Fistola galeale

Salve,

nel 2002 circa mi è stata la diagnosticata una "FISTOLA ARTEROVENOSA GALEALE PARIETO-OCCIPITALE SINISTRA",
embolizzata un prima volta nel febbraio 2004 e una seconda volta nel luglio 2004 con particelle riassorbibili.
Ogni tre mesi effettuo una angio risonanza dei vasi intra/extra cranici per verificare lo stato della fistola.
La settimana scorsa, ho effettauto la solita angiorisonanza ed è rimasta invariata,
nonosatnte la vena ha ripreso a pulsare.
Ho effettuato una nuova visita da un Neuroradiologo, il quale consigliava di effettuare una angiografia venosa
e non arteriosa, x aggredire la fistola dalla vena più grossa.
Che differenza c'è tra una angiografia venosa ed una arteriosa ?
E' più pericolosa rispetto a quella arteriosa ?
L'occlusione della fistola può portare alla necrosi dei tessuti ?
Si può intervenire neurochirurgicamente ?

Vi ringrazio in anticipo per il tempo dedicatomi
[#1]
Radiologo, Radiologo interventista, Neuroradiologo attivo dal 2004 al 2014
Radiologo, Radiologo interventista, Neuroradiologo
Una fistola artero-venosa può essere ridotta o curata per via endovascolare tramite embolizzazione con materiale NON riassorbibile, quale la "colla" chirurgica. La lesione può essere aggredita per via endovascolare arteriosa o per puntura diretta.
Il problema è che ogni caso è a sè e va studiato valutando le immagini angiografiche per stabilire la fattibilità di una procedura endovascolare, l'approccio più corretto e la tempistica di quelle che possono essere più sedute di embolizzazione.

L'angiografia venosa, come suggerita dal Collega, può in molti casi essere utile per raggiungere con più sicurezza il cosiddetto "piede" della fistola e che, embolizzato, permetterebbe una possibile guarigione della stessa. Spesso tuttavia tale approccio può essere rischioso. Ma ripeto, ogni caso necessita di una valutazione specifica.

Se la fistola è aggredita correttamente con embolizzazione nel "punto di sicurezza" (difficile da spiegare ora in questa breve risposta) non c'è pericolo di necrosi dei tessuti.

L'intervento chirurgico (una fistola galeale è in genere competenza del chirurgo plastico collegialmente al neurochirurgo se ci fossero componenti endocraniche) può essere risolutivo ma potrebbe richiedere diverse preliminari sedute di embolizzazione a seconda della complessità della fistola.

Sperando di averle risposto con chiarezza a tutti gli interrogativi le invio cari saluti.
[#2]
Dr. Tommaso Lupattelli Chirurgo vascolare, Radiologo interventista 45
Cara Signora,

E' difficile giudicare un caso così complesso via internet. Un 'approccio retrogrado per via venosa potrebbe comunque avere uun suo razionale. Concordo con il collega Pedicelli quando scrive che andrebbero usati materiali non riassorbibili come colle sintetiche. Eviterei infatti l'uso di materiale particolato. Secondo alcuni autori e in accordo alla nostra esperienza l'utilizzo di materiale particolato e riassorbibile può esitare nel nuovo e progressivo rifornimento della fistola. Tuttavia in qualche caso resta l'unica opzione possibile, generalmente nei casi dove il trattamento ha scopi palliativi.

Cordiali saluti

Dr. Tommaso Lupattelli
Specialista in radiologia e radiologia interventistica
Specialista in chirurgia vascolare

[#3]
Utente
Utente
Grazie x la risposte datemi.
Nel 2002, quando ho effettuato le due embolizzazioni,
mi fu chiesto di scegliere quale delle due strade perseguire,
particelle riassorbibili e particelle non riassorbibili (credo che tecnicamente non si chiamino così), poichè sceglendo la strada delle non riassorbibili si sarebbe aperta la strada di necrosi dei tessuti,
con conseguenza di perdita dei capelli e supporto di un chirurgo plastico. Capite bene perchè ho scelto la strade delle particelle riassorbibili, ci sono altre particelle che evitano la necrosi dei tessuti ?

A presto

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Dr. Tommaso Lupattelli Chirurgo vascolare, Radiologo interventista 45
Cara Signora,

esistono molti materiali differenti da utilizzarsi caso per caso.Evidentemente il medico che l'ha trattata ha valutato che le particelle fossero quelle più indicate. Torno a ripeterle che è praticamente impossibile valutare un caso solamente sulla base di poche informazioni ed in assenza di immagini.Voglio comunque sottolineare che questo tipo di affezioni sono molto difficili da trattare e in letteratura non esistono ancora dati certi o tecniche da preferirsi in assoluto. Credo quindi che i risultati da lei ottenuti fino ad ora siano buoni. Tenga ben presente infatti che a volte i risultati possono essere estremamente deludenti e nei casi più sfortunati possono verificarsi anche alcune complicanze .Ma fortunatamente, non è il suo caso.

Cordiali saluti