Cheratocono: usare o no le lenti a contatto?
salve,
ho 20 anni e mi è stato diagnosticato un cheratocono in fase iniziale all'occhio destro pochi giorni fa alla visita militare (per cui sono stato dichiarato NON IDONEO). E' da quando avevo 13-14 anni che ho cominciato a diventare miope. In seguito mi è stato detto dagli oculisti di essere anche astigmatico all'occhio destro (oggi -1,75). Dal gennaio 2009 anche nell'occhio sinistro (solo -0,25). Naturalmente non dovrei dunque essere astigmatico, dato che ho il cheratocono (almeno così mi è stato detto).
Vi chiedo dunque se mi sconsigliate di portare le lenti a contatto (quelle toriche all'occhio destro e quelle normali al sinistro) nel frattempo che aspetto di essere visitato da uno specialista?
P.S. ho prenotato al Brotzu a Cagliari e verrò visitato tra una decina di giorni. C'è da fidarsi a farmi visitare a cagliari? Ci sono specialisti competenti? Mi sapreste consigliare qualche specialista, esperto nella cura del cheratocono, di cui potersi fidare?
ho 20 anni e mi è stato diagnosticato un cheratocono in fase iniziale all'occhio destro pochi giorni fa alla visita militare (per cui sono stato dichiarato NON IDONEO). E' da quando avevo 13-14 anni che ho cominciato a diventare miope. In seguito mi è stato detto dagli oculisti di essere anche astigmatico all'occhio destro (oggi -1,75). Dal gennaio 2009 anche nell'occhio sinistro (solo -0,25). Naturalmente non dovrei dunque essere astigmatico, dato che ho il cheratocono (almeno così mi è stato detto).
Vi chiedo dunque se mi sconsigliate di portare le lenti a contatto (quelle toriche all'occhio destro e quelle normali al sinistro) nel frattempo che aspetto di essere visitato da uno specialista?
P.S. ho prenotato al Brotzu a Cagliari e verrò visitato tra una decina di giorni. C'è da fidarsi a farmi visitare a cagliari? Ci sono specialisti competenti? Mi sapreste consigliare qualche specialista, esperto nella cura del cheratocono, di cui potersi fidare?
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta dr Siravo. Allora continuerò a usare le lenti a contatto per il momento. Le ho posto la domanda poichè avevo letto che era sconsigliato usarle, in quanto potevano peggiorare il cheratocono...ma deve essere una delle solite scemenze che girano su internet.
Saluti
Saluti
[#3]
Utente
Dr Siravo
stamane ho fatto la visita al brotzu e ho prenotato per una mappa corneale, dato che anche là mi hanno detto che molto probabilmente ho il cheratocono. Ho chiesto, nel caso avessi il cheratocono, come intendessero agire. Mi hanno risposto che dovrò usare delle lenti semirigide. Allora ho chiesto alla dottoressa che mi ha visitato se effettuavano anche il cross linking e mi ha risposto che diverse persone son già andate fuori dalla Sardegna e che poi son tornate al Brotzu e che lei non ha notato nessun miglioramento ( mi ha detto testualmente che "erano come prima"!).
Vorrei sapere cosa ne pensa lei al riguardo. E se consiglia di trattare il cheratocono con le lenti semirigide o con il cross linking?
grazie
stamane ho fatto la visita al brotzu e ho prenotato per una mappa corneale, dato che anche là mi hanno detto che molto probabilmente ho il cheratocono. Ho chiesto, nel caso avessi il cheratocono, come intendessero agire. Mi hanno risposto che dovrò usare delle lenti semirigide. Allora ho chiesto alla dottoressa che mi ha visitato se effettuavano anche il cross linking e mi ha risposto che diverse persone son già andate fuori dalla Sardegna e che poi son tornate al Brotzu e che lei non ha notato nessun miglioramento ( mi ha detto testualmente che "erano come prima"!).
Vorrei sapere cosa ne pensa lei al riguardo. E se consiglia di trattare il cheratocono con le lenti semirigide o con il cross linking?
grazie
[#4]
Oculista
cARISSIMO,
le cose sono fattibili,certo bisogna vedere il grado del cheratocono!!!
cheratocono si presenta in quattro stadi di evoluzione.
