Sindrome di vernal e raggi ultravioletti
Ho un bimbo di 8 anni affetto da Sindrome di Vernal con diagnosi certa al Meyer ed in terapia con Ciclosporina Lacrima. Siamo contentissimi dei risultati ottenuti finora però si potesse prospettare una "restitutio ad integrum" sarebbe il nostro sogno. Dai dati epidemiologici sembrerebbe che questa patologia sia presente a latitudini particolari nel senso che è tipica del bacino del Mediterraneo e di aree simili mentre è quasi inesistente al latitudini come Islanda o ad Oslo. Ciò relazionato alla maggiore o minore presenza/attività dei raggi UVA. Di fatto, trasferendo il bimbo alle latitudini alle quali la patologia è poco presente si dovrebbe avere una remissione se non totale comunque significativa. E' una deduzione logica? Qualcuno ha avuto una esperienza simile? Esistono dati in letteratura medica? Insomma, siamo disposti a trasferirci all'estero a latitudini elevate e temperature per nulla mediterranee; è un sacrificio che vale la pena fare?
Grazie
Grazie
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INTANTO UN MIO APPUNTO
Vernal conjunctivitis o Congiuntivite allergica primaverile gigantopapillare
la Congiuntivite Allergica è legata spesso ad una reazione ai pollini, agli acari della polvere, al pelo di animali domestici ed all’aria delle nostre città sempre piena di polveri sottili e di smog.
Questo tipo di congiuntivite si presenta con occhi rossi, prurito incessante, lacrimazione copiosa, fotofobia marcata e bilaterale che sono sintomi costanti ed esaltati alla esposizione agli allergeni. La congiuntivite allergica è caratterizzata dalla marcata secrezione sierosa, solo a volte vi è una sovrapposizione batterica e compare anche i secrezione purulenta.
La congiuntivite allergica è caratterizzata dal forte prurito e dal gonfiore delle palpebre e dalla chemosi congiuntivale.
Nella forma Vernal , primaverile o giganto – papillare è patognomonica la presenza delle papille congiuntivali tarsali ipertrofiche disposte ad “acciottolato romano”,
come le antiche strade di Roma. A volte tra queste papilla si possono riscontrare tracce di muco, secrezione purulenta e nelle Donne addirittura depositi pigmentati legati all’uso di cosmetici : tale fenomeno è conosciuto con il nome di
“tatuaggio congiuntivale” L'arrossamento oculare e il prurito interessanoi sempre entrambi gli occhi e sono accompagnati da intensa lacrimazione.
.
Sovente, nelle donne la causa è da ricercarsi in un'intolleranza ai prodotti per truccare e struccare gli occhi e ai cosmetici in generale, compresi quelli definiti ipoallergenici.
La semplice sospensione dell'applicazione del cosmetico irritante consente di ottenere il miglioramento dei sintomi.
TERAPIA
Evitare o ridurre al minimo il contatto con l'allergene, laddove però si riesca ad identificarlo , se invece si riusciti ad identificare l’allergene o gli allergeni si procederà a una vaccinoterapia specifica sotto la guida di un buon medico allergologo.
La terapia di una congiuntivite allergica , soprattutto del tipo primaverile o gigantopapillare (Vernal conjunctivitis) è sempre di competenza del medico oculista .
La terapia locale che in genere suggerisco si base su prodotti fondamentali
- colliri cortisonici
- colliri antistaminici
ma va iniziata ampiamente prima dell’inizio della Primavera o dell’esposizione prevista all’allergene o al polline.
In genere i miei piccoli pazienti cominciano la terapia
Il 15 febbraio con una settimana di un collirio cortisonico con un antibiotico di
“copertura” va benissimo ad esempio
la tobramicina associata al desametasone
la posologia è una goccia di collirio per 4 volte al di per una settimana
poi invece si passa ad un collirio antistaminico
qui la posologia cambia a seconda della molecola, ma il periodo di trattamento deve essere di almeno 4-5 mesi.
Ad ogni buon fine mai e sottolineo mai, ricorrere anche in casi urgenti ai prodotti di libera vendita e molto pubblicizzati che associano antistaminici e vasocostrittori, ma
se si utilizzano di lenti a contatto , sospenderne immediatamente l’ uso ,
sospendere immediatamente i trucchi ed i cosmetici in generale (fondo tinta, creme, tonici)
mettere lacrime artificiali meglio se monodose anche 1 goccia ogni mezzora
lavare gli occhi con acqua ghiacchiata o
addirittura applicare un cubetto di ghiaccio sugli occhi
L'approccio ad una congiuntivite primaverile
deve poi avere sempe un approccio medico multidisciplinare
- specialista allergologo
- specialista immunologo
- specialista pediatra e specialista oculista.
io le consiglio semmai di andare a vivere ad alta quota , rimanendo in Italia...
ma dovrei vedere il piccolo.
A Cervinia ad esempio vivrebbe molto bene
buona giornata
Vernal conjunctivitis o Congiuntivite allergica primaverile gigantopapillare
la Congiuntivite Allergica è legata spesso ad una reazione ai pollini, agli acari della polvere, al pelo di animali domestici ed all’aria delle nostre città sempre piena di polveri sottili e di smog.
