Dell'uveite dell'hsv-1
Ho un uveite ipertensiva recidivante che nelle sue manifestazioniè sempre preceduta da Herpes Simplex di tipo,e nonostante i molti specialisti consultati non si è ancora arrivati ad una soluzione del problema.Volevo chiederle se esiste qualche test clinico che mette in evidenza la dipendenza(qualora sussista)dell’uveite dell’HSV-1, e ancora l’esistenza di farmaci adatti nella terapia contro l’herpes simplex.L’ultima cura che mi hanno prescritto senza interruzione da oltre 2 mesi è:Combigan 2 volte al dì,etacortilen 2 volte al dì.
[#1]
Non sono rare le uveiti ipertensive che dipendono dalla presenza di infezione erpetica. La diagnosi è generalmente empirica (si associa la concomitanza temporale di lesioni erpetiche ed infiammazione uveale). I farmaci per l'herpes esistono, e possono essere somministrati in via "topica" (es. pomata oftalmica, collirio) o per via sistemica (es. compresse come Zovirax o Zelitrex).
In bocca al lupo,
Antonio Pascotto
In bocca al lupo,
Antonio Pascotto
Dottor Antonio Pascotto
Tel. 081 554 2792
www.oculisticapascotto.it
[#2]
mi permetto di suggerirle un consulto clinico con colleghi infettivologi o internisti...
attualmente nella mia esperienza clinica le forme recidivanti di infezione erpetica le tratto con il brivirac compresse , eseguendo quattro cicli di terapia , ma è assolutamente necessario un controllo costante del paziente,,,quindi dopo averla visitata abbiamo bisogno di un collega di sassari che la segua step by step...
inoltre mi pare importante annunciarle che tra pochissimo sarà in commercio in Italia il ganciclovir in pomata oftalmica della THEA, farmaco con il quale nel trial terapeutico mi sono trovato benissimo e che ho già utilizzato nella mia attività clinica fuoi dal territorio nazionale...
a presto
e non esiti a contattarc i per eventuali chiarimenti o necessità
suo
PROF LUIGI MARINO
LUIGI MARINO CHIRURGO OCULISTA
CASA di CURA “ LA MADONNINA “ via Quadronno n. 29 MILANO prenota 02 50030013 urgenze 3356028808
[#3]
Oculista
Gentile paziente,
potrebbe trattarsi di:
LA SINDROME DI POSNER-SCHLOSSMAN:
mi sembra opportuno riportarle quanto scritto su tale Sindrmome da dei collaboratori del mio amico Maurizio Rolando(Maurizio METE, Michele IESTER, Alessandra ZAMBELLI, Maurizio ROLANDO)per sua completa conoscenza:
LA SINDROME DI POSNER-SCHLOSSMAN
La sindrome di Posner-Schlossman (o crisi glaucomatociclitica) prende il nome dagli autori che la descrissero per primi, nel 1948. È una sindrome rara, caratterizzata da ricorrenti attacchi di glaucoma acuto ad angolo aperto, associati ad una modesta iridociclite.
Trattasi di una condizione nella maggior parte dei casi unilaterale,sebbene il 50% dei pazienti presenti coinvolgimento bilaterale in periodi differenti. L’intervallo tra gli attacchi è variabile e, con il tempo, diventa più lungo. La malattia insorge generalmente tra
la terza e la sesta decade di vita, ma in letteratura è riportato un caso di sindrome di Posner-Schlossman infantile. Il 40% dei pazienti affetti risulta positivo per HLA-Bw54 e i maschi sono più colpiti delle femmine. Non sembra esserci una predisposizione etnica per
questa malattia, né associazioni con malattie sistemiche. L’innalzamento della pressione intraoculare è attribuito ad un’infi ammazione acuta, presumibilmente su base idiopatica,del trabecolato. Sono state avanzate numerose teorie patogenetiche, tra cui la possibilità che la flogosi del trabecolato sia la conseguenza dell’anafi lassi indotta da una pregressa infezione virale da Herpes Simplex o da Citomegalovirus.
L’esordio clinico delle fasi acute è caratterizzato da un lieve fastidio oculare (raramente dolore), visione di aloni intorno alle luci e leggero calo del visus. I sintomi sono caratteristicamente
non proporzionati all’entità dell’ipertono (in genere 40-80 mmHg). La pupilla dell’occhio affetto appare più dilatata ed iporeagente alla luce. L’iperemia congiuntivale pericheratica è di lieve entità e sono presenti pochi precipitati endoteliali non pigmentati.
La camera anteriore presenta una lieve cellularità e può esserci edema corneale, dovuto all’ipertono Non è documentata la formazione di sinechie posteriori. È stato riscontrato un aumento della concentrazione di prostaglandine in camera anteriore, in
particolare di prostaglandina E, che sembrerebbe in grado di ridurre il defl usso dell’umore acqueo. L’angolo irido-corneale si mantiene aperto durante tutto l’episodio acuto e la pressione intraoculare può rimanere a livelli elevati per varie settimane, per poi normalizzarsi.