“Nel primo stadio siamo davanti ad una leggera deformazione della cornea e quindi è sufficiente un paio di occhiali per correggere la deformità della vista. Per il secondo e terzo stadio siamo davanti ad una deformazione più pronunciata; gli occhiali non sono più sufficienti e c’è bisogno di ricorrere a lenti a contatto oppure a interventi chirurgici “meno invasivi” come la “cheratoplastica lamellare” dove le lamelle superficiali malate della cornea vengono sostituite oppure si interviene con l’inserzione degli “anelli intrastromali”, elementi di materiale sintetico che regolarizzano la superficie della cornea e correggono così il difetto visivo. Nel quarto stadio siamo all’evoluzione finale della malattia e l’unica terapia efficace è il trapianto di cornea”.Attualmente la ricerca su nuove tecnologie di costruzione di lenti a contatto ha fatto un grande passo avanti grazie appunto all'aiuto dei topografi . Si è infatti potuto portare un innovazione alla ricerca di geometrie della superfice posteriore della lente, quella che appoggia sulla cornea, per rendere confortevole il porto della lente. Non dobbiamo dimenticarci che c'è sempre un periodo di adattamento che varia da soggetto a soggetto e che deve essere supportato sempre da una grande motivazione del paziente. L'importante è anche l'assistenza che il contattologo deve prestare come garanzia alla integrità della salute del paziente e il paziente deve seguire scrupolosamente le indicazioni del contattologo.
Questo riduce i rischi di patologie che possono compromettere il porto delle lenti a contatto, che per chi è affetto da cheratocono può essere estremamente debilitante.
Quindi a seconda dello stadio e quindi del tipo ci sono metodiche diverse:
-Terapia Cross - Linking per
Cheratocono di 1° e 2° grado
Ogni tecnica chirurgica ha delle precise indicazioni, che sono state formulate dagli ideatori stessi delle metodiche, forti della loro esperienza personale. Non esiste una metodica unica capace di dare sempre e comunque, risultati eccellenti per ogni tipo di cheratocono. Sarà compito del chirurgo essere a conoscenza di tutte le tecniche oggi a sua disposizione, e saper usare quella migliore per ogni paziente che si rivolgerà a lui al fine di risolvere il suo problema.
E' quindi assolutamente necessario sottoporsi ad un'accurata visita da parte di specialisti che abbiano una lunga esperienza nel settore della chirurgia refrattiva e del cheratocono.
Solo osservando tali precauzioni si potrà godere dei benefici di queste nuove tecniche.
- la M.A.R.K.:
Mini Cheratotomia Radiale Asimmetrica ( M.A.R.K.).
La M.A.R.K. ottiene l 'appiattimento della cornea sino a valori fisiologici e, di conseguenza, riduce i difetti visivi che si sono creati per conseguenza della deformazione della cornea stessa.
La Mark viene eseguita solamente nell'area colpita dal cheratocono e, sia l'appiattimento, sia il rinforzo strutturale conseguente, viene quindi portato nella zona deformata.
Il primo risultato dell'intervento è la possibilità di vivere una vita quotidiana in maniera assolutamente normale.
-Terapia parachirurgica, farmacologica, del cheratocono.
Recentemente la ricerca sul cheratocono ha prodotto una nuova terapia, molto promettente, che permetterebbe una stabilizzazione del cheratocono.
Tale terapia è stata chiamata Cross Linking corneale. Numerosi sinonimi sono stati coniati, a seconda della lingua originale degli autori delle diverse sperimentazioni eseguite in diverse parti del mondo.
Tali sinonimi sono: X-LINK, CCL, C3-R e Riboflavina associata a radiazioni ultra violette.
La tecnica risale, per i primi casi trattati, al 2000 ed è stata sperimentata in Germania, Svizzera, Stati Uniti d'America, Grecia ed, ultimamente, in Italia.
La metodica consiste, essenzialmente, nell'utilizzo di un collirio a base di Riboflavina ( vitamina B2). Tale collirio viene fatto penetrare in tutti gli strati corneali e nella camera anteriore dell'occhio. La camera anteriore dell'occhio è quello spazio compreso tra la faccia posteriore della cornea e la superficie anteriore del cristallino.
