C'è qualcos'altro che possiamo fare per rallentare la perdita di diottrie fino all'agognata
Sono il padre di una ragazza di quindici anni affetta da miopia. I valori sono: O.D. Sf. – 6,25 Cil – 1,50; O.S. Sf. - 8, Cil – 1.
Da piccola non è stata inizialmente ben curata dalla sindrome dell’ “occhio pigro” perché lo specialista riteneva che la terapia migliore consistesse nel metterla in condizione di sforzare la visione da lontano. Successivamente ha recuperato i 10/10 grazie a un altro specialista che l’ha curata con bendaggi ed ha prescritto una correzione completa. Oggi è senz’altro ben seguita ma preoccupa la progressione della miopia in relazione alla giovane età.
Lo specialista che l’ha in cura sostiene che la miopia ‘fa quel che vuole’ e che per questo non c’è una terapia che ne rallenti la progressione finché non giunge autonomamente a stabilizzarsi. Poi si potrà effettuare l’intervento chirurgico (se non avrà superato i valori limite che sconsigliano l’intervento). Da un altro specialista, però, ci è stato proposto di ricorrere al sistema Ibis (Improved biofeedback integrated system), specificamente studiato per il recupero dell’acuità visiva, ma lo specialista di fiducia non lo ritiene di alcuna utilità terapeutica. Come dobbiamo comportarci? Se non fosse utile, potrebbe essere dannoso? C’è qualcos’altro che possiamo fare per rallentare la perdita di diottrie fino all’agognata stabilizzazione? L’ambiente e l’alimentazione vengono curati ma la ragazza si impegna molto negli studi.
Da piccola non è stata inizialmente ben curata dalla sindrome dell’ “occhio pigro” perché lo specialista riteneva che la terapia migliore consistesse nel metterla in condizione di sforzare la visione da lontano. Successivamente ha recuperato i 10/10 grazie a un altro specialista che l’ha curata con bendaggi ed ha prescritto una correzione completa. Oggi è senz’altro ben seguita ma preoccupa la progressione della miopia in relazione alla giovane età.
Lo specialista che l’ha in cura sostiene che la miopia ‘fa quel che vuole’ e che per questo non c’è una terapia che ne rallenti la progressione finché non giunge autonomamente a stabilizzarsi. Poi si potrà effettuare l’intervento chirurgico (se non avrà superato i valori limite che sconsigliano l’intervento). Da un altro specialista, però, ci è stato proposto di ricorrere al sistema Ibis (Improved biofeedback integrated system), specificamente studiato per il recupero dell’acuità visiva, ma lo specialista di fiducia non lo ritiene di alcuna utilità terapeutica. Come dobbiamo comportarci? Se non fosse utile, potrebbe essere dannoso? C’è qualcos’altro che possiamo fare per rallentare la perdita di diottrie fino all’agognata stabilizzazione? L’ambiente e l’alimentazione vengono curati ma la ragazza si impegna molto negli studi.
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la miopia evolverà
con la crescita della sua bambina, utilizzi sempre una correzione ottica ottimale.
IBIS non ha alcuna utilità nel suo caso.
continui a far seguire la bambina
e non ci sarà alcun problema...
Quando arriverà ad una età più matura penseremo alla chirurgia rifrattiva.
con la crescita della sua bambina, utilizzi sempre una correzione ottica ottimale.
IBIS non ha alcuna utilità nel suo caso.
continui a far seguire la bambina
e non ci sarà alcun problema...
Quando arriverà ad una età più matura penseremo alla chirurgia rifrattiva.
LUIGI MARINO CHIRURGO OCULISTA
CASA di CURA “ LA MADONNINA “ via Quadronno n. 29 MILANO prenota 02 50030013 urgenze 3356028808
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.7k visite dal 29/12/2010.
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