Nelle fasi intercritiche il bulbo appare del tutto normale. Studi recenti hanno indicato che una signifi cativa percentuale di pazienti affetti da tale condizione sviluppa in seguito un glaucoma cronico ad angolo aperto. In tal senso, alcuni autori ritengono
che la sindrome di Posner-Schlossman sia una forma particolare di glaucoma primario ad angolo aperto, data la positività ai test di provocazione e alla sensibilità agli steroidi,recentemente documentate. È quindi molto importante continuare a seguire i pazienti
anche dopo la risoluzione degli attacchi.
La diagnosi differenziale deve prendere in considerazione il glaucoma acuto ad angolo chiuso (sintomatologia più importante, iniezione congiuntivale marcata, angolo iridocorneale molto stretto o chiuso), la sindrome uveitica di Fuchs (bilaterale,flogosi cronica non episodica,pressione intraoculare normale o ridotta, con ipertono solo nelle fasi tardive, per la sclerosi trabecolare,eterocromia iridea), l’iridociclite idiopatica (sintomatologia severa, fl ogosi molto marcata,pressione intraoculare inferiore alla norma, formazione di sinechie anteriori e posteriori, pupilla più stretta nell’occhio affetto) e il glaucoma neovascolare (dolore marcato, fotofobia, iniezione congiuntivale,rubeosi iridea, neovascolarizzazione
dell’angolo iridocorneale).
Le crisi glaucomatociclitiche sono in genere auto-limitanti e non ne
derivano complicanze. La somministrazione di corticosteroidi e la gestione farmacologica dell’ipertono con beta-bloccanti topici (se
non controindicati), alfa2-agonisti e inibitori dell’anidrasi carbonica topici o sistemici sono generalmente
suffi cienti. Possono essere anche utilizzati anti-infi ammatori
non steroidei (FANS). La risposta al trattamento può essere variabile
e, talvolta, l’ipertono e l’iridociclite si ripresentano non appena viene interrotta la terapia, che va, in tal caso, prontamente ripresa, per poi essere gradualmente scalata dopo la risoluzione del quadro.
Comunque si definisce UVITE l’infiammazione dell’uvea, cioè della tonaca intermedia della parete oculare, rappresentata da iride, corpo ciliare e coroide. Le uveiti sono numerosissime, e nel 50% dei casi non è possibile arrivare alla identificazione della causa. La classificazione di queste malattie prevede innanzitutto la individuazione della sede della uveite: anteriore (irite, iridociclite e ciclite) o posteriore (coroidite); successivamente si passa a definire l’andamento clinico della malattia (forme acute, croniche e recidivanti). L’utilizzo di esami strumentali (fluorangiografia retinica, ecografia oculare, esami di laboratorio specifici) consente di individuare il tipo di uveite e di scegliere l’idonea terapia.
L’uveite sembra essere soprattutto una manifestazione di reazioni immunitarie particolari. Tutte le forme legate alle malattie reumatiche e del collagene (spondilite anchilosante, sindrome di Reiter, morbo di Crohn, artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico) e quelle a base francamente immunologiche (malattia di Vogt-Koyanagi-Harada, malattia di Behçet, Sarcoidosi) presentano all’indagine di laboratorio reazioni anticorpali e antigeniche particolari, e spesso la terapia a base di cortisone è l’unica possibile. Vi sono anche forme infettive (virus erpetici, citomegalovirus, tubercolosi, sifilide, toxoplasma, ecc) ed altre ben definite clinicamente, ma la cui causa è assolutamente sconosciuta (sindrome di Posner-Schlossmann, Coroidopatia tipo “Birdshot”).
Sono a completa disposizione per ogni chiarimento.
Cordialità
DUILIO SIRAVO
http://www.baab.it/siravoduilio_/
https://www.medicitalia.it
potrebbe trattarsi di:
LA SINDROME DI POSNER-SCHLOSSMAN:
mi sembra opportuno riportarle quanto scritto su tale Sindrmome da dei collaboratori del mio amico Maurizio Rolando(Maurizio METE, Michele IESTER, Alessandra ZAMBELLI, Maurizio ROLANDO)per sua completa conoscenza:
LA SINDROME DI POSNER-SCHLOSSMAN
La sindrome di Posner-Schlossman (o crisi glaucomatociclitica) prende il nome dagli autori che la descrissero per primi, nel 1948. È una sindrome rara, caratterizzata da ricorrenti attacchi di glaucoma acuto ad angolo aperto, associati ad una modesta iridociclite.
Trattasi di una condizione nella maggior parte dei casi unilaterale,sebbene il 50% dei pazienti presenti coinvolgimento bilaterale in periodi differenti. L’intervallo tra gli attacchi è variabile e, con il tempo, diventa più lungo. La malattia insorge generalmente tra
la terza e la sesta decade di vita, ma in letteratura è riportato un caso di sindrome di Posner-Schlossman infantile. Il 40% dei pazienti affetti risulta positivo per HLA-Bw54 e i maschi sono più colpiti delle femmine. Non sembra esserci una predisposizione etnica per
questa malattia, né associazioni con malattie sistemiche. L’innalzamento della pressione intraoculare è attribuito ad un’infi ammazione acuta, presumibilmente su base idiopatica,del trabecolato. Sono state avanzate numerose teorie patogenetiche, tra cui la possibilità che la flogosi del trabecolato sia la conseguenza dell’anafi lassi indotta da una pregressa infezione virale da Herpes Simplex o da Citomegalovirus.