Una volta che tale collirio penetra in queste strutture, l'occhio viene esposto ad una ben precisa dose di radiazioni ultraviolette di tipo A ( U.V.A. ).
Le radiazioni ultra violette hanno il potere di scindere la molecola di riboflavina in diverse componenti. Una di queste componenti è costituita da atomi di ossigeno e tali atomi andranno a collocarsi in ben definite parti del collagene corneale, formando dei "ponti" tra diversi strati del collagene stesso. Il ripetersi di tali legami in diversi parti del collagene e nei diversi strati di fibre di collagene, porterà ad un netto incremento della robustezza della cornea. Questo incremento di robustezza porta ad un arrestarsi della progressione del cheratocono.
Tale tecnica aveva, inizialmente, come indicazione, cheratoconi in fase evolutiva, ma con spessore corneale e curvature corneali tali da potere essere definiti come cheratoconi iniziali od, al massimo, di I ° stadio , in quanto in tali situazioni si aveva la certezza di due risultati fondamentali: l'arrestarsi del progredire della patologia ed il mantenimento della acuità visiva in possesso al momento del trattamento.
I risultati ottenuti, superiori alle più ottimistiche previsioni, ha portato gli autori delle sperimentazioni ad utilizzare la metodica del Cross-Linking anche in casi più evoluti. In questi casi si è osservato l'arrestarsi dell'evoluzione del cheratocono, ma la capacità visiva, post trattamento, è risultata essere limitata dalla irregolarità della curvatura corneale presente al momento del trattamento.
Attualmente si sta sperimentando l'applicazione contemporanea del Cross-Linking e degli I.C.R al fine di potenziare l'efficacia dei singoli trattamenti.
Il connubio M.A.R.K. e Cross-Linking al fine di potere operare, in modo conservativo, cheratoconi. degli stadi predetti
Ovviamente poi esiste il più sfruttato degli interventi ovvero la cheratoplastica.
Il trapianto di cornea ( Innesto di cornea )
In una percentuale pari a circa il 24% di tutti i pazienti colpiti da cheratocono, la malattia evolve in modo progressivo e continuativo fino a portare al trapianto della cornea stessa.
Quando è che si deve ricorrere ad un innesto di cornea?
In caso di eccessivo assottigliamento dell'apice del cono od in caso di cicatrici opache centrali, tali da interferire con la visione, i pazienti, per migliorare la loro vista e per non avere più il dolore causato dalle lenti a contatto, dovranno ricorrere ad un innesto di cornea.
L'innesto può essere perforante oppure lamellare.
Il cosiddetto trapianto perforante consiste nella rimozione, completa ed a tutto spessore, della parte centrale della cornea del paziente e nella sua sostituzione con una cornea proveniente da un donatore.
L'intervento perforante di cornea ha successo in una percentuale dell' 85-90% dei casi. Infatti circa il 10-15% dei trapianti perforanti eseguiti, va incontro a rigetto.
In caso di innesto lamellare, non viene rimossa la cornea in tutto il suo spessore. Si pratica una separazione dei diversi strati della cornea ed andiamo a sostituire solamente gli strati superiori, più esterni, della cornea stessa lasciando quello più profondo al suo posto senza sostituirlo. In questo modo si vanno a ridurre sostanzialmente i rischi legati al rigetto.
La situazione comunque come vede è sottocontrollo anche nel senso innovativo delle metodiche chirurgiche e parachirurgiche e quindi sicuramente risolvibile.
Un caro saluto.
le cose sono fattibili,certo bisogna vedere il grado del cheratocono!!!
cheratocono si presenta in quattro stadi di evoluzione.
