Gravissima complicanza post-intervento cataratta in bimbo di quattro anni
Gent. Dottore,
circa due anni fa a mio figlio, di anni 4, viene riscontrata una cataratta congenita bilaterale. Viene sottoposto ad intervento chirurgico all'occhio destro. Dopo circa 48 ore dall'operazione, il bimbo accusa forte dolore all'occhio, che si riempie di pus. Gli viene diagnosticata un'endoftalmite che dagli esami colturali è risultata essere sterile. E' quindi sottoposto a vitrectomia con espianto di IOL e a massiccia terapia antibiotica e cortisonica, sia per via topica che sistemica.
Dopo circa quattro mesi dall'intervento, quando l'infezione sembrava risolta, tanto che si era finalmente riusciti a vedere il fondo dell'occhio, il bimbo accusa di nuovo fortissimo dolore.
Dall'ultima visita eseguita in narcosi nel novembre 2009 la situazione è la seguente: enoftalmo, neovascolarizzazione corneale stromale, cornea opaca, echi patologici riconducibili a torbidità vitreali.
La diagnosi effettuata da vari specialisti di seguito consultati non da' adito a speranze di recupero, anche se dalla PEV risulta una discreta attività del nervo ottico. Ma è possibile che allo stato attuale delle ricerche non ci sia davvero più nulla da fare? Gradirei gentilmente un suo parere a riguardo.
Distinti saluti e ringraziamenti.
circa due anni fa a mio figlio, di anni 4, viene riscontrata una cataratta congenita bilaterale. Viene sottoposto ad intervento chirurgico all'occhio destro. Dopo circa 48 ore dall'operazione, il bimbo accusa forte dolore all'occhio, che si riempie di pus. Gli viene diagnosticata un'endoftalmite che dagli esami colturali è risultata essere sterile. E' quindi sottoposto a vitrectomia con espianto di IOL e a massiccia terapia antibiotica e cortisonica, sia per via topica che sistemica.
Dopo circa quattro mesi dall'intervento, quando l'infezione sembrava risolta, tanto che si era finalmente riusciti a vedere il fondo dell'occhio, il bimbo accusa di nuovo fortissimo dolore.
Dall'ultima visita eseguita in narcosi nel novembre 2009 la situazione è la seguente: enoftalmo, neovascolarizzazione corneale stromale, cornea opaca, echi patologici riconducibili a torbidità vitreali.
La diagnosi effettuata da vari specialisti di seguito consultati non da' adito a speranze di recupero, anche se dalla PEV risulta una discreta attività del nervo ottico. Ma è possibile che allo stato attuale delle ricerche non ci sia davvero più nulla da fare? Gradirei gentilmente un suo parere a riguardo.
Distinti saluti e ringraziamenti.
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Buonasera gentile signora, purtroppo le complicazioni occorse, che sono descritte in letteratura,rare ma possibili, sono di estrema gravità e di difficile gestione medico-chirurgica, quando l'esito è un enoftalmo o pretisi bulbare, la prognosi quod visus è quasi sempre infausta, credo che i colleghi che hanno seguito il suo bambino le abbiano comunque detto le stesse cose, allo stato attuale purtroppo non c'è più nulla da fare.
La saluto cordialmente
La saluto cordialmente
Dr. Enrico Rotondo
Responsabile Day Service Chirurgico - PTA di Gagliano del Capo (LE)
https://www.medicitalia.it/enricorotondo/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.3k visite dal 05/10/2010.
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