Questo tipo di congiuntivite si presenta con occhi rossi, prurito incessante, lacrimazione copiosa, fotofobia marcata e bilaterale che sono sintomi costanti ed esaltati alla esposizione agli allergeni. La congiuntivite allergica è caratterizzata dalla marcata secrezione sierosa, solo a volte vi è una sovrapposizione batterica e compare anche i secrezione purulenta.
La congiuntivite allergica è caratterizzata dal forte prurito e dal gonfiore delle palpebre e dalla chemosi congiuntivale.
Nella forma Vernal , primaverile o giganto – papillare è patognomonica la presenza delle papille congiuntivali tarsali ipertrofiche disposte ad “acciottolato romano”,
come le antiche strade di Roma. A volte tra queste papilla si possono riscontrare tracce di muco, secrezione purulenta e nelle Donne addirittura depositi pigmentati legati all’uso di cosmetici : tale fenomeno è conosciuto con il nome di
“tatuaggio congiuntivale” L'arrossamento oculare e il prurito interessanoi sempre entrambi gli occhi e sono accompagnati da intensa lacrimazione.
.
Sovente, nelle donne la causa è da ricercarsi in un'intolleranza ai prodotti per truccare e struccare gli occhi e ai cosmetici in generale, compresi quelli definiti ipoallergenici.
La semplice sospensione dell'applicazione del cosmetico irritante consente di ottenere il miglioramento dei sintomi.
TERAPIA
Evitare o ridurre al minimo il contatto con l'allergene, laddove però si riesca ad identificarlo , se invece si riusciti ad identificare l’allergene o gli allergeni si procederà a una vaccinoterapia specifica sotto la guida di un buon medico allergologo.
La terapia di una congiuntivite allergica , soprattutto del tipo primaverile o gigantopapillare (Vernal conjunctivitis) è sempre di competenza del medico oculista .
La terapia locale che in genere suggerisco si base su prodotti fondamentali
- colliri cortisonici
- colliri antistaminici
ma va iniziata ampiamente prima dell’inizio della Primavera o dell’esposizione prevista all’allergene o al polline.
In genere i miei piccoli pazienti cominciano la terapia
Il 15 febbraio con una settimana di un collirio cortisonico con un antibiotico di
“copertura” va benissimo ad esempio
la tobramicina associata al desametasone
la posologia è una goccia di collirio per 4 volte al di per una settimana
poi invece si passa ad un collirio antistaminico
qui la posologia cambia a seconda della molecola, ma il periodo di trattamento deve essere di almeno 4-5 mesi.
Ad ogni buon fine mai e sottolineo mai, ricorrere anche in casi urgenti ai prodotti di libera vendita e molto pubblicizzati che associano antistaminici e vasocostrittori, ma
se si utilizzano di lenti a contatto , sospenderne immediatamente l’ uso ,
sospendere immediatamente i trucchi ed i cosmetici in generale (fondo tinta, creme, tonici)
mettere lacrime artificiali meglio se monodose anche 1 goccia ogni mezzora
lavare gli occhi con acqua ghiacchiata o
addirittura applicare un cubetto di ghiaccio sugli occhi
L'approccio ad una congiuntivite primaverile
deve poi avere sempe un approccio medico multidisciplinare
- specialista allergologo
- specialista immunologo
- specialista pediatra e specialista oculista.
io le consiglio semmai di andare a vivere ad alta quota , rimanendo in Italia...
ma dovrei vedere il piccolo.
A Cervinia ad esempio vivrebbe molto bene
buona giornata
LUIGI MARINO CHIRURGO OCULISTA
CASA di CURA “ LA MADONNINA “ via Quadronno n. 29 MILANO prenota 02 50030013 urgenze 3356028808
[#2]
Utente
Gentile dott Marino,
grazie per la sua sollecita risposta.
Ho letto il suo contenuto e lo trovo molto utile soprattutto in riferimento ai rimedi "empirici". Noi stessi, da tempo, abbiamo imparato ad usare il ghiaccio. Addirittura ci siamo organizzati tenendo delle vaschette 20x20 nel congelatore e nelle quali mettiamo circa 1 cm di acqua facendola congelare. Al momento del bisogno le estraiamo e ci mettiamo sopra una garza sulla quale versiamo acqua sufficiente a bagnarla. Dopo qualche secondo la proponiamo al bimbo. In questo modo abbiamo cercato di ridurre al massimo l'effetto ustionante del ghiaccio e cercato di conservare l'effetto anestetizzante del freddo.
La mia domanda nasceva da una considerazione di natura epidemiologica.
