosio nelle urine,e i chetoni,ma poi nelle analisi successive,e nella curva glicemica é andato tutto ok
Non ho patologie per giustificare una trombosi.
Grazie per chi mi risponderà
[#1]
in genere chiamiamo trombosi l’occlusione venosa.
le allego un mio appunto presente su MEDICITALIA
mi pare che sia davvero ben seguita
faccia anche visita EMATOLOGICA.
buona giornata
LE OCCLUSIONI VENOSE RETINICHE
L'occlusione venosa retinica è una condizione patologica oculare riscontrata più frequentemente nei pazienti di età superiore ai 60 anni, IPERTESI con disturbi cardiocircolatori e DIABETE MELLITO. Tra i fattori predisponenti vanno ricordati altresì il fumo, alcune anomalie della coagulazione, la deficienza di proteine C e S e la presenza di anticorpi anti-fosfolipidi. Tra i fattori predisponenti oculari sono invece importanti l'aumento di pressione intraoculare (glaucoma), l'ipermetropia, alcune malattie infiammatorie che sono causa di vasculiti retiniche (sarcoidosi, sindrome di Behçet), e rare anomalie congenite a carico della vena centrale della retina. Tale patologia può colpire la vena centrale retinica globalmente o solo un ramo di essa (la cosiddetta occlusione di branca). Vi sono notevoli affinità tra l'una e l'altra condizione dal punto di vista clinico, ma il decorso e la prognosi hanno caratteristiche differenti.
L'OCCLUSIONE VENOSA DI BRANCA
L’occlusione venosa di branca (OBVR) colpisce in eguale misura i due sessi ed ha maggiore incidenza tra i 60 e i 70 anni di età.L'esordio è quasi sempre improvviso e il paziente lamenta un annebbiamento della vista più o meno marcato che spesso si accompagna a perdita di parte del campo visivo. L'esame del fondo oculare evidenzia la presenza di emorragie intraretiniche, più o meno diffuse in relazione alla maggiore o minore gravità dell'occlusione. Alle emorragie si accompagna la dilatazione dei vasi sanguigni e l'edema nella parte di retina interessata dall’occlusione. In alcuni casi l'occlusione è solo parziale ed al momento della comparsa dei sintomi sono presenti solo poche emorragie retiniche che aumentano in relazione alla progressiva occlusione del vaso. In caso di blocco totale i capillari cessano di funzionare e si occludono, determinando un'ischemia da deficit di irrorazione. Tre sono le complicanze di un'occlusione di branca capaci di determinare un deficit visivo:
E’ comunque indispensabile effettuare una fluorangiografia retinica, che ci permette di identificare chiaramente le alterazioni retiniche presenti e ci guida in un eventuale trattamento con il laser. Ad esempio, in caso di edema il laser è da riservarsi ai pazienti in cui la visione sia inferiore a 3/10, ed è inutile in caso di ischemia maculare.La proliferazione di vasi sanguigni anomali avviene in circa il 30-50% degli occhi con aree di assenza di perfusione capillare dopo una OBVR. Tale fenomeno si manifesta in genere dopo sei - dodici mesi dall'occlusione, ma talora anche dopo qualche anno; è una complicanza assai temibile, perché conduce di frequente ad emorragie intraoculari, con grave danno visivo. In caso di vasoproliferazione è necessario ricorrere al trattamento laser, il cui scopo è quello di distruggere i capillari anomali neoformati.In ogni caso, anche se l'acuità visiva centrale è ridotta dall'edema maculare e dalle emorragie, dopo circa sei mesi dall'esordio di una OBVR in circa il 50% degli occhi colpiti si sviluppano dei circoli collaterali che talora consentono un visus discreto.A tutt'oggi non esiste un trattamento medico per la OBVR. I farmaci antiaggreganti e anticoagulanti (eparina, dicumarolo) non hanno mostrato sicura efficacia né nella prevenzione della OBVR, né utilità nella gestione delle sue complicanze e vanno pertanto prescritti solo nei casi in cui siano presenti patologie di base che traggano utilità da tale terapia. L'occlusione della vena centrale della retina
Con tale termine si definisce l'occlusione della vena retinica nella sua porzione terminale, a livello del nervo ottico, ove raccoglie tutto il sangue proveniente dai capillari retinici .La maggioranza dei casi di OVCR possono essere classificati, in base all'aspetto clinico e alla prognosi, nelle forme seguenti:
- non ischemica
- ischemica
- dei giovani adulti
La forma non ischemica è di gran lunga la più comune e coinvolge circa il 75% dei casi.
