Corioretinopatia sierosa maculare centrale
Salve, scrivo a nome di mio fratello, un ragazzo di 33 anni.
Nei primi giorni di luglio ha accusato improvvisamente dei disturbi visivi all'occhio destro e gli è stata diagnosticata una corioretinopatia sierosa maculare centrale. Ha effettuato una prima OCT in cui era evidente il distacco retinico con edema sottostante. Ha effettuato terapia, prima con idroclorotiazide, poi con eplerenone e infine con propanololo.
Nel corso delle settimane ha ripetuto l'OCT che ha evidenziato una quasi risoluzione del del problema (persisteva qualche piccolo difetto visivo, a fronte comunque di un evidente miglioramento). Dopo qualche giorno clinicamente si è ripresentato il problema (non si era risolto del tutto ma era sulla buona strada). Gli è stata proposta la terapia fotodinamica, ma prima di questa è stata richiesta una fluoroangiografia.Un paio di giorni fa ha effettuato la fluoroangiografia che ha mostrato un punto di fuga a 500 micrometri dalla macula e una ulteriore OCT che ha mostrato la presenza di edema (un pò come la prima OCT). Un oculista ha proposto quindi la fotocoagulazione argon (non più la fotodinamica a causa della distanza dalla macula). Un altro oculista ha invece proposto invece di aspettare una guarigione spontanea perchè ritiene che questo punto di fuga sia la recidiva della quasi guarigione del precedente. Cosa consigliereste voi? Trattamento laser o attesa? Sapreste in caso indirizzarmi verso un centro di oculistica che si occupa specificatamente di questi tipi di problemi? Grazie
Nei primi giorni di luglio ha accusato improvvisamente dei disturbi visivi all'occhio destro e gli è stata diagnosticata una corioretinopatia sierosa maculare centrale. Ha effettuato una prima OCT in cui era evidente il distacco retinico con edema sottostante. Ha effettuato terapia, prima con idroclorotiazide, poi con eplerenone e infine con propanololo.
Nel corso delle settimane ha ripetuto l'OCT che ha evidenziato una quasi risoluzione del del problema (persisteva qualche piccolo difetto visivo, a fronte comunque di un evidente miglioramento). Dopo qualche giorno clinicamente si è ripresentato il problema (non si era risolto del tutto ma era sulla buona strada). Gli è stata proposta la terapia fotodinamica, ma prima di questa è stata richiesta una fluoroangiografia.Un paio di giorni fa ha effettuato la fluoroangiografia che ha mostrato un punto di fuga a 500 micrometri dalla macula e una ulteriore OCT che ha mostrato la presenza di edema (un pò come la prima OCT). Un oculista ha proposto quindi la fotocoagulazione argon (non più la fotodinamica a causa della distanza dalla macula). Un altro oculista ha invece proposto invece di aspettare una guarigione spontanea perchè ritiene che questo punto di fuga sia la recidiva della quasi guarigione del precedente. Cosa consigliereste voi? Trattamento laser o attesa? Sapreste in caso indirizzarmi verso un centro di oculistica che si occupa specificatamente di questi tipi di problemi? Grazie
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Le terapie mediche sistemiche, di varia natura, in base alla mia esperienza, difficilmente determinano vantaggi stabili e duraturi per il paziente.
Entrambe le terapie che le sono state proposte certamente hanno la loro validità e , potenziale, efficacia.
Ma entrambe non sono prive di rischi e di effetti collaterali, come evidenziato dai consensi informati che le verranno sottoposti qualora il paziente decida di sottoporsi a tali terapie.
Non credo che attendere ancora qualche settimana possa nuocere a suo fratello, in quanto "sperare" in una risoluzione spontanea è sempre possibile.
Infatti tali patologie sono spesso associate a condizioni di stress acuto o prolungato nel tempo, per cui , se suo fratello si tranquillizza e ragiunge una condizione di riposo fisico e mentale, ciò certamente può favorire un decorso più benigno della patologia.
Io ,tendenziamente, laddove fosse necessario, mi rivolgo a terapie intravitreali con farmaci a basso dosaggio di anti VEGF. Mi sembrano più sicure ed efficaci.
Cordiali saluti.
DDC
Entrambe le terapie che le sono state proposte certamente hanno la loro validità e , potenziale, efficacia.
Ma entrambe non sono prive di rischi e di effetti collaterali, come evidenziato dai consensi informati che le verranno sottoposti qualora il paziente decida di sottoporsi a tali terapie.
Non credo che attendere ancora qualche settimana possa nuocere a suo fratello, in quanto "sperare" in una risoluzione spontanea è sempre possibile.
Infatti tali patologie sono spesso associate a condizioni di stress acuto o prolungato nel tempo, per cui , se suo fratello si tranquillizza e ragiunge una condizione di riposo fisico e mentale, ciò certamente può favorire un decorso più benigno della patologia.
Io ,tendenziamente, laddove fosse necessario, mi rivolgo a terapie intravitreali con farmaci a basso dosaggio di anti VEGF. Mi sembrano più sicure ed efficaci.
Cordiali saluti.
DDC
Dr. DANIELE DI CLEMENTE
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5k visite dal 06/12/2013.
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