Un oculista del ospedale santa rita
Per prima cosa volevo ringraziare per la creazione di questo sito...in secondo volevo chiedere un chiarimento:
Mia mamma era in attesa dell'intervento all'occhio sinistro per la cataratta, quando un mese fa è stata colpita all'occhio destro da trombosi retinica che sembra, dai primi esami, essere permanente, causata dalla pressione alta, ora un oculista del ospedale santa rita di Milano dice che non è più possibile operare per la cataratta.
Quindi la mia domanda è....ma perche l'occhio che non è stato colpito da trombosi non può essere + operato per risolvere il prob della cataratta?
Grazie mille anticipatamente.
Mia mamma era in attesa dell'intervento all'occhio sinistro per la cataratta, quando un mese fa è stata colpita all'occhio destro da trombosi retinica che sembra, dai primi esami, essere permanente, causata dalla pressione alta, ora un oculista del ospedale santa rita di Milano dice che non è più possibile operare per la cataratta.
Quindi la mia domanda è....ma perche l'occhio che non è stato colpito da trombosi non può essere + operato per risolvere il prob della cataratta?
Grazie mille anticipatamente.
[#1]
Gentile signora,
il problema non è di impossibilità, ma di utilità che è purtroppo venuta meno.
L'intervento di cataratta si può sempre fare, ma se la retina è seriamente danneggiata dalla trombosi, non si ottiene alcun vantaggio in termini di aumento della vista, che è l'unico scopo dell'intervento.
In questi casi l'intervento si posticipa di molto tempo, riservandosi di farlo quando la cataratta è così avanzata da impedire di visitare la retina. A quel punto farlo risulta nuovamente vantaggioso.
Cordiali saluti
il problema non è di impossibilità, ma di utilità che è purtroppo venuta meno.
L'intervento di cataratta si può sempre fare, ma se la retina è seriamente danneggiata dalla trombosi, non si ottiene alcun vantaggio in termini di aumento della vista, che è l'unico scopo dell'intervento.
In questi casi l'intervento si posticipa di molto tempo, riservandosi di farlo quando la cataratta è così avanzata da impedire di visitare la retina. A quel punto farlo risulta nuovamente vantaggioso.
Cordiali saluti
Dr. Federico Friede
http://www.friede.it
[#3]
Ah, chiedo scusa, la stanchezza!
Ovviamente questo cambia tutto e di conseguenza il suo dubbio è più che lecito.
In un occhio sano la malattia dell'altro occhio non è una controindicazione, se non temporanea mentre si cura l'occhio affetto. Poi si può procedere senz'altro a rimuovere la cataratta nell'occhio sano.
Chiedo ancora scusa, le ho dato pure della signora...
Cordiali saluti
Ovviamente questo cambia tutto e di conseguenza il suo dubbio è più che lecito.
In un occhio sano la malattia dell'altro occhio non è una controindicazione, se non temporanea mentre si cura l'occhio affetto. Poi si può procedere senz'altro a rimuovere la cataratta nell'occhio sano.
Chiedo ancora scusa, le ho dato pure della signora...
Cordiali saluti
[#5]
Gentile signore,
l'occlusione trombotica di un vaso venoso della retina provoca nel territorio servito dalla vena occlusa una netta riduzione dell'apporto di ossigeno, che provoca la degenerazione delle cellule recettoriali e nervose della retina. In questo senso è limitatamente curabile. Tutto però dipende dalla esatta posizione dell'occlusione: esistono occlusioni complete della vena centrale, occlusioni di branca che interessano metà retina e occlusioni di ramo che interessano aree discrete della retina. Le occlusioni anche non molto estese, se interessano la parte centrale della retina direttamente o indirettamente, provocano importanti riduzioni del visus.
Nelle occlusioni venose la cosa più importante è curare le complicanze, in particolare la mancanza di ossigeno (ischemia) della retina periferica che può provocare un gran numero di gravi eventi conseguenti, e il gonfiore (edema) della macula nel caso questa sia stata interessata indirettamente.
Per seguire l'andamento delle eventuali complicanze nel tempo è necessario effettuare una fluorangiografia alla diagnosi, poi solitamente si esegue una fluoroangiografia di controllo dopo tre mesi. Se a seguito di questo secondo esame emerge la necessità, si tratta la retina ischemica o edematosa con il laser.
Mi faccia sapere cosa le dice il Collega.
Cordiali saluti
l'occlusione trombotica di un vaso venoso della retina provoca nel territorio servito dalla vena occlusa una netta riduzione dell'apporto di ossigeno, che provoca la degenerazione delle cellule recettoriali e nervose della retina. In questo senso è limitatamente curabile. Tutto però dipende dalla esatta posizione dell'occlusione: esistono occlusioni complete della vena centrale, occlusioni di branca che interessano metà retina e occlusioni di ramo che interessano aree discrete della retina. Le occlusioni anche non molto estese, se interessano la parte centrale della retina direttamente o indirettamente, provocano importanti riduzioni del visus.
Nelle occlusioni venose la cosa più importante è curare le complicanze, in particolare la mancanza di ossigeno (ischemia) della retina periferica che può provocare un gran numero di gravi eventi conseguenti, e il gonfiore (edema) della macula nel caso questa sia stata interessata indirettamente.
Per seguire l'andamento delle eventuali complicanze nel tempo è necessario effettuare una fluorangiografia alla diagnosi, poi solitamente si esegue una fluoroangiografia di controllo dopo tre mesi. Se a seguito di questo secondo esame emerge la necessità, si tratta la retina ischemica o edematosa con il laser.
Mi faccia sapere cosa le dice il Collega.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7.6k visite dal 11/06/2008.
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