L’esordio clinico delle fasi acute è caratterizzato da un lieve fastidio oculare (raramente dolore), visione di aloni intorno alle luci e leggero calo del visus. I sintomi sono caratteristicamente
non proporzionati all’entità dell’ipertono (in genere 40-80 mmHg). La pupilla dell’occhio affetto appare più dilatata ed iporeagente alla luce. L’iperemia congiuntivale pericheratica è di lieve entità e sono presenti pochi precipitati endoteliali non pigmentati.
La camera anteriore presenta una lieve cellularità e può esserci edema corneale, dovuto all’ipertono Non è documentata la formazione di sinechie posteriori. È stato riscontrato un aumento della concentrazione di prostaglandine in camera anteriore, in
particolare di prostaglandina E, che sembrerebbe in grado di ridurre il defl usso dell’umore acqueo. L’angolo irido-corneale si mantiene aperto durante tutto l’episodio acuto e la pressione intraoculare può rimanere a livelli elevati per varie settimane, per poi normalizzarsi.
Nelle fasi intercritiche il bulbo appare del tutto normale. Studi recenti hanno indicato che una signifi cativa percentuale di pazienti affetti da tale condizione sviluppa in seguito un glaucoma cronico ad angolo aperto. In tal senso, alcuni autori ritengono
che la sindrome di Posner-Schlossman sia una forma particolare di glaucoma primario ad angolo aperto, data la positività ai test di provocazione e alla sensibilità agli steroidi,recentemente documentate. È quindi molto importante continuare a seguire i pazienti
anche dopo la risoluzione degli attacchi.
La diagnosi differenziale deve prendere in considerazione il glaucoma acuto ad angolo chiuso (sintomatologia più importante, iniezione congiuntivale marcata, angolo iridocorneale molto stretto o chiuso), la sindrome uveitica di Fuchs (bilaterale,flogosi cronica non episodica,pressione intraoculare normale o ridotta, con ipertono solo nelle fasi tardive, per la sclerosi trabecolare,eterocromia iridea), l’iridociclite idiopatica (sintomatologia severa, fl ogosi molto marcata,pressione intraoculare inferiore alla norma, formazione di sinechie anteriori e posteriori, pupilla più stretta nell’occhio affetto) e il glaucoma neovascolare (dolore marcato, fotofobia, iniezione congiuntivale,rubeosi iridea, neovascolarizzazione
dell’angolo iridocorneale).
Le crisi glaucomatociclitiche sono in genere auto-limitanti e non ne
derivano complicanze. La somministrazione di corticosteroidi e la gestione farmacologica dell’ipertono con beta-bloccanti topici (se
non controindicati), alfa2-agonisti e inibitori dell’anidrasi carbonica topici o sistemici sono generalmente
suffi cienti. Possono essere anche utilizzati anti-infi ammatori
non steroidei (FANS). La risposta al trattamento può essere variabile
e, talvolta, l’ipertono e l’iridociclite si ripresentano non appena viene interrotta la terapia, che va, in tal caso, prontamente ripresa, per poi essere gradualmente scalata dopo la risoluzione del quadro.
Comunque si definisce UVITE l’infiammazione dell’uvea, cioè della tonaca intermedia della parete oculare, rappresentata da iride, corpo ciliare e coroide. Le uveiti sono numerosissime, e nel 50% dei casi non è possibile arrivare alla identificazione della causa. La classificazione di queste malattie prevede innanzitutto la individuazione della sede della uveite: anteriore (irite, iridociclite e ciclite) o posteriore (coroidite); successivamente si passa a definire l’andamento clinico della malattia (forme acute, croniche e recidivanti). L’utilizzo di esami strumentali (fluorangiografia retinica, ecografia oculare, esami di laboratorio specifici) consente di individuare il tipo di uveite e di scegliere l’idonea terapia.
L’uveite sembra essere soprattutto una manifestazione di reazioni immunitarie particolari. Tutte le forme legate alle malattie reumatiche e del collagene (spondilite anchilosante, sindrome di Reiter, morbo di Crohn, artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico) e quelle a base francamente immunologiche (malattia di Vogt-Koyanagi-Harada, malattia di Behçet, Sarcoidosi) presentano all’indagine di laboratorio reazioni anticorpali e antigeniche particolari, e spesso la terapia a base di cortisone è l’unica possibile. Vi sono anche forme infettive (virus erpetici, citomegalovirus, tubercolosi, sifilide, toxoplasma, ecc) ed altre ben definite clinicamente, ma la cui causa è assolutamente sconosciuta (sindrome di Posner-Schlossmann, Coroidopatia tipo “Birdshot”).
Sono a completa disposizione per ogni chiarimento.
Cordialità
DUILIO SIRAVO
http://www.baab.it/siravoduilio_/
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.1k visite dal 23/05/2007.
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