Il paziente lamenta tipicamente una perdita più o meno grave dell'acuità visiva e l'esame del fondo oculare mostra la presenza di dilatazione e tortuosità di tutte le branche venose retiniche, di emorragie, di edema della testa del nervo ottico, associata o meno ad edema maculare. L'esame fluorangiografico conferma tali alterazioni, evidenziando la presenza di una buona perfusione capillare.
La prognosi è legata all’entità del danno iniziale, e si può avere un visus discreto. La causa del danno visivo è principalmente l'edema maculare, per il quale l'utilità del trattamento medico o laser è tuttora discussa.
La forma ischemica è meno comune ed è caratterizzata da una perdita alquanto grave dell'acuità visiva, ridotta nella maggior parte dei casi alla conta delle dita o poco più. L'esame del fondo oculare mostra, oltre alla tortuosità delle vene e alle emorragie diffuse, la presenza di marcata ischemia del nervo ottico e di emorragie localizzate specificamente a livello maculare. La fluoroangiografia è indispensabile per evidenziare le aree ischemiche, in cui è cioè assente la perfusione capillare. La prognosi è sfavorevole se non viene effettuato un trattamento laser, la cui finalità è quella di distruggere le aree ischemiche.
Se il trattamento non viene effettuato, circa il 50% dei pazienti svilupperà entro alcuni mesi dall'episodio originale un marcato aumento della pressione intraoculare, difficilmente controllabile con farmaci, con conseguente dolore oculare e addirittura rischio di perdita del bulbo oculare (glaucoma neovascolare).L'occlusione venosa del giovane adulto è una forma rara, caratterizzata da una diminuzione della capacità visiva, tipicamente più evidente nelle prime ore del mattino. Colpisce prevalentemente individui al di sotto dei 40 anni e costituisce probabilmente una forma diversa da quella che colpisce i soggetti più anziani.La causa è probabilmente da ricercarsi in un'anomalia congenita della vena centrale retinica, che favorisce alterazioni del flusso vascolare, o come conseguenza di un fatto infiammatorio.
Recentemente e' comparsa una strategia terapeutica nuova in campo oftalmologico: la possibilita' di iniettare un bolo, una particella di cortisone a lento rilascio all'interno della cavita' vitrea.
La tecnica iniettiva e' di facile apprendimento per un chirurgo oculare, si entra come per posizionare un troker per vitrectomia.
Questa "goccia di cortisone" galleggera' e distribuira' nel VITREO lentamente, molto lentamente,
il principio attivo.... indicazione principale EDEMA MACULARE.
ORA e’ possibile effettuare questo trattamento, a volte miracoloso, a carico SSN.
Fate un salto su www.ozurdex.com per tutte le informazioni.
le allego un mio appunto presente su MEDICITALIA
mi pare che sia davvero ben seguita
faccia anche visita EMATOLOGICA.
