Cheratite nummulare recidivante
BUONGIORNO, HO 26 ANNI E A DICEMBRE DEL 2008 HO EFFETTUATO L'INTERVENTO DI CORREZIONE DELLA MIOPIA IN ENTRAMBI GLI OCCHI CON IL LASER AD ECCIMERI SECONDO LA TECNICA PRK. DOPO CIRCA 20 GIORNI DALL'INTERVENTO HO AVUTO UN TRAUMA DIRETTO ALL'OCCHIO DESTRO. L'OCULISTA HA RISCONTRATO UNA ABRASIONE SUPERFICIALE AL CENTRO DELLA PUPILLA. MI HA DETTO DI CONTINUARE LA TERAPIA CHE STAVO FACENDO POST INTERVENTO ( FLAREX+LEVOFLOXACINA COLLIRIO). AL CONTROLLO SUCCESSIVO HA RISCONTRATO UNA TOTALE GUARIGIONE SENZA NESSUN ESITO CICATRIZIALE. DOPO AVER TERMINATO IL CICLO DI TERAPIA POST INTERVENTO HO INIZIATO, SOLTANTO CON L'OCCHIO DESTRO, A VEDERCI SFUOCATO E ANNEBBIATO. IL MEDICO OCULISTA HA RISCONTRATO UNA CHERATITE NUMMULARE DA ADENOVIRUS PER CUI MI HA PRESCRITTO DEXAMONO E VIRGAN GEL. DOPO POCHI GIORNI DAL TERMINE DI QUESTA TERAPIA è TORNATO LO STESSO PROBLEMA. OGGI, A DISTANZA DI UN ANNO E DUE MESI DALL'INTERVENTO MI SI RIPRESENTA SEMPRE LO STESSO PROBLEMA OGNI VOLTA CHE TERMINO IL PERIODO DI TERAPIA. L'OCULISTA HA DETTO CHE PROBABILMENTE QUESTA SITUAZIONE è DIPESA DAL TRAUMA CHE HO AVUTO NELL'OCCHIO DESTRO POCHE SETTIMANE DOPO L'INTERVENTO E, PROBABILMENTE LO HA INDEBOLITO E QUINDI è SOGGETTO A QUESTI EPISODI RECIDIVANTI. HO ANCHE FATTO GLI ESAMI PER VERIFICARE O MENO SE POTESSE ESSERE UN PROBLEMA DI TIPO AUTOIMMUNE; I RISULTATI SONO STATI TUTTI NEGATIVI. IL MIO OCULISTA HA DETTO CHE SE NON GUARISCE DEFINITIVAMENTE ENTRO ALTRI 4-5 MESI MI FARà L'INTERVENTO PTK PER RIMUOVERE QUELLO STRATO "INFETTO" DI EPITELIO CORNEALE E QUINDI GUARIRE DEFINITIVAMENTE DA QUESTA SITUAZIONE CHE STA DIVENTANDO ABBASTANZA STRESSANTE. VORREI SAPERE IL VOSTRO PARERE SU QUESTA SCELTA O SE ESISTONO ALTRE MODALITà DI GUARIGIONE ANCHE MENO INVASIVE. GRAZIE PER L'ATTENZIONE.
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Oculista
Carissimo,
gli agenti etiologici più comuni delle chtocongiuntiviti virali sono gli adenovirus che possono provocare congiuntiviti epidemiche (specialmente i sierotipi Ad 8, 19, 37 e 5) e la febbre faringo-congiuntivale (in genere i sierotipi Ad 3, 4 e 7, ). Una epidemia di congiuntivite emorragica acuta, una rara congiuntivite associata a infezione da enterovirus tipo 70, si è verificata in corso di epidemie in Africa e in Asia
Dopo una incubazione di circa 5-12 giorni, si presentano i sintomi di iperemia congiuntivale, secrezione acquosa, irritazione oculare e le palpebre al risveglio sono incollate. I sintomi divengono spesso bilaterali ma iniziano generalmente in un occhio. Molti pazienti hanno avuto contatti con persone affette da congiuntivite e/o con recente infezione delle alte vie respiratorie.
La congiuntiva bulbare e tarsale è iperemica. Sulla congiuntiva palpebrale sono presenti follicoli linfatici. I linfonodi preauricolari sono spesso ingrossati e dolenti.
Nelle congiuntiviti virali gravi, i pazienti lamentano fotofobia significativa e sensazione di corpo estraneo. Questi pazienti possono avere pseudomembrane di fibrina e cellule infiammatorie sulla superficie congiuntivale e/o infiammazione corneale focale. Anche dopo la risoluzione della congiuntivite, alla lampada a fessura possono essere visibili per due anni o più delle cicatrici corneali (da 0,5 a 1,0 mm). Queste occasionalmente possono provocare riduzione dell'acuità visiva e abbagliamento significativo.
Sebbene possano essere impiegati terreni di coltura semplici, per l'identificazione e la crescita del virus responsabile di una congiuntivite sono necessarie colture tissutali speciali. L'infezione batterica sovrapposta è molto rara; se i sintomi di presentazione sono correlabili a una congiuntivite batterica, p. es., secrezione purulenta, l'occhio deve essere sottoposto a colture specifiche per batteri. Le secrezioni possono essere esaminate al microscopio e colorate con la colorazione Gram per identificare i batteri e con la colorazione Giemsa per determinare la risposta dei leucociti.
