Operazione mal riuscita o condizione psicologica?

Salve, Dottori.

Vi scrivo per un consulto riguardo alle condizioni di vista di mia nonna.
Ha 90 anni, diabetica, e si è operata neanche due settimane fa all'occhio sinistro per rimozione di cataratta (denominato FACO + IOL) e sostituzione del cristallino con uno artificiale (modello lente SN60WF con filtro UV blu; power 22.5 D; Lenght diametro 13.0 mm; Optic diametro B 6.0 mm)
I suoi dati sono i seguenti:
Visus OD: cd a 1 metro; Tono OD: 14 mmHg; Fundus OD: degenerazione maculare senile, papilla rosea con area di atrofia peripapillare, ridotto calibro vascolare, retina in piano.
Visus OS: cd a 30 cm; Tono OS: 14 mmHg; Fundus OS: degenerazione maculare senile con neovascolarizzazione coroideale, papilla rosea con area di atrofia peripapillare, ridotto calibro vascolare, retina in piano.
L'intervento pare essere riuscito bene. Il primo giorno, quando gli abbiamo cambiato la benda a casa e ha detto che ci vedeva bene.
Da qualche giorno più in là la visita dopo il controllo effettuato il giorno dopo l'intervento (i medici hanno detto che andava tutto bene) mia nonna rivela prima che non ci vede bene, poi dopo che gliel'abbiamo chiesto diverse volte in diversi giorni che non riscontra differenza tra prima e dopo l'operazione.

Conoscendo, grazie ai miei studi, l'anatomia e la fisiologia dell'occhio, dopo un intervento in cui si rimuove il cristallino opaco e si sostituisce con uno artificiale ma "pulito", la vista dovrebbe trarne un immediato vantaggio, con però l'impossibilità di usufruire dell'accomodamento e dunque relativi problemi alla percezione degli indici fisiologici di profondità e messa a fuoco, dato che la nuova lente non è fissata ai muscoli ciliari e quindi non può essere piegata, quindi probabilmente dovrà anche mettersi gli occhiali per vedere meglio da lontano.

Settimana prossima ha un altro controllo ed eravamo titubanti riguardo l'intervento dell'altro occhio, perché se non ha avuto miglioramenti, non ne vale la pena rischiare anche per l'altro.
C'è da dire che mia nonna è una persona un po' particolare. Le piace avere tante attenzioni, quindi riguardo la condizione di salute dell'occhio potrebbe vederci meglio, ma non sono molto affidabili le sue parole...
I medici riusciranno a capire se c'è stato un miglioramento effettivo nel caso non collaborasse? Ci preoccupa questo.

Vi ringrazio delle risposte.
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Dr. Enrico Rotondo Oculista 3.4k 82
Buongiorno,riferendomi a quanto lei scrive, il problema dell'ipovisus di sua nonna non dipende dalla riuscita tecnica dell'intervento, ne tanto meno da problemi di accomodazione, che semmai sarebbero facilmente risolti con una lente PER VICINO (i muscoli ciliari in questo caso non centrano nulla). La causa della non brillante resa funzionale dell'intervento è probabilmente la "Degenerazione Maculare Senile" che non può consentire una visione nitida. Generalmente vale la pena di operare anche l'altro occhio per aumentare il senso luminoso ed in definitiva migliorare il più possibile la visione binoculare, ma suppongo che di questa riserva funzionale il suo chirurgo vi abbia già parlato.
Cordialmente

Dr. Enrico Rotondo
Responsabile Day Service Chirurgico - PTA di Gagliano del Capo (LE)
https://www.medicitalia.it/enricorotondo/