Degenerazione maculare
Salve gentili dottori. Vi scrivo per sottoporre alla vostra attenzione la condizione di mio zio, 73 anni, perché in famiglia siamo preoccupati. Già 25 anni fa gli fu diagnosticata una maculopatia che, dopo varie terapie durate anni, nel 2003 lo portò a perdere la vista dell'occhio sinistro. Circa 7 anni fa gli è stata diagnosticata una degenerazione maculare umida all'occhio destro, che, dopo 7 anni di cura senza benefici con i noti farmaci per la degerazione maculare, adesso sta raggiungendo una forma gravissima. Nell'occhio destro la retina si sta ritirando e strappando perché sopra si è formata una membrana che la sta strappando sempre di più fino alla sua completa dissoluzione e scomparsa. A luglio 2014 l'oculista che lo segue, che è fra i migliori oculisti di Roma, ha proposto a mio zio di affrontare un intervento chirurgico sulla retina, a settembre 2014, molto difficile e rischioso perché le possibilità di riuscita sono al 50%. Se l'operazione non va bene non si può contare sulla funzionalità dell'occhio destro perché esso è praticamente cieco. Questo intervento chirurgico cercherà di rimuovere la membrana senza danneggiare ulteriormente la retina. Se mio zio non affronterà questa operazione, gli effetti saranno la ipovedenza-cecità all'occhio sinistro. Volevo quindi chiedere anche a voi, dottori, se è vero che in interventi chirurgici di questo tipo le possibilità di riuscita sono del 50%. Poi volevo chiedervi se magari siete a conoscenza di altre tecniche chirurgiche che potrebbero avere una possibilità di riuscita maggiore del 50%. Poi se siete a conoscenza di cliniche private o ospedali italiani che siano un punto di riferimento di eccellenza nella terapia della degenerazione maculare umida, anche se come vi ho detto mio zio è già seguito a Roma da uno dei migliori oculisti di Roma. Oppure se esistono farmaci nuovi, anche se l'oculista che lo segue ha già spiegato a mio zio che a questo punto della malattia non ci sono più farmaci che fanno effetto, ma l'unica via è quella dell'intervento chirurgico. Vi ringrazio fin da adesso per i vostri pareri.
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mio caro amico
il suo e’ un racconto suggestivo
interessante ma privo assolutamente di dati clinici o di imaging
possiamo immaginare che il suo congiunto abbia un PUCKER MACULARE con probabilmente una storia di distrofia maculare o maculopatia
ma in assenza di DATI certi
come possiamo aiutarla
le allego un mio appunto
buona giornata
ps
io ho vissuto a Rieti da ragazzo in via delle palme 16
CHIRURGIA VITREO RETINICA MINIINVASIVA
il futuro è la chirurgia vitreoretinica mini- invasiva 27 gauge!!
La chirurgia mininvasiva costituisce negli ultimi anni , indubbiamente , una delle più importanti evoluzioni nel campo della chirurgia vitreoretinica (25-23 gauge).
Il futuro della chirurgia a piccolo calibro è quello di proporre soluzioni davvero innovative:
una chirurgia ibrida : la possibilità di impiegare calibri diversi nello stesso intervento
impiego di nuovi metalli nella costruzione degli strumenti microchirurgici (metalli con memoria) per incrementare la robustezza degli strumenti e renderli meno flessibili (25 gauge plus)
nuovi vitrectomi con aumento dell'efficacia di taglio (2500 - 3000 tagli/minuto)
possibilità di effettuare chirurgia bimanuale con illuminazione a candeliere (twinlight)
"trocars" valvolati
strumenti curvi per casi difficili
Il sistema 27 gauge permette di realizzare incisioni della parete sclerale autosigillanti senza avere ipotonia post-operatoria.
Alla fine dell'intervento chirurgico la parete sclerale dopo la rimozione dei trocars 27 g, è perfettamente sigillata senza fuoriuscita di liquidi.
Il momento più difficile è stato quello di creare un vitrectomo 27 gauge.La porta di taglio del 27 gauge è più grande del 25 gauge. Il duty cicle del 27 G è in diversi studi clinici e sperimentali uguale o superiore a quello del 25G.
Il sistema 27 gauge presenta molti benefici:
ingresso di parete semplice (diretto) con perfetta incisione sclerale autosigillante
completa eliminazione dei rischi di complicazioni legate alla scarsa tenuta della parete sclerale
microstrumentazione con manipolazioni minimamente invasive
sacrsa o nulla infiammazione post operatoria
rapidissima riabilitazione funzionale
La chirurgia vitreoretinica con 27 gauge è sicuramente il futuro, ma è un futuro tra poco codivisibile.
La chirurgia mininivasiva microincisionale viene eseguita routinariamente presso Istituto Clinico : LIFE CLINIC CLINICA OFTALMOLOGICA EUROPEA MILANO
Nella Equipe chirurgica e Nell'Unità Operativa di Oculistica da me diretta
buona serata
il suo e’ un racconto suggestivo
interessante ma privo assolutamente di dati clinici o di imaging
possiamo immaginare che il suo congiunto abbia un PUCKER MACULARE con probabilmente una storia di distrofia maculare o maculopatia
ma in assenza di DATI certi
come possiamo aiutarla
le allego un mio appunto
buona giornata
ps
io ho vissuto a Rieti da ragazzo in via delle palme 16
CHIRURGIA VITREO RETINICA MINIINVASIVA
il futuro è la chirurgia vitreoretinica mini- invasiva 27 gauge!!
La chirurgia mininvasiva costituisce negli ultimi anni , indubbiamente , una delle più importanti evoluzioni nel campo della chirurgia vitreoretinica (25-23 gauge).