buona giornata
LE OCCLUSIONI VENOSE RETINICHE
L'occlusione venosa retinica è una condizione patologica oculare riscontrata più frequentemente nei pazienti di età superiore ai 60 anni, IPERTESI con disturbi cardiocircolatori e DIABETE MELLITO. Tra i fattori predisponenti vanno ricordati altresì il fumo, alcune anomalie della coagulazione, la deficienza di proteine C e S e la presenza di anticorpi anti-fosfolipidi. Tra i fattori predisponenti oculari sono invece importanti l'aumento di pressione intraoculare (glaucoma), l'ipermetropia, alcune malattie infiammatorie che sono causa di vasculiti retiniche (sarcoidosi, sindrome di Behçet), e rare anomalie congenite a carico della vena centrale della retina. Tale patologia può colpire la vena centrale retinica globalmente o solo un ramo di essa (la cosiddetta occlusione di branca). Vi sono notevoli affinità tra l'una e l'altra condizione dal punto di vista clinico, ma il decorso e la prognosi hanno caratteristiche differenti.
L'OCCLUSIONE VENOSA DI BRANCA
L’occlusione venosa di branca (OBVR) colpisce in eguale misura i due sessi ed ha maggiore incidenza tra i 60 e i 70 anni di età.L'esordio è quasi sempre improvviso e il paziente lamenta un annebbiamento della vista più o meno marcato che spesso si accompagna a perdita di parte del campo visivo. L'esame del fondo oculare evidenzia la presenza di emorragie intraretiniche, più o meno diffuse in relazione alla maggiore o minore gravità dell'occlusione. Alle emorragie si accompagna la dilatazione dei vasi sanguigni e l'edema nella parte di retina interessata dall’occlusione. In alcuni casi l'occlusione è solo parziale ed al momento della comparsa dei sintomi sono presenti solo poche emorragie retiniche che aumentano in relazione alla progressiva occlusione del vaso. In caso di blocco totale i capillari cessano di funzionare e si occludono, determinando un'ischemia da deficit di irrorazione. Tre sono le complicanze di un'occlusione di branca capaci di determinare un deficit visivo:
E’ comunque indispensabile effettuare una fluorangiografia retinica, che ci permette di identificare chiaramente le alterazioni retiniche presenti e ci guida in un eventuale trattamento con il laser. Ad esempio, in caso di edema il laser è da riservarsi ai pazienti in cui la visione sia inferiore a 3/10, ed è inutile in caso di ischemia maculare.La proliferazione di vasi sanguigni anomali avviene in circa il 30-50% degli occhi con aree di assenza di perfusione capillare dopo una OBVR. Tale fenomeno si manifesta in genere dopo sei - dodici mesi dall'occlusione, ma talora anche dopo qualche anno; è una complicanza assai temibile, perché conduce di frequente ad emorragie intraoculari, con grave danno visivo. In caso di vasoproliferazione è necessario ricorrere al trattamento laser, il cui scopo è quello di distruggere i capillari anomali neoformati.In ogni caso, anche se l'acuità visiva centrale è ridotta dall'edema maculare e dalle emorragie, dopo circa sei mesi dall'esordio di una OBVR in circa il 50% degli occhi colpiti si sviluppano dei circoli collaterali che talora consentono un visus discreto.A tutt'oggi non esiste un trattamento medico per la OBVR. I farmaci antiaggreganti e anticoagulanti (eparina, dicumarolo) non hanno mostrato sicura efficacia né nella prevenzione della OBVR, né utilità nella gestione delle sue complicanze e vanno pertanto prescritti solo nei casi in cui siano presenti patologie di base che traggano utilità da tale terapia. L'occlusione della vena centrale della retina
Con tale termine si definisce l'occlusione della vena retinica nella sua porzione terminale, a livello del nervo ottico, ove raccoglie tutto il sangue proveniente dai capillari retinici .La maggioranza dei casi di OVCR possono essere classificati, in base all'aspetto clinico e alla prognosi, nelle forme seguenti:
- non ischemica
- ischemica
- dei giovani adulti
La forma non ischemica è di gran lunga la più comune e coinvolge circa il 75% dei casi.