“Nel primo stadio siamo davanti ad una leggera deformazione della cornea e quindi è sufficiente un paio di occhiali per correggere la deformità della vista. Per il secondo e terzo stadio siamo davanti ad una deformazione più pronunciata; gli occhiali non sono più sufficienti e c’è bisogno di ricorrere a lenti a contatto oppure a interventi chirurgici “meno invasivi” come la “cheratoplastica lamellare” dove le lamelle superficiali malate della cornea vengono sostituite oppure si interviene con l’inserzione degli “anelli intrastromali”, elementi di materiale sintetico che regolarizzano la superficie della cornea e correggono così il difetto visivo. Nel quarto stadio siamo all’evoluzione finale della malattia e l’unica terapia efficace è il trapianto di cornea”.Attualmente la ricerca su nuove tecnologie di costruzione di lenti a contatto ha fatto un grande passo avanti grazie appunto all'aiuto dei topografi . Si è infatti potuto portare un innovazione alla ricerca di geometrie della superfice posteriore della lente, quella che appoggia sulla cornea, per rendere confortevole il porto della lente. Non dobbiamo dimenticarci che c'è sempre un periodo di adattamento che varia da soggetto a soggetto e che deve essere supportato sempre da una grande motivazione del paziente. L'importante è anche l'assistenza che il contattologo deve prestare come garanzia alla integrità della salute del paziente e il paziente deve seguire scrupolosamente le indicazioni del contattologo.
Questo riduce i rischi di patologie che possono compromettere il porto delle lenti a contatto, che per chi è affetto da cheratocono può essere estremamente debilitante.
Quindi a seconda dello stadio e quindi del tipo ci sono metodiche diverse:
-Terapia Cross - Linking per
Cheratocono di 1° e 2° grado
Ogni tecnica chirurgica ha delle precise indicazioni, che sono state formulate dagli ideatori stessi delle metodiche, forti della loro esperienza personale. Non esiste una metodica unica capace di dare sempre e comunque, risultati eccellenti per ogni tipo di cheratocono. Sarà compito del chirurgo essere a conoscenza di tutte le tecniche oggi a sua disposizione, e saper usare quella migliore per ogni paziente che si rivolgerà a lui al fine di risolvere il suo problema.
E' quindi assolutamente necessario sottoporsi ad un'accurata visita da parte di specialisti che abbiano una lunga esperienza nel settore della chirurgia refrattiva e del cheratocono.
Solo osservando tali precauzioni si potrà godere dei benefici di queste nuove tecniche.
- la M.A.R.K.:
Mini Cheratotomia Radiale Asimmetrica ( M.A.R.K.).
La M.A.R.K. ottiene l 'appiattimento della cornea sino a valori fisiologici e, di conseguenza, riduce i difetti visivi che si sono creati per conseguenza della deformazione della cornea stessa.
La Mark viene eseguita solamente nell'area colpita dal cheratocono e, sia l'appiattimento, sia il rinforzo strutturale conseguente, viene quindi portato nella zona deformata.
Il primo risultato dell'intervento è la possibilità di vivere una vita quotidiana in maniera assolutamente normale.
-Terapia parachirurgica, farmacologica, del cheratocono.
Recentemente la ricerca sul cheratocono ha prodotto una nuova terapia, molto promettente, che permetterebbe una stabilizzazione del cheratocono.
Tale terapia è stata chiamata Cross Linking corneale. Numerosi sinonimi sono stati coniati, a seconda della lingua originale degli autori delle diverse sperimentazioni eseguite in diverse parti del mondo.
Tali sinonimi sono: X-LINK, CCL, C3-R e Riboflavina associata a radiazioni ultra violette.
La tecnica risale, per i primi casi trattati, al 2000 ed è stata sperimentata in Germania, Svizzera, Stati Uniti d'America, Grecia ed, ultimamente, in Italia.
La metodica consiste, essenzialmente, nell'utilizzo di un collirio a base di Riboflavina ( vitamina B2). Tale collirio viene fatto penetrare in tutti gli strati corneali e nella camera anteriore dell'occhio. La camera anteriore dell'occhio è quello spazio compreso tra la faccia posteriore della cornea e la superficie anteriore del cristallino.
Una volta che tale collirio penetra in queste strutture, l'occhio viene esposto ad una ben precisa dose di radiazioni ultraviolette di tipo A ( U.V.A. ).