Il futuro della chirurgia a piccolo calibro è quello di proporre soluzioni davvero innovative:
una chirurgia ibrida : la possibilità di impiegare calibri diversi nello stesso intervento
impiego di nuovi metalli nella costruzione degli strumenti microchirurgici (metalli con memoria) per incrementare la robustezza degli strumenti e renderli meno flessibili (25 gauge plus)
nuovi vitrectomi con aumento dell'efficacia di taglio (2500 - 3000 tagli/minuto)
possibilità di effettuare chirurgia bimanuale con illuminazione a candeliere (twinlight)
"trocars" valvolati
strumenti curvi per casi difficili
Il sistema 27 gauge permette di realizzare incisioni della parete sclerale autosigillanti senza avere ipotonia post-operatoria.
Alla fine dell'intervento chirurgico la parete sclerale dopo la rimozione dei trocars 27 g, è perfettamente sigillata senza fuoriuscita di liquidi.
Il momento più difficile è stato quello di creare un vitrectomo 27 gauge.La porta di taglio del 27 gauge è più grande del 25 gauge. Il duty cicle del 27 G è in diversi studi clinici e sperimentali uguale o superiore a quello del 25G.
Il sistema 27 gauge presenta molti benefici:
ingresso di parete semplice (diretto) con perfetta incisione sclerale autosigillante
completa eliminazione dei rischi di complicazioni legate alla scarsa tenuta della parete sclerale
microstrumentazione con manipolazioni minimamente invasive
sacrsa o nulla infiammazione post operatoria
rapidissima riabilitazione funzionale
La chirurgia vitreoretinica con 27 gauge è sicuramente il futuro, ma è un futuro tra poco codivisibile.
La chirurgia mininivasiva microincisionale viene eseguita routinariamente presso Istituto Clinico : LIFE CLINIC CLINICA OFTALMOLOGICA EUROPEA MILANO
Nella Equipe chirurgica e Nell'Unità Operativa di Oculistica da me diretta
buona serata
LUIGI MARINO CHIRURGO OCULISTA
CASA di CURA “ LA MADONNINA “ via Quadronno n. 29 MILANO prenota 02 50030013 urgenze 3356028808
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la risposta, dottor Marino. Innanzitutto, mi scusi perché sono accorto di aver confuso gli occhi a un certo punto del mio messaggio precedente. La situazione corretta, quindi, è che mio zio ha l'occhio sinistro ormai completamente cieco dal 2003, e l'occhio destro in cui 7 anni fa gli è stata diagnosticata una degenerazione maculare umida senile, e questo è l'occhio sul quale le sto chiedendo il consulto. Mi spiace di dover essere vago e di non poterle fornire i dati clinici e di imaging (che tra l'altro sono una mole notevole, visto che sono anni che mio zio ha visite, diagnosi e tarapie dagli oculisti), perché tutte le informazioni che le sto scrivendo mi pervengono da racconti fatti da mia madre, la quale riceve i racconti fatti da mio zio, che è suo fratello. Comunque, credo di poter confermarle con buona certezza che a mio zio nell'occhio destro gli è stata diagnosticata la degenerazione maculare umida, non il pucker maculare come lei ha ipotizzato. Sono piuttosto sicuro di questo perché, come le dicevo, mio zio dal 2007 al 2013 è stato sottoposto a dei cicli di iniezioni intravitreali con farmaci anti-angiogenetici, in combinazione con la terapia di fotocoagulazione con laser termico, tramite la quale il suo oculista fotocoagulava i vasi retinici della coroide (quindi dietro la retina, non davanti come nel pucker) che aveva in precedenza individuato con la fluoroangiografia. Adesso, nel 2014, la situazione di mio zio si è aggravata (ci vede sempre meno), i farmaci anti-angiogenetici non servono più, la terapia di fotocoagulazione non è più sufficiente, e quindi come opzione è rimasta solo la terapia chirurgica, dove l'oculista tenterà di rimuovere i vasi retinici anomali della coroide. E' di questo intervento, che mio zio avrà a settembre-ottobre 2014 e che a noi preoccupa, che l'oculista prevede una possibilità di buona riuscita del solo 50% (se l'intervento non riuscirà, mio zio diventerà cieco perché non potrà contare neanche sull'occhio sinistro che è cieco dal 2003). Visto che non posso scendere nei dettagli perché non le posso fornire i dati clinici, e che quindi devo rimanere sul generico, volevo domandarle dottore se lei ritiene che a Roma, negli ospedali romani, gli oculisti che operano siano bravi ad effettuare interventi chirurgici di questo tipo. Opuure se ha qualche nome in particolare, a Roma, di un oculista particolarmente esperto a fare interventi di questo tipo. Grazie.
[#3]
Ex utente
Dottor Marino, salve. Sono in grado di confermarle al cento per cento che mio zio ha avuto la diagnosi di degenerazione maculare umida-essudativa senile all'occhio destro, e che, dopo qualche anno di terapie con anti-angiogenetici e fotocoagulazione laser (che non hanno sortito l'effetto sperato, perché purtroppo dall'occhio destro ci vede sempre peggio), a settembre-ottobre 2014 il suo oculista lo dovrebbe sottoporre a un intervento chirurgico per rimuovere i neo-vasi anomali che gli si sono sviluppati sotto la macula. Il suo oculista ammette che è un intervento molto molto delicato, e che, testuali parole del suo oculista, "un caso così delicato non mi è mai capitato di operarlo". C'è quindi una percentuale di non riuscita del 50%. Questo intervento chirurgico verrà fatto a Roma. Lei dottor Marino ritiene che a Roma gli oculisti che vi operano siano bravi ad effettuare interventi chirurgici di rimozione di questi neo-vasi anomali (di queste "membrane vascolari" anomale) sottostanti la macula? Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.4k visite dal 13/08/2014.
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