La congiuntivite virale è altamente contagiosa e si trasmette con goccioline, veicoli d'infezione e inoculazione mano-occhio. Dopo aver esaminato il paziente, il medico deve lavarsi molto bene le mani e sterilizzare gli strumenti per evitare la trasmissione dell'infezione. Il paziente deve essere avvisato di lavarsi bene le mani dopo aver toccato gli occhi o le secrezioni nasali, per evitare di contagiare l'occhio non infetto e di evitare di condividere asciugamani o cuscini. Gli occhi devono essere continuamente puliti dalle secrezioni e non bendati. La congiuntivite virale è autolimitantesi, poiché dura una sett. nei casi lievi e fino a tre sett. nei casi gravi. Se la congiuntivite è provocata specificatamente da un virus, nessuna terapia è necessaria o disponibile. Se le caratteristiche cliniche sono compatibili con un'infezione batterica, il paziente deve essere sottoposto a terapia antibiotica locale, p. es., sulfacetamide sodica al 10% in collirio o trimetoprim/polimixina B qid per 7-10 giorni. Congiuntiviti gravi associate con pseudomembrane, visione ridotta da infiammazione corneale o cicatrici possono richiedere la somministrazione di corticosteroidi topici. Comunque, i corticosteroidi topici possono esacerbare un'infezione da herpes virus simplex, portando anche a ulcerazioni e perforazione corneale. L'uso a lungo termine dei corticosteroidi può portare al glaucoma e a una possibile cataratta. Il loro uso deve essere perciò iniziato e monitorizzato dall'oftalmologo.
Un caro saluto
gli agenti etiologici più comuni delle chtocongiuntiviti virali sono gli adenovirus che possono provocare congiuntiviti epidemiche (specialmente i sierotipi Ad 8, 19, 37 e 5) e la febbre faringo-congiuntivale (in genere i sierotipi Ad 3, 4 e 7, ). Una epidemia di congiuntivite emorragica acuta, una rara congiuntivite associata a infezione da enterovirus tipo 70, si è verificata in corso di epidemie in Africa e in Asia
Dopo una incubazione di circa 5-12 giorni, si presentano i sintomi di iperemia congiuntivale, secrezione acquosa, irritazione oculare e le palpebre al risveglio sono incollate. I sintomi divengono spesso bilaterali ma iniziano generalmente in un occhio. Molti pazienti hanno avuto contatti con persone affette da congiuntivite e/o con recente infezione delle alte vie respiratorie.
La congiuntiva bulbare e tarsale è iperemica. Sulla congiuntiva palpebrale sono presenti follicoli linfatici. I linfonodi preauricolari sono spesso ingrossati e dolenti.
Nelle congiuntiviti virali gravi, i pazienti lamentano fotofobia significativa e sensazione di corpo estraneo. Questi pazienti possono avere pseudomembrane di fibrina e cellule infiammatorie sulla superficie congiuntivale e/o infiammazione corneale focale. Anche dopo la risoluzione della congiuntivite, alla lampada a fessura possono essere visibili per due anni o più delle cicatrici corneali (da 0,5 a 1,0 mm). Queste occasionalmente possono provocare riduzione dell'acuità visiva e abbagliamento significativo.
Sebbene possano essere impiegati terreni di coltura semplici, per l'identificazione e la crescita del virus responsabile di una congiuntivite sono necessarie colture tissutali speciali. L'infezione batterica sovrapposta è molto rara; se i sintomi di presentazione sono correlabili a una congiuntivite batterica, p. es., secrezione purulenta, l'occhio deve essere sottoposto a colture specifiche per batteri. Le secrezioni possono essere esaminate al microscopio e colorate con la colorazione Gram per identificare i batteri e con la colorazione Giemsa per determinare la risposta dei leucociti.
La congiuntivite virale è altamente contagiosa e si trasmette con goccioline, veicoli d'infezione e inoculazione mano-occhio. Dopo aver esaminato il paziente, il medico deve lavarsi molto bene le mani e sterilizzare gli strumenti per evitare la trasmissione dell'infezione. Il paziente deve essere avvisato di lavarsi bene le mani dopo aver toccato gli occhi o le secrezioni nasali, per evitare di contagiare l'occhio non infetto e di evitare di condividere asciugamani o cuscini. Gli occhi devono essere continuamente puliti dalle secrezioni e non bendati. La congiuntivite virale è autolimitantesi, poiché dura una sett. nei casi lievi e fino a tre sett. nei casi gravi. Se la congiuntivite è provocata specificatamente da un virus, nessuna terapia è necessaria o disponibile. Se le caratteristiche cliniche sono compatibili con un'infezione batterica, il paziente deve essere sottoposto a terapia antibiotica locale, p. es., sulfacetamide sodica al 10% in collirio o trimetoprim/polimixina B qid per 7-10 giorni. Congiuntiviti gravi associate con pseudomembrane, visione ridotta da infiammazione corneale o cicatrici possono richiedere la somministrazione di corticosteroidi topici. Comunque, i corticosteroidi topici possono esacerbare un'infezione da herpes virus simplex, portando anche a ulcerazioni e perforazione corneale. L'uso a lungo termine dei corticosteroidi può portare al glaucoma e a una possibile cataratta. Il loro uso deve essere perciò iniziato e monitorizzato dall'oftalmologo.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 9k visite dal 12/03/2010.
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