Le radiazioni ultra violette hanno il potere di scindere la molecola di riboflavina in diverse componenti. Una di queste componenti è costituita da atomi di ossigeno e tali atomi andranno a collocarsi in ben definite parti del collagene corneale, formando dei "ponti" tra diversi strati del collagene stesso. Il ripetersi di tali legami in diversi parti del collagene e nei diversi strati di fibre di collagene, porterà ad un netto incremento della robustezza della cornea. Questo incremento di robustezza porta ad un arrestarsi della progressione del cheratocono.
Tale tecnica aveva, inizialmente, come indicazione, cheratoconi in fase evolutiva, ma con spessore corneale e curvature corneali tali da potere essere definiti come cheratoconi iniziali od, al massimo, di I ° stadio , in quanto in tali situazioni si aveva la certezza di due risultati fondamentali: l'arrestarsi del progredire della patologia ed il mantenimento della acuità visiva in possesso al momento del trattamento.
I risultati ottenuti, superiori alle più ottimistiche previsioni, ha portato gli autori delle sperimentazioni ad utilizzare la metodica del Cross-Linking anche in casi più evoluti. In questi casi si è osservato l'arrestarsi dell'evoluzione del cheratocono, ma la capacità visiva, post trattamento, è risultata essere limitata dalla irregolarità della curvatura corneale presente al momento del trattamento.
Attualmente si sta sperimentando l'applicazione contemporanea del Cross-Linking e degli I.C.R al fine di potenziare l'efficacia dei singoli trattamenti.
Il connubio M.A.R.K. e Cross-Linking al fine di potere operare, in modo conservativo, cheratoconi. degli stadi predetti
Ovviamente poi esiste il più sfruttato degli interventi ovvero la cheratoplastica.
Il trapianto di cornea ( Innesto di cornea )
In una percentuale pari a circa il 24% di tutti i pazienti colpiti da cheratocono, la malattia evolve in modo progressivo e continuativo fino a portare al trapianto della cornea stessa.
Quando è che si deve ricorrere ad un innesto di cornea?
In caso di eccessivo assottigliamento dell'apice del cono od in caso di cicatrici opache centrali, tali da interferire con la visione, i pazienti, per migliorare la loro vista e per non avere più il dolore causato dalle lenti a contatto, dovranno ricorrere ad un innesto di cornea.
L'innesto può essere perforante oppure lamellare.
Il cosiddetto trapianto perforante consiste nella rimozione, completa ed a tutto spessore, della parte centrale della cornea del paziente e nella sua sostituzione con una cornea proveniente da un donatore.
L'intervento perforante di cornea ha successo in una percentuale dell' 85-90% dei casi. Infatti circa il 10-15% dei trapianti perforanti eseguiti, va incontro a rigetto.
In caso di innesto lamellare, non viene rimossa la cornea in tutto il suo spessore. Si pratica una separazione dei diversi strati della cornea ed andiamo a sostituire solamente gli strati superiori, più esterni, della cornea stessa lasciando quello più profondo al suo posto senza sostituirlo. In questo modo si vanno a ridurre sostanzialmente i rischi legati al rigetto.
La situazione comunque come vede è sottocontrollo anche nel senso innovativo delle metodiche chirurgiche e parachirurgiche e quindi sicuramente risolvibile.
Un caro saluto.
[#5]
Utente
Mi è sorto un altro dubbio. Mettiamo che ho un cheratocono di 1° o 2° grado. Facendo il cross-linking, dunque, si arresta il peggioramento del cheratocono,no? E quindi, oltre al trapianto di cornea, non ci sarebbe un metodo per riaquistare la vista come quella di una persona normale?
e...ma le lenti semirigide o a gas permeabili o comunque quelle che vengono prescritte per il cheratocono, a cosa servono esattamente? a bloccare il cheratocono oppure a farmi vedere meglio, ma comunque il cheratocono è soggetto continuamente a peggioramento?
Le sarei grato se mi facesse chiarezza su questi miei dubbi.
Ancora grazie
e...ma le lenti semirigide o a gas permeabili o comunque quelle che vengono prescritte per il cheratocono, a cosa servono esattamente? a bloccare il cheratocono oppure a farmi vedere meglio, ma comunque il cheratocono è soggetto continuamente a peggioramento?
Le sarei grato se mi facesse chiarezza su questi miei dubbi.
Ancora grazie
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 8.6k visite dal 16/10/2009.
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