Il paziente lamenta tipicamente una perdita più o meno grave dell'acuità visiva e l'esame del fondo oculare mostra la presenza di dilatazione e tortuosità di tutte le branche venose retiniche, di emorragie, di edema della testa del nervo ottico, associata o meno ad edema maculare. L'esame fluorangiografico conferma tali alterazioni, evidenziando la presenza di una buona perfusione capillare.
La prognosi è legata all’entità del danno iniziale, e si può avere un visus discreto. La causa del danno visivo è principalmente l'edema maculare, per il quale l'utilità del trattamento medico o laser è tuttora discussa.
La forma ischemica è meno comune ed è caratterizzata da una perdita alquanto grave dell'acuità visiva, ridotta nella maggior parte dei casi alla conta delle dita o poco più. L'esame del fondo oculare mostra, oltre alla tortuosità delle vene e alle emorragie diffuse, la presenza di marcata ischemia del nervo ottico e di emorragie localizzate specificamente a livello maculare. La fluoroangiografia è indispensabile per evidenziare le aree ischemiche, in cui è cioè assente la perfusione capillare. La prognosi è sfavorevole se non viene effettuato un trattamento laser, la cui finalità è quella di distruggere le aree ischemiche.
Se il trattamento non viene effettuato, circa il 50% dei pazienti svilupperà entro alcuni mesi dall'episodio originale un marcato aumento della pressione intraoculare, difficilmente controllabile con farmaci, con conseguente dolore oculare e addirittura rischio di perdita del bulbo oculare (glaucoma neovascolare).L'occlusione venosa del giovane adulto è una forma rara, caratterizzata da una diminuzione della capacità visiva, tipicamente più evidente nelle prime ore del mattino. Colpisce prevalentemente individui al di sotto dei 40 anni e costituisce probabilmente una forma diversa da quella che colpisce i soggetti più anziani.La causa è probabilmente da ricercarsi in un'anomalia congenita della vena centrale retinica, che favorisce alterazioni del flusso vascolare, o come conseguenza di un fatto infiammatorio.
Recentemente e' comparsa una strategia terapeutica nuova in campo oftalmologico: la possibilita' di iniettare un bolo, una particella di cortisone a lento rilascio all'interno della cavita' vitrea.
La tecnica iniettiva e' di facile apprendimento per un chirurgo oculare, si entra come per posizionare un troker per vitrectomia.
Questa "goccia di cortisone" galleggera' e distribuira' nel VITREO lentamente, molto lentamente,
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LUIGI MARINO CHIRURGO OCULISTA
CASA di CURA “ LA MADONNINA “ via Quadronno n. 29 MILANO prenota 02 50030013 urgenze 3356028808
[#2]
Utente
grazie per la risposta.
non ho capito alcune cose:
il cortisone dopo 20 giorni il medico internista me lo ha sospeso,è giusto?
la cura va bene?
ho fatto le analisi e ci sono valori sballati:
colesterolo hdl 35
trigliceridi 257 valore riferimento 50. 175
urea 73 valore riferimento 20 50
glucosio 66 valore riferimento 70 110
ab anticardiolipina igm 43.7 valore riferimento 12, 20
chetoni 5 valore riferimento assenti
omocisteina 11,4 valore riferimento 4.3 11
antitrombina 132 valore riferimento 80 132
adesso mancano altri due esami
proteina c coagulativa
resistena alla proteina c attivata
non ho capito alcune cose:
il cortisone dopo 20 giorni il medico internista me lo ha sospeso,è giusto?
la cura va bene?
ho fatto le analisi e ci sono valori sballati:
colesterolo hdl 35
trigliceridi 257 valore riferimento 50. 175
urea 73 valore riferimento 20 50
glucosio 66 valore riferimento 70 110
ab anticardiolipina igm 43.7 valore riferimento 12, 20
chetoni 5 valore riferimento assenti
omocisteina 11,4 valore riferimento 4.3 11
antitrombina 132 valore riferimento 80 132
adesso mancano altri due esami
proteina c coagulativa
resistena alla proteina c attivata
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