Ho letto che la Sindrome di Vernal è pressochè una patologia emergente del bacino del mediterraneo e delle aree che si trovano più o meno alla stessa latitudine. I casi che si riscontrano a latitudini diverse sono per così dire "di Importazione". A certe latitudini non ci sarebbero bimbi affetti da tale malattia ma i soli casi sarebbero legati a fenomeni migrativi. Ho letto che ciò è dovuto al fatto che all'equatore i raggi UVA sono più intensi che ai poli perchè la terra, quale sfera, si trova più vicina al sole all'equatore e più lontana da questo ai poli. In altre parole mi è parso di capire che l'atmosfera più spessa ai poli ha un maggiore effetto filtrante rispetto all'equatore. Quanto all'altitudine invece l'intensità UVA aumenta del 5% ogni 300 metri di risalita ed in più si somma l'effetto riflettente della neve. Comprendo benissimo che è anche una questione etiologica e quanto ho letto è valido soprattutto se la VKC ha la sua sola etiologia nei raggi UVA. Cioè se il sole con i suoi raggi è l'agente etiologico della VKC. Mi rendo conto che aree estreme e prive di allergeni giocherebbero ruoli migliori in caso di etiopatogenesi da allergeni.
Mi interrogavo quindi se esistevano riscontri reali a quanto da me letto.
Cioè se esistono persone che hanno a vario titolo (medico o pazienti) sortito un'esperienza analoga a quella descritta dall'epidemiologia che ho letto.
Quanto alla terapia, il bimbo ha già provato diversi farmaci e trova giovamento nell'immunosoppressore ciclosporina con, purtroppo, i suoi effetti collaterali. Infatti , per quanto la concentrazione sia minima e la dose esigua, il bimbo assorbe ciclosporina.
Il mio ragionamento è stato abbastanza semplice e mi auguro corretto: per rimuovere gli effetti collaterali basta non somministrare il farmaco e per non somministrare questo occorre rimuovere le cause che ne determinano l'uso. Se si riducono gli UVA perchè assenti nell'ambiente in cui si vive si ottiene l'effetto cercato.
Spero tanto di ricevere conferma dei dati epidemiologici citati.
Grazie mille
Saluti
grazie per la sua sollecita risposta.
Ho letto il suo contenuto e lo trovo molto utile soprattutto in riferimento ai rimedi "empirici". Noi stessi, da tempo, abbiamo imparato ad usare il ghiaccio. Addirittura ci siamo organizzati tenendo delle vaschette 20x20 nel congelatore e nelle quali mettiamo circa 1 cm di acqua facendola congelare. Al momento del bisogno le estraiamo e ci mettiamo sopra una garza sulla quale versiamo acqua sufficiente a bagnarla. Dopo qualche secondo la proponiamo al bimbo. In questo modo abbiamo cercato di ridurre al massimo l'effetto ustionante del ghiaccio e cercato di conservare l'effetto anestetizzante del freddo.
La mia domanda nasceva da una considerazione di natura epidemiologica.
Ho letto che la Sindrome di Vernal è pressochè una patologia emergente del bacino del mediterraneo e delle aree che si trovano più o meno alla stessa latitudine. I casi che si riscontrano a latitudini diverse sono per così dire "di Importazione". A certe latitudini non ci sarebbero bimbi affetti da tale malattia ma i soli casi sarebbero legati a fenomeni migrativi. Ho letto che ciò è dovuto al fatto che all'equatore i raggi UVA sono più intensi che ai poli perchè la terra, quale sfera, si trova più vicina al sole all'equatore e più lontana da questo ai poli. In altre parole mi è parso di capire che l'atmosfera più spessa ai poli ha un maggiore effetto filtrante rispetto all'equatore. Quanto all'altitudine invece l'intensità UVA aumenta del 5% ogni 300 metri di risalita ed in più si somma l'effetto riflettente della neve. Comprendo benissimo che è anche una questione etiologica e quanto ho letto è valido soprattutto se la VKC ha la sua sola etiologia nei raggi UVA. Cioè se il sole con i suoi raggi è l'agente etiologico della VKC. Mi rendo conto che aree estreme e prive di allergeni giocherebbero ruoli migliori in caso di etiopatogenesi da allergeni.
Mi interrogavo quindi se esistevano riscontri reali a quanto da me letto.
Cioè se esistono persone che hanno a vario titolo (medico o pazienti) sortito un'esperienza analoga a quella descritta dall'epidemiologia che ho letto.
Quanto alla terapia, il bimbo ha già provato diversi farmaci e trova giovamento nell'immunosoppressore ciclosporina con, purtroppo, i suoi effetti collaterali. Infatti , per quanto la concentrazione sia minima e la dose esigua, il bimbo assorbe ciclosporina.
Il mio ragionamento è stato abbastanza semplice e mi auguro corretto: per rimuovere gli effetti collaterali basta non somministrare il farmaco e per non somministrare questo occorre rimuovere le cause che ne determinano l'uso. Se si riducono gli UVA perchè assenti nell'ambiente in cui si vive si ottiene l'effetto cercato.
Spero tanto di ricevere conferma dei dati epidemiologici citati.
Grazie mille
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.4k visite dal 04/12/2012.
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Approfondimento su Congiuntivite
La congiuntivite: quali sono le cause (batterica, virale o allergica) e i sintomi più comuni (occhi rossi, prurito, gonfiore). Come riconoscerla e come si cura.